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Piano Concerto - Forum pianoforte

LucaCavaliere

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Tutto postato da LucaCavaliere

  1. Sì Daniele . . . va bene così! Oddio: non che io ti voglia per forza convincere. Ma fai caso a una cosa: non hai scritto che ti piace, ma che lo trovi, tutto sommato, piacevole. Questa tua espressione fa un po' coppia con la mia quando ho scritto che a me non dispiace (giuro che ci faccio caso solo ora). Ma perchè tanta ritrosia - lo dico per me - a scrivere sempicemente che mi piace ? . . . Secondo me è per il fattore seduzione. Fattore seduzione che corre su due diffarenti canali. Anzitutto il brano. Trovo lo stile di questa 'variazione' molto seduttivo, fatto per colpire in modo sfacciato (mi viene in mente, anche se in ambito diverso, Massimo Mila quando scrisse che la musica dei figli di Sebastian Bach, per essere più immediata e comunicativa di quella del padre, sembra che «sculetta»). Ebbene questo brano mi pare fatto per piacere . . . al primo colpo! in secondo luogo (ma soprattutto) lei. il suo atteggiamento mentre suona, sguardi obliqui, sorrisi . . . tutto deliberatamente seduttivo. Ecco allora che scatta qualcosa in me come a mettermi sulla difensiva. Come a dire: no!, non posso farmi incantare da questa bella fanciulla e passare per scemo. Se scrivo che 'mi piace' chiunque potrà pensare che a farmi piacere la musica molto probabilmente avrà inciso la sua avvenenza e il suo modo di porsi. Ecco dunque il . . . «non mi dispiace» . Molto compassato.
  2. ok, non ti piace... nemmeno quello proposto da me, suppongo (visto che, come tu dici, è una conseguenza dell'altro) Ma, ascoltando quello da me proposto, non guardare il video dove lei fa la smorfiosa durante l'esecuzione. Ascoltalo soltanto. E magari immagina che sia un file mp3 che qualcuno del forum abbia postato nella sezione "questo l'ho scritto io!" che mi dici?
  3. Mah... Medusa... Non so. Volevo opinioni su quell'ulteriore fantasia sul primo mov. della Sonata quasi una fantasia. A me non dispiace (anche se di Beethoven non mi pare ci sia più nulla). Invece quell'altra versione che hai proposto tu, con sax e sezione ritmica, proprio non mi piace (a parte, nel video, lo stupendo controsoffitto multiforato che sovrasta il palco)
  4. Sì, in effetti è vero. Anzi: aggiungo anche RAI Storia. Quando posso permettermi di accendere la TV (senza avere già in mente un programma) io giro sempre tra questi due canali, e, se non trovo niente che mi va, spengo la tele senza nemmeno vedere gli altri. Anche se sarà successo solo due o tre volte che non mi interessasse quello che c'era su RAI Storia
  5. direi che metteva una gran voglia di correre a pagare il canone RAI
  6. «Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ» (io ti chiamo - ti invoco - Signore Gesù Cristo). Questo brano è musica assoluta - assoluta quanto si vuole - ma è anche indubbio che che Bach rende onore allo spirito del corale: una preghiera di invocazione. Chi ascolta questo brano, volendo, può anche prescindere da una spiritualità strettamente cristiana; quello che comunque si sentirà sempre in queste note è un canto accorato elevato da un animo verso il cielo. Tutto ciò a mio avviso non va perduto nella trascrizione di Busoni. Ma se all'organo sento un tono di certa speranza che ci sia Qualcuno in cielo che ascolti il canto che si eleva con la sua preghiera di supplica, nel suono del piano sento un tono di mesto timore che quel cielo si vuoto: l'angoscia che il canto - e la preghiera - si perderà in un vuoto siderale. Lo so che quest'ultima cosa che ho scritto sono molto... "pensieri e parole in libertà". Ma tant'è. Possibile che sia solo il suono del piano a cambiare così radicalmente il tono della preghiera? (almeno per me)
  7. ok. le ottave in Bach non le puoi vedere.... ma non al basso immagino! ... e che sarebbero, alla pedaliera, Principale da 8 e Principale da 16 se non... ottave (al basso, ok) Brani da concerto?.. può essere. Ma non necessariamente. Non credo che ciò si possa affermare solo perchè su un palco e in un teatro ci sta, di solito il pianoforte mentre l'organo se ne sta in chiesa. Se non è più un commento al vangelo (sono d'accordo) non potrebbe questo corale essere visto - anzitutto - come un brano da meditazione personale (del pianista)?... E poi, semmai, da concerto. Che ne dici?
  8. io da semplice ascoltatore prendo un concerto come l'ascolto di un discorso preparato (con cura, certo) ma in cui conta molto la capacità dell'oratore di coinvolgere il pubblico: anche con qualche trovata sopra le righe (nei limiti del buon gusto) e anche perdonandosi se il tutto non esce impeccabile se a giovarne è il coinvolgimento emotivo. La registrazione invece mi pare possa essere paragonata a un testo scritto: fatto di scelte, scarti, ripensamenti... Posso stare certo che nella registrazione pubblicata c'è il distillato di quel che l'esecutore pensa/sente nei confonti della tal opera in quel momento della sua vita di interprete.
  9. Per la seconda domanda la risposta è, in entrambi i casi, sì. Come musica che è divenuta immagine mi viene in mente solo il Fregio di Beethoven di Klimt. Come immagine divenuta musica basta citare le Quattro stagioni e le Kinderszenen. La relazione vera e profonda tra musica e immagine è l'Uomo. L'essere umano ha capacita innata di immaginare; la musica, dal canto suo, è forse la sua più grande invenzione. il collegamento è molto semplice.
  10. Anche a me le trascrizioni di Busoni piacciono molto. Anche se, devo dire, si arriva a qualcosa non di 'diverso' ma in alcuni casi - e «Ich ruf zu dir» è uno di questi - addirittura 'opposto' alla spirito originale. Eppure e proprio per questo che mi piace così tanto. Non mi piace più dell'originale organistico ma tanto quanto l'originale. Eppure lo spirito del brano mi sembra opposto.
  11. non era mia intenzione proporre l'ascolto di questi brani... 'così' : senza proporre una discussione. il fatto è che, da un lato, ne sentivo l'urgenza, dall'altro, non trovo le parole per chiedervi quello che vorrei. Ci provo. Cosa ne pensate delle trascrizioni pianistiche di Busoni delle opere per tastiera di Bach? Cosa ne pensate a livello personale? (vi piaciono, oppure no?) Cosa ne pensate come operazione a livello compositivo? (se posso usare questo temine) Ma soprattutto... come vedete il rapporto tra lo spirito del corale bachiano e la sonorità del gran coda? Come avvertite questo rapporto?... possibile, inammissibile, travisato, miglirato, evoluto... ?
  12. Lì volevo arrivare se mi risposo, all'ingresso in chiesa voglio una trascriz. ridotta della Quinta
  13. questi due brani, ad esempio, sulle prime note si potrebbero confondere
  14. Mah . . . senza la pretesa di essere esaustivo, direi : Ascolto di studio >>> sedia / cuffie chiuse / partitura Ascolto di piacere >> poltrona / casse / birra media
  15. Sì Frank. condivido ciò che dici. a prescindere dalla rabbia che queste cose mi suscitano, quello che mi inquieta è la domanda: come si arriva a costruire - giorno dopo giorno - un essere umano così ignobile???
  16. Divertente. a me poi piace anche più dell'originale. Ma perchè sarebbe «bollaniana»?
  17. a me invece sembra che il titolo di Frank sia ingiusto (lo dico da animalista) Non ho parole. Anche se mi ritengo, come persona, agli antipodi da tali . . . . . . quando leggo/sento cose come queste me ne vergogno nei confronti di tutte le donne.
  18. Cos'è una 'chiave'?... uno strumento per aprire. Una chiave di lettura è uno strumento per "aprire" la lettura - il senso - di qualcosa in cui istintivamente si avverte che un senso ci sia anche se . si fatica a definirlo. Di certo Bach avrebbe rifiutato, come tu dici, «la razionalità, la logicità e la scientificità e l'esattezza» senza la «chiave di lettura più ampia nella fede». Ma oggi mutate prospettive - meno clericali - hanno portato miglioni di estimatori della sua musica a ribaltare i ruoli di "chiave" e "scrigno": non è più la grande opera d'Arte ad aver bisogno della chiave della fede per dirsi sensata. Ma, proprio all'opposto, è «la razionalità, la logicità e la scientificità e l'esattezza della musica di Bach» ad essere LA chiave talmente "efficace" da far trovare con «intensità, estensione, profondità» un Senso nel caos della vita. Questo sia all'umile organista che ha detto quella frase, sia a molti umili ascoltatori della sua musica (io, posso confermare). E dunque in tale prospettiva - rovesciata - non mi sembra paradossale l'apprezzamento della sua Arte da parte di agnostici e atei convinti.
  19. Sento molto le ragioni di ciò che tu affermi Daniele. Ma se devo rispondere secco alla domanda di Simone qui sopra direi di sì. io sono arrivato a questa - concisa - convinzione che ogni brano musicale concepito per assecondare un 'programma stabilito', sia poi stato creato seguendo necessariamente logiche musicali, e che il contenuto più intimo di ogni opera – anche della più “assoluta” fuga di Bach – sia profondamente legato all’umano. E che, in fondo, il senso della musica sia Umano - spirituale - e non “musicale”. è una contraddizione, ma me la porterò nella tomba.
  20. Sì, facciamo pure che sia un linguaggio sempre. Poi però non basta saper parlare. Bisogna anche aver qualcosa da dire.
  21. è per questo che quando ascolto qualcosa che non avevo mai ascoltato provo ad andare "alla cieca": senza leggere niente a riguardo.
  22. poveri gatti Ma ne sei sicura? da cosa ti risulta? c'era anche la storia che le vacche quando ascoltano Mozart fanno più latte. Ci credo. Infatti anch'io quando ascolto Mozart faccio più latte
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