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Piano Concerto - Forum pianoforte

danielescarpetti

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Tutto postato da danielescarpetti

  1. In effetti è molto intrigante ed il testo è bello. La voce poi di Tito Carraro mi commuove: a lui debbo il primo ascolto in italiano di "Pierino e il lupo" di Prokofiev che, fin dalla prima infanzia, avevo sempre ascoltato in russo, con traduzione assolutamente arbitraria di mio padre. Lo stupore assai positivo è però relativo alla direzione del maestro Muti: giuro che non l'avevo mai visto dirigere una composizione di un contemporaneo e pensavo che egli non avesse nessun rapporto con il repertorio post-tonale.
  2. Finalmente il giusto riconoscimento a questo grandissimo nostro compositore contemporaneo. E ora sto ascoltandolo in diretta su Radio 3!
  3. Sì, certo è così e da altra parte del forum, ricordo che ne avevamo parlato in proposito. Quello a cui mi riferisco in particolare però è a certe idee e costruzioni musicali che furono già di Haydn e Mozart e che Beethoven riprese e sviluppò - o anche stravolse - alla sua maniera. Alla costruzione della Sinfonia, come ad esempio, le introduzioni nel primo movimento in Adagio, molto tipiche di Haydn ... D'altra parte la storia della musica occidentale è questo: un grande fiume che si ingrossa di acqua o viceversa, passa tempi di siccità, rispetto a quanto avvenuto più a monte e che trova la sua linfa vitale nelle sue radici greco-cristiane. In questi giorni un commentatore della trasmissione di Radio 3 "Lezioni di musica" ha ad esempio detto quella che secondo me è grossa sciocchezza: tutti noi - noi inteso come compositori - veniamo da Mozart. E Mozart da chi viene? Mozart deriva dai suoi predecessori almeno quanto quelli che vengono dopo di lui, ignorando almeno fino ad un certo punto la grande figura però di Johann Sebastian Bach. Quell'eredità invece si riassume e trova una nuova linfa proprio in Beethoven che riesce ad essere invece l'erede di tutto: della forma-sonata classica ma anche del contrappunto, creando quell'unione, quell'ibrido geniale che caratterizzerà il suo ultimo stile.
  4. Le sinfonie londinesi non potevano che essere a conoscenza di Beethoven visto che furono composte in gran parte nel periodo in cui il giovane compositore venuto da Bonn era allievo di Haydn. Probabilmente, le studiò e le ristudiò e, d'altra parte basta ascoltarle per verificare quanta influenza abbiano avuto su di lui. Mozart era un compositore che era iper-esegutio, sia a livello di sinfonie che di concerti per pianoforte - e anche di opere - a Vienna, questo è riportato in tutte le cronache del tempo. Beethoven era a completa conoscenza delle opere principali dei suoi due predecessori e su questo non c'è alcun dubbio.
  5. Ciao Luca! Il termine sinfonia nell’ambito della storia della musica ha assunto tantissimi e disparati significati e solo nel XVIII secolo divenne una composizione orchestrale divisa in più tempi. Nell’ambito teutonico la svolta che portò alla “Sinfonia classica” fu impressa dalla scuola di Mannheim e dalla nascita di quel movimento culturale che prese nome di Sturm und Drang. Fu da questi presupposti che nacquero le Sinfonie di Joseph Haydn dapprima e in seguito e contemporaneamente quelle di Wolfgang Amadé Mozart. La svolta che portò la Sinfonia negli anni 80 del 700 a diventare sempre più una musica in cui immettere pensieri essenziali ed importanti facendone così un lavoro più impegnativo sia sul piano tecnico che su quello espressivo si deve naturalmente a questi due compositori. Questo fece sì che la composizione di nuove sinfonie si facesse un po’ meno frequente e, questo soprattutto in Mozart. Quelle che furono le sue ultime 3 sinfonie furono composte nel 1787, dopo di che nei quattro anni successivi che lo separarono dalla morte, Mozart non ne compose più. In questo dunque si può dire che esse possono essere considerate un “ciclo sinfonico”. Ma ancora più di loro penso debbano essere considerate un “ciclo sinfonico” le 12 ultime sinfonie di Haydn – dette londinesi - che vanno dalla n. 93 alla 104, composte fra il 1791 e il 1795. Fu da questi “cicli sinfonici” che prese le mosse il primo vero ciclo sinfonico, quello di Beethoven.
  6. Wayne Shorter - Herbie Hancock Lettera ai giovani musicisti
  7. Non l'ho trovata io ma l'ha trovata mio figlio Leonardo che naviga e ascolta in continuazione You tube. Ieri sera me l'ha fatta ascoltare, l'ho trovata divertente e l'ho condivisa con voi.
  8. Sei riuscito a ingolosirmi perché, in effetti, è molto bella. Ora me l'ascolto tutta, peccato che spesso venga interrotta dalla pubblicità che mi rovina l'ascolto.
  9. Caro Claudio, per ora ho preso visione e letto in parte ma non vedo l'ora di passare qualche mezz'ora su tutto quello che hai postato.
  10. ...se è per quello non compare neanche Mozart, non so se ti dispiace altrettanto! In realtà, come tu ben sai, si può paralre di cicli sinfonici da Beethoven in poi e cioè, quando le sinfonie diventano un mondo. Quel furbone di Brahms ha fatto "solo" quattro sinfonie. Ma ... che Sinfonie!!!!
  11. ,,, non ho alcuna intenzione di metterti in difficoltà Viola, era solo un pensiero che mi è passato per la mente mentre leggevo. L'unica cosa che posso dirti è che Topolino è una lettura proficua più di quanto tu possa immaginare. Ciao!
  12. Mi stavo domandando: uno come me che legge Topolino (il fumetto) con grande piacere e costanza, fa una cattiva o una buona lettura?
  13. Il percorso beethoveniano è proiettato verso il futuro, un futuro che il compositore di Bonn pensava migliore. Le generazioni future sarebbero state quelle che avrebbero compreso la sua musica, troppo assurda e ostica per le orecchie della gente del suo tempo e inoltre, le generazioni future sarebbero state le fautrici di quegli ideali propugnati dalla rivoluzione francese e poi traditi e rinnegati prima da Napoleone e poi dalla restaurazione conseguita dal Congresso di Vienna. Beethoven arriva a meditare il suicidio ma poi ci rinuncia perché sa che ha una missione da compiere: far sì che la sua musica diventi Arte e che attraverso essa egli possa tramandare il suo messaggio ai posteri. La gioia beethoveniana risiede in questo: la consapevolezza di acquisire l'immortalità attraverso la sua musica. E in questo senso non solo le sue sinfonie, ma ancor prima le Sonate per pianoforte solo o accompagnato - fucina dei suoi esperimenti musicali - e, infine, i Trii, i Quartetti, senza però tralasciare i Concerti, la sua unica opera e la Missa Solemnis. Brahms e Malher sono invece espressione del mondo di fine Ottocento dove il male di vivere, il chiedersi il senso della vita e la paura di vivere sotto un cielo disabitato, dominano. E Se in Brahms il sentimento è la malinconia, in Mahler che appartiene alla generazione dopo, il sentimento che unisce il suo corpus sinfonico è il grido di un cuore ferito nel profondo. Il percorso di Shostakovic è quello di un uomo che è testimone dal di dentro della storia dell'Unione Sovietica fino al 1975. Se uno vuole comprendere la storia dell'Unione Sovietica non può prescindere dalla figura di questo grandissimo compositore e da quel percorso di storia in musica che sono le sue sinfonie, Chi sono i migliori? Forse sarebbe necessario dare una risposta sensata a questa domanda, Dopo di che, quando la si è trovata, potremo domandarci se noi siamo tra i migliori o no!
  14. E' un problema che me lo pongo spesso ultimamente e questo perché ai concerti ci vado, ora, con mio figlio di 13 anni e, contrariamente a quanto si possa pensare, lui in materia è molto più bigotto e integralista di me. Mi capita spesso, quando ascolto brani assai conosciuti e amati, di canticchiare molto sommesamente, di muovermi col capo o le mani al ritmo della musica e di fare grossi sospiri. Più di una volta sono stato severamente rimproverato dalla mia prole, in quanto, secondo lui, tutti mi guardano. Baah! Una volta ascoltando "Meditations" dal Thais di Massenet, la mia immedesimazione nel pezzo era tale che ad un certo punto non ho potuto fare a meno di applaudire - altrimenti sarei scoppiato, prima delle ultime battute. Dopo, mi sarei seppellito ma ... ormai la frittata era fatta.
  15. Io penso che la musica sia musica e basta. Ma continuo a domandarmi cosa c'entri tutto ciò con i compositori del Novecento italiano e vorrei che qualcuno facesse come ha fatto con il burkina da altre parti. Ne vedo almeno già due di argomenti extra: Brahms vs Wagner Bruckner e I Nostri compositori preferito lo sono per la loro musica o anche per il loro carattere e la loro vita? Poi se voliamo farne anche uno su che cos'è la musica ... va bene. Ma qui parliamo dei compositori italiani vi prego.
  16. Guarda Claudio il like te lo do perché hai riassunto benissimo tutto. Ma da parte mia continuo a domandarmi: come mai a distanza di più di un secolo ormai non si riesca a superare questa rivalità: Brahms da una parte Wagner e Bruckner dall'altra. In realtà è tutta musica meravigliosa e dunque???.... ... e comune che c'entra tutto ciò con la generazione dei compositori degli anni 80 (dell'Ottocento) e le generazioni successive che hanno fatto grande il Novecento italiano? E questa domanda la faccio a Viola, visto che è lei che ha proposto questo argomento.
  17. Sì Claudio, è vero la Storia deciderà ma ... Claudio, la Storia siamo noi! La Storia va nel senso che una maggioranza vuole e se per caso quella maggioranza spinge dalla parte sbagliata che succede? Succede che prima o poi lo si capirà. Ma nel frattempo potrebbero accadere cose terribili e il secolo scorso, a tal proposito, è stata una scuola su questi tasti e oggi per motivi completamente diversi potrebbe - e in parte sta già accadendo - succedere qualcosa di simile se non si fa in modo che la Storia vada in un'altra direzione. Ed è per questo che è importante comprendere e discutere le opinioni di chi la pensa diversamente anche se tu (io, noi, voi) le ritieni sbagliate e stupide.
  18. E' vero Frank, c'è la storia ... che - hai ragione tu purtroppo - nessuno se la fila, lo dimostra il fatto che è fatta di corsi e di ricorsi! Ma la storia, a differenza della matematica, va interpretata e nell'interpretarla si hanno opinioni spesso discordanti a cominciare dagli stessi storici. E dunque ... io penso che Voltaire - o chi per lui - avesse ragione, ogni idea va espressa liberamente e sta in tutti noi cercare di comprendere cosa sia il meglio o il peggio e spesso ... il così così, che in definitiva è quello che quando va bene governa il mondo. E sia ben chiaro questa ultima considerazione non è di stampo pessimistico ma è una constatazione di fatto: per arrivare a questo punto l'uomo ci ha messo due milioni di anni da quando è ominide e 40.000 da quando è sapiens e sempre con i corsi e ricorsi della storia. I miglioramenti sono sempre dei piccoli passi e possono maturare solo quando compresi e digeriti dalla maggioranza della società!
  19. Certo, certo Ettore! Io sono perfettamente consapevole che non tutte le opinioni hanno uno stesso valore. Ma questo può riguardare qualsiasi argomento di carattere culturale e scientifico dove c'è chi ha più autorevolezza per fare un discorso e affermare un'opinione e chi meno... e chi per nulla. Ma quando si parla di temi volente o non volente, riguardano tutti noi a prescindere da status sociale e culturale, come possiamo affermare che la tale idea, il tale concetto è una sciocchezza o una cosa intelligente? Voglio dire sempre per seguire Claudio: la mia nonna potrebbe dire che la pena di morte è giusta, io penso invece che sia criminale e però non posso non essere consapevole che tantissima gente la pensa come la mia nonna e, in linea di massima, sono tutte brave persone e non necessariamente prive di intelligenza. E allora come la mettiamo?
  20. Ma un'opinione interessante è tale perché è condivisa da tanta gente o è interessante perché ci sono dei parametri - e sarebbe interessante capire quali - che tale la rendono a prescindere dal livello di condivisione? Tu Claudio parli dei media e dell'informazione -sorvolo la letteratura accademica che non so - ma io trovo che ci sia tanta spazzatura nei media e nell'informazione. Chi decide cos'è importante oppure no? Internet si dice che è il mezzo più democratico inventato dall'uomo perché tutti - compreso tua nonna e mia nonna e ... anche io - possiamo esprimere opinioni e dunque dire stupidaggini o cose più o meno intelligenti su tutto. Chi decide e su quali basi, quali sono le prime e quali le seconde?
  21. ... e sempre si dice il caso! Proprio ieri ero ad un matrimonio. Si sa, i matrimoni e i funerali sono l'occasione per rivedere parenti che da tempo non vedi. Una cugina di mio padre che ha girato Unione Sovietica - allora si chiamava così - e Cina, commentando lo spacco di una sua nipote ha detto che già ai primi anni 60 - del secolo scorso naturalmente - fu colpita dal fatto che in Cina, le cinesi andassero sempre in giro con grandi spacchi nelle sottane. Ergo, è dunque abbastanza evidente che per la cultura cinese, vestirsi in quel modo sia indice di massima eleganza e dunque è naturale e conseguente la decisione di questa pianista, considerando poi che nel frattempo sono passati quasi 60 anni. Ma a prescindere da ciò: io ritorno a ripetere - anche alla luce di certe affermazioni bigotte e integraliste che ho letto qui - la libertà è il valore più importante che possiamo perseguire e per la libertà di ognuno di noi, vale veramente la pena di spendere la vita.
  22. va bé ...sorvoliamo su Mila ....| Tu usi spesso l'aggettivo capolavoro - qui ti spingi poi oltre definendo Metamorphosen di Respighi "uno dei capolavori del Novecento Italiano (e non solo)" ma io ho la netta sensazione che tu confonda i tuoi più che rispettabilissimi gusti personali con ciò che è veramente un capolavoro. Capolavoro è nell'ambito artistico, ciò che è considerato tale dalla stragrande maggioranza - se non proprio e ancor meglio la totalità - della critica che si pone, come fine, lo studiare e il giudicare la rilevanza e l'importanza dell'opera d'arte rispetto al suo ambito storico e rispetto all'influenza che ha avuto nei confronti del futuro di quell'arte. I gusti personali -che non necessariamente devono coincidere con quei giudizi - sono quelli che tu, io, noi, voi, loro, esprimiamo rispetto alle varie opere d'arte. Tutti rispettabilissimi e sacrosanti ma, per l'appunto, gusti personali e che tali restano e resteranno.
  23. ... e qui forse non fai bene. Ma scusa poi: non hai forse riportato in apertura del topic un'opinione di Noseda? Non è forse lui uno di quegli esperti di musica classica? In realtà la musicologia italiana ci ha regalato nel secolo scorso delle meraviglie, basta solo cercarle e studiarle.
  24. Mia cara Viola, la paura è un sentimento che ci accomuna a tutti gli altri animali dal più semplice a quelli più grandi e grossi e per questo, al pari della spiritualità, merita il più profondo rispetto e sarebbe un gravissimo errore ridicolizzarla. Tutti abbiamo paura solo che la paura è soggettiva: c'è chi ha paura per certe cose e chi per altre e chi di ... entrambe. La paura che tantissima gente ha oggi per quello che sta accadendo, per i cambiamenti e per il futuro sono comprensibilissimi e umani e sarebbe sbagliatissimo, da parte di ognuno di noi, a prescindere da come la pensiamo, non farcene carico e soprattutto sottovalutarli. Questo perché la paura è una cattiva consigliera e se interessa una gran parte della popolazione di questo emisfero non va affatto presa sottogamba. Proprio quasi un secolo fa, sempre in questa parte del mondo per paura del comunismo una grande fetta di persone si sono affidate al fascismo, al franchismo e al nazismo sperando in questa maniera di allontanare il pericolo della belva comunista e affidandosi al mostro che ha portato il mondo alla catastrofe. Oggi per tantissimi occidentali il pericolo non è più il comunismo- ormai definitivamente sconfitto - ma è questa macedonia di culture che sta diventando il vecchio continente. Si ha paura del "diverso" dell'"altro" da noi e corriamo il pericolo, consigliati e guidati dalla paura, di consegnarci nelle mani di populismi che erigono e erigeranno muri e che ci dicono che solo facendo come dicono loro si potrà risolvere i problemi. Ma non è così secondo me e, scusami la mia presuntuosità. Solo la tolleranza, la comprensione, il rispetto fra le diverse culture può farci continuare a sperare e renderci più ... "umani" e uniti. Non si tratta di rinunciare ai nostri valori, quelli nati dalla rivoluzione francese e non ancora pienamente nemmeno messi in pratica nemmeno da noi ma di renderli veramente universali. A te - e a chiunque la pensi come te - dedico questa canzone che è la canzone più bella del mondo!
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