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Piano Concerto - Forum pianoforte

stefano57

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Tutto postato da stefano57

  1. mi piace. grazie tanto. sempre presente. saluti
  2. salve, ho un altro quesito, che forse ho già posto anni fa, per il quale non ho ottenuto risposte che potessi verificare o che mi aiutassero a placare la curiosità. premetto che gli strumenti su cui metto la chiave non sono quasi mai di fascia alta e\o giovane. mi capita spesso, dal cantabile in su, che una corda del coro, lasciata libera, da sola, produca una vibrazione, molto simile ad un battimento, che mi rallenta nella ricerca dell'unisono il quale, poi, non viene pulito a causa di questa interferenza. ho provato tutto ciò che mi è stato suggerito senza ottenere la pulizia tanto ambita. ho cambiato la corda, pizzicata per escludere la responsabilità del martello, provato a tenderla molto di più e molto di meno per escludere il disturbo dato da una errata proporzione tra lunghezza della corda e frequenza a lei destinata. ho provato anche a smorzare le corde senza smorzatori con nessun risultato tangibile. aggiungo un particolare che potrebbe far pensare alla fantascienza: quasi sempre, 90%, è la corda a sinistra del coro, la più birbona. grazie comunque
  3. molto interessante. la comprensione della spiegazione implica la conoscenza profonda di concetti complessi dei quali, ammetto, non sono padrone. mi limito a far viaggiare l'immaginazione, aiutata dalla conoscenza di vari materiali e interazioni fra essi. grazie tante.
  4. salve pianofili. vi faccio partecipi di una curiosità che è nata dentro di me quando, per varie volte, ho trovato strumenti che, invece di calare, dopo passato del tempo dall'ultima accordatura, erano cresciuti di qualche comma. purtroppo non ho annotato le date di questi incontri e non posso dire con certezza se mi è capitato più d'estate o d'inverno. mi pare che sia più col freddo. se così fosse mi verrebbe di immaginare le corde che si accorciano per l'effetto di contrazione ma mi figuro anche la tavola armonica che si irrigidisce contrastando maggiormente la pressione esercitata dalle corde sul ponticello. chi di voi ha osservato il fenomeno e ha fatto congetture in proposito? grazie comunque
  5. saluti, mi è capitato, qualche giorno fa, di imbattermi in un piano con le caviglie particolarmente dure, tanto da farmi riflettere sulla necessità di comprare una chiave in carbonio, che flette di meno, e magari col manico telescopico che mi da più leva. a fine lavoro avevo la mano della chiave dolorante e mi piacerebbe evitare questa situazione. chiedo consigli a chi di voi può darmi informazioni di prima mano. può darsi che sul forum esista già una discussione sull'argomento nel qual caso gradirei una dritta su come trovarla. grazie comunque
  6. grazie! da anni usavo tunelab su un vecchio smartfone perchè avevano ritirato la versione gratuita e questa novità mi è molto utile. aggiungo che, come succede con molti programmi, tunelab va usato interpretandolo, soprattutto nelle ottave estreme. per quanto mi riguarda lo utilizzo quando il tempo a disposizione è scarso, se ci sono rumori e limitatamente alla spartizione, sulla quale, poi, costruisco il resto degli intervalli. grazie ancora
  7. sono d'accordo. da più di quaranta anni mi cimento sui pianoforti, praticando e carpendo informazioni dalla rete o osservando il lavoro di professionisti, anche partecipando a corsi tenuti da aiarp, ma mai mi sono imbattuto in così grande generosità e voglia di condividere cosiddetti "segreti" che per divenire efficaci necessitano di grande manualità e pratica, qualità che non si possono passare attraverso le parole. come già espresso in precedenza, ammiro Paolo, in particolare, e la sua grande voglia di divulgare tecniche finalizzate al raggiungimento della bellezza.
  8. non credo sia possibile imparare un'arte con un tutorial, nessun video può sostituire decenni passati in intimità con innumerevoli pianoforti, il Maestro può dare consigli per limitare i danni irreversibili ma l'esperienza, la pratica, il sudore, gli errori, i rischi ce li devo mettere io. e avrò cura di far tesoro dei risultati, positivi o no. Gratitudine comunque per chi tra il cervello e le mani ci insegna a mettere il cuore
  9. leggendoti (Paolo) ho la sensazione che la tua sia una sorta di vocazione, che trascende qualsiasi interesse tranne quello di ottenere un numero di pianoforti messo a punto più alto possibile e quello di aiutare i pianisti ad entrarci in sintonia. questo ti rende, ai miei occhi, rara persona degna del titolo "Artigiano" oltre che "Musicista" , ancor più raro binomio. grazie per la generosità con cui tratti qualsiasi questione.
  10. bene, grazie, ora comincio a capire. potrò affermare di aver capito non appena mi imbatterò nel fenomeno e mi ci calerò. cordialmente Stefano
  11. ciao, posso dirti che si tratta di un tecnico blasonato ma non per questo immune da credenze errate a quanto pare. oppure voleva risolvere velocemente per liquidarmi il prima possibile. per fortuna ( a volte per sfortuna ) sono diffidente e poco propenso a prendere le informazioni senza senso critico, senza confrontarle con la mia esperienza e, perché no, sensibilità. approfitto per ringraziarti ancora Stefano
  12. ciao Paolo innanzitutto grazie per il tempo che spendi a titolo gratuito, ciò denota l'obiettivo chiaro di tendere alla perfezione, a prescindere dal fatto che si tratti di tuoi pianoforti o no. mi dispiace di non aver letto attentamente la tua prima risposta nella quale parlavi di ponticello. mi resta un punto poco chiaro, parli di due lunghezze diverse della stessa corda. non riesco a capire. aggiungo che nel primo caso che mi si è presentato era vera l'ipotesi di Gia che ugualmente ringrazio sentitamente
  13. e, alla luce di quanto sopra, immagino che la richiesta di Paolo di fare una foto sopra il ponticello, mirasse ad evidenziare la stessa cosa. grazie ancora.
  14. avevo già provato a rispondere e non so come è andata. mai avrei immaginato che un tratto così esiguo di corda libera potesse generare tale disturbo. avevo notato la striscia di feltro che spesso viene intrecciata con le corde tra il ponticello e la caviglia e con questo avevo archiviato mentalmente il problema. il video è perfettamente centrato su quello che da anni stavo cercando. ti ringrazio caldamente e farò tesoro di questa nuova informazione che verificherò quanto prima. grazie ancora stefano
  15. ciao, come affermavo nel mio intervento, ho incontrato questo fenomeno in svariati pianoforti, coda inclusi. anche nei due che posseggo attualmente, un kawai ns 15 e un bluthner, anch,esso verticale, di oltre cento anni fa. tra le prove che ho fatto ho messo la punta di un piccolo cacciavite a far leva sulla corda accanto in modo da costituire un ponticello provvisorio ma il disturbo è rimasto invariato. forse tu hai così tanta pratica che non ci fai nemmeno caso e trovi comunque l'unisono ottimale. io, a volte, quando il fenomeno è molto evidente, cerco quale delle tre corde produce il suono più pulito e, se c'è, accordo prima quella e a seguire le altre due. ti ringrazio comunque per la tua disposizione all'ascolto di problemi che non sono tuoi. cordialmente Stefano
  16. ciao, chi accorda pianoforti si è certamente imbattuto nel fenomeno dei falsi battimenti. specie nella fase iniziale dell'apprendimento di questo mestiere, il fenomeno complica molto la ricerca della pulizia dei suoni. poi, con pratica e ascolto, si riesce a trovare un compromesso accettabile, almeno per l'utente finale. in passato, nella ostinata ricerca della causa di questo disturbo, ho provato a sostituire la corda, a pizzicarla invece che percuoterla, a tirarla più su e più in giù di un tono ipotizzando che entrasse in risonanza con qualche altro componente del piano, a costruire un capotasto provvisorio per ridurre il tratto vibrante, a fermare tutte le altre corde per escludere qualsiasi contributo da parte loro... niente da fare, una (spesso più di una) corda d'acciaio, da sola, oltre alla nota che deve fare, produce una oscillazione indesiderata. alla fine mi sono rassegnato e affinato nella ricerca dell'unisono ma la curiosità ancora mi spinge a trovare la risposta a questo che per me è un fitto mistero. aggiungo che il fenomeno mi si è presentato quasi sempre nelle note dal cantabile in su, solo una volta ho incontrato una corda rivestita che faceva qualcosa di simile ma in quel caso è bastato sostituirla. grazie comunque per l'attenzione.
  17. ciao, sono stefano mi sono chiesto quanto fosse corretto ruotare le punte per recuperare il gioco laterale dei tasti e, dopo varie esperienze, ho concluso che dipende dai casi. quando lo strumento è prestigioso e il suo proprietario è disposto a spendere, la manovra corretta e filologica è sostituire il cachemire, lavoro anche lungo, e negli altri casi, comunque a discrezione del tecnico, con apposito attrezzo che non ne danneggia la superficie, si possono ruotare le punte fino alla scomparsa del suddetto gioco. ho sperimentato anche un altro sistema, suggeritomi da un tecnico, che consiste nel picchiare con un piccolo martello sull'asola finché si ottiene lo stesso risultato. ho abbandonato questa pratica quando ho capito che il gioco scompariva grazie allo schiacciamento del legno e la cosa mi è sembrata troppo invasiva e poco duratura. considerando come sono fatte le punte e quanto sia facile ruotarle mi viene da pensare, che chi le ha ideate, ne avesse previsto la rotazione e concludo notando che tale operazione, pur mettendo a rischio la spaziatura fra i tasti, è non invasiva e reversibile. saluti
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