Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

Piccinesco

Membro
  • Posts

    1231
  • Joined

  • Last visited

  • Days Won

    32

Tutto postato da Piccinesco

  1. La domanda che ha posto Daniele nel suo penultimo post la trovo più che pertinente (non in riferimento al titolo della discussione, ma in merito al ruolo, con tutte le possibili sfumature, che ha il fruitore, l'appassionato, il "fissato", il musicista che predilige la musica pop, hip hop, r&b, soul, rock, ecc...in rapporto alla musica di cui maggiormente si discute qui sul forum). Normalmente sono più attento quando si tratta di parlare di musica di un certo tipo (sinfonica, da camera, corale) e più aggressivo quando si tratta di musica "più semplice". Nel 2002 feci dei pezzi, diciamo basi hip hop che alcuni definivano strane, troppo complicate per quel genere, ora però i ragazzi sono cresciuti e dopo aver ascoltato più di me riguardo questo genere, hanno iniziato a dire che sono avanti anche agli americani (sarei più soddisfatto se riuscissi a scrivere una fuga, una sinfonia, un quartetto d'archi anziché un pezzo di musica elettronica, ma non si può essere diversi da quello che si è. Ho ascoltato parecchio materiale e, in ambito hip hop molta della produzione americana è ridicola, fosse per me non meriterebbe la pubblicazione, sono una persona insicura, ma in certi casi non è necessaria l'esperienza o la gavetta, bisogna, e su questo non ho peli sulla lingua, dire che molta musica hip hop e rap fa letteralmente ridere, perché l'approccio è statico, passivo, ripetitivo, e si sente, basta ascoltare "le basi", purtroppo non riesco ad essere buonista e diplomatico, non avrebbe senso, neanche se fossi in punto di morte e chi stesse vegliando su di me è colui che ho aspramente criticato) visto che le facevo già più di 10 anni fa certe cose (sempre rimanendo in questo genere), perché l'approccio era ed è fare musica per quello che sono e non basandomi sul genere (che "prevede" una cassa così, il rullante in quel modo, la ritmica fissa, ecc..), risultato? Contattato da persone che (a detta loro) cercavano basi alternative, hanno poi risposto "eh però se il rullante non è a tempo e la base non "è fissa" come faccio a rapparci sopra"?, ed io "non me ne importa niente, vuoi fare cose alternative? Prova, ma non inserire annunci in cui cerchi cose diverse se poi ti rifugi nella prassi. Questo per dire che i software li usano quasi tutti, ma come vengono usati? Io vedo lo stesso atteggiamento anche nella fotografia (e la "pratico" da pochi mesi), nei forum si disquisisce di metodica, di tecnica, e poi "tutti" a ricercare le stesse cose (adesso faccio un comparativo tra musica e fotografia): compressione/effetti_hdr; random pattern_scatto a raffica; phrase loop_image stabilizer; e la lista non sarebbe finita. Batto sempre su questo punto perché da sempre sento persone che hanno come quasi unico scopo, il fine, non importa come possono arrivarci, l'importante è spiattellare il risultato. Personalmente chiuderei due persone in due diverde stanze, fornirei loro gli stessi mezzi e poi tornerei per constatare i risultati: a parità di approccio, chi ha sempre sostenuto "la via più facile" ne uscirebbe distrutto, altro che video, cd, copertine, slogan, spot, e altre cazzate del genere. Tornando alla domanda di Daniele, ho sentito persone che non hanno mai sentito parlare di Bach (succede), dipende dal vissuto, dal contesto, un pò da tutto; non noto quasi mai persone che ascoltano musica leggera, nominare Chopin, Brahms ed altri, alcuni sono convinti che Song in A dells Keys sia tutta opera sua, mentre lo "spunto" deriva dalla sonata denominata Al chiaro di luna di Beethoven, ancora un altro pezzo della Houston che prende spunto da "Per Elisa". Insomma, se è comprensibile il fatto di non poter conoscere tutta la musica, è altrettanto vero (ed è un "sintomo" di come molti percepiscono o non percepiscono l'importanza di certa musica ritenuta sorpassata, quando al contrario quella che difendono fa cadere il latte dalle ginocchia) che se una persona ritiene una cantautrice come la Keys la reale autrice del tema della sonata op 27 di Beethoven, dimostrando di non conoscere l'originale (uno dei piu famosi pezzi al mondo, e non da una settimana), apre la strada ad una riflessione sul grado di conoscenza che molte persone hanno. Ovvio che può succedere, non è obbligatorio ed automatico sapere tutto, però dico che un pò incide questo stato di fatto.
  2. Però su questioni di questo tipo non possiamo lamentarci, siamo sempre avanti. E all'estero si fanno due risate.
  3. Personalmente (almeno vado a "colpo sicuro") mi riferisco ai dj (ma allargherei la cerchia) a cui piace la pappa pronta. In questo senso, anche se ognuno approccia e risolve (più o meno, sempre se ci riesce) a modo suo le difficoltà che gli si pongono dinanzi nel momento in cui prova a fare qualcosa, ci sono sostanziali differenze nell'usare un piano acustico (già da uno digitale) ed un sintetizzatore con pad impostabili. Negli anni ho avuto parecchi sintetizzatori, ad esempio con una tastiera d'accompagnamento cercai di trovare il modo per realizzare degli effetti altrimenti impossibili vista la mancanza di un lettore di campioni o un campionatore (strumento che in ogni caso non ho mai voluto usare), per me questa è una differenza non da poco rispetto al ragazzetto che importa campioni di suoni e percussioni (anche particolari) sui pad (come le vecchie batterie elettroniche) ed usa anche groove come se fossero stampini. Nella jungle e la drum'n'bass si fa largo uso dei soliti effetti (compressore, gain, overdrive, ecc...) per potenziare il sound, ma la maggioranza sono fotocopie, non ho mai lavorato in questo modo, i groove me li creavo da me, così come per le basi hip hop (che ancora devono essere utilizzate ed in molti casi ho quasi pronte dal 2002, quindi in tempi non sospetti), provai a farne alcune perché spinto da alcuni amici che intendevano preparare dei testi (forse per quest'anno si riesce a fare qualcosa). Quando andavo nei negozi di musica a provare dei sintetizzatori, il 99,9999999% dei ragazzi provava solo strumenti con accompagnamenti automatici, pad con suoni, groove, pattern pre programmati, cd con parti già suonate e cose simili, questo per dire che l'impronta personale (se escludiamo quella originale dei sound designer) è più che altro, (nei casi in cui si faccia uso e/o largo uso di frasi pronte, non parlo di singoli suoni) riconducibile ai soggetti tra parentesi. Lo so, ognuno spende i propri soldi come vuole, ma l'impressione che subiscono (nel senso che rimangono letteralmente impressionati) nel momento in cui ascoltano pezzi di un certo tipo, sarebbe ridimensionata se solo sapessero come si è arrivati ad un certo risultato, ma se le pongono queste domande? No.
  4. Faccio una battuta veloce sulla condizione dell'uno e dell'altro: il dj ha la fama, il maestro fa la fame. Una vocale che cambia una vita (terrena certamente).
  5. Questa volta Daniele non capisco proprio perché ti sei irritato, Lowseling ha semplicemente ironizzato sul fatto che le case discografiche sanno (purtroppo aggiungo) confezionare un prodotto, perché alla fine di questo si tratta, certamente lontano dalla musica che intendiamo come musica di sostanza e immortale. Per farti un esempio, io stesso ho avuto pubblicati dei pezzi di musica elettronica, ma non per questo mi ritengo bravo a tal punto da meritare chissà quale considerazione o peggio ancora essere "arrivato", tutt'altro, sto vivendo una crisi micidiale da circa 10 anni (non che prima fosse meglio, però da quel momento, dieci anni fa, tutto è divenuto più denso, più critico ed anche drammatico), ma nonostante questo non mi ritengo (almeno in quell'ambito, per me senz'altro "più facile" rispetto a musica più complessa da scrivere, senza per questo delegare ai software le decisioni) da meno rispetto a chi vede pubblicarsi e pubblicizzarsi musica "propria", non è questo che determina il "valore" di qualcuno, ma la pubblicità fa veramente la differenza, però (qui ci intendiamo tutti penso) riguardo la sostanza, se non c'è prima o poi uno come è comparso, sparisce e torna da dove è venuto. Ti stavo facendo un esempio: la casa discografica con la quale ho pubblicato qualcosa ha un repertorio di oltre 3.000 pezzi, svariati sono i generi, ma uno dei parametri con i quali vengono scelti i collaboratori (che non hanno scadenze) non è senz'altro quello di verificare come hanno composto un pezzo, per cui ti ritrovi ad ascoltare un brano ben costruito ed un altro "composto" (meglio assemblato) con loop comprati o scaricati dai p2p o da software dedicati. In pratica la figura del compositore (nel gergo del mercato e non riguardo il contesto musicale che guarda alla figura del musicista con una certa cultura) è stata (per me) impropriamente assorbita da contesti che non hanno nulla da spartire con essa, mi spiego: non sto facendo di tutta l'erba un fascio, perché c'è musica stupenda quasi in ogni genere, parlo di chi usa software e (come per il copia ed incolla) abusa di (quelle che chiamo) facilitazioni, pratica naturale "per lui" (o per lei), dopodiché pubblica il frutto del suo (del pc in pratica, del software, quindi coppa dei campioni ai programmatori ed ai sound designer) lavoro, magari ricevendo anche dei complimenti (che fanno piacere a tutti) anziché domandarsi come si è arrivati al risultato. È come se uno usasse la sega elettrica per tagliare dei rami e dicesse (soddisfatto, ci mancherebbe) "ho fatto!". Ormai è naturale affermare di aver fatto, ma cosa? Ovvio, ci vuole comunque qualcuno che accenda il pc (oppure il mac), che (ma non sempre) pensi a come fare per arrivare ad un certo risultato, ci vuole anche un minimo di gusto (sempre personale e soggettivo), però c'è un intasamento di pezzi su internet (ed è anche un bene perché si scoprono musicisti veramente bravi, compositori ed interpreti) che ha dell'assurdo. Ci sono siti che, dopo previo pagamento, ti permettono di uploadare musica tua (ma non era del pc o del mac? ) ed essere presente in decine di portali, questo però crea un'inflazione senza precedenti e "solo" se hai alle spalle una campagna pubblicitaria come si deve puoi arrivare oltre i pochi ascolti che ottieni (per puro caso, magari interrotti dopo pochi secondi, solo perché ascoltano amici o conoscenti, ecc...). Neanche a me piace il sistema così com'è, ma quello di cui sono contento (un pò come la libertà) è che (anche se si può essere di parte) la musica che intendiamo non ha bisogno di questi mezzi per venir fuori e soprattutto per resistere al tempo.
  6. Forse un compositore di musica elettronica potrebbe fare il dj (forse, perché non è detto cbe "chi può il più può il meno", in questo caso il contrario, probabilmente pagherebbe lo scotto in termini di approccio, che limita la creatività, che "solitamente" si enfatizza con pochi mezzi), ma sarebbe molto difficile il contrario, fermo restanxo che uno si professi dj senza saper suonare tre note consecutivamente.
  7. È "normale" ma è sbagliato (per me). Nella maggior parte dei casi (a prescindere dal livello di fruizione) il o la dj non fanno altro che riproporre versioni (quando non si tratta di musica preparata ad hoc, ed in questo caso è anche peggio, ma è già stato detto, è questione di gusti) di pezzi che così come sono rendono più che bene, per cui oltre a lucrarci (grazie al braccino lungo degli adepti del "genere") sopra, rovinano l'originale. Purtroppo è vero che questo è ciò che (sembra) il mercato della musica richieda, ma visto che la pubblicità ha un enorme peso praticamente in ogni ambito, non è da escludere che molta della responsabilità di questo stato sia da ricondurre al voler (e ci riescono) far passare per un grande uno (o una) che tolte le varie automazioni cui sono abituati, non avrebbe altra soluzione che andarsene a casa. Vero che si tratta sempre di gusti, ma in ogni cosa sarebbe interessante sapere come ci si è arrivati e non "gustarsi" il fine, che non è detto giustifichi sempre i mezzi, anzi. Dicendo "è sbagliato" parlo per me e non generalizzo, sapendo che c'è sempre chi la pensa diversamente e certamente è un bene, altrimenti ci annoieremmo, però per me sarebbe necessario "ridimensionare" il "valore" di certi personaggi che, non faranno come qualcuno di cui si parla fin troppo, e questo va a loro favore, ma sono comunque sopravvalutati e come dico sempre, basterebbe togliere loro la corrente elettrica (la uso anch'io, quindi anche strumenti elettronici, ma senza farmi passare per grande visionario e creativo facendomi servire e riverire, dal software) per vederli annaspare.
  8. Per logica (se si fosse trattato di un errore) avrebbe dovuto segnalare anche la stessa configurazione tra battuta 2 e 3, 3 e 4 e ancbe nella 7a.
  9. Non mi sembra che ci siano errori (sto vedendo dal telefono) e quello indicato non è un errore, il re ed il la sono legate e non c'è movimento parallelo che comporti una successione di quinta, solo il re del contralto si muove salendo al fa mentre il basso scende di terza minore, non è un errore.
  10. In effetti il senso è presente, il fatto poi di comprendere che eseguire su uno strumento a fiato alcune cose non è facile, il significato che si cela dietro un lavoro può rendere quest'ultimo più o meno credibile, ed in lavori del genere è più facile cadere nel ridicolo. La sensazione è stata, appunto, che Berio sia riuscito ad essere più credibile, mentre Corghi si sia arrampicato sugli specchi.
  11. Non so bene perché, ma questo di Berio mi sembra più interessante, forse una parola un pò grossa, però ho avuto questa impressione. Ha usato meno sezioni, meno frammenti, ma è riuscito a produrre un lavoro con (a mio parere) più sostanza, anche questa una parola un pò grossa ma la sensazione è stata questa. Non penso abbia a che fare con l'aver "rotto il ghiaccio" con l'ascolto del pezzo di Corghi, ma si tratti di una percezione a prescindere.
  12. Ahia, già la vedo "brutta" qui, chi ha scritto prima di? Sto ascoltando e già sembrano molto simili i due lavori.
  13. Ora lo ascolto. Nel frattempo mi sono andato a cercare qualcosa di Corghi (per valutare meglio), ho trovato un lavoro che ad un primo impatto mi è piaciuto (non l'ho ancora ascoltato tutto, però i primi 5 minuti mi hanno positivamente "colpito"), si tratta del Poema sinfonico, scene da Blimunda.
  14. La prima cosa che mi è venuta in mente è: se avessi fatto parte del pubblico mi sarei vergognato, perché per quanto uno (almeno uno come me) si adagi all'ascolto senza alcun pregiudizio (veramente, questa sera sento che l'approccio è giusto), rimane indifferente, oppure si chiede per quale motivo una persona che ha un grado di cultura senz'altro superiore al mio e che è indubbiamente conscio di quello che scrive, si ritrovi parte o presidente di giuria in numerosi concorsi di composizione e soprattutto vede eseguirsi lavori del genere, che tranne per alcuni spunti (sarò anche banale nel dire questo, però insomma, scomodare esecutore e pubblico mi sembra troppo), per me sono utili solo a lui. Penso che per certe cose non si debba essere dotti o intrisi di esperienza in fatto di concerti, la musica (oggetto di valutazioni sempre soggettive, ma in moltissimi casi oggettivamente criticata da chi sa dove andare a recuperare il bandolo della matassa) dovrebbe in ogni caso essere piacevole, meglio ancora se emoziona o desti interesse. Un lavoro di questo tipo non mi lascia comunque indifferente, intendo dire se lo percepisco come persona e non come musicista (che non sono) o compositore (nello specifico, e non sono neanche questo), lo identifico come un susseguirsi di espressioni delegate allo strumento, siano esse ironiche, ridicole, sarcastiche o contemplative, quindi la musica "ridotta" a descrittivismo a scapito del senso estetico che, almeno in parte, dovrebbe, potrebbe non essere sacrificato.
  15. Una volta partito "l'incartamento" è d'obbligo. E comunque sto sempre in ritardo, per l'esattezza so rimasto a 3/4 (me manca 1/4)
  16. Il discorso si può allargare anche al movimento verticale, si potrebbe pensare alla ritmica (orizzontale) in senso verticale, adottando una metodica (specifica per un pezzo) in cui la disposizione delle note in senso verticale (singole e non) è stabilita in base ad un procedimento che riproponga uno o più schemi ritmici, il difficile sta nel far collimare una cosa del genere con la musicalità, non riducendo un lavoro a mera tecnica.
  17. L'hai detto. La disposizione interna e non alla battuta.
  18. Abate ha centrato il nucleo della discussione (o comunque uno dei punti più importanti), la credibilità, è un pò come costruirsi una reputazione in un qualsiasi campoe, ed essere veramente come ci si presenta.
  19. Per me "è chiaro", per tempi dispari stai cercando dire che si rischia di essere scontati e prevedibili in un pezzo, mentre usando tempi dispari (ma già l'uso di accenti e di legati può modificare la percezione di un ascolto) si viene a creare un interruzione della costante in un lavoro che, a seconda di come lo si è impostato, potrebbe risultare interessante, proprio perché si è presi alla sprovvista.
  20. Ma guarda che il pezzo che hai pubblicato non è male, l'avevo già ascoltato dopo un pò che lo avevi postato, ma non avevo avuto modo di commentarlo, soprattutto perché non me la sentivo di farlo in quel periodo, non sempre mi sento in vena di commentare, per l'ascolto ci vuole concentrazione, attenzione, e non riuscivo a contemplare queste due facoltà, cosa che è quasi prassi per me (e non è un bene). Il pezzo lo hai suonato in modo abbastanza pulito, mi piacciono alcuni spunti, che come ha detto, suonati al piano hanno un certo effetto, ma il pezzo è stato pensato per essere eseguito da altri strumenti, bisognerebbe immaginarselo diversamente e soprattutto sapere quali parti suonano quali strumenti per fare una comparazione. A me non dispiace come lo hai strutturato, dico sul serio, posso sembrare un pò chiuso, ma non mi fa male ascoltare cose scritte da altri, anzi è uno stimolo e fa anche bene. Mi sento comunque di riprendere una cosa che ha scritto rstrauss in un altro post: "Il nostro personale stile prima o poi esce, lo abbiamo dimostrato nei nostri laboratori, dove nonstante gli anni passati, i pezzi diversissimi tra loro, gli organici diversi ecc. più di qualcuno ha iniziato a riconoscere lo stile di questo o quel compositore." Sono ovviamente d'accordo, anche se (penso sia un pò implicito, almeno in parte) vorrei aggiungere che lo "stile" che viene fuori è strettamente correlato alla personalità, che a sa volta è collegata al vissuto ed è ciò che contempla carattere e temperamento, non sto dicendo nulla di nuovo, ma non è possibile prescindere da questi fattori, sono anni che lo dico, e non per innalzare un alibi, è così e non potrebbe essere altrimenti.
  21. Capisco cosa intendi, dal punto di vista stilistico può, potrebbe ricordare Bach, ma sono sicuro che facendo un'analisi spunterebbero errori di condotta delle voci e appunto, parlando di prassi stilistica, sarei e sono lontano da una riproposizione di quello stile. Teoricamente non sono avanti, anzi devo ancora studiare le modulazioni, quindi sto un bel pò indietro, ma nel momento in cui scrivo (almeno all'inizio) cerco di applicare (soprattutto ultimamente) ritmicamente degli schemi riconoscibili, il tutto scrivendo quello che mi piace (ma la soddisfazione non è quasi mai sufficiente). Il fatto è che non voglio copiare Bach, ma mi piace talmente che l'intento (non sempre, perché per i pezzi per strumento solista mi viene naturale, ma ripeto, naturale non significa che pensi di fare bene, perché chiunque riuscirebbe a scovare errori stilistici e non solo) è quello di riuscire a scrivere un pezzo che mi ricordi il suo modo di fare. Non mi pongo molto il problema di scrivere qualcosa di particolare, perché in questi ultimi ho proprio fisiologicamente, sia psicologicamente, bisogno di qualcosa che sia "riconoscibile", "semplice", "fluido" e piacevole, per questo ho un pò cambiato approccio alla scrittura rispetto a qualche anno fa. Se vedessi uno spartito che scrissi nel 2000, con diversi cambiamenti di tempo, con una linea melodica che cercai di mantenere in primo piano nonostante l'uso di accordi in un certo senso complessi, forse penseresti che sono peggiorato visto l'andazzo, però non è detto. Mi trovo più a mio agio con la musica elettronica e con questo tipo di musica ancora non ho azzardato nulla di particolare (bisogna mettersi lì, concentrati e con un'idea chiara in mente, per me non sempre è così, anzi). Ho appena finito di scrivere una mini cantata per 11 strumenti e 4 voci, ho già scritto che ricorda molto la Bwv 25 di Bach, ma non è questo il problema se pensi che era proprio mia intenzione scriverla in questo modo, perché sono talmente affascinato dalla sua che ne volevo scrivere una simile. Ovviamente non è la stessa cosa, cambia il ritmo e il testo (il testo è mio), ma fino a quando non (può anche darsi che non avverrà mai) me la sentirò di provare a scrivere qualcosa che si discosta un pò da quello che ho fatto fino ad ora, preferisco fare quello che posso e non avventurarmi in qualcosa che (almeno per ora, visto il mio grado culturale, la mia non preparazione, il mio stile di vita, ciò che mi piace fare) non sono in grado di fare. Però una cosa vorrei precisarla, stilisticamente può far pensare a Bach (per me è un complimento, con tutte le dovute precisazioni e le distanze prese da chi ha saputo fare meglio di me, questo è indubbio), ma tra tutte le invenzioni che ha scritto non penso di averne ascoltata una simile a questa, spero sia compreso il senso, che non vorrei fosse inteso come assoluta certezza ed autocelebrazione, niente di più sbagliato, intendo dire che, in modo semplice, può anche ricordarlo, ma se non è veramente simile o peggio uguale, perché dovrei evitare di scrivere in questo modo? Dopotutto molte persone criticano in modo negativo questo modo di fare (che per me non è "modo di fare", perché non è mia intenzione scrivere esattamente alla Bach, ma scrivere quello che mi viene spontaneo, e se questo ricorda lui ben venga), ma alla fine non vedo tutta questa vena innovativa. Anche tra i contemporanei sento troppo spesso prassi ormai sentite e risentite, pochi mi "attraggono", pochi sanno scrivere pezzi anche brevi, concisi, con sostanza e senza esagerare in scrittura ad effetto. Non vorrei che questa mia risposta suscitasse polemiche, in generale intendo, non sento tutta questa novità in campo musicale senza "uscire di senno", ovvero scrivere pezzi per cui è necessario il dizionario ed il vocabolario, insomma la musica deve anche essere piacevole e non mi pongo più come una volta il problema di provare a fare qualcosa di particolare, se (al momento, per quello chs ora sono) non mi riesce e neanche me la sento, perché forzare? Ribalterei la domanda: quanti sono i compositori che sono capaci di scrivere pezzi veramente complessi, ma al tempo stesso capaci di scrivere in stili "ormai superati" essendo però credibili? È una provocazione la mia, e non darei per scontato che chiunque di questi (ipotetici) riesca, non è detto. Comunque questo non ha a che vedere con quello che ho scritto (il pezzo intendo), è una provocazione, tutto qui.
  22. Si tratta della n°18, scritta ormai da qualche anno. Praticamente non ci sono accorgimenti a livello di agogica, solo una piccola variazione di tempo nelle prime tra battute.
  23. Mi viene in mente la parola "sacro", che non ha a che vedere con la religione o comunque con il significato che le viene dato, ma identifica un qualcosa che sta nel mezzo ed è costituito dagli opposti, in questo caso l'essere, inteso in senso generale.
  24. Esatto. Personalmente penso che negli ultimi anni, cosa che non ho problemi a "rivelare", sono "peggiorato" e al tempo stesso migliorato, nessuna delle due "facce" prevale, però è una dura lotta. Migliorato perché ho in parte compreso di alcune dinamiche a livello di percezione, peggiorato perché la condizione di difficoltà che si protrae e che si riesce con fatica a contrastare, (almeno per me è attualmente così, "attualmente" non ha un peso da sottovalutare), rende incline al pregiudizio, molto spesso con il beneficio del dubbio. In questo la musica senz'altro mi aiuta, ma non quanto (appunto) si possa pensare (e sperare), perché come giustamente dici, il processo è costante e dura tutta la vita. Forse la "sola" musica non avrebbe un futuro se chi è "preposto" al suo ascolto (e alla sua comprensione) fosse privo di quella facoltà che serve ad assorbirla, comprenderla, interiorizzarla e divulgarla. Sento che a me manca una certa percentuale di comprensione ed interiorizzazione, per questo il tutto viene vissuto come una costante antitesi.
×
×
  • Crea nuovo...