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Piano Concerto - Forum pianoforte

Frank

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Tutto postato da Frank

  1. Ringraziamo Simone per aver aperto nel forum questa nuova sezione intitolata “Ascolti del XXI secolo” che io, il buon RedScharlach (e speriamo anche altri) cercheremo di animare al meglio. Si tratta di segnalare opere scritte/pubblicate nel XXI secolo sul quale si hanno curiosità, dubbi, interesse, etc. Per cui buona musica Frank e RedScharlach
  2. In aggiunta agli altri ricchi commenti già offerti dagli amici del forum, io vorrei far notare come una cosa che all'apparenza possa sembrare non tradizionale invece può avere riferimenti alla tradizione. La capacità del compositore si mostra anche nel decontestualizzare o “fare propri” (inglobare nella propria estetica) procedimenti già consolidati o conosciuti. In passato mi occupai di capire come mai Bach nella fuga BWV855 avesse inserito delle battute che procedessero all'unisono (vedi 19 e 38), in effetti soluzioni per evitare questo procedimento poco contrappuntistico o comunque non proprio della fuga ce ne sono. A mio avviso c'è una ragione molto plausibile che va ricondotta ad una certa “moda” che fu poi consolidata dalla scuola di Mannheim che portò avanti una delle "eredità" di Vivaldi (il procedere all'unisono spesso riguardava anche coro e orchestra, piaceva proprio quel tipo di "gestualità"...provate ad immaginare l'impatto visivo di un orchestra che si muove suonando le stesse note). Infatti nelle opere di Vivaldi stesso, tipo Mgnificat e Lauda Jerusalem (doppio coro), sono evidenti questi procedimenti...Bach sicuramente a proposito della BWV855 ha subito l'influsso di Vivaldi e sappiamo bene quanto ha "trascritto" della sua musica. Nella fuga il movimento per ottave arriva sotto forma di intensificazione, quello che avveniva anche col gesto orchestrale (chiaro, Bach usa anche altro per raggiungere questo obiettivo, ma anche il “gesto” viene usato a tale scopo). Ecco che Simon Steen-Andersen al posto della “melodia” usa il suono, non utilizza il gesto solo per sottolineare un eventuale intensificazione ma diventa una costante del brano, anzi l’elemento portante…secondo me di fatto, un addetto ai lavori, seppur non abituato a questo genere di repertorio, non può non rintracciare questi elementi. Alla fine gli elementi evidenziati da Xenakis sono evidentissimi e perfettamente collocabili in una struttura formale di matrice “classica” . Certo, cambiano i Soggetti/Temi appunto i Materiali, la tecnica di sviluppo del materiale stesso… ma il brano presenta tutte le caratteristiche di “arte e la scienza dell'organizzazione dei suoni nel corso del tempo e nello spazio”. Definizione di musica molto generale, criticata ma anche molto concreta e forse discutibile perché in poche parole racchiude il mondo, fatto anche del brano in questione. Poi come sempre, le capacità del musicista possono più o meno tenere viva l’attenzione e concordo con Xenakis soprattutto quando dice che tira un po’ lungo. Sicuramente quella di Simon Steen-Andersen sarà stata una scelta, però o ad un certo punto faceva accadere qualcosa o magari iniziava a giocare diversamente col materiale. Sicuramente in questo mio parere c’è una componente di gusto, io preferisco più il primo materiale al secondo, per cui mi spiace che abbia lavorato sul primo a favore del secondo assottigliandolo sino a farlo quasi sparire. Diciamo che io avrei fatto il contrario… Vorrei anche far notare l’estrema precisione degli interpreti, la loro sensibilità nel raggiungere sfumature dinamiche molto granulari, far apparire semplici gesti strumentali spesso complessi…tipo il passaggio indicato da Xenakis intorno ai 2'10’’. Inoltre gli interpreti raggiungo una sincronia perfetta nel gesto strumentale pur essendo affiancati …appunto “accanto” (rimando al gioco di parole spiegato da Red). Insomma, senza vedersi direttamente. Anche su questo aspetto io avrei però esteso la sincronia anche delle parti del corpo non interessate all’esecuzione…il movimento del visi (di rado le espressioni) non è sincronizzato. Da un lato può essere letto come il preservare uno degli aspetti umani, io invece mi sarei appellato alla robotica (o almeno alla “marzialità”) per rendere quello che Red definisce “loop, ironia, gestualità, astratto che diventa concreto”… anche “surreale”.
  3. Anche se questo genere di discussione tornano ciclicamente in auge è sempre l’occasione per cercare di fare un po’ di ordine. Intanto riferendoci a sistemi in quanto tali a priori nessuno ha nulla di più o meno musicale rispetto agli altri. Dovuta premessa perché come dicevo all’inizio del topic nulla di quello che c’è in musica è propriamente naturale, dal temperamento, a come sono concepiti ed utilizzati gli armonici, etc. Se proprio vogliamo parlare di cose naturali è più ovvio che il rumore non sia artificiale (compresa la sua struttura sonora). Precisato questo, ogni compositore è libero di esprimersi nel sistema che più gli appartiene, ma vorrei fare un dovuto passo avanti. Ci sono ambiti dove bisogna aver sviluppato una maggiore sensibilità musicale per godersi l’ascolto, sensibilità che passa fra chi arriva ad ascoltare solo musica pop e chi invece si può godere un brano di musica concreta. Ma è chiaro che sto semplificando. Sostengo questo con cognizione di causa e vorrei portare come esempio la musica microtonale. Mi capita che professionisti affermati sostengano in modo sentito che chi suona microtonale è fondamentalmente “stonato”, fra virgolette perché secondo questi stimatissimi musicisti sottintendono il fatto che se quando si suona un violino non si riesca ad essere intonatissimi forse è meglio dedicarsi in un ambito dove un’ intonazione (detto alla buona) calante o crescente sia la regola. Invece quello che capita è che un musicista microtonale (ovviamente non mi riferisco ad esempio a tastieristi che non possono mostrare direttamente questa capacità o incompetenti… ma altrettanto stimatissimi musicisti) abbia la capacità di dividere il tono in più parti e non solo in 2. Perchè se a un violinista specializzato in musica microtonale gli fai suonare una quinta giusta la sa suonare al pari di intervalli non proprio temperati. ..il contrario generalmente non avviene. Detto questo, ricito un’ intervista che ho riportato nella sezione Jazz a proposito di Stockhausen Perché ci infilo dentro proprio lui, perché è senza alcun dubbio il solo compositore ad aver esplorato, sperimentato e coltivato tutti i campi importanti della ricerca musicale dopo gli anni Cinquanta. In tutti i campi ha aperto vie nuove e prendendosi le sue responsabilità ad esempio contro l’ordine estetico nazista, superando gli stucchi neoclassici, assumendo di conseguenza un atteggiamento critico nei confronti della tradizione e della storia. In questo periodo sono un po’ incasinato ma ho letto anche il topic http://www.pianoconc.../2790-scommessa Si parla di Kontakte (di Stockhausen) come se fosse un’opera scritta da un alieno, musica di un altro pianeta lontanissima dalla tradizione per cui irraggiungibile a livello di comprensione ed ascolto anche per addetti ai lavori; tema che mi sembra ricorrente anche in questo topic. Invece posso assicurarvi che ha un impostazione tradizionalissima, cambiano i contenuti, ma la sostanza non cambia e se qualcuno avesse dubbi sarei prontissimo a dimostrarlo. Per cui cosa cambia? La sensibilità dell’ascoltatore che si trova davanti questa piramide egizia e si chiede come è possibile che nel XXVII secolo a.C fosse possibile edificare una cosa del genere. …eppure è stata edificata e possiamo goderne, ovvio chi ne avesse voglia e piacere. Forse succede che in casi estremi, e qui condivido le affermazioni di Messiaen a proposito del serialismo integrale (che poi sto ancora aspettando i titoli delle opere che conoscete che si sono avvalse di questa tecnica…se si arrivasse a 3 titoli per me sarebbe già un ottimo risultato) - ricordandoci che nel bene e nel male è al servizio di una certa estetica (non dimentichiamoci che in fin dei conti è questa che comanda) -, il compositore ha poco margine di scelta per cui poco spazio per mostrare la sua effettiva musicalità. E comunque non è detto e andrebbe comunque verificato/dimostrato. Ma tolti appunto questi casi (…qualcuno ha il coraggio di mettersi in gioco è citarmi altre 2 opere costruite con il serialismo integrale?) chi più chi meno ha cercato e cerca di mettere in gioco la propria musicalità nel sistema che più gli appartiene (tornando alla mia doppia premessa). Forse non si sente il bisogno, forse si ritiene inutile, forse una parte agli addetti ai lavori hanno stimoli sufficienti per voler/dover/poter approfondire tutto il repertorio (vedi compositori, musicologi, interpreti dotati di “particolari” (così non si offende nessuno) sensibilità) e di conseguenza alzare la soglia di musicalità, che mediamente (pensando alla globalità) è verso la musica pop, sino ad arrivare ai casi più limiti...ma poi limiti di che? O cosa? E nonostante tutto so che questo discorso è troppo viziato da una visione occidentale-centrica, dubito possa valere per altre realtà musicali o comunque in un mondo veramente globale non può esistere un bell’assoluto di niente. Ma neanche in una singola nazione, siamo in un forum prettamente frequentato da Italiani…figuriamoci ben oltre. Per me il discorso delle “nicchie” (lobby mi sembra troppo dispregiativo) vale sempre e oggi più che mai, secondo me ognuno dovrebbe trovarsi il suo pezzettino di mondo e provare a starci in pace. In tutti i sensi. Al di la delle polemiche … questo è il mio limitatissimo pensiero
  4. Il 2 novembre 1900 a Mosca venne data la prima esecuzione de La leggenda dello zar Saltan di Nikolaj Rimskij-Korsakov N. Rimsky-Korsakov: The tale of tsar Saltan - Aria of the Swan Princess
  5. ... con internet a disposizione si potrebbe anche creare una piccola "galleria" virtuale ...
  6. Henryk Siemiradzki Chopin playing the piano in prince Radziwills salon
  7. Frank

    Mi presento

    Ben venuto Massimo
  8. Nel primo novembre del 1923 nasceva a Barcellona Victoria de los Ángeles Victoria de Los Angeles - O Mio Babbino Caro
  9. Il 31 ottobre 1875 a Parigi venne data la prima esecuzione del quarto Concerto per pianoforte e orchestra di Camille Saint-Saëns, al pianoforte l'Autore Saint-Saëns- Concerto no 4 pour piano- Robert Casadesus
  10. http://www.ilmondo.i...ti_351959.shtml Renzo Piano devolve lo stipendio di senatore a progetti di giovani architetti Incontra Napolitano per illustrare suo impegno parlamentare Secondo me, oltre ad essere una ottima iniziativa (e quando ci vuole, bisogna anche sottolineare quelle poche cose buone che ci sono), dovrebbe essere emulato...perchè Claudio Abbado non fa altrettanto per i giovani musicisti, magari aiutando a fondare nuove giovani orchestre?
  11. Proseguire qui per la parte relativa al miglioramento dell'acustica http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/2836-migliorare-lacustica/
  12. Pensate che sono talmente professionali che mi serviva del materiale dell'inizio anni '90, senza battere ciglio, farmi pagare una lira e con una velocità encomiabile, mi hanno scandito il materiale e me l’hanno passato via mail…proprio un vero peccato, anche io sono stato un accanito cliente. Riconosco che adesso forse un po’ meno, ma negli anni ho accumulato tanta di quella roba che in effetti ho dei seri problemi di “stoccaggio”. Dal mio punto di vista sarebbe una gravissima perdita
  13. Grazie per aver espresso i vari punti di vista, non sono espertissimo di Facebook, ma per quanto ho potuto vedere tutto dipende molto da come uno utilizza il suo profilo. Se i propri scritti sono finalizzati a condividere materiale didattico sono il primo a riconoscere che può essere molto utile, ma in caso contrario può essere controproducente. Per cui, dato che la legge deve valere per tutti, secondo me alla fine è ragionevole il provvedimento preso…anche se mi chiedo come si faccia a controllare tutto ciò, visto che se non erro su Facebook uno può aprirsi quanti profili vuole e pure “anonimi”.
  14. Come dico sempre, tutti sappiamo che nonostante la relatività esista da più di un secolo la classica mela continua a cadere, pariteticamente in musica, detto fra le righe, la settima continua a scendere e la sensibile a salire … nonostante l’estrema semplificazione e tante cosucce che sono successe e che dovremmo sapere. E’ una battuta per dire che siamo immersi di tonalità, la stragrande parte della musica che gira alla radio, in televisione, al cinema, etc. (e che quindi ascoltiamo di continuo, anche “involontariamente”) è fondamentalmente tonale e in questo mondo ci sentiamo a casa. E se ci pensiamo bene non c’è nulla di più artificiale degli strumenti musicali o del temperamento equabile, eppure persino per un “sordo” sono diventati una nuova natura (espressione che, come Gerardo, uso anche io). Tutto questo discorso ovviamente non ci vieta di apprezzare tanto altro, anzi…
  15. Mi interessava sapere cosa ne pensate dell'amicizia fra studenti e prof su Facebook, ovviamente in ambito musicale, pensando a licei, conservatori e AFAM. Lo chiedo perchè ho letto questo articolo: http://www.skuola.ne...i-facebook.html Sembra che in Germania non si possa più chattare con i propri prof. Alla fine sembra che sia destinato a diventare un caso dalla risonanza internazionale. Che giustificazione dareste a questa legge?
  16. Il 22 ottobre 1811 nasceva a Doborján Ferenc Liszt Franz Liszt - Orpheus, S98 http://www.youtube.com/watch?v=yOOmLpmVq_w&feature=youtu.be
  17. C’è una buona probabilità che recuperi qualcosa, nel mentre ho saputo che nella sessione autunnale 2013 si sono dimenticati di dare il primo tema per la sonata… c'era solo il secondo...
  18. Ben ritrovato CromaDiBrera e grazie per queste segnalazioni.
  19. "Il cielo sopra Berlino" di W. Wenders Lunedì 28 ottobre, ore 21.00 - CIN'ACUSMONIUM* Auditorium San Fedele, via Hoepli 3/b, Milano Scheda del film Pietra miliare del cinema degli anni '80, vincitore del 40° Festival di Cannes, Il Cielo sopra Berlino è il film più ispirato di Wim Wenders. Il regista tedesco ha ripreso alcune immagini del poeta Rilke e ha collaborato con Peter Handke per i dialoghi. Film di grande respiro narrativo e musicale, ambientato nella Berlino - in quel tempo - della Guerra Fredda. SINOSSI Due angeli, Damiel e Cassiel, mescolandosi non visti tra la popolazione di Berlino, scoprono che la tristezza diffusa è dovuta alla incapacità degli umani di comunicare. Un problema simile si pone anche a Damiel che si innamora di una trapezista da cui non può nemmeno essere visto perché è puro spirito. Ma un ex angelo lo aiuterà a diventare un semplice mortale e a farsi così amare dalla donna. La proiezione viene proposta con l'Acusmonium Sator (40 altoparlanti), gli interpreti: Dante Tanzi e Giovanni Cospito. La proiezione verrà preceduta alle 18.30 dall'inaugurazione della mostra del fotografo Joel Meyerowitz nella Galleria San Fedele.
  20. Premesso che mi ero perso il topic Due pareri completamente contrastanti A quanto già detto posso dire che magari si può intanto iniziare a fare un passo indietro pensando ai Klavierstücke I-IV (1952-1953). Il primo Klavierstück, per esempio, si basa sul processo di composizione per gruppi. Con gruppo, Stockhausen intende “un numero determinato di suoni legati per mezzo di proporzioni apparentate a una qualità empirica superiore […]. Noi concentriamo il nostro ascolto sull’assieme e ne riceviamo un’impressione globale, in cui i particolari sono sufficientemente distinti perché non si instauri alcuna relazione che sia più importante di un’altra (dal che, tra l’altro, derivano i grandi intervalli e la differenza degli elementi in uno spazio-tempo minimo)”. E’ ciò che il compositore definisce “ascolto e composizione strutturali”. Perché “ciò che resta nella memoria è il modo in cui i suoni sono messi assieme e in cui appaiono nel gruppo, più che per quanto attiene all’ordine del particolare, il singolo intervallo, il rapporto temporale isolato. Tutto ciò che è composto deve se possibile partecipare a pari titolo al processo formale, niente deve predominare, come la melodia che potremmo canticchiare o il ritmo che potremmo battere […]: Per lo stesso motivo, gli intervalli e gli accordi sono mantenuti in sospeso e a un vicino grado di efficacia”. Di conseguenza l’immagine sonora si imprimerà, laocoontianamente, nella nostra percezione in modo tanto più pregnante “in quanto impressione strutturale”. Secondo me questa è la chiave di lettura, non ci si può avvicinare a questi brani cercando quegli elementi che vengono di fatto negati e tipici di altre estetiche. Bisogna immergersi in questo (all’epoca o per noi) nuovo mondo e la strada migliore secondo me è comunque anche di provare a suonare questi brani, suonarli cercando di trasmettere qualcosa, far appunto imprimere questa immagine sonora iniziale e le sue modificazioni…solo allora proveremo piacere anche noi. Giusto per capirci, non si può andare in Giappone aspettandosi di ascoltare opere che si basano il loro sviluppo sulla speculazione; probabilmente ascolteremo opere basate sulla circolarità. Qualcuno parlava di Chopin, il preludio op 28 n. 4. Chi non l’ha studiato o provato a pasticciare? Sappiamo tutti che li il motore non sono di certo le sonorità stockhauseniane, ma se l’interprete non investe un po’ di tempo a curare ogni ribattuto, un brano di pochi secondi rischia di stufare dopo 3 battute . Studiare questo brano (sempre di Chopin intendo), soprattutto agli inizi, vuol dire investire diverse ore per cercare di dare un senso, un fascino (ottimo Pio) a quegli accordi che altrimenti sarebbero una pizza. Rispostandoci un attimo sui Klavierstück di Stockhausen, bisognerebbe metterci la stessa passione…solo così avremmo dei benefici. Alla fine si tratta di maturare una nuova modalità d’ascolto, una volta fatto questo…il resto sarà in discesa.
  21. il Klavierstücke IX (1956), prima opera aleatoria è uno dei più celebri pezzi del repertorio pianistico contemporaneo (con la Terza Sonata di Boulez...ottimo Xenakis (utente)), una rete in movimento di possibilità in cui si effettuano le scelte, come la mappa di una città, in cui un percorso definito da frecce guida l’esecutore alla scelta delle cellule, o formanti. Nel Klavierstücke IX troviamo delle cellule, diciannove, ripartite in modo irregolare su un foglio di grande formato, e quindi tutte visibili dal pianista: “Il musicista guarda senza intenzione il foglio e comincia con il gruppo che vede per primo; lo suona scegliendo a piacere velocità, intensità di base e tipo di attacco”. Quando il primo gruppo è terminato, legge le indicazioni seguenti, riguardanti la velocità, l’intensità di base e il tipo di attacco, poi volge il proprio sguardo senza intenzione su un altro gruppo e lo suona secondo quelle tre indicazioni. L’indicazione ‘volgere il proprio sguardo senza intenzione da gruppo a gruppo’ significa che il musicista non deve mai legare fra loro dei gruppi determinati o saltarne altri” (Prefazione alla partitura). Contrariamente alla Sonata di Boulez, non è obbligatoria alcuna particolare concatenazione, e il pezzo è concepito come un percorso variabile all’interno di un “tutto”, nello stesso modo in cui un compositore ha esplorato la vita interiore di un suono: “Se concepisco un pezzo costruito esattamente come è organizzato il suono, ne seguirà naturalmente che gli elementi che compongono il pezzo potranno essere permutati, cambiati, messi sottosopra, senza che il carattere del pezzo ne venga modificato”.
  22. Frank

    Jazzisti "insoliti"

    Ricordi bene Dal 1946 al 1947 segue i corsi di un Gymnasium (praticamente il liceo), rientra al Conservatorio di Colonia e si diploma nel 1951. Durante tutto questo periodo è pianista jazz nei bar di Colonia, accompagna in qualità di improvvisatore l’illusionista Adrion nelle sue tournées...e dato che non bastava lavora in fabbrica, come guardiano di parcheggio … E’ prega pure molto (è di religione cattolica). Giusto una curiosità, in un' intervista a Jazz Magazine (giugno 1975) diceva: "Mi sembra che i migliori musicisti jazz di oggi intrattengano col loro strumento e col lro lavoro un rapporto che è sostanzialmente assai più idealista dell'attegiamento della maggior parte dei musicisti delle orchestre classiche. [...] Io tento di far loro comprendere, ed è talvolta difficile, che siamo in un primo luogo musicisti e che solo in secondo luogo facciamo un certo tipo di musica [...]"
  23. ...e un posticino alla musica aleatoria non ce lo vedete?
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