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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianistamaggiorenneDi38

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Tutto postato da pianistamaggiorenneDi38

  1. 'sottofondo' mi sembra non sia la stessa cosa di 'accompagnamento', in quanto un sottofondo puo' benissimo avere un tema
  2. Grazie Paolo delle interessanti considerazioni, e scusami ma ho visto la tua risposta solo oggi. Il libro di Cortot ricordo che l'hai menzionato spesso ma non lo conosco, quindi provvedero' a trovarlo, molto interessante la classificazione delle piu' famose composizioni pianistiche secondo le difficolta', in effetti da quasi totale autodidatta, spesso scelgo nuovi pezzi da imparare solo in base all'impatto dell'ascolto della melodia e dell'armonia, senza tenere troppo conto del grado di difficolta', cosi' che alcuni risultano molto piu' facili, altri molto piu' difficili. Si' in un certo senso capisco cosa vuoi dire circa il fatto che gli studi ,comunque mancano di cose che si trovano solo in strutture piu' su larga scala, immagino che tu ti riferisca specie alle sezioni 'di sviluppo' che nel contesto di pezzi piu' estesi, necessitano di contrasti piu' 'remoti', modulazioni piu' lontane, ecc. In realta' sto comunque iniziando a praticare anche pezzi che non siano studi, gli studi per me sono un po' come la 'pozione magica' per andare oltre il livello insomma di principiante-intermedio. Curiosamente.....Vivo in Inghilterra da un bel po' e qua ci sono sistemi abbastanza precisi per 'verificare' il livello di un pianista, ad esempio il sistema ABRSM, si parte dal grado 1 fino al grado 8, il massimo (poi dopo penso che venga il livello di pianista da concerto, non ne sono sicuro. Purtroppo non so come funziona in Italia). Be' due anni fa decisi di prendere lezioni in una scuola, per la prima volta perche' in effetti facendo da solo penso di aver fatto tutto quello che potevo. Incredibilmente, all'audizione, suonando meta' del rondo' alla turca di Mozart, mi fecero passare al grado 6. Non ci potevo credere Questo pezzo fu il primo pezzo che iniziai a imparare (ho fatto tutto al rovescio ), ma la parte finale non la sapevo nemmeno suonare. Penso che rimasero colpiti dal fatto che la prima meta' del pezzo la suonavo abbastanza bene Per dire.....per me il grado 6 e' completamente immeritato, mi sento si' e no nel 4. Penso che dovro' scrivere un nuovo topic al riguardo. Grazie Paolo dei tuoi buoni consigli e grazie comunque a tutti. W la musica
  3. mi sorprende il fatto che a nessuno, incluso il compositore, e' venuta questa idea: il pezzo non e' affatto male, ma suona come se mancasse qualcosa, e per essere precisi, manca la melodia, infatti sembra piu' un accompagnamento, e lo e' Dico 'mi sorprende' nel senso che significa davvero che nessuno ascolta le cose nello stesso modo in cui lo fa un altro. A me e' sembrata una cosa davvero ovvia ma ripeto, e' solo la prova che ascoltiamo le cose in maniera diversa
  4. mi piace, ecco le mie impressioni, tenendo presente che sto imparando.... : interessante il tema in battute 'dispari' (non le ho contate ma mi suona subito 'asimmetrico' ), la ripetizione del tema iniziale e' un po' troppo insistente, io taglierei una delle ripetizioni per arrivare piu' presto alle variazione che inizia a circa 00:31...... la coda forse e' un po' lunghetta, specie l'accordo ripetuto alla fine....visto la brevita' del pezzo, penso che in proporzione la coda la farei piu' breve inoltre penso che, quando introduci un nuovo pezzo, e' interessante scrivere anche qualcosa su di esso, che cosa potrebbe rappresentare, ecc....questo l'ho imparato dal mio attuale insegnante di pianoforte, che ci fa sempre presentare il pezzo e dire qualche breve cenno su di esso, descrivendo un po' lo stile, ecc Se si facesse cosi' per tutta la musica, penso che anche quella che si odia, si capirebbe un po' di piu', specie la classica contemporanea, ecc... e per finire, a me personalmente mi interessa sapere anche qualcosa come che modi hai usato, che tipo di armonia hai usato..... senza impegno, io sono sempre curioso su tutto quello che riguarda la musica, imparo anche cosi'....ciao
  5. scusa ma non sto scrivendo ostrogoto. La mia 'recensione' e' la mia personale opinione di pianista intermedio sui lavori di Czerny che ho citato, non su tutto il programma didattico che ha creato nel corso di una vita. Che ti devo dire? Anche io mi interesso di composizione e so gia' che la fuga e' una frangia avanzata della composizione e come struttura specializzata richiede uno studio parecchio approfondito, a me non interessa comporre fughe sebbene mi interessa usare un po' di contrappunto. Le regole del contrappunto le ho studiate, ma la fuga non e' uno scherzo, quindi deduco naturalmente che il lavoro che hai citato e' solo per pianisti avanzati, e non solo nel senso tecnico, ma nel senso che capiscono quello che stanno suonando e non si limitano solo ad essere dei meccanici esecutori che si limitano a riprodurre quello che imparano dallo spartito. In poche parole: se uno esegue fughe, dovrebbe conoscere il processo compositivo della fuga, parecchio bene, se non essere in grado di comporle anche. Io sono arrivato alla sonata, e gia' ne avro' per parecchio, quindi la fuga per il momento non mi interessa. Per cui sul lavoro che hai citato, non ho nessun parere specifico eccetto quello che sicuramente e' l'ennesimo grande lavoro di Czerny. Su Czerny ho sentito dire parecchie scemenze, o almeno sottovalutazioni senza senso, per cui sorvolo. Czerny e' un grande. Non si discute. Punto
  6. ciao, mah, a dire il vero il parere degli altri su Czerny non mi interessa neppure.....non perche' non ascolto pareri degli altri, anzi, ma perche' il parere degli altri mi interessa solo laddove ho dubbi, e su Czerny non ne avrei mai. E' stato un grande maestro di musica, un grande pianista e un grande pedagogo, ha composto piu' musica lui di chiunque altro nella storia della musica, fu personalmente scelto da Beethoven per suonare la sua musica, insegno' a Listz....chi piu' ne ha piu' ne metta. E cosa indiscutibile: amo la sua musica, qua metto un ottimo video dei suoi studi op 821, che come ho penso sono davvero grandi....ce ne sono molti che mi piacerebbe davvero imparare, ad esempio i n. 96, 97, ecc, ce ne sono tanti. Secondo me a livello di qualita' non ha nulla da invidiare a Mozart ecc. Nessuno puo' togliere nulla a Mozart, ma non significa che di altri grandi maestri non ce ne sono. http://www.youtube.com/watch?v=HPqCI-1NDSI
  7. tranquillo, continua a studiare un po' ogni giorno e vedrai che un giorno sara' tutto chiaro, anche per me e' stato come per te. Spesso su queste cose non si capisce tutto bene in maniera lineare....non e' come se studi A, capisci bene A , poi passi a B, capisci bene B, ecc In realta' spesso succede che studi A, hai dei dubbi, ma prima o poi passi a B, hai dei dubbi, ma passi a C, qui pero' succede che ora capisci bene A, e quindi A ormai lo sai usare facilmente. Poi dopo un certo tempo, A,B e C non hanno piu' segreti per te. L'importante e' non stare 5 minuti su una cosa e 5 sull'altra
  8. ah ah, no non mi faro' mai frate, anzi non sono affatto religioso, e perdendo la fiducia in Dio mi sono dato a delle tendenze orgiastiche.... Tenendo presente che il trattato di Schoenberg fu per me il mio primo libro serio di armonia (cioe' non quelle porcherie che fanno dove spiegano tutto in maniera superficiale), mi fermai a due terzi perche' nonostante ricordo di averci provato abbastanza duramente, iniziai a non cogliere alcune cose, cosi' decisi di fare un passo indietro e iniziare a studiare da libri piu' 'standard', anche se sempre e comunque da conservatorio...... Una cosa che ricordo di non aver capito bene, e' cosa vuole dire Schoenberg quando spiega che per modulare da una tonalita' maggiore a una minore, o viceversa, si puo' fare senza una tonalita' transitoria, ma per modulare da una maggiore a una maggiore, o da una minore a una minore, e' meglio inserire una tonalita' 'di passaggio' che faccia da contrasto, ad esempio maggiore-minore-maggiore oppure minore-maggiore-minore. Se tu mi puoi fare un esempio dalla letteratura classica o barocca (che sia semplice pero') che utilizza questo disegno, fammelo sapere e me lo studio. Inoltre non capii perche' in alcune modulazioni tecnicamente 'corrette' alcune note nuovamente introdotte, possono suonare male.....cosi' ho pensato di abbandonarlo temporaneamente perche' non mi piace studiare un libro e andare avanti avendo dei dubbi. Anche perche' comunque Schoenberg scrisse un altro libro di armonia dopo, che e' piu' conciso. In realta' , ricontrollando, il libro l'ho studiato bene solo fino a poco piu' della meta', anche se poi in seguito ho imparato abbastanza presto del materiale che Schoenberg presenta piu' avanti, come ad esempio i vari abbellimenti, le appoggiature, ecc.... Comunque sia penso che come libro di armonia e' piu' consigliato a persone a cui non interessa solo studiare l' ABC dell'armonia, ma farsi una vera cultura a livello intellettuale, e tutto quello che ha scritto Schoenberg, anche le sue lettere, per me e' stata una vera educazione, specie per me che non sono mai andato a nessuna scuola di musica, e comunque quello che so l'ho imparato da solo, (anche se da libri, sempre solo sei....)
  9. e allora? secondo me e' un gran cosa essere influenzati da Bach, non certo una disgrazia
  10. ottima post Rstrauss, se non ti scoccia troppo e non ti prende troppo tempo a mettere l'esempio che hai fatto in un programma di notazione e lo posti, me lo studiero' bene perche' ovviamente sai di cosa parli. Mi piacciono quelli che spiegano come te, negli ultimi due anni ho preso qualche lezione da un compositore romano (non faccio nomi) che 'e bravo musicalmente ma come insegna non va, non e' abbastanza tecnico a livello di teoria. Mi fa sempre due palle cosi' e mi dice 'non studiare piu' teoria, libri, ecc'. Secondo lui, io ho studiato troppa teoria. Io penso che sta male con la testa. Vabbe'.... PS. Senza impegno, naturalmente
  11. come ho scritto prima, parlavo appunto nel contesto piu' semplice possibile cioe' diatonico, usando solo le note della scala.....se uno ancora e' confuso su una cosa come il terzo grado (cosa comprensibilissima), e' inutile che gli tiro fuori le dominanti secondarie, che sono un concetto piu' avanzato.... Ovviamente si puo' usare do7 che tonicizza fa, come hai detto tu. Se e' per questo, puoi usare anche do eccedente che tonicizza fa. Cosi' come posso usare anche semplicemente Do maj7....nota che la settima e' di passaggio, una delle voci suona do-si-la nella progressione Imaj7, IV, ed e' la nota di passaggio, (che dovrebbe anche essere accentata su un battito forte) che rende la progressione interessante. Do7 risolve bene su fa, per ovvi motivi, cosi' come lo fa anche doMaj7.... In quanto alla tua seconda domanda, non ho capito bene che vuoi dire.....comunque sia le dominanti secondarie sono un concetto gia' al di la' dell'uso del terzo grado, penso che se Salomon non ha capito le ragioni per cui il terzo grado e' considerato un accordo 'debole' ,dovrebbe prima capire bene tutte le forze e debolezze degli accordi diatonici, prima di passare avanti
  12. Questo libro apre con una modestia impressionante, una dedica di Schoenberg che dice qualcosa come: 'Questo libro l'ho imparato dai miei allievi'. Schoenberg , come molti di voi sanno, non era un accademico, uno che teorizzava, ma un compositore che insegnava quello che lui stesso aveva imparato nel corso della sua grande esperienza. La sua musica non l'ho mai capita (ho gusti abbastanza tradizionali, conformisti, diciamo ), ma non ci ho messo a capire molto che dai suoi libri si puo' comunque imparare una marea di cose. Questo trattato si discosta parecchio da altri libri di armonia, e' anche un trattato filosofico sull'armonia e quindi a volte le lunghe digressioni che fa Schoenberg, possono provocare un po' di distrazione. A parte questo, secondo me e' un capolavoro, punto. Lo studiai anni fa quando decisi che mi ero rotto le scatole ad imparare armonia e composizione da libri di musica popolare, perche' da essi non riuscivo ad imparare nulla, nemmeno dai migliori libri jazz, alcune volte li strappavo perche' non ci capivo nulla. E non perche' ero scemo....ma perche', secondo me, l'armonia e la composizione la sanno spiegare al meglio solo i veterani classici. Ero stufo di vaghe spiegazioni, oppure di libri dove ci sono un milione di cose, ma dove nessuna e' trattata oltre la superficialita'. Questo libro fu la cura. Inizia da zero, quindi adatto anche agli assoluti principianti ( per principianti intendo di armonia classica, perche' e' impossibile trarre qualcosa da questo libro se non si sa leggere la musica), fino ad arrivare al capitolo che suscita immagini da esploratore armonico , intitolato 'Alle frontiere della tonalita' (almeno credo che la versione in italiano si intitoli cosi', io ho studiato la versione in inglese). Non si deve pero' pensare che questo sia un libro dove Schoenberg insegna la sua tecnica atonale (ho sentito di molti che compravano questo libro con questa aspettativa, secondo me sbagliata). Schoenberg riteneva che fosse di vitale importanza imparare ad usare bene tutte le tecniche armoniche che erano gia' state create prima, mai di buttarsi in tecniche atonali che dir si voglia. Io purtroppo l'ultimo terzo del libro ho dovuto abbandonarlo, ma quello che ho imparato, ha fatto una differenza enorme nella mia musica. (Tra parentesi, ho poi comprato tutti gli altri suoi libri, da cui sto imparando molto) Grazie, signor Arnold.
  13. op 599: buono per principianti, Czerny lo rispetto molto, l'unica pecca e' che ci sono troppi studi nella stessa tonalita'. Ma a parte quello penso che un principiante puo' progredire in fretta perche' ogni studio e' concentrato su una tecnica specifica. L'ho finito piuttosto in fretta ma siccome ho 'saltato' varie cose in passato (ehm...) volevo essere sicuro che non ci sono troppe lacune nella mia tecnica. op 139: questo l'ho iniziato a praticare oggi e mi ci trovo molto soddisfatto, questo mi sembra il passo logico dopo l'op 599 : sempre studi facili di alta qualita' ma in molte piu' tonalita', anche in tonalita' minori. op 821: la bomba. Questa raccolta mi piace moltissimo, ma gli studi sono abbastanza piu' impegnativi. Veri e propri pezzi di musica classica concentrati in sole 8 battute (!). Gli op 599 e 139, invece, sono strutture piu' lunghe, binarie per la maggior parte. La cosa bella degli studi di Czerny e' che nessun studio e' un 'progetto a tempo indefinito', con un po' di applicazione si impara molto e abbastanza presto. Ma in 8 battute? Piu' presto di cosi'! Secondo me questo autore e' ingiustamente sottovalutato, ho sentito dire su di lui un sacco di cose senza senso, tipo che e' simile ad Hanon (si', come dire che una mucca e' simile a una casa). Io a parte fare un po' di pratica sulle scale in tutte le tonalita' per 30 minuti al giorno (e per me e' gia' tanto, perche' dopo mi addormento), non ho la minima idea di fare esercizi scalari senza nessun senso musicale, anche se di sicuro qualcosa da Hanon si impara comunque. Perche' praticare esercizi senza musica, quando esistono gli esercizi con musica.
  14. suono da circa 8 anni principalmente da autodidatta, i primi pezzi che imparai furono un' Invenzione di Bach (penso la prima), il Rondo' alla Turca di Mozart e la Sonatina in Do di Clementi. Da solo, ci misi mesi e mesi, e sebbene le esecuzioni lasciassero a desiderare, suonavo a velocita' moderata e a tempo. Poi successe qualcosa.....iniziai a prendere il piano come uno sforzo (purtroppo, la difficolta' con cui ero partito, credo avesse ,alla fine influito negativamente sulla motivazione). Per i seguenti anni, il piano lo usai solo per studiare armonia. Da circa 3 anni ho deciso di ridarmi da fare con il piano. Di nuovo, mi sono rimboccato le maniche e praticare molto lentamente, ecc. Stava per succedere la stessa cosa: noia dovuta al fatto che stavo praticando sempre le stesse tre o quattro cose. Poi ,quasi per caso, comprai questo libro, 'Scuola di Pianoforte' (Accademia Lizard), il volume 1,di un tale Marco Catarsi, di cui non avevo mai sentito parlare. Ascoltando i molti studi dal CD incluso, scatto' in me una nuova inspirazione: non avevo mai sentito prima un pianista che sapesse suonare in una quantita' cosi' variegata di stili: classica, jazz, blues, ragtime, anche anni 60. il libro 'Scuola per Pianoforte' va dal facile al difficile, quindi e' progressivo. il libro 'Studi Facili' sono degli studi appunto facili ,deliziosi, per principianti, ne parlero' di piu' sotto. Tuttavia, la cosa che mi colpi' di questo pianista/compositore, fu la sua musicalita' e professionalita'. Tutti i pezzi sono davvero molto 'gustosi' e interessanti, c'e' un sacco di versatilita' e secondo me al giorno d'oggi e' importante saper suonare di tutto, non un genere soltanto. Questo libro e' perfetto per questo. (Ho comprato anche molti altri libri di piano e tastiere per 'autodidatti', un mucchio, nel corso degli ultimi anni, sia in italiano che in inglese, molti li ho rivenduti. Questi qui di Catarsi me li tengo.) In seguito mi sono informato anche se avesse pubblicato altri libri, e quasi per caso, scaricai dei brani gratis dal sito della piccola ditta che distribuisce, Bianca Edizioni. ( Non metto nessun link qui perche' non so se si puo' fare, ma potete usare google e cercare) Erano dei brani facilissimi, ma ancora una volta mi colpi' la musicalita' dei brani, cosi' mi sono comprato la raccolta degli studi facili. Questi studi ho voluto impararli per vari motivi: come studi sulla composizione, anche sulla tecnica e sull'arrangiamento 'facile'. E' la prima volta che ho sentito pezzi cosi' facili ma cosi' musicali. Questo autore non e' uno bravino o cosi' cosi', ma un maestro di pianoforte con molta conoscenza alle spalle, specie nell'ambito della musica classica e per teatro. Insomma, i libri di Marco Catarsi mi hanno davvero inspirato a ritornare a fare pratica sul piano, perche' la musica e' davvero piacevole e anche perche' ci sono una miriade di stili interessanti, ed e' a queste persone che raccomando questi libri: quelli che hanno iniziato e che magari hanno perso un po' la motivazione, e che hanno bisogno di qualcosa di un po' diverso rispetto a cose che siano solo classiche o solo jazz ,ad esempio. Li consiglio moltissimo anche a chi si sente ' trito' a suonare troppo lo stesso tipo di musica e vuole divenire un pianista molto piu' versatile (un obiettivo per me importante). Ma naturalmente li consiglio a tutti! Potete ascoltare alcuni degli Studi Facili sul canale youtube di Catarsi, qua ne metto un paio che mi piacciono molto : http://www.youtube.com/watch?v=Yv9tPwLoB3s http://www.youtube.com/watch?v=zsIj8Yss5vI be' ho solo pensato di segnalare dei libri interessanti, tutto qua.
  15. inoltre, ci sono cose che sono una 'versione migliore' di iii, ad esempio, invece di suonare I, iii, IV,V, io suonerei: I, Imaj7, IV,V..... in cui iii e' comunque contenuto, ma l'accordo ha una bella dissonanza 'di passaggio', e inoltre risolve alla terza di IV. Non ho fatto altro che 'aggiungere' una terza sotto iii. Una cosa ancora 'migliore' potrebbe essere Imaj7 in prima inversione, per non ripetere il basso.
  16. non e' che non si puo' usare, ma e' perche' e' un accordo che si trova 'in mezzo' alla tonalita', per cosi' dire, cioe' ne' dalla parte della tonica, ne' dalla parte della dominante, e se lo si usa troppo o in mezzo a troppi altri accordi secondari, confonde la tonalita'. Ma si usa eccome, in molte canzoni pop anni 60, ad esempio nella progressione I, iii, IV,V ironicamente, questo esempio dal pop e' perfetto perche' segue le regole della classica: l'accordo viene 'preparato' da un altro grado aventi note in comune , in questo caso I, e viene seguito da VI, una specie di cadenza d'inganno (si' lo so che in una cadenza il V deve essere maggiore, ma nel caso di iii la progressione di semitono aiuta parecchio, quasi come una sensibile) Quello che sto cercando di ricordare da un po' e' come usare III nella minore armonica, che e' una triade aumentata. Lo imparai da qualche parte ma non ricordo, devo ripassare. Comunque la regola di base e' che gli accordi primari vengono preferiti di piu' di quelli secondari. I secondari si usano solo per variare la frequenza dei primari, cioe' per non usare sempre gli stessi accordi, ma dipende anche da altro, io parlo nel contesto semplice. I primari sono i gradi I, IV e V, i secondari sono tutti gli altri gradi. I secondari piu' utili sono ii e VI........iii e vii non si usano molto, vengono ritenuti versioni piu' deboli di I e V per altre ragioni. Ad esempio, in molti casi invece di iii si puo' usare la prima inversione di I, oppure anche Imaj7 , entrambi, in molti casi, una migliore scelta di iii. Ma iii va bene anche se IV segue. In questo caso, sarebbe una specie di accordo di passaggio tra I e IV, proprio come nella canzone pop. Se lo enfatizzi troppo (dura troppo, o diviene troppo frequente, o ci sono gia' troppi accordi secondari), inizia a indebolire la tonalita', in pratica inizia a suonare 'inutile'. Molto dipende anche dalla progressione delle toniche.
  17. il FA#- e il LA- non fanno parte della stessa tonalita'....si sente subito. Il perche' suonano in qualche maniera collegati, e' per via della nota in comune.
  18. acc.....pensavo il post era stato creato feb 2013, invece e' stato l'anno scorso. E non ero nemmeno ubriaco.
  19. molto interessante, ci sto, fare degli esercizi di composizione mi interessa sempre. Io sono un compositore, non so scrivere fughe ma mi ha sempre interessato scrivere la mia musica, cosa che faccio da qualche anno. E' sempre una piccola avventura. Posso suonarlo e fare la partitura o almeno un 'leadsheet' ,come dicono i jazzisti (dipende da quanto facile mi e' fare la notazione).
  20. qualcuno mi sa dire in che ordine di difficolta' vengono TUTTI gli studi di Czerny? (voglio dire i vari opus, non i singoli esercizi, naturalmente) . Sto per lasciare l' op 599 in quanto ci sono troppi esercizi nella stessa tonalita', anche se per me e' stato molto utile quello che ho gia' fatto (che in verita' penso sia stato un po' troppo facile per me, ma volevo 'indietreggiare' un po' perche' ho saltato parecchie cose durante il mio apprendimento) e sto pensando di iniziare l'op 821, che a mio parere e' davvero grande, sono pezzi in miniatura (in realta' periodi e frasi di 8 battute, io direi che questo e' intermedio-avanzato (specie dopo i primi esercizi), qua c'e' un buon video copyright free, per dare un'idea. Penso che per un pezzo rimarro' con gli studi Czerny per la classica perche' mi piace davvero, secondo me non ha nulla da invidiare agli altri grandi. Chi mi sa dire se c'e' una raccolta di Czerny che sta FRA l'op599 e l'op 821 ? Grazie http://www.youtube.com/watch?v=HPqCI-1NDSI
  21. si' lo so quello che vuoi dire sul fatto che non ci sono diteggiature universali.....ma quello che sto cercando di fare io non e' trovare le mie diteggiature, ma di imparare quante piu' diteggiature possibili, e sto cercando di farlo attraverso due cose: uno, imparare studi invece che pezzi, in pratica preferisco imparare 7 studi piu' corti che un pezzo piu' lungo. Diverse tonalita', diteggiature, stili, ecc Ma questo pezzo di Handel e' da un paio d'anni che ha acceso il fuoco della mia passione comunque grazie a tutti delle vostre opinioni, tutte sempre interessanti.
  22. si' infatti ho proprio quella, in effetti mi sembra abbia istruzioni accurate, ma io ne cerco una con la diteggiatura su ogni nota , lungo tutto il pezzo, acc, ma possibile che nessuno ci ha pensato? scherzi a parte, volevo solo il parere di qualcuno che ne sa di piu', per cui ora mi sento tranquillo In quanto a indovinare....ehm....odio gli indovinelli. Come dice quella canzone dei Queen, 'voglio tutto, e lo voglio subito' In parte e' perche' ho gia' fatto molti errori e perso molto tempo.....infatti fino a qualche anno fa, ho fatto tutto da solo, ma adesso sono proprio il contrario. Certo, in realta' sto sempre a indovinare....proprio oggi ho provicchiato la mazurka in Fa maggiore op 68 n3 di Chopin, accidenti e' abbastanza difficile decidersi sulla diteggiatura
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