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Piano Concerto - Forum pianoforte

Frank

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Tutto postato da Frank

  1. Sono concorde Carlos, per questo definivo efficace il tuo suggerimento. Per spiegare la stessa cosa musicalmente, servono forse più parole; "ricalcando" il tuo secondo esempio bisognerebbe differenziare fra un'effettiva nona (appunto 9) ed un abbaglio, cioè 2 che per errore diventa 9. Se “tu che fai l’analisi” riesci a trasformare 9 in 2 (perchè sai che non sei di fronte effettivamente ad una nona) hai usato il principio "musicale" o tecnico armonico ... in caso contrario, potresti scrivere una nona … 2 ... Resto dell'idea che la tua indicazione è ottima ed efficace proprio perchè esclude il ragionamento sull'armonia ma che ne è fondamentale pre-requisito, cioè i numeri VERI ti sono già chiari
  2. Efficace Carlos il tuo modo di descriverlo, sostanzialmente con un criterio “matematico” riesci a comprendere quello “musicale”. Sostanzialmente l’armonia si legge dalla nota più grave a quella più acuta che automaticamente fa rientrare lo sviluppo cifrato verticale (e quindi la sua rappresentazione grafica) dal numero più piccolo a quello più grande.
  3. Intanto ben venuto A livello didattico pochi fanno usare il III perchè bisogna anche saper spiegare come usarlo...è come dare una ferrari ad uno che sta prendendo la patente. Mi è capitato di conoscere molti maestri che non sanno cosa farsene per cui...magari ... "divietano" (penso io, bisognerebbe vedere caso per caso). Io preferisco trattare l'argomento in senso storico e i passaggi fondamentali posso riassumersi come segue: Nel Barocco si usava sotto forma di primo rivolto con funzione C(adenzale) che andava verso T(onica) o I(nganno) Notare che veniva costruito esclusivamente con le note del relativo modo (maggiore o minore che fosse) Solo da Grieg (e ad orecchio anche Schumann), si può trovare nel modo maggiore il III6 che prende in prestito le note dal modo minore I collegamenti III->I sono tipicamente della musica Russa o nei linguaggi che sfruttano le affinità di terze, per cui Liszt e Schubert (se avete voglia e avete il manuale di De la Motte, andate a leggere cosa racconta sul discorso affinità per terze...molto interessante e ben fatto). III46, per capirci in do- si- mib sol sostanzialmente è usato tipo appoggiatura e non ha valenza funzionale. Visto che citavo De la Motte, lo ritengo comunque superato come metodologia, nel senso che io opto per una più astratta che permette di identificare dei momenti importanti del linguaggio tonale: Tonica (T), PreCadenzale(PC), Cadenzale ( C ), che a sua volta possono andare a T o Inganno (I) Detto ciò, il III grado tendenzialmente è stato utilizzato anche come C, per cui la classificazione di De la Motte non lo include, infatti lo vede solo nell'area di tonica e in realtà da un po' che non trovo attualità nel ragionare a sottodominante e dominante, perchè il III per esempio può essere a sua volta dominante (...e de la motte lo sa) Un approccio come quello che propongo funziona molto bene anche con la musica Jazz, quindi la trovo più astratta e più "pura".
  4. ...dimenticavo, nonostante il titolo... in italiano: Taruskin, Richard - Le Sacre Du Printemps http://www.clariusau...-printemps.html interessante
  5. Frank

    Mainstream

    Mi ero ripromesso di intervenire ma poi mi è passato di mente, è un po' che non leggo Doc...spero stia bene Secondo me, a prescindere dalla collocazione del topic nella sezione Jazz, ci sono i presupposti per spendere il termine anche nel mondo strettamente classico. Stavo pensando a quello che all’inizio secolo scorso è successo grazie a Debussy (ripreso da Stravinsky) e Olivier Messiaen. Semplificando, il metodo occidentale era quello dello sviluppo, della “successione”. Con i musicisti che ho citato di passa ad un tipo di composizione per “giustapposizione”, una forma a quadri a pannelli e quindi secondo un modello ciclico, che qualcuno denomina a “spirale”. In questo contesto si può parlare secondo me di iniziale ribellione al “progresso inevitabile”, qualcosa che i jazzisti chiamano appunto “Mainstream”, ovvero “corrente principale”, per cui "ribellione" alla corrente principale e quindi ricerca di una seconda via, alternativa (e non sostituiva, eh!) a quella che … diciamocelo … era quella tedesca. A dirla tutta, i primi segni secondo me c’erano già nella scuola nazionale russa (vedi il gruppo dei 5), dove però ci si appoggiava invece alla tradizione. Interessanti in questo contesto diventeranno le forme aperte, da analizzare assolutamente “La Mer” di Claude Debussy. A tal proposito c’è un interessante saggio che tratta appunto la nascita delle forme aperte.
  6. Sono arrivate delle eccellenti proposte, secondo me è interessante analizzare un capolavoro come "Le sacre" sotto diverse metodologie e punti di vista; suggerisco anche di dare un'approfondita occhiata all'analisi che fa il buon Olivier Messiaen. A differenza di quella di Boulez indicata da RedScharlach, che è molto "meditata", quella di Messiae, che fonda comunque le sue radici in quella di Boulez è più una sorta di ruolino di marcia, un po' come una fotografia di lezioni proprio sull'analisi del capolavoro. Interessanti sono i riferimenti a Debussy. (qualcosa ho pure in PDF)
  7. Sicuramente conoscerete questo interessante sito: http://www.museodegliorgani.it Lo segnalo perchè il Museo offre la possibilità ai musicisti di esercitarsi su strumenti originali durante l'orario d'apertura del Museo (compresi organi e fortepiano). Onestamente non so se hanno cembali funzionanti, per caso tu hai notizie più certe Croma? Frank
  8. Anche a me ... ma ormai avrai capito che è un atto che va dosato nel brano e saper elaborare è una forte fonte per poter inventare. Le idee prima o poi andranno sviluppate (da noi o da altri, quanti compositori hanno variato temi popolari o di altri) e conoscere a priori come quel tema potrebbe essere nello sviluppo, ti può aiutare a mettere giù idee sviluppabili e con un bel potenziale. Certo, ci sono gli aforismi, ed è chiaro che il pezzo lirico che ho proposto fa parte di quella famiglia, ma il tema dato, come abbiamo visto tramite tutti noi, poteva dare anche ben altro.
  9. Interessante chiave di lettura Carlos, sono contento che tu abbia condiviso questo interessante tuo scritto.
  10. .... sono curioso di conoscere i contenuti del tema del prossimo Lab sul pezzo per pf, per capire dove di solito vi piacerebbe andare a parare. Guardando indietro, i temi sono sempre stati molto vari e qualcosa ti era anche piaciuto molto (mi sembra il buon Rachmaninoff). Però li non ho particolarmente sofferto in quel tema, diciamo che avendo due approcci diversi (a prescindere dal contesto) io forse tendo ad affidarmi maggiormente al materiale …che sia mio o di altri. Non nascondo che a me piace la variazione e l’elaborazione, che vedo come mezzo per trasfigurare un determinato “elemento” (tema, soggetto, etc. che sia) e, se possibile, per portarlo “avanti” nel tempo. …e per assurdo ho sofferto di più il mio tema di questo lab (mi riferisco però solo al pezzo lirico che ho taroccato) che agli altri temi trattati…un po’ venivo da 80 battute di esposizione di una forma sonata e volevo scriverne solo 20 di “A”, un po’ era legato al fatto che oggettivamente è un materiale “subdolo”. So che ogni scarrafone è bello a mamma soia, però ci sono problemi che vanno al di la della difficoltà armonica, diciamocelo, qui più che triadi ben camuffate non c’erano…
  11. Ben venuto Alessandro
  12. Diciamo che è auspicabile ma praticamente non avviene quasi mai così, perchè l'uso che se ne fa delle nozioni in materia di composizione non vengono messe al servizio di fedeli ricostruzioni stilistiche in senso storico e volte a capire da cosa è veramente è fatto uno stile che ha funzionato e dice ancora molto ai giorni nostri. Per cui un allievo di composizione, tipicamente non sa scrivere alla “maniera di” come avviene invece per i pittori e spesso capita che sia spinto (spero almeno con l’intento di far sviluppare il suo lato creativo) a proseguire materiale (di solito storico) di altri, che possiede determinate caratteristiche che non possono essere rispettate; il “proprio” modo è pressochè a digiuno del gusto ad un certo stile. Ti lascio immaginare le conseguenze in termini di risultati, esercizi astratti e dal sapore propriamente anacronistico. Anacronistico perché non c’è un reale approccio moderno e creativo ad un materiale storico e che può produrre solo qualcosa al di sotto dei modelli stilistici di riferimento e che hanno fatto scuola. Poi giustamente si soffre di complessi di inferiorità. Avendo a disposizione 1000 composizioni di Bach è quasi impossibile non saper scrivere nel suo stile. Eventualmente il difficile è crearsi uno stile funzionante come il suo. Come fare senza averne ricostruito uno? Come fare senza aver interiorizzato un “percorso” compositivo efficace, che produca un risultato ad alto contenuto artistico (e non solo artigianale)? Etc. La storia delle presunte ricostruzioni stilistiche però vale per i compimenti ex-inferiore/ex-medio; finalmente negli ultimi 3 anni (ex-compimento superiore) puoi seguire il tuo istinto musicale…ma che? In un contesto pressochè post-strutturalista devi andare a motivare ogni nota con un progetto … solitamente con riferimenti extramusicali. Ergo, quand’è che la scuola ti offre la possibilità di capire da cosa è veramente fatto uno stile? Notare che è la base per portare un aspirante compositore a spendere le proprie idee in modo concreto, credibile e attuale. Per cui quello che suggerisci tu (caro Croma) è l’auspicabile, effettivamente diversi docenti stanno facendo dichiarazioni volte a superare un idea astratta di composizione a favore di una scuola più vicina alla realtà e la concretezza della materia. Secondo me il difficile è essere credibili, il resto sono solo scelte. Questo non vuol dire che la scuola non serva, vuol dire che deve migliorare molto. Attualmente si cerca di sviluppare solo una parte delle competenze che deve avere un compositore, il resto è "troppo" affidato al talento e la sensibilità di ciascuno. Poco male, però non è un discorso da scuola, secondo me...
  13. Posso solo dare un parere, se i contenuti fossero vari per argomento, leggo: "armonia, storia della musica, contrappunto, orchestrazione.....etc" Meglio in didattica, se invece ci fosse un focus su composizione in generale o un argomento specifico della composizione, ci sta che sia messa una sezione sotto composizione. Ma non penso sia questo il punto. Onestamente non ho seguito la faccenda, se ho capito bene c'è consuzione fra commenti ed elaborati. L'ideale forse sarebbe, in questo caso specifico, aprire un topic per ogni elaborato (pdf o similare contentuto nel primo post) e poi a seguire commenti per chi volesse farlo... Del resto i commenti serviranno soprattutto all'interessato, non ci sono elaborati di diverse persone, per cui ogni commento sarà incasellato in quel preciso topic per qul determinato elaborato. Se poi piace l'idea di avere una sezione esercizi di armonia, dove mettere solo esercitazioni di armonia dei forumisti ... allora basta farlo
  14. Per quanto riguarda invece il presunto "originale", devo confessare che è mio. Il cirillico fa parte del classico "scherzone" che ogni tanto faccio nei Laboratori. Di solito massacrate gli originali, a sto giro no ... mi devo preoccupare? Il brano l'ha registrato TheSimon, complice del fatto ... in pratica il tema di questo laboratorio è inedito, ho fatto questa scelta per diverse ragioni... Che dire, ringrazio chi ha commentato anche questo brano. Mi fa piacere che vi sia piaciuto...
  15. Per Raffaele Intanto ti trovo molto cresciuto rispetto al primo brano che hai presentato qualche anno fa, mi sembra una versione molto personale e pregna del materiale di partenza (una cosa dalla quale tendevi a scappare…ma proprio tanto) hai giocato sull’ostinato che secondo me è una strada in salita. Anche le 2 voci sono impegnative da gestire, trovare una varietà e gli scontri giusti per non appesantire non è facile (mi riferisco al battere della parte iniziale). Anche se guardando la partitura mi pento (per presenza di “spigoli” da smussare, ingenuità, ribatti spesso la melodia…che starebbe “cantando”, etc. ) voglio scrivere che trovo interessante il tuo brano. Spero tu continua a partecipare, so che dall’anno prossimo sarai impegnatissimo ma penso ti faccia bene avere un impegno costante anche in questo ambito. Aggiungo solo che sei un disgraziato! …com’era? Tu eri quello che non voleva usare le semicrome? Eh eh. Guarda che le tue crome a 120 al quarto ritmicamente sono identiche alle mie semicrome a 66 al quarto. Solo che adesso dovresti fare lo sforzo di confrontare la “punteggiagura” della mia texture rispetto la tua. … altro che non hai sentito l’esigenza … furbacchione Alla prossima
  16. Commento alla versione per Archi di AleGozzo Trovo molto musicale il disegno ricavato dal tema (mi riferisco alla querele con Talentuoso) e trovo che ci siano punti di questo brano molto ispirati o comunque ci sono dei bei slanci. Anche alcune atmosfere sono ricercate. Non mi farei troppi problemi sui percorsi tonali, nel senso che quello che conta è che nella forma sonata ci siano 2 forze contrapposte ben identificabili e una struttura ternaria. Chiaro, nel classicismo gli ambiti erano ben determinati, ma visto che lo stile non è per niente classico, perché fossilizzarsi nei percorsi e per questo la mia domanda sul fatto che tutti siamo partiti da sol-. Torno a dire, si poteva osare di più… e quei cromatismi del tema indicati agli albori del topic da Punto Coronato erano un invito a nozze. Sull’orchestrazione ci ha pensato Destroyed. Sul resto ci hanno pensato altri ...per cui ti dico che mi ha fatto piacere ascoltare anche questa tua versione, l’unico che per ora mi ha dato soddisfazione sull’orchestra (per quanto riguarda i LAB) … seppur d’archi. Che va benissimo Aspetteremo fine anno Raffaele
  17. Versione di AleGozzo per pianoforte E’ stato già scritto molto, per cui inizio con una domanda: come mai hai sentito l’esigenza di raddoppiare in ottava la melodia nella risposta? Curiosità Carino il secondo tema, come me hai sfruttato il ribattuto di ottavi in sincope, tu l’hai trattato in modo tematico, io come “riempitivo” sui pedali Forse nello sviluppo si poteva tentare di iniziare su una tonalità diversa, magari non ancora sentita, però poi spazi molto…immagino sia voluto, però nell’ottica di eseguire il ritornello, forse tornare 3 volte in breve tempo a sol-…cosa ne pensi? Se posso permettermi, non so perché ma a 96 non avrei usato quel disegno del basso, non si è mai sentito…forse un idea alternativa poteva essere quella di sfruttare un arpeggiato riciclando gli arpeggiati di battuta 22 o meglio ancora quelli in zona 60. Mi sembra un po’ “appiccicato”…però devo riconoscere che spegni e chiudi molto bene. Può essere che quel pezzo che appena si sente sembra messo li così…aiuti ad ottenere l’effetto che cercavi. In generale sei riuscito a fare quello che ti pare melodicamente nonostante i connotati del materiale di partenza e ci sento molto della tua musica. Anche se sento nostalgia del materiale di partenza, che sembra compaia solo per “dovere” nella sua interezza originale, è evidente che ti sei buttato a capofitto sulle atmosfere del secondo tema, che è derivato dal primo, ma con connotati molto diversi. Questa è una cosa che mi piace. Mi ha fatto piacere ascoltarla
  18. ...la versione è già integrale. Praticamente è un pezzo lirico
  19. ...volendo si potrebbe pure fare É È Ê Ë ...ma proprio sbattendosi... Non so nell'oggetto, ma penso prorpio di no ...
  20. Anche io, capita di essere in chat...e proprio sul più bello non c'ero Comunque concordo con Croma e Cromatismo, coraggio Marco...a tutti capita uno sfogo...
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