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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. pianoexpert

    Scala Duplex

    Puoi provare a inserire dei "cavalieri" di feltro oltre il capotasto. Avrai però un po' meno risonanza. Forse eviterai il rumore. E' comunque prima opportuno battere con una bacchetta di ottone le corde in corrispondenza del ponticello, per assicurare la perfetta aderenza. Tutto da verificare anche l'intonazione di quei martelli e la perfetta livellazione dei cori. Controllo anche dello stato dei martelli. Il martello troppo solcato, specie negli acuti, provoca un suono"sporco". Se poi, remota ipotesi, la martelliera fosse stata rasata non rispettando la forma originaria dei martelli ( a diamante per Steinway) , specie se tondeggiante negli acuti, il suono diverrebbe alquanto impreciso.
  2. In genere la meccanica Renner è marcata da qualche parte. in genere sui martelli. Comunque, tutte le meccaniche se messe a puntino possono funzionare bene come un Renner che è stata in un locale poco opportuno, per diverso tempo, può funzionare male. Ribadisco il concetto dei perni e degli attriti.Il pianoforte "duro" non può migliorare. Perni ossidati e fori ristretti sono di natura irreversibile. Deve quindi essere praticato l'intervento della sostituzione dei perni della meccanica, avendo cura di usare, come già detto, alesatori dritti e perni maggiorati ( esempio: se si toglie un perno mm 1,30, si sostituisce con uno mm1,325). Ciò è molto importante, e ci vuole esperienza. Quindi quando si prova un pianoforte nuovo o usato ( vedi il mio video sull'acquisto di un pianoforte) , queste durezze non sono da sottovalutare. Significherebbe avere un auto che cammina col freno tirato. Non si pensi che l'uso, come qualche volta il venditore consiglia, questo impedimento possa migliorare...anzi. Al contrario si può trovare in una situazione dove il molto uso nel tempo può aver creato eccessiva lentezza dei perni, che devono essere sostituiti e maggiorati per non avere sotto le dita quella sensazione giusta di lentezza senza avere "pappamolla". Insomma viene misurato il coefficiente di giusto attrito. in questo ultimo caso, i perni troppo lenti possono far si' che, nel momento di impatto del martello sulla corda, quest'ultimo sbandi a destra e a sinistra rovinando la sua superficie dell'apice
  3. Si può provare a comprimere le asole della tastiera con l'apposita pinza , ma il gioco dei tasti deve essere minimo, quasi impercettibile. Mi sembra comunque strano che tu non lo abbia riscontrato in sede di prova in negozio. Non è comunque cosa che si modifica con il trasporto. Se invece viene riscontrato che le sollecitazioni laterali del tasto producono degli improvvisi blocchi alla discesa, allora dipende dalle guarnizioni cella tastiera, specie quelle anteriori. Ma se il pianoforte è nuovo è poco probabile. Anche lo stato dei perni della tastiera è importante per il giusto scorrimento dei tasti
  4. Assolutamente non si deve raschiare nulla! Prova a sgrassare e pulire i tasti, Ma NON USARE ALCOOL. Usa una piccola garza o un batuffolo di cotone bagnato con acqua e una loggia di sapone dei piatti. Ripassa, con batuffolo con sola acqua, per togliere lo strato di leggero sapone. Asciuga con un panno asciutto. Quando perfettamente asciutto, vedrai che la presa delle dita sarà giusta. In realtà esistono delle coperture della tastiera satinate, ma sono in genere destinate agli armonium. La tastiera Yamaha è molto buona e sarebbe un peccato a rinunciarci. Anche la sudorazione emotiva può creare qualche problema, sempre che ti appartenga.....In questo caso un fazzoletto di cotone a portata di mano risolverà il piccolo problema che, peraltro, appartiene a molti grandi pianisti. E' vero che in passato la scelta dell'avorio risolveva il problema, ma ora è stato bandito per evitare il bracconaggio e l'uccisione degli animali. Qualche pianoforte datato la possiede ancora. Per esempio il magnifico Bluthner a coda che Marco ha postato in vendita sulla sez. pianoforte nuovo o usato, la possiede, bellissima, intatta. Approfitto per segnalare che è ancora in vendita ad un prezzo molto contenuto. Stupendo, anche se c'è da fare qualche intervento sulla meccanica (L'ho visionato: corde e caviglie nuove, tavola sana, mobile bellissimo, telaio perfetto, buona carica di risonanza)
  5. Andrea, trovo questi preludi interessanti, anche didatticamente, ma anche proprio pianisticamente e dal pento di vista concertistico. Complimenti.
  6. Le corde vanno probabilmente tutte sostituite, ma vanno ricalcolate, ricalcolato il diametro totale e il coefficiente di allungamento. Credo che tu debba, per questo, rivolgerti ad un tecnico di laboratorio. Questo che descrivi dipende dallo sfibramento che le corde hanno subito nel tempo. E' facile ce si rompano. Bisogna anche verificare la carica della tavola che non deve essere eccessiva, ma ci deve essere. Insomma andrebbero verificate molte cose
  7. Bravo Francesco, mi hai tolto la domanda di bocca!!! Suppongo:i tasti "ballano" un po' a destra e sinistra? Come se le guarnizioni del tasto fossero troppo lente? Questa lentezza, se è così, dipende dalle guarnizioni centrali dei tasti e da quelle anteriori che vanno sostituite entrambe. Nello stesso tempo vanno controllati i perni dei tasti che non siano ossidati. Ciò non farebbe che consumare, in breve tempo, le nuove guarnizioni. Questa sensazione di lentezza potrebbe anche dipendere dai perni della meccanica, soprattutto quelli delle forcole dei martelli, che siano lenti. Anche questo può far si che i pezzi, specie i martelli, non siano solidi al punto giusto nel momento dell'impatto con la corda, rovinando, oltre tutto, la superficie degli stessi. Tutto da verificare. un buon tecnico sarà capace di evidenziare il problema e risolverlo. Il buon funzionamento della meccanica influisce sul nostro approccio allo strumento e quindi sul suono e sullo sviluppo della tecnica pianistica. inoltre, un mal funzionamento può produrre, a volte, un falsato movimento dei componenti e un conseguente e non uniforme deterioramento. comunque tutte supposizioni. Dacci qualche altra spiegazione Ciao Paolo
  8. Benvenuto tra noi, Andrea
  9. Si chiamano falsi battimenti e possono dipendere da uno scostamento della corda nei punti dove passa sul ponticello oppure dall'errato taglio del ponticello stesso ( nel punto dove passa quella corda Nel primo caso puoi battere delicatamente la corda sul ponticello per farla meglio aderire. Nel secondo non puoi fare nulla. Se guardi bene, a volte il perno del ponticello non è perfettamente al centro del taglio e ciò provoca un doppio battimento. Infatti è come se ci fossero due porzioni diverse della corda che vibrano : una che va dal taglio del ponticello al capotasto ( o aggraffi) e un'altra che va dal perno al capotasto. in realtà la corda è una ma è come se vibrassero due corde di infinitesimale diversa lunghezza
  10. Pio, musicalmente bisogna accertare le ragioni di questa rigidezza, che è , senz'altro, sintomo di intendere le energie e lo sviluppo tecnico in modo errato. Non bisogna detestarsi se ci si "resetta" un po', magari prendendo un pezzo facile e studiarlo secondo nuovi principi. Ricordo che nel mio passato ( remoto) del mio corso di studi mi "sbloccai" con il primo dei 60 studi di Cramer. Quel giorno mi abbandonai alla gravitazione e le dita sopportarono finalmente questa gravitazione, assumendo la posizione che volevano avere. Con l'ausilio dei movimenti di rotazione e partecipazione coordinata dei grandi muscoli, venne fuori una velocità notevole e soprattutto un coordinamento delle due mani che si trovavano finalmente sui principali accenti forti. Recentemente ho ritrovato questi principi su di un libro meraviglioso di Monique Dechausser , grande pianista e grande insegnante, dal titolo L'homme e le piano. Purtroppo in francese, ma facile da leggere. Lei sostiene appunto la ripartenza da un punto-zero, dove tutto è fuori tensione e ci permette di conoscere dove sia il "fondo del tasto". L'energia proviene non dalla "palestra " dell'addestramento muscolare bensì dalla capacità di mettere i piccoli e i grandi muscoli, il più possibile, fuori tensione. Ho applicato questi principi su diversi allievi, quasi sempre con ottimi risultati. Mozart stesso diceva che per un pianista è importante il cervello, il cuore e le dita....notare che le dita sono all'ultimo posto. La tecnica pianistica non può essere sviluppata in modo sano senza valutare l'aspetto mentale. L'addestramento puro non fa altro che ripetere i movimenti, a volte, senza coscienza e quindi succede che dopo un giorno ci sediamo al pianoforte e scopriamo che non ci è rimasto che poco o niente di quello che abbiamo studiato, o meglio ripetuto, il giorno prima. Quindi il mio suggerimento, seguito da un buon Maestro, è quello di destrutturare molto e iniziare di nuovo con nuove e facili letture, applicando nuovi principi Buono studio
  11. Maurizio, I problemi potrebbero essere di diversa natura. Il pianoforte manca di regolazione sicuramente, ma come ha detto Francesco, devono essere prima controllati gli attriti dei perni di tutta la meccanica che sono sicuramente da sostituire. Non è un lavoro da fare a casa. Gli smorzatoi vanno controllati. Il fatto che non smorzino può dipendere da una mal regolazione del pedale come da una eccessiva prontezza di partenza di ciascuno. Una volta messi a posto questi problemi, si può controllare il bilanciamento della tastiera, che, però, sicuramente , andrà bene. Evitare di piombare i tasti precedentemente,( avanti o dietro al fulcro) credendo di alleggerire!!!! Non si fa che aumentare la massa, compromettendo anche il ritorno del martello!!!!! Non usare assolutamente lubrificanti, se non il lubrificante SECCO al TEFLON( mai lubrificanti grassi!!). Ma questo è solo di ausilio per alcune parti meccaniche. Non pensare quindi di risolvere piombando o lubrificando.( speriamo che, contro il buon senso, non sia stato già fatto!) E' pur vero che Schimmel carica abbastanza le molle degli smorzatoi, che, rispetto ad altre marche, risultano , all'abbassamento del tasto, poco più consistenti , ma questo non deve essere di impedimento. Controllare anche i perni della meccanica degli smorzatoi!. E' evidente che queste cose che tu riscontri fanno i conti con il prezzo. Lo Schimmel è un pianoforte pregiato, ma caro. Se è stato venduto ad un prezzo vantaggioso, probabilmente deve essere revisionato e alcuni lavori vanno fatti ( da persona esperta!). Ad esempio perni della meccanica vanno sostituiti maggiorati e i fori guarniti vano alesati con alesatori non conici. I coefficienti di attrito vanno rispettati ( sia per ciò che riguarda le forcole dei martelli , di quelle dei cavalletti, di quelle delle leve di scappamento....e anche della meccanica degli smorzatoi). La somma di essi determina un buono o cattivo funzionamento della meccanica, dalla quale poi si potrà pretendere, una volta controllati questi attriti, previa buona regolazione, il pianissimo, la scorrevolezza, le note ribattute ecc. P.S. va controllata anche la scorrevolezza dei tasti. se le guarnizioni sono sporche o indurite, il tasto si abbassa anche apparentemente in modo giusto, ma come il pianista lo sollecita con un leggero sbandamento laterale, si blocca nella sua discesa, provocando difficoltà e disomogeneità. Bisogna controllare le guarnizioni in cachemire delle asole anteriori della tastiera e di quelle centrali ed eventualmente sostituirlo con cachemire di prima qualità. Anche i perni venni controllati. se ossidati, vanno assolutamente sostituiti, pena la consumazione accelera delle nuove guarnizioni. ( oppure potrebbe essere sufficiente solo una regolazione!) Tutto da vedere, controllare e valutare. Fammi sapere Saluti Paolo P.S. Visiona i miei video tutorial, nei quali parlo di questi argomenti
  12. le molle hanno un certo diametro che deve esser rispettato. Devi smontare le viti e rimuovere i due pezzi dalla barra su cui sono fissati. Se rimuovi la parte superiore della meccanica , vedi subito dove devi svitare. Bisogna poi vedere come sono imperniate le molle. in genere girano su di un cordino passante che deve essere rimosso con un estrattore e ripassato. la cosa migliore è portare i due smontati in un laboratorio. se vuoi puoi anche spedirmeli...ci metto un attimo... vedi se c'è qualcuno che viene verso Roma sud . ....che però ritorna su.....Mandarli per corriere costa troppo....comunque puoi informarti. Conserva comunque le molle rotte. Servono per prendere i diametri. Vedi se riesci a risolvere . Altrimenti me li spedisci. Però come hanno fatto a rompersi????? e sono smorzatoi piatti o a cuneo?. Nel secondo caso devo fare attenzione a rimontarli correttamente...altrimenti non smorzeranno più fastidiosamente. P.S. controlla se sono semplicemente fuoriuscite dalla loro sede Saluti Paolo
  13. Non possiamo permetterci di giudicare a distanza e pubblicamente il lavoro e il compenso richiesto da questo tecnico. Questo Forum non può approvare o meno preventivi, che incontrano, peraltro, una valutazione personale. Ciò anche nel rispetto di chi propone ill lavoro. Ti ho inviato un messaggio privato
  14. sulla sezione messa a punto
  15. Naturalmente. Le differenze emergono per lo più confrontando le produzioni europee con quelle americane. Ma sempre minime
  16. Vedere il mio video tutorial fatto in giardino..... presento molti tipo di cavalletti e di stiletti. Quasi tutti identici nella loro funzione. Forse qualche cavalletto differisce nella molla e non tutti gli stiletti hanno la distanza perno-centro rullino identica e stesso diametro di rullino( dipende anche dalla larghezza della leva di ripetizione. legni: in genere carpino e acero. Nel verticale la noce differisce a volte i le asticciole possono essere in carpino , acero o mogano Insomma, essenzialmente tutte le meccaniche si uguagliano. Le geometrie del movimento vengono progettate dalla Casa.
  17. Può capitare specialmente nei bassi. Può dipendere anche dalla eccessiva carica della tavola di risonanza che provoca un "arrampicamento delle corde sul ponticello. In alcuni casi, si diminuisce tale carica, che può presentarsi eccessiva.Nei piccoli pianoforti verticali e nelle piccole code il fenomeno può essere più frequente a causa di una pochissima tolleranza di eccesso di calibro delle corde rispetto alla loro lunghezza. Il calcolo, seppur preciso, risente maggiormente degli equilibri delle tensioni, che non sono mai progressivi e uniformi. A volte, anche nei pianoforti da concerto, si ricalcolano i diametri, sia delle corde nude che di quelle filate, aumentandoli, per uniformare maggiormente la progressione delle trazioni e/o potenziare anche il suono. Ciò, però, aumenta il fattore di disarmonicità. Non e' facile stabilire queste proporzioni e le Case che, dalla seconda metà del '900, sono entrate in competizione per soddisfare l'ascolto del pianoforte in "luoghi della Musica" sempre più ampi, hanno cercato di potenziare sempre di più il suono, calcolando "al limite" il calibro delle corde e la carica sulla tavola di risonanza, rendendoli a volte quasi eccessivi. Spesso portiamo a casa uno strumento che è costruito per "cavarsela" in un grande ambiente e....non riusciamo a "domare" il suono. Ci sembra sempre troppo "eclatante" con grande difficolta realizzare il pianissimo e le "mezzetinte". Allora dobbiamo evitare di "accanirci" intonando, anzi impropriamente "ammorbidendo" , l'apice dei martelli, credendo di ottenere un suono più dolce. Il risultato definitivamente negativo può essere quello di rendere la martelliera sorda e inservibile. E' invece opportuno creare una seconda martelliera su stiletti, costruita con diverse compressioni, che ci possa soddisfare con un suono più "privato", "casalingo. La martelliera originale deve rimanere montata sui suoi stiletti e assolutamente conservata. Ne va la conservazione dell'identità del pianoforte e dei riferimenti delle misure di progetto originali.
  18. meravigliosa regione. A volte ci vado...e anche d'Estate, in vacanza!!!
  19. E' successo che molto probabilmente è intervenuto sull'apice offuscando il suon oopp. è intervenuto con una impropria intonazione. Ci deve essere una proporzione tra la durezza dell'apice e le spalle del martello, altrimenti il suono diviene opaco e non ha più "escursione" tra il piano e il forte. Mandami, se vuoi, un audio WattSapp sul numero 3393395980 con foto dei martelli. Che modello è? Verticale? Coda? Bisogna cercare di non alterare troppo l'intonazione voluta dalla Casa. La martelliera non si rasa. Quando i solchi sono troppo profondi, la martelliera si cambia.Casomai in presenza di solchi molto duri e pronunciati, si interviene dolcemente alla fine di ogni solco, senza andare in profondità e ascoltando campioni in ogni zona. Quello di intonazione è un intervento delicato e irreversibile. Un eccessivo "ammorbidimento" ( e non "intonazione, che tiene conto di altre cose!) può compromettere per sempre la martelliera. Non è detto che sia il tuo caso, ma bisogna sempre valutare a quale fase della vita si trovano i martelli e valutare cosa fare ( anche nulla o pochissimo). Infatti quando la martelliera( ma non so se sia il tuo caso) ha solchi molto profondi e/o è addirittura appiattita sull'apice, non è opportuno intervenire, pensando, contro ogni buon senso, di poterla "arrotondare", facendo scomparire i solchi o usare impropriamente l'intonatole per ammorbidire l'apice. Tutti e due gli insani interventi peggiorano il suono, subito o dopo poco tempo. L'eccessiva rasatura, peraltro con forma disastrosamente " tondeggiante"comporta anche l'alterazione della "geometria" della meccanica( alterazione delle distanze e delle specifiche dettate dalla Casa) e, cosa importantissima, del giusto "punto di battuta" sulle corde. Quest'ultimo, specie sulla zona del "cantabile" e degli acuti è di fondamentale importanza. Tutto da vedere e verificare Attendo se vuoi tue immagini Se riesci, postale anche sul Forum ( io a volte non riesco ad aprirle) (ma forse per altri iscritti possono essere utili e interessanti) P.S.A volte è sufficiente una precisa accordatura, prima dell'intonazione. Una spartizione non equabile e un non buon livello degli unisoni e delle ottave può generare un suono sgradevole. A volte qualcuno pensa do "coprire " o "mascherare" queste imprecisioni con un "ammorbidimento" del suono. Niente di più contrario al buon senso. Fammi Sapere Paolo Ferrarelli
  20. se la temperatura non scende molto il range dell'umidità va bene. devi però verificare lo stato del pianoforte che vai ad acquistare. Anche pianoforti nuovi possono aver preso umidità ed avere i perni di centro pigri da generate eccessivi pesi di abbassamento. Le tue misurazioni sono giuste e c'è proporzione tra peso di abbassamento e peso di ritorno....solo che tutto è abbastanza alto. Dipende, secondo me, proprio dal progetto della meccanica che esige valori alti per poter funzionare bene. nell'acustico è diverso. La meccanica e soprattutto la leva del tasto ha una certa lunghezza e quindi, se ben pesata, rende più raffinato il movimento. Una mezzacoda di discreta marca può avere pesi di abbassamento che vanno da 53 a 48 con ritorno di 23-26. Steinway arriva a 47 gr. con un ritorno 22-28. Il grancoda e alcuni modelli B sono pesati da 53 a 47 con ritorno variabile ma mai minore di 20gr. La pesatura più opportuna dipende dalla lunghezza della leva del tasto. Quindi nel digitale, dove tutto è più corto, la pesatura potrebbe necessariamente essere maggiore.
  21. Puoi usare le rosette per livellare. Per la meccanica, non la toccherei, perché non è tutto simile ad una meccanica tradizionale. potrebbero essere i perni se lo strumento ha subìto umidità. Comunque spetta all'assistenza della Casa intervenire. Le parti sono in plastica o carbonio e i perni non si comportano come nei fori legno+guarnizione cachemire. Se però la durezza è contenuta e c'è una proporzione tra peso di abbassamento ( magari 60gr) e peso di ritorno ( magari 25-28) allora non lo farei toccare.Se invece il peso di abbassamento è eccessivo a fronte di un peso di ritorno assai scarso, allora gli attriti impediscono troppo e la tastiera non risulta più "pronta" per superare passaggi veloci, note ribattute ecc... In questo caso bisogna arrivare all'assistenza Kawai e affidarla a persona che si prende la responsabilità della Casa ad eseguire la riparazione
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