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Piano Concerto - Forum pianoforte

Frank

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Tutto postato da Frank

  1. Secondo me è meglio che rispondano Simone/Paolo. Ovviamente condivido la riflessione a seguire
  2. Curiosità, me lo sono sempre chiesto, in questi casi qual'è la finalità della scritta? E' un modo "al contrario" per comunicare ai diretti interessati che faranno da cavia?
  3. E' morto Alessandro Centofanti (tastierista per Baglioni, De Gregori, Venditti) http://www.rockol.it/news-639643/morto-alessandro-centofanti-tastierista-baglioni-venditti#article RIP
  4. In attesa di interventi puntualissimi sull'opera, in generale posso dirti che Puccini è un musicista molto raffinato e rappresenta la prosecuzione ideale del melodramma ottocentesco di stampo verdiano ma con l’inserimento del filone “verista” e degli ideali piccolo-borghese del tempo. Scrive 12 opere dal 1884 al 1926 e riscuote un grande successo in tutti i teatri del mondo. Oltre a possedere doti poetico/letterarie ha una grande consapevolezza della struttura teatrale e del rapporto fra musica e azione scenica. Come Verdi impone ai librettisti la sua volontà di trovare soluzioni drammaturgiche idonee alla qualità del melodramma. I suoi collaboratori sono Luigi Illica (1857-1919) e Giuseppe Giocosa (1847-1906), autori dei libretti delle opere: La Bohème, Tosca e Madame Butterfly. Il materiale tematico dei libretti presenta sempre torbide vicende d’amore ambientate nei paesi del nord: Le Villi (Milano, 1884), Edgar (Milano, 1889). La prima opera della maturità che lo renderà famoso è “Manon Lescaut” (Torino, 1893), la storia di un amore fatale tra un gentiluomo e una donna affascinante ma amorale. Da quel momento gli si apriranno le porte di tutti i teatri più importanti del mondo. Turandot (Milano, 1926), tratto da un dramma di Carlo Gozzi (1720-1806), è una vicenda fantastica, fiabesca e umana ambientata in Cina. I temi centrali delle opere di Puccini sono l’amore e la morte dove si evidenziano i diversi aspetti psicologici: Eroina fragile, sentimentale/sensuale; L’amore sincero e disposto a tutto (felice e tragico). L’amante dell’eroina è di solito concepito come un personaggio sentimentale oppure deciso come appunto in Turandot (ma anche nella Fanciulla del West). Caratteristica dell’opera pucciniana è la graduale crescita della tensione che porta alla catastrofe finale. I primi atti, in genere, presentano l’incontro fra i due amanti (duetto d’amore), nel secondo atto viene introdotta la prima svolta del dramma che di solito termina con un colpo di scena. L’atto finale di solito è più breve con lo scioglimento rapido della vicenda dove è presente un lamento disperato di uno dei protagonisti. Per creare una coesione e coerenza formale dell’opera Puccini usa alcuni procedimenti basati sulla tecnica dei leitmotiv di derivazione wagneriana. I temi ricorrenti sono alternati nella struttura ritmico/armonica e ripresentati come frammenti di richiamo tematico. Le arie e i duetti presentano una certa estensione che è giustificata dalla situazione drammatico/narrativa. In generale però le arie sono più brevi e sono di grande lirismo (“Che gelida manina” in Bohème, “E lucean le stelle” in Tosca) e spesso i temi sono anticipati dall’orchestra. La trama orchestrale contribuisce a delineare i sentimenti che agitano i personaggi e spesso cantano all’ottava con l’orchestra. La ripetizione di disegni orchestrali brevi e incisivi viene usata per delineare situazioni cariche di emozioni (dolore, disperazione, tristezza). In tutte le opere Puccini utilizza la tavolozza dei colori strumentali con particolare raffinatezza ed espressività così pure la costruzione armonica si allontana gradualmente da quella di tipo ottocentesco sperimentando l’uso di accordi paralleli, quinte vuote, sesta aumentata etc. e usa pure le scale per toni interi. Questo linguaggio armonico si arricchisce grazie all’influsso di Wagner e dei francesi. Considera che diversi compositori hanno attinto dalle sue musiche (di Puccini) come i compositori di colonne sonore di film e musical.
  5. A proposito della "fuga di cervelli" (quello che gli inglesi chiamano brain drain) dall'Italia... leggete questo articolo http://www.sardiniapost.it/politica/elmas-incentivo-allemigrazione-regione-in-campo-attacchi-degli-indipendentisti/#?s=2&_suid=141579558804807820403852994275
  6. Terenzio ha ultimato il suo lavoro su Scarlatti http://www.flaminioonline.it/Biografie/Scarlatti-catalogo-sonate.html trovo comode le colonne ordinabili a seconda del catalogo prescelto.
  7. Frank

    Problema

    Non avevo capito; se è così allora potrebbe essere un problema. Leggi essendo sempre loggato? Facendo ctrl-f5 cambia qualcosa?
  8. Ho aggiunto http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/4130-selezione-internazionale-per-composizioni-che-accompagnino-il-corso-di-studi-dell%E2%80%99oboe-sc-30112014/
  9. SELEZIONE INTERNAZIONALE per composizioni che accompagnino il corso di studi dell’oboe http://www.simc-italia.it/materiali/Simc-Carrara.pdf
  10. Frank

    Problema

    Ma secondo me non è un problema, se vuoi solo i non letti e normale che se accedi ad una discussione...poi sparisce dall'elenco. Quella è la vista prediletta dai lurkers e mi pare che tu non lo sia
  11. Frank

    Problema

    Certo, te li mostra ma con un "colore" diverso; trovi in grassetto quelle ancora da leggere. Secondo me è solo un problema di "scelta" sulla modalità di visualizzazione più comoda; nessuno ti vieta di cambiare vista al bisogno. Se vuoi solo i topic movimentati di recente non letti ... usi "Contenuti che non ho ancora letto", altrimenti vedi i topic movimentati di recente (non tutti), con la differenziazione cromatica.
  12. Frank

    Problema

    Generalemente usi il forum essendo loggato? Probabilmente si. Verifica come hai impostato il pannello allegato; se hai selezionato "Contenuti che non ho ancora letto"...hai la risposta
  13. Ben venuto Zenigata In alto a destra premi sul tuo nome, scegli "Mie impostazioni", poi "Change my photo", "Sfoglia" e infine "Done"
  14. @Antares, il fatto è che la piccarda porta veramente troppo indietro il brano, nello stile scelto da RStrauss suona fuoricontesto. In generale il brano fila, non è ridondante, in alcuni punti non incontra il mio gusto...ma non è una questione tecnica. Mi sembra proprio che la strada scelta sia buona. Peccato non abbia sotto mano uno strumento per suonicchiarmelo Il mio è pronto, arriverà! Poi vi racconterò di alcune novità per i nostri laboratori...abbiate parienza, sono un po' impicciato in questo periodo
  15. L'avevo proposto anche io qui http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/3339-gran-cosa-lironia/
  16. Anche se per modulare basta un accordo spesso ci troviamo dinanzi a brani che compiono il tragitto di modulazione in periodi molto estesi della composizione, questo perchè ci sono esigenze che vanno al di la della modulazione stessa, come ad esempio la "retorica", il voler creare un discorso compositivo ricco,esteso e interessante. Solitamente ci si riferisce alla tonalità d'impianto, e se da un lato è vero che in una forma sonata classica c'è una contrapposizione forte fra la tonalità d'impianto e quella della dominante, lo sviluppo è il momento in cui il materiale attraversa (termine non usato a caso) percorsi armonici più instabili e perchè no, più distanti dalla tonalità d'impianto. Mediamente i classici si muovono nel circolo delle quinte, ma da buon preromantico, Beethoven inizia ad allontanarsi un po’. Le tecniche sono diverse per realizzare questo “scostamento” ma il problema è farlo “a la maniere de” . Beethoven , dal punto di vista didattico per imparare a d usare la forma sonata, probabilmente è il più difficile perché non segue uno schema ricorrente e in effetti lui parte dall’usare la forma sonata per poi superarla; in mezzo c’è il mondo. E’ anche vero che l’opera 18 è stata composta fra 1798 e 1800, periodo al quale mi sembra tu ti stia interessando. A parte l’opera 18, non farebbe male dare un occhiata alle prime due sinfonie e ad una ventina di sonate per pianoforte, senza tralasciare i 3 concerti per pianoforte e orchestra, alcuni trii e le sonate per violino e pianoforte. Vedrai che è evidente proprio l’esigenza di espandere le strutture formali e l’ampliamento delle proporzioni compositive, egli sviluppa abilmente anche la composizione per violino al quale affida passaggi brillanti a corde doppie, triple, etc. e affida sia al pianoforte sia al violino la stessa importanza (vedi la sonata in fa magg. op. 24 “La primavera” per la sua vena lirico/sentimentale, la sonata in do min. op. 30 n. 2 per il tono cupo ed eroico). Lo sviluppo compositivo di Beethoven è straordinario come lo dimostrano le 32 sonate per pianoforte create dal 1795 al 1822 brani che presentano innovazioni espressive, compositive e tecniche favorite anche dal perfezionamento della meccanica dello strumento. Le prime sonate per pianoforte si accostano ai modelli formali di Haydn, Mozart e Clementi anche se già si avvertono sonorità ricche, brillanti e di grande espansione tematica con l’aggiunta del quarto movimento minuetto o scherzo. I primi movimenti in forma-sonata sono di ampie dimensioni con esposizioni ricche di materiali tematici contrastanti, effetti dinamici e ritmi significativi (vedi le sonate: “La patetica”, che inizia con un movimento lento seguito poi da temi contrastanti), nei movimenti lenti sono presenti momenti di lirismo seguiti da cupe sonorità e da atmosfere particolarmente espressive. Le sonorità hanno diverse caratteristiche in base alla costruzione formale ad esempio l’op. 26 inizia con un andante con variazioni e l’op. 27 si presenta come sonata quasi-fantasia dove si sono presenti idee più libere derivate dall’improvvisazione come l’adagio sostenuto della sonata in do# minore, denominata poi “Al chiaro di luna” per il suo carattere sognante. I quartetti per archi e pianoforte op. 18, pubblicati nel 1801, risentono dell’influsso di Haydn anche se sono già presenti alcune soluzioni formali come i movimenti finali scritti in forma-sonata oppure in forma sonata rondò. La prima sinfonia in do maggiore op. 21 viene scritta a 30 anni e segue il modello formale già adottato da Haydn e Mozart anche se la novità che Beethoven introduce è data dallo sfruttamento delle risorse tecniche ed espressive i tutte le sezioni orchestrali e anche dallo stile spezzato della melodia che corre fra i diversi strumenti dell’orchestra. Sono solo alcuni elementi di riflessione per rispondere meglio anche a http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/4106-imitazione-stilistica-procedimenti-pratici/ In particolare, in assenza di un trattato specifico su un determinato linguaggio, bisogna porsi sulla questione come se lo dovessi scrivere tu stesso una sintesi stilistica. Sicuramente capire nel profondo lo stile di un compositore è di grande utilità, però è un lavoro impegnativo; considera che i vecchi corsi tradizionali portavano a scrivere una fuga (e poi non sempre credibile) dopo 7 anni; dopo tanti anni di studio alcuni tempi si accorciano, ma resta sempre un lavoro arduo scrivere per bene e in modo credibile in poetiche diverse e distanti (anche in senso temporale) da noi…visto che si faceva cenno al “falso storico”.
  17. Dal punto di vista organologico gli strumenti sono studiati con i più svariati metodi; a parte il carbonio 14 (che purtroppo prevede la distruzione di una parte di strumento) si possono usare altre tecniche tipo l‘endoscopia, i raggi x, la dendrocronologia e, seppur molto costoso, la TAC che mostra tutti gli strati di uno strumento (pensando agli strumenti storici si possono ricavare informazioni che non si potrebbe ricavare altrimenti, vedi ad esempio il discorso colle e vernici). Irina, io non so come abbiano ricavato queste foto, ma un endoscopia permette di immortalare spazi ben più angusti di uno strumento musicale …magari si scopre che queste foto sono ricostruzioni digitali in 3 D; considera che la tecnologia permette oggi di stampare uno Stradivari in 3D tramite il PVC. Forse c’era pure un vecchio topic che trattava l’argomento.
  18. Il punto non è analizzare ma cosa osservare durante l'analisi. Se ad esempio guardi la mera sfera armonica, ti accorgerai che insiste su certi accordi, su certi collegamenti, alcune soluzioni armoniche sono praticamente sotto utilizzate. Già avere una chiara mappa degli accordi più frequentemente utilizzati ti permette di individuare i colori. In questa fase è molto utile tracciare come gestisce il passo armonico, che è ben diverso dal già citato Bach e così via discorrendo estendendo il discorso a ritmo, forma, gestione del periodi, orchestrazione, etc.
  19. Si potrebbe optare per scrivere delle riduzioni e comunque, a parte quanto già suggerito da Red, anche se apparentemente sembra una cosa inutile, la copia è un modo per assimilare qualcosa di uno stilema di un compositore (e Bach ne sa qualcosa). Un altra modo è quello di adottare la stessa metodologia compositiva di un determinato compositore, secondo te Beethoven come componeva nel suo primo periodo? Adottare lo stesso metodo aumenta la possibilità di successo del "falso storico".
  20. @Stefanus, nella sezione laboratori: http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/4012-laboratorio-di-composizione-2014-brano-per-pianoforte-elaborati/ La scadenza è il 31 ottobre, in realtà Bianca e Antares sono degli anticipatari Questo è l'indice generale dei laboratori http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/1141-indice-dei-laboratori/
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