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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Caro Davide, ..comunque, sì, il metronomo...ma in questo caso può anche non essere usato. Vorrei suggerire di usare il metronomo....ma non di abusare del metronomo. Bisogna anche imparare a farne a meno, proprio per imparare... a gestire il tempo autonomamente. A volte alcuni musicisti parlano solo in funzione di valori metronometrici.......ahi,ahi, ahi.....Imparare da subito a "gestire" il tempo!!! In genere si aumenta la velocità del metronomo quando si suona di seguito...ma in questo tipo di studio non è necessario. Poi....a dire la verità alcuni di noi, tra cui io, sono contrari ad usare il sistema di aumentare "le tacche". La velocità scaturisce anche e soprattutto dalla rilassatezza, dalla sicurezza delle note e dall'economia dei movimenti. Prova a rendere già il movimento veloce con rilassatezza tra un tempo e l'altro, come indicato. Quando sei sicuro di partire veloce...allora via..e qualsiasi cosa succeda devi arrivare alla successiva fermata. Poi esamina quello che è successo. Se ti sembra proprio di non controllare nulla, allora scendi un poco di velocità. Riuscirai ad eseguire, magari con imprecisioni....vedi dove, riconsidera, concentrati e ripeti. Ho suggerito ad allievi ed usato io stesso questo metodo ed ho ottenuto buoni risultati. Naturalmente, dopo un quarto d'ora fai riposo. E' uno studio che, all'inizio, può molto stancare. Buon lavoro Paolo
  2. Caro Pianoscholar, Complimenti e Auguri per aver intrapreso lo studio della Musica. Il suo mondo si fonderà col tuo e tutte le volte che sarete insieme, sarete " altrove" nel meraviglioso linguaggio non verbale, passeggianto sulle nuvole. Ok. Per Elisa è una tappa obbligata per ogni pianista. Anche un pezzo che viene definito facile, non è facile ...e "Per Elisa" non lo è. Innanzitutto il buon equilibrio mano destra- sinistra, la grande cantabilità dell'episodio centrale e il fraseggio!Divisione del ritmo giusta e ...atmosfera!!! Per ciò che riguarda l'episodio dell'arpeggio in la minore che stai studiando, bisogna tener presente che il tempo è lo stesso!!!! E' vero...molti pianisti lo eseguono più veloce, quasi per identificare il passaggio come un "collegamento" prima della "ripresa", ma non è necessario, e forse non proprio adeguato. Si cercherà di suonarlo a tempo. Se comunque vogliamo parlare di velocità, allora puoi provare a studiarlo più veloce...ma non di seguito. Come? Con una fermata breve su ogni unità di tempo,( aspettando un colpo avuoto di metronomo) in due modi diversi; è importante!!! 1) fermarsi ogni unità di tempo e ripartire ripetendo le note ( della destra e della sinistra insieme) del e dal punto di arrivo. E così via. Cercare di suonare un po' veloce all'interno delle fermate. 2) fermarsi ogni unità di tempo e ripartire andando avanti sino all'altra unità di tempo, ma senza ripetere le note del punto di arrivo, ma ripartendo DAL punto di arrivo. Cercare di suonare un po' veloce all'interno delle fermate. Quale è il vantaggio? Si può osservare quali errori di note e di posizione compie la mano all'interno delle due fermate senza sacrificare la velocità. Farò una lezione su questo concetto. Voglio comunque qui chiarire e affermare che non sempre studiare lentamente prepara alla velocità e alla chiarezza nella velocità. Facciamo un esempio. Se camminiamo e percorriamo 20 metri i nostri piedi, le nostre ginocchia, tutto il nostro corpo compiono determinati movimenti. Se ci imponiamo di percorrere quei 20 metri correndo, naturalmente i nostri movimenti saranno, oltre che più veloci, anche diversi. Se dobbiamo correre, non possiamo sempre esercitarci e "formarci" camminando. In realtà i movimenti nella velocità, anche per la mano, per il braccio, per il polso, per l'avambraccio ecc.. sono molto più complessi, ma c'è il vantaggio che sono più piccoli e di minor durata. Un'altro mondo! Quindi per ora e per l'avvenire: Preparare sì, il pezzo studiando lentamente e assimilare le note con le giuste dita....ma poi osservare la velocità...studiando con fermata. Lo studio veloce con fermata non "snatura" ciò che avverrà in esecuzione bensì "seziona" la continuità della esecuzione e ci permette di osservare e correggere la complessità dei movimenti. Inoltre, in seguito scoprirai che non è detto che la diteggiatura scelta per un brano suonandolo lentamente sia opportuna o efficace per lo stesso suonato a velocità richiesta. Spero, anche se troppo sinteticamente, di esserti stato di aiuto e soprattutto di essere stato chiaro. Fammi sapere Paolo
  3. Usciranno a breve due tutoials sulla regolazione del verticale e del coda!!!!!!! Saluti Paolo
  4. Caro Saverio, Parleremo della meccanica del verticale in un prossimo tutorial. Comunque è sempre la leva di scappamento che lancia, spingendo sotto la noce, il martello verso la corda. La bretellina aiuta il martello a tornare indietro un poco e soprattutto a non riandare in avanti ...."a piacere". Quel laccetto che vedi sulla molla della noce del martello aiuta tutto il martello nella sua corsa. Saluti Paolo
  5. E' vero. Ma non sempre. In genere nel verticale non sono quasi presenti piombi.Sono dove occorrono per uniformare il peso di abbassamento. Nel coda, invece, tutto avviene per gravità e il martello con il suo stiletto gioca un ruolo importante per il peso di abbassamento. Si pensi che circa un grammo in più sul martello si traduce in circa 6 grammi sul tasto. Sul coda la somma delle leve è abbastanza pesante. Nei bassi si inizia con tre o quattro piombi per finire con poco sugli acuti. A volte su gli ultimi due tasti c'è un piombino oltre il fulcro. Insomma è la Casa che stabilisce gli equilibri, l'entità dei pesi di bilanciamento e quindi l'inerzia. Si deve, in caso di sostituzione di martelliere o altri componenti, mantenere i pesi identici a quelli originari. Paolo
  6. Va bene. Il comparto è difficilino, ma tutti abbiamo iniziato. Cominciamo col dire che l'esperienza ti fa capire di quanto le quarte e le quinte devono essere calanti o crescenti. E' molto più facile ascoltare le terze maggiori di verifica. Se sentiremo la progressione della velocità dei battimenti, saremo sulla buona strada. La chiusura LA - MI ci darà la verifica finale. Alcune scuole procedono subito per terze maggiori, sistema più veloce e ritengo più professionale. Io verifico molto le quinte, le quarte....e le seste. Poi va bene verificare subito l'accordo FA-SIb RE. Abbiamo la terza maggiore e la quarta. dobbiamo distinguere i battimenti dolci di tuti e due gli intervalli. Si deve chiudere subito anche FA3 e LA 4 con gli stessi battimenti di FA3- LA3. Se abbiamo fatto bene procederemo verso gli acuti, controllando sempre le quinte e la quarte. Anche le decime. Forse, quasi sempre, verso gli acuti, le quinte diventano presto giuste e le ottave un tantino più larghe. Quando inizieremo i medi e i bassi verificheremo ottava più quinta e due ottave più quinta. Devono risultare giuste. Solo così il pianoforte assumerà una ottima brillantezza. Il pianoforte va provato sempre anche nelle sue parti estreme....se funzionano...l'accordatore è stato bravo!!!! Comunque non è facile e non sempre ci si riesce subito. Il nostro orecchio tende a riportare in basso i suoni superacuti, per esempio. Così anche la disarmonicità di ciascun pianoforte rende i "parziali" più o meno crescenti rispetto ai veri armonici. Insomma, il bravo sarto imparerà a versire persone dal fisico diverso e farle eleganti. Spero queste precisazioni ti siano state utili Buon lavoro Paolo
  7. Caro Simone, Ottimo lavoro, soprattutto interpretativo. Ecco un esempio di ricerca del suono e del tocco. Del giusto peso nelle parti dualizzate affidate ad una sola mano. Insomma ricerca di soluzioni tecniche....suggerite dalla musica! Evviva. Potrebbero solo obiettare, ad un esame, le sapienti e giuste libertà dal tempo e di alcune figurazioni ritmiche, ma a me piacciono. Come dice Cortot nel suo libro "Alcuni aspetti di Chopin", in Chopin si riscontrano due elementi irrinunciabili: Il rubato e la "vena classicheggiante". Incredibile!!!Chopin era molto rigoroso sul tempo e sul ritmo, ma.....tutto inserito nel suo "rubato". Il suono è bellissimo e bellissimo è l'equilibrio tra destra e sinistra. Come rispondevo a Saverio, il possedere e lo sviluppare capacità tecnica e musicale, significa essere costantemente attenti alle proporzioni di piani sonori e ai movimenti "pesati" delle nostre dita, del polso, del braccio, della spalla. Il controllo ritmico, sì, certo, seppur nella libertà e nella flessibilità, purché si tenga presente sempre non la semplice "variazione" di velocità delle cellule melodiche e ritmiche, ma la variazione di esse all'interno del tempo base. Si pensi alla differenza che si avverte sedendo al posto del passeggero, in una automobile. Sappiamo percepire benissimo quando il pilota rallenti la sua marcia servendosi del freno- pedale e quando del freno-motore......con la relativa sensazione di "sicurezza". Complimenti A Simone, giovane di talento e promettente interprete chopiniano. Paolo
  8. Ciao Marmelodies, Hai mai ascoltato l'FP7 ROLAND? Il ce l'ho e mi soddisfa. Trovo il suo suono molto "progressivo" e la sua tastiera molto buona!!!!! Siamo sui 1400 Euro!!!! Saluti Paolo
  9. Premetto che non vorrei provocare scontri di opinioni. Allora. La tastiera deve avere il suo peso. Il suo peso giusto. Alterare questo peso di abbassamento equivale a falsare tutta la dinamica della meccanica.Quindi avremo un piano più "difficile" da suonare. Bene, ma il Maestro potrebbe dire..." Va bene, ma a me del pianoforte non importa...a me preme la tecnica che deve svilppare il mio allievo..." Allora. Parlerò appunto sulla tecnica pianistica e il suo sviluppo. Per ora anticipo: Non è affatto vero che si debbano "fare muscoli". Tutt'altro. Diciamo che tutto ciò che sviluppa forza e irrobustisce i muscoli flessori e i tendini toglie sensibilità e non sviluppa le capacità propriocettive del cervello, cioè non affina e non educa quegli impulsi che il cervello deve prontamente "comandare" alle dita. Pessima costruzione del suono e difficoltà a capire come realizzare le sfumature sonore. Un sano sviluppo della tecnica, cioè dell'Arte di fare, è quello basato sulla rilassatezza e sulla comprensione di come ogni suono o gruppi di note o frasi musicali debbano essere motivate. Solo questa conduce lontano e genera una energia nervosa grandiosa. Quando ammiriamo un pianista che ha grande energia e sembra che non faccia nessuno sforzo, ciò viene dalla rilassatezza e dal pieno controllo cerebrale dell' "economia"dei movimenti. Quindi, secondo me, nessun appesantimento della tastiera. La tecnica intesa come ginnastica, magari aggiunta alla "pesistica", non porta lontano, anzi spesso è una corda che tira in senso contrario, all'insegna dello sforzo. Si provi ad intendere che ogni movimento debba essere coscente e seguito dal nostro intelletto. Insistere sulla gravitazione e sulla tenuta del peso del braccio e della spalla sulle dita, che devono, sì, lavorare con un po' di articolazione, ma che devono sentire di poter interagire con il polso, con il braccio e con la spalla, sopportare l'appoggio corporeo; tutto con la cocoscienza e il controllo della rilassateza. Lo so, sembra una cosa " orientale" ....ma è così. Questa è la mia convinzione, che avrebbe bisogno di ben altre esemplificazioni, che non certo possono essere fatte per "iscritto". Usciranno dei video, presto, spero, sull'argomento. Non me ne voglia, chi è di opinione contraria Un saluto Paolo
  10. Ma grazie a tutti voi. C'è una piccola battuta di arresto sui miei tuturials, perché devo eseguire un concerto a Roma il 7 maggio, poi mi rimetterò al lavoro. E' mia intenzione parlare del pianoforte verticale e iniziare primi video sull'impostazione della tecnica pianistica. Raccoglierò volentieri richieste attraverso lo sviluppo delle problematiche lanciate sul Forum. Quindi benvenga il dibattito. A presto e grazie a tutti per i complimenti Paolo
  11. Caro Andrea, scusami se tardo a risponderti. Complimenti per i tuoi tre esemplari. Lo Schiedmayer deve essere bellissimo. Ma credo anche gli altri. Benvenuto, carico della tua grande passione. Speriamo di poterti interessare. Un saluto Paolo
  12. Benissimo, Giovanni!!!!! Allora posso ritenerti un "iniziato". Molti hanno imparato ad accordare scoprendo segreti e osservando il proprio accordatore, magari un buon accordatore. E' stato così anche per me. Ricordo che quando Orsini, grande maestro, veniva a casa mia era una festa. Nessuno , prima di lui era riuscito a soddisfarmi. Colsuo modo essenziale, rozzo e bonario , non lesinava spiegazioni e consigli e io, ragazzo non ancora ventenne, ero affascinato. Quando lui andava via il piano era veramente accordato. Vibrava in titta la sua estensione. Tutto era bello e cantabile. Così la pensava anche Arthur Rubinstein, che quando era a Roma, voleva solo lui. Ora per quello che ti riguarda, possiedi una buona chiave( suppongo con beccuccio a stella!), quindi....via all'esperienza. Puoi accordare anche frequentemente un pianoforte, ciò non nuoce allo strumento ( ma attenzione a non fare movimenti "stressanti" con la chiave a rischio di ovalizzare i fori). Ma devi osservare alcuni accorgimenti. Quando si fa girare la chiave, bisogna avvertire quando la caviglia gira e quando si "torce". A volte pensiamo che avvenga un movimento, ...invece è avvenuta una sola torsione, opp. in parte ha girato e in parte si è torta. Per capire questo basta prendere il dito indice della destra e serrarlo con la sinistra. Proviamo a farlo girare. vedremo e sentoremo che il dito prima si torce e poi, sotto la spinta della torsione comincia a girare. Quindi salire un poco rispetto a ciò che è giusto e tornare leggermente indietro con un DOLCE molleggiamento del polso. La caviglia più è stretta ( meglio così), più , naturalmente, stenta a muoversi e quindi inzialmente si torce. Cerca di imparare a sentire la distinzione tra i due movimenti. Bene, allora quinta calante e quarta crescente. Verifica le terze maggiori che, da FA-LA sotto il do centrale, dovranno essere con battimenti di velocità progressiva.FA-LA circa 5 al secondo, LA-DOdiesis 7,DO diesis-FA 9 , FA-LA 13. Chiudere la verifica tra la terza magg. FA3-LA3 e la decima FA3-LA4. Stessi battimenti. Già spartire bene da quel Fa3 al La 4 è un buon inizio. Tienimi informato sui tuoi progressi. Poi parleremo di altre verifiche. Buon lavoro Paolo
  13. Mi dispiace. A questo punto, in garanzia, devono cambiarla. Mandami una foto, se vuoi. Paolo
  14. Certo, non è facile, ammesso che dipenda da questo. C'è una vite sulla testina dello smorzatoio. Prendi con delle pinzette lunghe la testa dello smorzatoio. Poi svita la vitina e vedrai che la testina sale escende lungo il ferro. Pioché il ferro è inclinato, la testina si sposta a destra e a sinistra. Bene. questo serve a centrarlo sulle corde, se non smorza tutte e tre le corde bene. Non è facile. Seconda operazione devi vedere il parallelismo. Là devi agire sul ferro vicino alla testina in modo che il feltrosi accosti nella sua verticalità contemporaneamente in tutta la sua lunghezza. Non è facile. Prova, ma con cautela. Buon lavoro Paolo
  15. Alby, E' un errore di "diteggiatura,. Perdono. BenvenutO tra noi. Paolo
  16. Allora, Caro Fabio, Mi sembra di capire che lo Zirlo che si sente dipenda proprio dallo smorzatoio. A seconda di dove viene progettato il punto di smorzamento del suono, questo può combinare con la porzione di corda che genera un armonico, peraltro anche "dispari", cioè dissonante. Ora in alcuni pianoforti verticali non c'è proprio spazio nella zona dell'icrocio delle corde per poter scegliere e a volte questo origina una inevitabile scelta non ottimale degli smorzatoi riferiti alle note prima dell'incrocio stesso. Dall'ascolto mi sembra dipenda da questo. Possibile rimedio: leggero accorciamento del feltro di quegli smorzatoi. Potrebbe anche dipendere dal fatto che gli smorzatoi in questione non vadano a poggiare sulla corda, simultaneamente in ogni sua parte della sua lunghezza, anticipandi con uno zirlo la smorzatura definitiva al momento del rilascio del tasto. Rimedio: Piegare poco poco il ferro per rendere parallelo lo smorzo alla corda. Spero di "averci preso"!!!!!! Senza vedere lo strumento è veramente difficile......... Fammi sapere le tue impressioni A presto Paolo
  17. Caro Saverio, Anche se riguardi altro pianoforte, non il tuo, ribadisco le mie idee. Comunque il semplice "pettinare" i martelli non influisce sulla pesatura. Saluti Paolo
  18. Caro Giovanni, Sembra che Thesimon mi preceda sempre nella risposta.!!!!! Allora. Secondo me è vero.c'è una certa "gelosia" occulta n Italia per tutti i mestieri. "Se poi ti insegno tutto...." Però non è sempre così. Se io insegno una cosa, tu non mi togli niente. Comunque, bisogna accettare che alcune competenze si acquisiscano dopo anni di conoscenze e di errori e di esperimenti ecc.... Accordare un pianoforte è veramente difficile e bisogna essere a conoscenza di molti principi. Tutti hanno il diritto di poter apprenderne la tecnica, ma bisogna sapere che è una di quelle pratiche che bisogna maturare col tempo. Se si ha la voglia e il tempo di dedicarsi qualche anno a questa professione, si può ottenere qualche risultato. E' bene cominciare a capire, come suggerisco nei video, se un pianoforte è accordato o se scordato e/o, cosa più importante, se e perché accordato male. E' possibile organizzare corsi e seminari, ma non necessariamente ogni pianista deve essere capace ad accordare. Si cominci a capire veramente bene qualche principio di acustica per poi iniziare su di un vecchio piano a "spartire "l'ottava centrale.......riuscira a farlo è già un grande risultato. Ci si può aiutare con un piccolo accordatore elettronico, MA bisogna subito imparare perché quell'apparecchio forse non ci soddisfa. Con opportune correzioni, arriveremo a capire che cosa è l'inarmonicità. Insomma: Diverse competenze devono essere attribuite a ciuscuno di noi, ma si deve cercare di non lasciare "potere assoluto" alle competenze. Ognuno di noi deve sapere ciò che l'accordatore o il tecnico compie sul nostro pianoforte e quindi abbiamo il dovere e il diritto di "capire" la natura degli interventi che si compiono sullo strumento. Sono a disposizione per tutto quello che sono in grado di illustrare e chiarire....ma Simone....lasciami il tempo!!!!! Ciao a tutti Paolo
  19. Naturalmente il fulcru deve trovarsi, all'incirca al centro del tasto...se no che fulcro sarebbe? Questo a prescindere dalla pesatura. Sarebbe altrimenti tutto "sbilanciato". Saluti Paolo
  20. CARO DANIELE, anche io sono riuscito ad ascoltare le tue esibizioni. Bene. Complimenti. vorrei fare alcune osservazioni. Il chiaro di luna. Sono d'accordo con Simone. L'indicazione di Beethoven.....delicatamente e senza sordini significa suonare il pezzo con tocco delicato e sollevando gli smorzatoi, cioè lasciando spinto il pedale di risonanza. Ora ovviamente, ai tempi di Beethoven, con pianoforti meno "risonanti", con corde di ferro, martelli piccoli, ciò funzionava. Sui nostri pianoforti moderni bisigna ovviamente cambiare il pedale ad ogni cambiamento armonico, come tu fai abbastanza bene, ma forse devi usare più cura. Devi anche badare che il suono non si "gonfi" troppo e divenga troppo forte. Ciò riguarda il basso e le terzine. Il canto, invece deve emergere molto, come un canto. Il tempo deve essere rigoroso e "misurato". Ma tu lo governi già abbastanza bene. Non vedo bene, ma mi sembra che la tua mano sia tranquilla e rilassata. Questo è bene. La posizione naturale, spero senza tensioni e rigidezze, ti faranno sviluppare una buona tecnica. Ne parleremo nei prossimi video sulla tecnica pianistica. Mi trovo d'accordo ancora con Simone. L'atmosfera è fondamentale. Cerca di entrare nell'atmosfera che attribuisce questo "titolo" alla sonata. Niente di romantico, ma una calda sera con la luna che provoca una tranquillità interiore. Nessun turbamento e sonorità aggressive. Una migliore preparazione del suono del pianoforte favorirebbe questa ricerca, e anche una migliore ripresa del suono. Comunque bravo. Ho ascoltato con molto interesse anche gli altri due brani. Complimenti Paolo
  21. Daniele, non riesco a collegarmi al tuo Youtube. Paolo
  22. Cara Alby, benvenuta sul nostro Forum.Lo Staff di www.pianoconcerto.it ti dà il benvenuto. Buono studio. Il mondo della musica ti sta aprendo le porte del suo mondo meraviglioso e infinito. Ti auguriamo di gustare a pieno i dolci frutti del giardino dell'Arte. Saluti da Paolo
  23. Devo essere sincero. Quando un pianoforte è nuovo non deve avere solchi sulle corde tali da dover "pettinare" i Martelli. Pettinare significa intervenire con una spazzola di ottone per sollevare il pelo. Sono contrario. Spero che non abbia rasato i martelli che devono conservare negli acuti forma NON rotonda e/o appiattita. Controllare che dopo questo intervento il tocco e il suono nel pianissimo degli acuti e non solo, non sia divenuto opaco. Ho l'impressione che tale intervento serva a coprire" sbrigativamente" le discontinuità dell'intonazione!!!!!!!!!! Comunque anche una rasatura( spero che non l'habbia fatta!!!!), nel verticale, non influisce molto sul peso di abbassamento della tastiera. Fammi sapere! Saluti e Buona Pasqua Paolo
  24. Anche i miei Auguri a Saverio e....l'Augurio che la Ditta abbia la pazienza e la cortesia di ascoltare le sue esigenze. Paolo
  25. Caro Saverio, Mi dispiace della tua insoddisfazione. Quello che dice Simone mi gratifica, ma credo che esistano molto tecnici preparati che possano assistere il tuo pianoforte in modo meno "sbrigativo". Bisogna capire appunto le esigenze del pianista e la causa delle sue insoddisfazioni. A volte c'è da dire che un pianoforte in vendita non viene accordato in negozio per un lungo periodo di tempo e quindi avrebbe bisogno di un' accordatura doppia e accuratissima, che stabilizzi lo strumento. Ancora meglio se due accordature ravvicinate con un controllo della tenuta. Insomma, non so in che zona sei, ma puoi cercare e provare altri tecnici. Sull'accordatura ad orecchio sono rigorosamente d'accordo. Il nostro orecchio non è bravo a misurare i valori assoluti, ma per i relativi non lo batte nessuno!!!!! Addirittura tra le 500 e le 1500 vibrazioni circa, l'orecchio è severissimo. Per capirci due ottave sopra il do centrale......quella si chiama l'ottava Killer ed è il banco di prova dell'accordatore. La' l'orecchio non perdona. Poi bisogna controllare l'intonazione dei martelli e la regolazione dell' affondo della tastiera e la regolazione di tutta la meccanica. Lo Yamaha è un buon piano. certo le misure piccole sia del coda che del verticale sono più instabili. In genere sono tutti non facili da accordare. Comunque non drammatizzerei e mi metterei alla ricerca di un buon tecnico con il quale si possa avere un buon rapporto. Sono sicuro che lo troverai. Saluti e grazie per la tua presenza assidua al nostro forum. Paolo
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