2/4 E Tempo Tagliato

[Giove]

Che utilità ha il tempo tagliato? O meglio, che differenza passa con il 2/4?

 

Sono giunto alla conclusione che di fatto non ce ne sono, però la cosa mi lascia perplesso e quindi chiedo ai guru di illuminarmi.

 

Possibile che il tempo tagliato serva solo a rendere più difficile la lettura della musica agli allievi (dopo che lo studi risulta semplice come qualsiasi altro tempo)?

 

Scusate la "forse" confusione.

[WAM]

Sicuramente dietro c'è anche un percorso storico e proprio uguali non sono

[Carlos]

Sicuramente dietro c'è anche un percorso storico e proprio uguali non sono

 

Credo anche io, e bisogna andare probabilmente alla musica antica per conoscerne le origini. E, visto che non sono esperto di musica antica, lascio questa parte a chi ne sa più di me. Ci sono però due cose delle quali sono sicuro: la lettura di un tempo rapido in "tempo tagliato" può essere più semplice perché evita l'uso di valori molto piccoli e, seconda cosa, dal punto di vista puramente ritmico, tra 2/4, 2/2, 2/8, 2/16, 2/quello-che-volete ... non c'è alcuna differenza (così come non ce n'è tra 3/8, 3/4, 3/2 etc etc etc...).

[thallo]

Il tempo tagliato precede storicamente il 2/4, semplicemente perchè l'unità di tempo più usata nella musica antica (e barocca) è la minima, diretta conseguenza della cosiddetta notazione bianca, che è la notazione più diffusa della musica mensurale. La segnatura del tempo tagliato, ovvero la C tagliata, deriva infatti dalle segnature di tempo medievali della notazione mensurale, anche se in modo "sbagliato". Le durate all'interno delle misure veniva decise secondo "Tempus" e "Prolationes", che sono più o meno movimenti e suddivisioni di oggi. Il tempus perfectus aveva 3 movimenti, il tempus imperfectus 2. La prolatio maior aveva 3 suddivisioni, la prolatio minor 2. Tempo perfetto con prolazione maggiore aveva tre movimenti ognuno suddiviso per tre, "simile" al 9/8. Ma qui casca l'asino: ogni movimento del 9/8 dura una semiminima col punto; ogni movimento del tempo perfetto con prolazione maggiore dura una "semibrevis". La prolazione ci indica come suddividere la semibrevis, ma non ne cambia la durata complessiva. Quindi, piuttosto che a un 9/8, il tempo perfetto con prolazione maggiore corrisponde a un 3/4 con una suddivisione obbligata in terzine. In più, la semibrevis paragonata alle figure di oggi era più lunga... cioè, le figure con durate molto brevi sono "tipiche" della musica moderna. Non parlo di durate cronometriche vere e proprie, un 2/2 può essere accelerato quanto si vuole, ma parlo di un punto di vista squisitamente grafico, semiografico. Da questo punto di vista, che può essere solo storico, ovviamente, nasce una tradizione di trascrizione delle partiture antiche e barocche in cui la semibrevis viene trascritta come minima :-) e quindi, un tempo perfetto con prolazione maggiore (cerchio con puntino in mezzo) diventa 9/4, un tempo perfetto con prolazione minore (cerchio senza puntino) diventa 3/2, un tempo imperfetto con prolazione maggiore (una C con un puntino) diventa 6/4 e, infine, un tempo imperfetto con prolazione minore (una C senza puntino) diventa 2/2.

 

Ditemi se non sono stato chiaro.

[Paulo]

Io mi sono perso sulla prolazione

[Carlos]

Io mi sono perso sulla prolazione

 

Tempus = metro; prolatione = suddivisione;

Tempo perfetto = in 3; tempo imperfetto = in 2

Prolazione maggiore = suddivisione ternaria; prolazione minore = suddivisione binaria.

 

Quindi, ad esempio, Tempo perfetto con prolazione minore è quello che noi chiamiamo "movimento ternario con suddivisione binaria" (il 3/4, per intenderci); tempo imperfetto con prolazione maggiore è il "movimento binario con suddivisione ternaria" (ad es. il 6/8); tempo perfetto con prolazione maggiore è "movimento ternario con suddivisione ternaria", come il 9/8.