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Piano Concerto - Forum pianoforte

DrJellyfish

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Tutto postato da DrJellyfish

  1. È un pezzo curioso, in effetti non sembra di matrice jazzistica, anche il siglato È insolitamente dettagliato, sembrerebbe un pezzo lento even 8ths...
  2. Bello! Non sembra nemmeno Jazz ;-) Da battuta 5 si potrebbe ipotizzare un centro tonale di Fa, col basso che scende cromaticamente: VI, IV- (I.M.), I, V del IV (tritono); la prima parte è più complessa, probabilmente suonerei accordo per accordo. E il resto del pezzo? ehehe
  3. Ciao Ale! Tutto bene?
  4. Grazie a tutti per il caloroso benvenuto!
  5. Opterei per il modalone... probabilmente per quello non ci sono alterazioni in chiave. Certo, è possibile giustificare qualsiasi concatenazione di accordi, ma in questo caso... Sarei curioso di vedere la linea tematica e lo sviluppo del pezzo.
  6. In questo metodo ci sono degli esempi trascritti, forse può esservi utile. http://www.mediafire.com/?223i37115i2z3f6
  7. Sul sito www.pianofiles.com puoi scambiare spartiti in pdf. C'è moltissimo materiale.
  8. A parte una buona preparazione tecnica e teorica, credo che il presupposto per imparare il fraseggio e la pronuncia jazz sia l'ascolto dei grandi solisti e la pratica. Purtroppo, per quanto anch'io insegni questa disciplina, devo ammettere che ci sono cose che non si possono insegnare o codificare più di tanto. Considera che la musica afroamericana nasce in buona parte da una tradizione orale...
  9. Potebbe inziare da capo e ripetersi una o più volte; potrebbe finire con Cmaj o proseguire con una qualsiasi sequenza di accordi sul primo accordo della quale risolva il G7 (I; VI -cadenza di'inganno; III, IV e via dicendo).
  10. A ben pensarci il G7 risolve sì sul Cmaj che potrebbe essere un III di La minore, ma in assenza della sensibile manca una vera conferma della tonalità, cosa che avviene per il Do. Ad ogni modo una buona parte delle sostituzioni possibili per il Do è applicabile anche pensando il brano in La minore.
  11. In linea teorica sarebbe possibile, ma vedo più verosimile il centro tonale di Do maggiore in quanto nella sequenza originale non compare la dominante di La (E7) e la cadenza D-7 G7 Cmaj7 è piuttosto vincolante. Un VII I di La minore naturale (G7 A-7) si avvicina ad un colore quasi modale. Del resto questa ambiguità tonale è ampiamente sfruttata dagli autori, molti pezzi oscillano tra tonalità maggiore e relativa minore, uno per tutti Autumn Leaves (parto dal presupposto che la sequenza possa essere ciclica o finisca col Cmaj7).
  12. Giusto qualche esempio, per andare sul pratico: sequenza originale: I VI II V (es: Cmaj7, A-7, D-7, G7; il famigerato "giro di Do" o, più nobilmente, "turnaround", come dicono i gezzisti. ;-) possibili sostituzioni: I > E-7 [iII] (in quanto appartenente alla stessa "famiglia" del I; non come accordo conclusivo) e, di conseguenza E7 [D.S., V del VI] e il suo tritono Bb7, magari anche EØ [i.M., come preparazione del V del II] VI > AØ (poco usuale, magari come preparazione del V del V); A7 [D.S., V del II]; Eb7 [tritono della D.S.] II > DØ [i.M.]; D7 [D.S., V del V]; Ab7 [tritono della D.S.] V > Db7 [tritono], che generalmente risolve sul I il suggerimento è quello di usare una sola sostituzione per volta, poi provare le varie combinazioni, per capire come suonano e quali vi sembrano quelle più efficaci - alcune concatenazioni in effetti non si usano, ma scoprite voi quali e perché ;-) o quelle che si avvicinano di più al vostro gusto. Schematizzando (sempre in relazione a questa sequenza): Cmaj7 > E-7; E7; Bb7; EØ. A-7 > AØ; A7; Eb7. D-7 > DØ; D7; Ab7. G7 > Db7. Spero di non aver preso troppi pali...
  13. 3. Interscambio modale. In questo caso sarebbe la scambio di accordi, aventi uguale funzione armonica, tra il modo maggiore e il modo minore. es: in II V I di Do maggiore (D-7 G7 Cmaj7) posso sostituire il II col II di Do minore: (DØ G7 Cmaj7). questa soluzione per esempio è una dei "marchi di fabbrica" di Cole Porter, vedi Night and Day, I love you, What is this thing called love e via dicendo... Un altro uso frequente dell'interscambio modale (in ambito tonale) avviene nelle cadenze plagali: un IV I di Do maggiore (Fmaj7 Cmaj7) diventa F-7 (più spesso -6) Cmaj7. E perché? Sempre per avere più varietà armonica e di conseguenza poter disporre di una maggiore scelta di scale, di tensioni armoniche etc. nonché per creare un'aspettativa minore che poi sorprende l'ascoltatore aprendo sul maggiore.
  14. 2. Sostituzione di tritono. In soldoni: un accordo di settima può essere sostituito da un altro accordo di settima posto una V diminuita sopra. Es: possiamo sostituire G7 con Db7... Presupposto di questa sostituzione è che l'accordo di settima assolva realmente alla sua funzione di dominante (non sia, per esempio, un IV di una minore melodica...) Perché si fa questo? Si gioca sul fatto che, enarmonia permettendo, i due accordi in questione hanno in comune quello che è il cuore dell'accordo di dominante: l'intervallo di tritono. Lasciando questo intervallo invariato, si modifica il basso che invece che risolvere una IV sopra, scenderà cromaticamente verso la tonica (o comunque verso la sua risoluzione: anche una dominante secondaria può subire a sua volta una sostituzione di tritono: Ab7 / G7 / Cmaj7. Alla fine possiamo dire che la sostituzione di tritono è sostanzialmente un movimento del basso e si può applicare in tempo reale durante l'improvvisazione, naturalmente bisogna stare un po' in campana...
  15. @ Simone certo, in questo caso stavamo seguendo il topic iniziale; comunque questo discorso sulle sostituzioni può essere un pretesto per domandare e scambiarsi chiarimenti di ogni tipo, anche andando a ritroso.
  16. 1.Dominanti secondarie. Per avere una maggiore varietà armonica è possibile trasformare un accordo nella dominante del successivo. Questo non comporterà una modulazione, solo una maggiore tensione e di conseguenza una maggiore spinta armonica da un accordo all'altro. In linea di massima, per operare questo tipo di sostituzione, la dominante secondaria deve trovarsi una quarta sotto l'accordo successivo. es: in II V I di Do maggiore, sostituiamo il II (D-7) con D7, V del V. in alcuni casi una D.S. può non risolvere una IV sopra: es: Cmaj7 / E7 / Fmaj7 io lo interpreterei come I, V del VI, IV; Il E7 dovrebbe risolvere su La-7 (VI) ma rispetto al La diventa una specie di cadenza d'inganno. ancora: D7 / D-7 G7 / Cmaj il D7 è a tutti gli effetti un V del V, ma la sua risoluzione è ritardata dal "vero" II, il D-7. Comunque mi pare che nella sostanza non ci allontaniamo dall'armonia tradizionale.
  17. Apro una brevissima parentesi: non scrivo queste cose per fare il grillo parlante, è che credo che sia bello che ognuno condivida le proprie conoscenze e tra l'altro per me è un ottimo esercizio di didattica e mi costringe a studiare e ad aggiornarmi. Poi mi diverto ;-)
  18. Potremmo distinguere tre tipi di sostituzioni: Dominanti secondarie Sostituzione di tritono Interscambio modale
  19. Ciao, intendevo qualsiasi cosa che possa migliorare questa raccolta di standards, da eventuali errori di trascrizione o di editing, a problemi di lettura dei font, insomma qualsiasi cosa.
  20. A questo punto ripeterei una domanda già sentita: come siamo messi in armonia? (comunque sia, a tutto c'è rimedio) 'noche
  21. anche. perché no? :-) ce ne sono anche altri. invoco l'apparizione di Feliciano
  22. Concordo con Feliciano sulla vastità e complessità dell'argomento. Potrebbe essere utile trovare una base comune da cui iniziare; io proporrei qualcosa del genere: iniziare dal tonale; qui tutto sommato l'armonia tradizionale e quella jazzistica seguono, a grandi linee, gli stessi princìpi (la spiegazione delle differenze la rimanderei a più tardi). In generale definirei "sostituzioni" tutti quegli accordi che non appartengono alla tonalità d'impianto e tuttavia non comportano una modulazione. È una definizione molto generica ma restringe già un po' il "campo di ricerca".
  23. Concordo con Feliciano sulla vastità e complessità dell'argomento. Potrebbe essere utile trovare una base comune da cui iniziare; io proporrei qualcosa del genere: iniziare dal tonale; qui tutto sommato l'armonia tradizionale e quella jazzistica, a grandi linee, seguono gli stessi princìpi (già la spiegazione delle differenze la rimanderei a più tardi). Molto in generale definirei "sostituzioni" tutti quegli accordi che non appartengono alla tonalità d'impianto del brano e tuttavia non comportano una modulazione. È una definizione molto generica ma restringe già un po' il "campo di ricerca".
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