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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. forse converrebbe prendere una sezione di meccanica di un pianoforte in demolizione.
  2. Benvenuto Claudio, spero ti troverai bene tra noi.
  3. Auguri a Gennarino, amico e collaboratore, grande appassionato della Musica e non solo, scenziato, pensatore, studioso di tutte le curiosità e "giovane" pianista. Musicologo e ricercatore delle musiche più vicine e lontane, apprezzatore delle cose belle della vita. Un amico che vale una Miniera!!!!!!
  4. Assolutamente sì. Gli smorzatoi non devono alzarsi subito! Ne soffre lo staccato che rimane difficile da fare e il tasto pesa di più.
  5. Infatti. Ecco perché si deve essere attenti all'automatismo. Una mano trascina l'altra e tutto si allontana dalla consapevolezza.
  6. Bhe!!!Non sei ragazza alla tua età? Tieni presente che frequentando il nostro forum si ringiovanisce!!!!!
  7. Diciamo che ognuno di noi si affida ad un procedimento di memoria o ad un altro. Sicuramente se ti seguo e ti insegno a memorizzare un brano, lo imparo bene e forse prima di te. Infatti, ne parlo, faccio osservazioni, ti faccio ripetere correggendoti, ti ascolto, ti vedo....ma tutto dall'esterno. Anche in Teatro si finisce per imparare prima le battute degli altri che le proprie. Abbiamo molto più atteggiamento critico verso gli altri che verso noi stessi. Dobbiamo provare ad essere, specialmente nella memoria, gli osservatori e gli insegnanti di noi stessi. Osservare e capire, quasi stupendoci, di quale soluzione l'Autore scelga in quel passaggio e perché. Quando questo avviene, qua e là e pian piano in tutta la composizione o quasi, ci entriamo dentro e ogni volta che suoniamo, ripercorriamo rapidamente e interiormente quelle osservazioni. Riviviamo e ravvivviamo la conoscenza del brano. Lo conosciamo e basta. Deve diventare" nostro". Non bisogna esitare, però, ogni tanto, a "ripassare" queste constatazioni, cioè a "ripassare il brano", tranquillamente, meravigliandoci di nuovo delle scelte dell'Autore. Le memorie, comunque, sappiamo essere diverse nel percorso. Memoria visiva, Memoria auditiva, memoria cinetica. La combinazione delle tre è ottimale. Una sola delle tre può essere insufficiente o fuorviante o addirittura pericolosa. Quando si è troppo orientati sulla auditiva, provare a spegnere il piano digitale e suonare il brano. Quando troppo presente la cinetica, suonare il brano a memoria a mani separate. Quando presente troppo la visiva, chiudere gli occhi ed evitare di guardare la tastiera. La memoria fotografica visiva completa è privilegio di pochi. All'inizio dello studio a memoria, molti passaggi ci appaiono nel cervello come scritti su di uno schermo, ma in seguito prevale la visiva della mano e la cinetica. Attenzione soprattutto alla cinetica che ha il pregio di farci superare passaggi molo rapidi, che non abbiamo il tempo di pensare. E' però poco affidabile perchè vive una condizione emotiva. Insisto nel consigliare di studiare a frasi e a mani separate. Naturalmente a memoria!!!!! . Buono studio
  8. Benvenuta Francesca.......raro interesse il tuo, da parte di una ragazza. Parlo di quello tecnico. Avremo modo di dibattere molti argomenti insieme. Usciranno anche dei miei video ( uno già è uscito sul sito) che introducono alla tecnica pianistica. A presto
  9. Kasimir in striscia. Colla a caldo in perline scaldata a bagnomaria. Scollaggio mediante vapore. I cauls della foto vengono usati in due passaggi. Si fa prima un lato e si mette il caul intermediario (più spesso del definitivo) poi si ripassa facendo il secondo lato e si mette il caul definitivo. Il difficile è calcolare di quanto, rispetto al perno, deve essere il gioco. Ne tanto e poco. Più le facce sono perfettamente parallelo, più il gioco è minimo. Dipende anche dallo spessore e dall'elasticità del Kasimir. Buon lavoro
  10. L'armonia, quella che ci serve per ricordare, analizzare, ecc.. è una "cosetta" complessa. All'inizio è difficile "interiorizzare" questa analisi in tempo reale. Bisogna cominciare a fare qualche osservazione qua e là. In sede di solfeggio, quando si studia un cantato, magari molto tonale, come quelli meravigliosi di Pozzoli. Si cominciano a notare le modulazioni. Ciò aiuta ad entrare nelle note " che cambiano" l'atmosfera del brano. Quasi sempre una nota alzata è un VII o un II. Quella abbassata è un IV o un VI. Già da qui si comincia a coltivare il "campetto " delle modulazioni e dell'armonia...prima ancora di studiarla. Poi, credo, bisogna prenderla a picoole dosi, senza pretendere di rendere tutto molto teorico e cervellotico. Pian piano col maturare degli anni, l'analisi, o parte dell'analisi che ci serve per avere delle corde di salvezza della memoria, avviene in tempo reale e tutto quello che leggiamo ed eseguiamo ci "tocca" certe corde fondamentali interiori. Bisogna anche provare questo procedimento con un piccolo frammento di otto battute e poi un altro e un altro periodo ancora. Tutto deve essere però proiettato al pratico e deve avvenire rapidamente durante la lettura. Attenzione a non trasformare una lettura di un brano in un trattato di armonia. L'Autore si è servito dell'Armonia, sì, ma nella maggior parte dei casi è l'Armonia che è "corsa" a testimoniare quel forte sentimento generato dalla di Lui creazione. A volte non molto ragionato. Schubert scriveva una Sinfonia in tre giorni. Beethoven limava un quartetto per due anni. Anche Mozart scriveva di getto. Quello che diventa una "seconda pelle" ci fa musicisti. Siamo sempre .....al poetico e al letterario..alle sensazioni.......i miei colleghi musicisti più accademici finiranno per biasimarmi in eterno!!!!!
  11. Bisogna partire dal fenomeno fisico - armonico: Osserviamo che i primi sei armonici presentano la fondamentale ben 3 volte, ma la terza una sola volta. L'accordo "PERFETTO" maggiore si viene a formare proprio da questi arminici. L'accordo della triade maggiore si trova in NATURA!Non è un artificio creato. Non la stessa cosa è per l'accordo minore che viene creato abbassando la terza ( quindi un'invenzione, un artificio). La terza minore non è presente nei primi armonici. La terza è di vitale importanza. Ci fa capire "dove siamo". Non si può omettere. Che ne sarebbe di un accordo di triade o di settima...senza la terza? Le quinte parallele evidenziano questo "vuoto". Confermano un'assenza. Forse la mia spiegazione è un po' "letteraria". Ma credo sia così E' evidente che Puccini in Bohème vuole proprio evocare il freddo della scena innevata....Cosa c'è di meglio delle quinte vuote e parallele!!!!fantastica trovata sfruttando un errore armonico. Inoltre il parallelismo "rinforza" questo vuoto, sminuendo la valenza delle parti interne all'accordo. Credo valaga sia per le quinte che per le ottave.
  12. Gli Yamaha sono molto vari. La serie G è buona, ma non come la serie C. La serie S, lo dice l'iniziale, è speciale. Infatti cambiano i prezzi.
  13. Non si può entrare nei particolari, rischiando di sostenere tesi poco realistiche. Bisognerebbe vedere lo strumento. Un tasto che 100 non è suonabile. I piombi potrebbero essere stati rimossi per "appesantire" la tastiera. Ma, vedi, continuiamo afare ipotesi.
  14. Non vedo la differenza è comunque una barra poggia martelli.
  15. Certamente:Se sono reali questi valori, allora forse siamo in presenza di una tastiera appesantita!!!!Controllare la piombatura dei tasti. Oppure è stata sostituita la martelliera con una molto più pesante. Controllare.
  16. osserva lo stato delle corde. E lo stato dei martelli. Poi il gioco della tastiera. Le condizioni della tavola armonica.
  17. Non mi sembra un suono così fatidioso. Bisogna vedere se tutte le corde sono colpite silmultaneamente. E' comunque difficile dare un giudizio senza vedere lo strumento
  18. Il discorso è lungo. In breve. Devi smontare un cavalletto, un martello e verificare la forza di attito delle forcole. Il lubrificante non elimina i forti attriti. Qui siamo in presenza di pesi eccessivi che penso, penso, dipendano dai perni. Vanno forse cambiati. Quando la leva è più corta, la "bilancia" ha meno braccio e tutte le variazioni di peso e di dinamica sono più evidenti. Bisogna comunque vedere ed esaminare parte per parte. Non ultima, può influire molto la regolazione.
  19. Il sistema delle monetine mi piace!!!!! Piuttosto mi sembra eccessivo il peso di abbassamento. Siamo sicuramente in presenza di molti attriti deo perni di centro...anche quelli della meccanica degli smorzatoi. L'abbassamento di 12mm mi sembra eccessivo!!No assolutamente il Protek. Sono personalmente contrario. Bisogna che un buon tecnico ricontrolli tutta la meccanica. Penso valga la pena, data l'entità dello strumento. Inoltre sui pianoforti di "leva corta" questi problemi sono più delicati. Solo lubrificanti secchi., bravo Pianotuning! Ma non credo che possa risolversi il problema con lubrificazione.
  20. ci vogliono delle dime di misura. Si possono creare dei blocchetti di legno o cartone duro. Per il suono aspettiamo. 20 secondi mi dembrano discreti. Bisogna sentire l'attacco e il decadimento. Dopo il decadimento, il suono deve risalire e prolungarsi. Potrebbe dipendere dalle corde mal filate...forse.
  21. Caro Tiziano, Un lavoro apparentemente facile, ma che richiede esperienza. E' importante sapere quali attrezzature usare e quale qualità del Kasimir. C'è un video che parla di questo. La colla: colla in perline a caldo. Il difficile è creare le facce interne della quarnizione perfettamente paralele e questo è possibile solo con degli speciali cauls di ottone, usati a caldo. Anche altri sistemi sono possibili, ma bisogna ottenere il minimo gioco del tasti rispetto al suo perno. Badare che i perni non siano ossidati. In caso possonoessere lucidati o sostituiti. Anche lo spessore del Kasimir è importante e dipende dal caul ( o di ottone o di plastica, che sia) scelto. La riguarnitura delle mortase centrali comporta il controllo trasversale di ciascun tasto. Quelle anteriori agiscono sulla spaziatura. Insomma: buone attrzzature, occhio, sensibilità condurranno al buon risultato. Buon lavoro. Attenzione il panno di kasimir non è un semplice "feltro rosso" e deve essere di prima qualità
  22. Per il suono. Controllare che gli smorzatoi in quella zona si sollevino pienamente. Per capire se dipende dalla martelliera o proprio dalla carica della tavola: Suona un tasto nella zona incriminata e conta il decadimento del suono. Ricompi l'operazione suonando la corda con un'unghia o con un plettro, naturalmente sollevando bene lo smorzatoio. Se i tempi sono più lunghi allora può dipendere dai martelli. Andrebbe comunque controllata la carica del ponticello in quei punti. Se le corde sono rivestite in rame, potrebbe dipendere anche da queste. In extremis potrebbero essere sostituite in parte. La regolazione è fondamentale. Il martello deve scappare a circa 2 mm dalla corda. Nei bassi forse 3mm ( specialmente se è prevista la sordina). L'importante è il dopo. Dopo aver lasciato la noce del martello, il montante di scappamento deve avere ancora una piccola corsa detta dopo-scappamento. Questa dipende dalla giusta misura di affondo del tasto e dall'uniformità di questa misura su tutta la tastiera. Anche la parata del martello, di circa 15mmm, è fondamentale per una buona ripetizione. Attenzione: ricordo che il pilota del tasto deve avere una giusta altezza, tale che il montante di scappamento passi liberamente sotto la noce, quando il martello è in posizione di riposo. Non deve però esserci gioco tra le due parti.
  23. Scusa, non capisco, credo tu ti riferisca ai feltri di panno di Kasimir che guarniscono le asole ( mortase) di guida dei tasti. Credo che tu ti riferisca anche ai perni di ferro dolce sui quali scorrono le mortase e il loro relativo foro.
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