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Piano Concerto - Forum pianoforte

danielescarpetti

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Tutto postato da danielescarpetti

  1. Scusami, ma nel tuo ragionamento c'è qualcosa che non mi è chiaro: non ho ben capito cosa intendi tu per musica moderna. Comunque sia un direttore di un teatro votato alla musica classico-lirica-colta contemporanea, ha- come ho già scritto - purtroppo, un dovere legato al pareggio di bilancio. Questa è la spada di Damocle che inevitabilmente pende sulla sua testa, aldilà delle sue reali o presunte intenzioni. Fatto la tara di questo, mi sembra - e il Teatro di Bologna ne è un esempio - che oggi rispetto al passato, si cerchi di lanciare repertori più nuovi se non proprio contemporanei. L'anno scorso fra le altre cose c'è stato un bellissimo accostamento Nono/Beethoven. Quest'anno Sciarrino e altro ancora. Questo è sicuramente un primo passo verso un appropriamento di nuova musica di spazi classici. L'importante è perseverare e sperare che alla fine i conti tornino.
  2. Potrei risponderti in modo pratoliniano: Costanza della ragione! In altre parole: non sempre - o necessariamente sempre - la ragione sta in quello che la gente vuole o desidera. E questo, sia ben chiaro ,è valido su tutti gli argomenti della nostra vita, a cominciare dalla politica. Io penso che si abbia un dovere, quanto meno di provare, ad abituare il pubblico della classica alla musica nuova colta e questo si può ottenere solo accostando il repertorio consolidato a musiche più recenti. La mia esperienza di semplice ascoltatore, mi dice che la costanza premia, appunto, la ragione. E dunque non bisogna demordere da questa strada. ps: Vorrei ricordarti Tiger, che qui si sta parlando di persone che ascoltano un certo tipo di musica almeno prevalentemente se non esclusivamente e cioè la musica che solitamente e impropriamente, definiamo classica. Ora, lo sappiamo tutti, non solo la Pausini ma sostanzialmente tutti i cantanti di musica leggera hanno un seguito ben maggiore di qualsiasi compositore o composizione del repertorio classico. Sostanzialmente si scopre l'acqua calda. Ma, ripeto qui parliamo di persone - e cioè una minoranza - che preferisce la classica alle altre muscihe
  3. Caro Armando, ciao! In realtà in questo forum la notizia era già stata commentata http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/5713-buscaroli-è-morto/ Qui, oltre quanto già detto mi limito a dire che, umanamente mi dispiace moltoperché c'era in lui qualcosa di sanguigno che me lo rendeva simpatico, nonostante tutto. Politicamente eravamo agli antipodi, musicalmente ha avuto delle intuizioni - mi riferisco a Beethoven - a volte condivisibili e a volte no. Certo, insopportabile era quel suo atteggiamento da: fermi tutti, arrivo io che ho capito tutto mentre gli altri non capiscono nulla. Ma è così! la gente va presa per quello che è e ... comunque in un certo senso mancherà anche a me, se non altro per quello che mi ha insegnato sul Fidelio.
  4. La storia ci mostra che fino alla fino all'inizio dell'800, si eseguiva la musica contemporanea. Poi, per motivi storici e culturali, si è cominciata ad a affiancare, un po' alla volta, alla musica contemporanea anche la musica del passato. Nel Novecento l'ascolto della musica del passato ha surclassato quella contemporanea. Questo è quello, molto riassuntivamente, che ci dice la storia. I blasonati del passato che sono andati nel dimenticatoio, in buona parte lo meritano, ma forse per alcuni sarebbe opportuno rivedere, quanto meno, un po' le cose. Ma questo sarà così anche per i compositori attuali: solo chi merita non andrà nel dimenticatoio, e, questo, a prescindere dall'intensità degli ascolti attuali.
  5. Allora chiariamo innanzi tutto chi è la gente. La gente che frequenta un teatro musicale è, in grandissima parte, composta da persone che ascoltano da sempre musica classica e che dunque sa distinguere un'esecuzione di Karajan da quella di Muti e sa scegliere - ognuno in base alle proprie valutazioni soggettive - chi gli piace di più e chi di meno. L'altra minima parte è composta dagli "occasionali" - chiamiamoli così - che sono attratti dall'evento perché magari c'è la Nona o Don Giovanni o, comunque musiche o opere che hanno un richiamo maggiore rispetto alla norma. Quello che è vero è che gran parte degli ascoltatori di musica classica digerisce malamente la musica "nuova". Ma questo, ripeto, è un altro discorso su cui si è discusso e si continuerà a discutere ma che sarebbe una follia pensare di risolvere eliminando il vecchio repertorio per proporre il nuovo. Ciò detto e venendo allo specifico di questa esecuzione della Nona. Io ho grosse difficoltà a pensare che un qualsiasi direttore che diriga una qualsiasi orchestra e che, dunque, ha comunque una cultura di sapere di ascolto di un certo tipo, possa imporre dei tempi così lenti. Se fossimo ai tempi dei giradischi, direi che è un 33 giri che è stato messo a 16. Non so se qualche buon tempone abbia potuto fare una cosa del genere scaricandola su You tube, ma il sospetto è forte. Poi chi ne sa più di me su queste cose, dica la sua. Nella storia dell'esecuzioni abbiamo visto interpretazioni più veloci e più lente e su questo nulla di nuovo o di eccezionale. Ora, senza volere scomodare i tempi metronomici assai veloci dettati dallo stesso Beethoven - che solo Chailly ha perfettamente rispettato per quel che mi consta - un'esecuzione di questo tipo - se reale e non artefatta - è assolutamente ridicola e non gioverebbe certo a questo direttore. Quanto alle scelte dei direttori artistici è sempre doveroso non scordare che un teatro dovrebbe chiudere il più possibile in pareggio e, soprattutto questo, è imprescindibile. E, come dicono a Bologna, le chiacchere son chiacchere e le tagliatelle si mangiano. A Bologna, per altro, quest'anno ad esempio sarà proposta la nuova opera di Sciarrino ... e altro ancora di assolutamente inedito. Dunque ... smettiamo di fasciarci la testa con frasi fatte e cominciamo a vedere il buono che c'è, nonostante tutto.
  6. Scusami ma questo è un discorso veramente .... Se tu vuoi perorare la causa - giustissima per altro - di una maggiore esecuzione di musica nuova, non è questa la strada giusta e, credimi, fai solo del male alla tua causa. Una settimana fa ho assistito all'ennesima Nona al comunale di Bologna, Teatro completamente esaurito, gente che urlava come allo stadio. Emozione alle stelle. Io voglio ancora tante None così! E non si può chiedere di smettere di fare la Nona per fare altra musica. La gente vuole la Nona ed è giusto dargliela. Poi possiamo discutere sul come fare ad educare e ascoltare, gran parte di quella gente anche altra musica ... continuando però ad ascoltare anche la musica del passato. In realtà, le due cose non sono affatto in contrasto ma, anzi, devono essere coniugate e auspicate.
  7. Allora io c'ero! A parte il fatto che Piero Angela ha suonato 5 minuti, l'entrata era gratis e, soprattutto quello che a me - e suppongo la stragrande maggioranza degli spettatori - interessava era ascoltare gli Swingle Singers. C'erano tantissimi giovani, e questo non è affatto male .Sicuramente l'Accademia di Imola si sarà fatta pubblicità ma, in realtà, è stata una magnifica serata e non vedo a cosa servano tutte queste polemiche.
  8. Sembra che sia scomparso ieri, ma tuttavia per ora non ho trovato riscontra nei media. Tuttavia, pur essendo lontano mille anni luce dalle idee politiche di Buscaroli e non sempre condividendo certe sue analisi musicali - alcune sì per altro - la cosa non mi rende felice perché a me la morte di chiunque - ma proprio chiunque - non mi mette mai allegria, e mi spiace leggere quello che ho letto sopra.
  9. Le nostre divergenze su Brahms non sono una novità e comunque il discorso porta ancora più lontano di quello che non sia già la discussione rispetto all'argomento proposto in questo topic. Sull'Opus 74 n . 1 potrei dirti che tutti i critici lo considerano il più grande prodotto di questo genere dall'epoca di Bach e poi in verità, io non mi riferisco esclusivamente all'uso del contrappunto nella musica vocale ma, soprattutto, all'uso che Brahms ne fece nelle sue variazioni per pianoforte e anche ad esempio nella sua Quarta Sinfonia. Ma, ripeto, siamo abbondantemente fuori argomento e se tu o altri volete parlarne, mi sembra più conseguente aprirne uno nuovo su questo.
  10. Allora io la vedo – o la sento - così. Più o memo, circa mille anni fa, la storia della musica emise i suoi primi vagiti polifonici. Da quel momento ci fu in essa una continua ascesa verso una maggiore ricchezza e una più raffinata cultura Questo fino alla fine del Rinascimento, quando affrontò un vero e proprio crocevia di cui Monteverdi e Bach sono le due facce della medaglia. Con Monteverdi ci si trovò di fronte a due estetiche completamente contrapposte: la prima pratica fondata sulla polifonia erudita, la seconda, pratica programmaticamente espressiva e fondata sulla monodia. In entrambe egli fu sommo maestro. Bach fu invece il massimo sacerdote del contrappunto tonale ma lo fu in un’epoca in cui l’esigenze della musica volsero verso una accentuata semplificazione, frivolezza e semplicismo. Mentre il sommo si richiudeva in sé stesso componendo opere contrappuntistiche gigantesche, come L’Offerta Musicale e L’Arte della fuga, sfidando le nuove mode e i suoi stessi figli, tramontava inesorabilmente questo primo tempo della musica. Quando Mozart nacque, da sei anni il sommo Bach era morto e, un anno dopo morì anche il secondo sommo del Settecento Händel. In quel periodo, in realtà, né Bach né Händel erano considerati i massimi esponenti della musica ma, questo primato era di Georg Philipp Telemann , compositore assolutamente prolifico: le sue opere sono fra le 5000 e le 6000. Oggi di questo compositore principe dello stile galante, quante opere ricordiamo? Ben poche e se poi proporzionate alla sua immensa mole di lavori: un’inezia. Haydn, prima e il bambino prodigio Mozart poi, cominciarono a comporre in questo clima di grande decadimento musicale. Lo Sturm und Drag, cominciò a portare una ventata di rinnovamento culturale e a partire dagli anni 80, Haydn e Mozart, cominciarono a riportare in vita la polifonia nelle loro composizioni. Mozart in particolare, iniziò a superare lo stile galante un po’ alla volta dopo l’incontro con Padre Martini prima e poi quando il barone Gottfried Van Swieten gli fece conoscere il sommo Bach. Ma, teniamo presente che lo stesso barone ne venne a conoscenza solo nel 1774, quando ascoltando un concerto di Philipp Emanuel Bach, gliene fu decantata la grandezza dal re di Prussia. Il salisburghese cominciò a praticare il contrappunto in maniera artificiosa solo nel 1782 a cominciare dalla Fantasia e fuga K 394. E qui apro una parentesi: io penso che affermare che Bach è caduto nell’oblio, sia un luogo comune assolutamente sbagliato. La realtà è che Bach fu il primo grande compositore del passato che, grazie alla sua statura gigantesca, ritornò in auge. Fino all’Ottocento si ascoltava solo musica contemporanea e ne conseguiva che tutti i grandi del passato fossero appannaggio esclusivo di quei compositori – pochissimi in realtà – che avevano studiato composizioni di epoche precedenti che, comunque, non eseguivano. Solo da Beethoven in poi – e cioè quando la musica viene riconosciuta come, arte colta – pian piano, la musica del passato comincia a vivere accanto a quella contemporanea, fino a surclassarla negli ascolti e nel favore del pubblico nel Novecento. Beethoven, rivoluziona dunque praticamente tutto e, in merito alla fuga e su come comporla sostanzialmente la pensava così: «Scrivere una fuga è facile, ne ho scritte a dozzine quand’ero studente. Ma l’immaginazione deve avere il suo ruolo, ed oggi un altro spirito, autenticamente poetico, deve entrare nell’antica forma». Il recupero che Beethoven fece della polifonia fu dunque più meditato e tenace rispetto ai suoi due predecessori: unì l’antica ricchezza del passato, arricchendola a sua volta della complessità, lunghezza, sonorità, drammaticità ed espressività tipici della sua epoca. Beethoven rimediò, cicatrizzò, rammendò, quel buco che si era formato fra quel periodo che sostanzialmente parte dalla prima polifonia e arriva a Bach e l’omofonia imperante successiva. Beethoven fu il primo compositore che aspirò ad essere l’erede di tutta la musica fin dalle sue origini. Aspirazione che però solo nel Novecento trovò la sua piena concretizzazione in due compositori, solo apparentemente opposti: Stravinskij e Shönberg. Ps: senza voler togliere nulla alla valenza contrappuntistica di Wagner, vorrei ricordare che anche Brahms seppe dire cose notevolissime in questo campo e mi spiace abbastanza vederlo affiancato a Mendelsshon.
  11. "La musica siamo noi, la musica è una fortuna che ci è arrivata che condividiamo. Noi mettiamo le mani ma ci insegna la cosa più importante che è ascoltare." Qualsiasi commento io possa fare non sarebbe nulla di fronte a queste, fra le tante altre cose che lui ha detto ... e dunque io lo ascolto e lo ringrazio.
  12. Non ringrazieremo mai abbastanza Spoonful che ha dato il LA a questo topic! Ecco io penso che questa sia la cosa più sensata e giusta da dire!!! Io sono perfettamente consapevole della Storia! Anzi chi mi ha letto in passato sa benissimo come gli eventi storico-sociali siano assolutamente preminenti nel mio modo di ragionare e di rapportarmi coi fatti. Contestualizzazione è il mio principio di base su ogni argomento che riguarda le umani vicende. Ora, è sacrosanto: c'è stata la Rivoluzione Francese e questo fa sicuramente la sua differenza. Tuttavia la grande differenza fra un compositore come Mozart e uno come Beethoven sta nel rapporto che questi hanno avuto con la loro arte e che, seppur certamente influenzata, dagli eventi storici a loro contemporanei fa sì che il primo fosse sostanzialmente un sintetizzatore con tendenze all'innovazione, l'atro un rivoluzionario rispetto a qualsiasi regola data. Mozart vive benissimo nella tradizione, sa di poterla portare ad espressioni di perfezione inaudita e lo fa. Beethoven sa di avere alle spalle due compositori come Haydn e Mozart ed è consapevole che per emergere e per dimostrare la sua grandezza deve andare oltre. Il momento storico è favorevolissimo e lui è geneticamente e genialmente il compositore giusto al momento giusto. Nel cosiddetto primo periodo si adegua agli stilemi del classicismo pur dimostrando già una certa insofferenza, poi il "destino" gli fa una brutta sorpresa e questo lo porta ad avvicinarsi a quello che certamente è il suo periodo più "romantico" o "eroico". Infine, il crollo degli ideali nati dalla Rivoluzione la restaurazione seguita dal Congresso di Vienna, la sordità assoluta, la rassegnazione a non poter avere una vita famigliare e affettiva "normale", lo portano ad interiorizzare il suo pensiero musicale a chiudersi nel suo io. E da questa chiusura nasce, nel suo ultimo periodo di vita, quella musica fuori dal tempo e dallo spazio. Noi sappiamo che è stata composta fra il 1815 ei il 1826, ma se potessimo riuscire a dimenticarlo e qualcuno ci chiedesse: secondo te questa musica quando è stata composta? Non sapremmo cosa rispondere: non è più il Classicismo, non è il Romanticismo ma non è neanche il Novecento? E" tutto questo ma non è questo! Questa è la grandezza geniale di Beethoven ed è ciò che lo rende unico e probabilmente irripetibile nell'ambito della storia della musica.
  13. Ah, volevo poi chiarire ancora una volta una cosa perché da come mi rispondi mi viene sempre il dubbio di non esserlo molto. La mia critica verso lo stile galante non è legata unicamente alla scomparsa del contrappunto ma al fatto che trovo quella musica - lo dico una volta per tutte - veramente brutta. Schubert e Schumann invece sono dei grandissimi a prescindere dal contrappunto.
  14. Tu hai ragione su questo: sono passionale e, soprattutto sono un beethoveniano. Non son sicuro di essere perentorio invece, in quanto, in realtà io esprimo dei miei gusti personali, tanto è vero che intercalo sempre con frasi di questo genere: dal mio punto di vista, secondo me ... Quello su cui sicuramente posso assicurarti è che tu sei sicuramente più preparato di me!
  15. Sì, lo so che nella Jupiter c'è il contrappunto e non per niente la considero la massima espressione sinfonica di Mozart come ho già detto. Come ho già detto che in Haydn e Mozart c'è un ritorno al contrappunto ma è con Beethoven che l'uso del contrappunto: un contrappunto non, annichilito - opinione tua sia ben chiaro -, ma certamente rinnovato, diverso, rivisto, rispetto a quello bachiano si annuncia alla storia della musica. Come la Fuga della Sonata op. 110 rivela la buona conoscenza della Fuga XVIII del Clavicembalo ben temperato (parte II), così per il tema della "Fuga a 3 voci, con alcune licenze" che conclude l'op. 106 si possono indicare in Bach alcuni modelli forse presenti a Beethoven: come il tema della fuga BWV 944 o quello della Fuga X del Clavicembalo ben temperato (parte I), cioè temi lunghi e veloci, "passeggiati" come si diceva nell'età barocca, tali da costituire una sorta di "moto perpetuo": articolata in tre sezioni principali, questa grandiosa composizione, con le possibilità combinatorie delie sue varianti, con tutti gli artifici della scienza contrappuntistica (aumentazioni, inversioni, doppia fuga) è una specie di Kunst der Fuge beethoveniana, un paradigma di arte antica coniugata con la dinamica sonatìstica moderna. Questo estratto di Giorgio Pestelli - grazie Terenzio l'ho estratto dal tuo sito - in realtà riassume già tutto quello che c'è da dire su Beethoven e dunque è riduttivo parlare della sola Grande Fuga Opus133 Beethoven venne a contatto col Clavicembalo ben Temperato - e dunque con Bach - fin dalle sue prime lezioni nel 1781 con Neefe e, quando decise di comporre la sua Missa Solemnis, studiò molto approfonditamente Bach e la sua musica sacra, oltra a Palestrina naturalmente.
  16. Prendo questo tuo intervento per chiarire una questione - e rispondendo così anche a Luca -: io non ho nulla contro la monodia, anzi, gran parte della monodia, a cominciare da quella medievale, è assolutamente da me ascoltata e amata. Io non amo come lo stile galante ha usato la monodia e cioè, producendo una musica - sempre dal mio punto di vista naturalmente - che è nella sua totalità - vogliamo metterci un quasi? - noiosa, ripetitiva e banale. Cherubini fu un grande compositore che andrebbe sicuramente valorizzate per quello che fu. Perché Beethoven? La risposta più semplice, provocatoria e più ovvia è: perché fu Beethoven! La risposta più intelligente e più consona: perché fu contestato da tutti i suoi maestri di contrappunto, in quanto a sentir loro non ne capiva nulla ma, invece, non solo non era vero. Era vero invece che come su tutta la musica egli aveva idee che andavano fuori dagli schemi, fuori dal tempo e fuori dallo spazio- e di conseguenza alle orecchie dei contemporanei incomprensibili - e questo fece di lui - ma solo di lui - un visionario geniale in assoluto. Dunque insomma era semplicemente Beethoven! Tutto qui!
  17. Io penso che invece, il senno di poi, possa -debba - far sì che chi ascolta quella musica, potendo fare paragoni con il prima e il dopo, esprimi un giudizio. Giudizio che, come tutti i giudizi può essere più o meno condiviso ovviamente. Non è questione di mancanza di rispetto ma un semplice punto di vista dato da chi ha il privilegio di poterlo fare perché nato dopo. E' vero! Mozart andò da padre Martini e... per fortuna sua e nostra. Mozart fu un compositore geneticamente di raro genio che nacque però in un periodo in cui la musica toccò uno dei suoi punti più bassi e fu proprio anche - ma non solo ovviamente - il contatto con chi il contrappunto continuava a praticarlo ad aprirgli nuovi orizzonti fino a farne il massimo compositore del suo tempo e, superando in questo, Haydn che riconobbe in lui questo merito. Ma se sia Haydn che Mozart seppero rintrodurre il contrappunto anche al di fuori delle loro opere sacre, naturalmente, fu solo con Beethoven - e per inciso soprattutto l'ultimo Beethoven - che si coniugò la forma-sonata, la variazione con un contrappunto del tutto rivisitato rispetto a quello barocco e avveniristico verso il Novecento.
  18. Che le sinfonie che tu citi siano, come disse Massimo Mila la "conquista di una vera e propria prima maturità" in Mozart, non fa sì che da parte mia ci possa -debba - essere verso esse un entusiasmo che va oltre al non potere - dover - riconoscere che in effetti nell'ambito dell'irruzione nella cultura tedesca dello Sturm und Drang e, della musica in particolare, anche il giovane Mozart cambiò il suo stile, cosa che per altro, era già avvenuta in Haydn fin dal 1770 e, dunque tre anni prima. Certo Mozart, rispetto al più anziano compositore lo fece con più grandezza ma ... Sicuramente Mila fu, dal mio punto di vista un po' troppo generoso verso un certo Mozart. La realtà è che la mia allergia verso il periodo che va dalla messa al bando del contrappunto e la conseguente vittoria dello stile galante è totale ed è solo a partire dagli anni 80 del Settecento prima con Mozart e poi con Haydn - e in questo caso si invertono le precedenze - riesco di nuovo ad avvicinarmi e ad apprezzare la musica che venne prodotta.
  19. Domani sera prende il via l'ormai abituale e consolidato ciclo di concerti che l'Orchestra Rai di Torino dedica alla musica contemporanea. Tutti questi concerti verranno trasmessi da Radio Tre in diretta o in differita. Per chi è interessato questo è il programma del primo concerto: Giovedì 04 Febbraio 2016 ore 21.00 IL CARTELLONE in diretta dall'Auditorium di Torino RAI NUOVA MUSICA Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai direttore Marco Angius pianoforte Anna D’Errico Orazio Sciortino Il Viaggio di Er (2015) (versione per grande orchestra) Toshio Hosokawa Ferne-Landshaft II (1996) (prima esecuzione italiana) Luca Mosca Settimo concerto per pianoforte e orchestra (2014) (prima esecuzione assoluta) Wolfgang Rihm Verwandlung 5. Musik für Orchester (2013) (prima esecuzione italiana) Ivan Fedele Syntax (2014) - Syntax 0.1 (if@hay.dn) - Syntax 0.2 (if@moz.art) - Syntax 0.3 (if@beethov.en) nell’intervallo – Foyer – Rework e live set Club To Club Festival presenta Shapednoise (The Italian New Wave) - See more at: http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/concerti/ContentItem-ce1a6919-5e86-4780-9b48-97e9cf3d1b1f.html#sthash.sBbWGHMG.dpuf
  20. Ecco bravo! Questa è purtroppo una inspiegabile - e non penso affatto casule - cosa che accade in tante questioni: qualcuno propone un argomento - o lancia il sasso - poi, sostanzialmente, si eclissa, senza dire in merito cosa pensa o non pensa di quello che poi viene sviluppato. Il perché francamente non lo capisco ma tant'è, bisogna prenderne atto!
  21. Senza entrare nel merito delle ragioni o dei torti perché non ne ho le competenze per farlo, mi preme di dire che io penso che la domanda di Pamela non sia affatto stupida. Pamela non ha chiesto se è più difficile suonare il pianoforte o il contrabbasso, o il violino, o il flauto, o la tromba, o la batteria... No! Ha chiesto se è più facile il pianoforte o l'organo e cioè a dire, due strumenti che nella loro grande differenza hanno certamente in comune, una tastiera per produrre musica. Il che potrebbe voler dire che - forse, visto che non sappiamo (o voi lo sapete?) cosa fa o vorrebbe fare - Pamela è attirata da uno strumento a tastiera, e dal pianoforte e l'organo in particolare, e si è domandata quale sarà il più difficile da imparare a suonare. Non sapendo rispondersi ha chiesto a qualcuno se poteva aiutarla in questo quesito. Ne consegue che tutta la discussione innescata da Luca in avanti, seppur certamente interessante, è fuorviante rispetto alla domanda fatta da Pamela.
  22. E' giusto ricordare però che il ddl Cirinnà non modifica affatto l'attuale testo sulla fecondazione assistita che rimane tale, ma si limita a sancire che i figli del genitore biologico che vivono già all'interno di una famiglia dello stesso sesso, in caso di una scomparsa di questi, possono essere adottati dall'altro componente della copia e, dunque, in definitiva, possono rimanere fra le quattro mura in cui sono cresciuti fino a quel momento e vicino alla persona che li ha amati e accuditi, condividendo questo onere e onore con il genitore biologico. E questo piuttosto che essere consegnati a parenti più o meno vicini o lontani con cui non si sa bene quale potrebbe essere il loro rapporto e la loro voglia di stare. E a questo punto sarebbe dunque lecito domandarsi a chi veramente stia a cuore il futuro di questi bambini!!! E' giusto anche ricordare che quei parlamentari di cui fai riferimento, forse saranno votati anche dall'Arci-gay ma perlopiù, anche da tantissime persone che non fanno parte dell'Arci-gay ma che sono assolutamente in sintonia con tutte queste questioni ... come ad esempio ... io!
  23. Quali sono le vette compositive di Mozart? I mozartiani di ferro direbbero tutte, ormai lo sappiamo no? Chi invece non è mozartiano ma considera Mozart un sommo compositore fra altri - perché tale fu - cerca di individuare quali siano i campi in cui egli seppe meglio dare di sé stesso. Ora in questo sono un po' in dissenso con te Frank. Certamente l'opera sì. Sulle sinfonie nutro qualche riserva perché se si considera che il salisburghese ne ha composto 53 - se non ricordo male - solo le ultime 3: la 39, la 40 e la 41, possono essere considerate capolavori imprescindibili. Altre certamente meritano considerazione ma ... non possiamo parlare di vette. Avrei detto i concerti per pianoforte e orchestra, riferendomi al 9 - segnalato da Luca - e il 20, 21, 22 e 23 che sono pietre miliari nella storia di questo genere e un grande accenno l'avrei fatto verso le Serenate per fiati, 370 e 384, dove Mozart è veramente inarrivabile rispetto a qualsiasi altro compositore. Un altro accenno sicuramente va dato ai suoi quartetti maggiori. Non avrei certo nominato i concerti per violino e orchestra come fa Antares perché, a parte qualcosa di interessante del 4 e 5, sono nello stile galante e già questo dice tutto, dal mio punto di vista naturalmente Comunque continuo a pensare che la vetta assoluta di Mozart sia l'Ave verum corpus K 617, ovvero pochi minuti di sublime altezza musicale
  24. Claudio, per quel che può valere, io ti (Vi) sono molto vicino col pensiero. Purtroppo troppo spesso ultimamente mi è toccato di incappare in persone colpite dalla sclerosi multipla e dunque io vi abbraccio idealmente entrambi e spero che riusciate a trovare in futuro un'Italia migliore di quello che è ora. E' vero fanno e faranno di tutto per annacquare l'attuale ddl e, d'altra parte, ci sarebbe da meravigliarsi del contrario. Ma appunto per questo io ribadisco ancora una volta quanto già affermato: sarebbe una follia far naufragare il tutto per questioni di principio o per calcoli politici molto miopi e fini a sé stessi, come minacciano certe opposizioni parlamentari. La conquista del progresso richiede spesso - sempre?!? - tempi lunghi ed è sempre meglio piuttosto che niente. E comunque sia da lì si ricomincierà il nostro cammino instancabile in direzione ostinata e contraria!
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