stefano57 Posted January 30, 2023 Report Share Posted January 30, 2023 salve pianofili. vi faccio partecipi di una curiosità che è nata dentro di me quando, per varie volte, ho trovato strumenti che, invece di calare, dopo passato del tempo dall'ultima accordatura, erano cresciuti di qualche comma. purtroppo non ho annotato le date di questi incontri e non posso dire con certezza se mi è capitato più d'estate o d'inverno. mi pare che sia più col freddo. se così fosse mi verrebbe di immaginare le corde che si accorciano per l'effetto di contrazione ma mi figuro anche la tavola armonica che si irrigidisce contrastando maggiormente la pressione esercitata dalle corde sul ponticello. chi di voi ha osservato il fenomeno e ha fatto congetture in proposito? grazie comunque Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
pianoexpert Posted January 30, 2023 Report Share Posted January 30, 2023 Può capitare specialmente nei bassi. Può dipendere anche dalla eccessiva carica della tavola di risonanza che provoca un "arrampicamento delle corde sul ponticello. In alcuni casi, si diminuisce tale carica, che può presentarsi eccessiva.Nei piccoli pianoforti verticali e nelle piccole code il fenomeno può essere più frequente a causa di una pochissima tolleranza di eccesso di calibro delle corde rispetto alla loro lunghezza. Il calcolo, seppur preciso, risente maggiormente degli equilibri delle tensioni, che non sono mai progressivi e uniformi. A volte, anche nei pianoforti da concerto, si ricalcolano i diametri, sia delle corde nude che di quelle filate, aumentandoli, per uniformare maggiormente la progressione delle trazioni e/o potenziare anche il suono. Ciò, però, aumenta il fattore di disarmonicità. Non e' facile stabilire queste proporzioni e le Case che, dalla seconda metà del '900, sono entrate in competizione per soddisfare l'ascolto del pianoforte in "luoghi della Musica" sempre più ampi, hanno cercato di potenziare sempre di più il suono, calcolando "al limite" il calibro delle corde e la carica sulla tavola di risonanza, rendendoli a volte quasi eccessivi. Spesso portiamo a casa uno strumento che è costruito per "cavarsela" in un grande ambiente e....non riusciamo a "domare" il suono. Ci sembra sempre troppo "eclatante" con grande difficolta realizzare il pianissimo e le "mezzetinte". Allora dobbiamo evitare di "accanirci" intonando, anzi impropriamente "ammorbidendo" , l'apice dei martelli, credendo di ottenere un suono più dolce. Il risultato definitivamente negativo può essere quello di rendere la martelliera sorda e inservibile. E' invece opportuno creare una seconda martelliera su stiletti, costruita con diverse compressioni, che ci possa soddisfare con un suono più "privato", "casalingo. La martelliera originale deve rimanere montata sui suoi stiletti e assolutamente conservata. Ne va la conservazione dell'identità del pianoforte e dei riferimenti delle misure di progetto originali. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
stefano57 Posted February 24, 2023 Author Report Share Posted February 24, 2023 molto interessante. la comprensione della spiegazione implica la conoscenza profonda di concetti complessi dei quali, ammetto, non sono padrone. mi limito a far viaggiare l'immaginazione, aiutata dalla conoscenza di vari materiali e interazioni fra essi. grazie tante. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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