Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

Celibidache

Membro
  • Posts

    201
  • Joined

  • Last visited

  • Days Won

    2

Tutto postato da Celibidache

  1. p.s. (lapsus linguae, scusatemi... prima per "martelli" intendevo dire "cavalletti"... Renner possibilmente... )
  2. Benedetti Michelangeli non è stato solo un grande concertista, ma anche un insegnante d'introvabile preparazione. Questa questione sulla "ristrettezza del repertorio" è come la sua supposta "mania" del pianoforte: leggende metropolitane. Dobbiamo considerare che nel periodo in cui è vissuto (e soprattutto in Italia...) le persone si meravigliavano e/o si stupivano molto più facilmente di oggi. Era sufficiente che Michelangeli richiedesse una corda alla Steinway o che si accorgesse di un rullino messo a rovescio (con la vera pelle di cervo di allora si sentiva il fruscio del pelo) che immediatamente lo si credeva maniaco o fuori dal mondo. Allo stesso modo ci si comportava col suo repertorio: lui sceglieva (artisticamente) la musica che voleva portare in concerto, escludendone naturalmente tanta altra. Che, altrettanto naturalmente, conosceva a memoria. Per citare (sempre a memoria... perdonate la traduzione non letterale ) l'intervista rivolta a Grigory Sokolov riportata sul blocchetto del suo ultimo "Salzburg Recital": ".. io porto in concerto solo quello che desidero suonare. Per me è impossibile fare altrimenti. Certo, questo mette in difficoltà gli impresari teatrali, ma così stanno le cose. Non comprendo quei pianisti che suonano tutto di tutti gli autori. Per me non ha senso."
  3. Wikipedia..? In ambito accademico o durante un seminario, il docente ha la libertà (e implicitamente il dovere) di non citare alla lettera, ma di reinterpretare le fonti che si presentano alla memoria senza preparazione, finalità verso la quale la lingua italiana, più di altre lingue, ha una naturale predisposizione... Senza contare che Bertrand Russell non ha mai formulato il concetto in italiano. Ad ogni modo, l'oggetto della discussione erano i martelli dello Steinway... Un saluto
  4. Betrand Russell sosteneva che l'uomo è il mammifero più credulone in natura... crede a tutto per il bisogno di farlo. Tra le tante manie, c'è anche questa dell'assottigliare le corde... senza avere la minima conoscenza della materia.
  5. La norma è mettere Abel, con allineamenti e code alla bene e meglio, rasatura minimale se c'è il tempo, dicendo gentilmente al cliente "ci suoni sopra che poi vedrà che meraviglia....", lasciandolo nell'attesa di risultati che non arriveranno mai. (da quello che mi pare di capire, così è successo la prima volta) Sul fatto della forma, il problema non si ferma a un mero fatto estetico (oltre al fatto che talvolta anche nell'estetica c'è un senso e dei significati,,,), ma anche timbrico e funzionale. A volte mi viene da pensare che molti tecnici prendano troppo alla lettera le figurine dei manuali o le fotografie che si scambiano, senza partire dalla conoscenza di come le cose sono fatte in fabbrica, che dovrebbero essere il riferimento. Ci sarebbe da dire che talvolta credono persino di saperne più della fabbrica, di chi i pianoforti li produce ogni giorno da più di un secolo, cadendo nella millenaria trappola della presunzione di conoscenza e ottenendo risultati semplicemente inaccettabili.
  6. Certo, mi riferivo all'acciaio e, in particolare, al cantabile... dove si suona la maggior parte della musica... Una volta determinato il "centrocampo" sul pianoforte, gli estremi vengono di conseguenza. Per questo molti pianoforti oggi suonano male: per prepararli partono ascoltando gli estremi e poi fanno il centro.
  7. Il lavoro non ha di per sé errori... è pari (se non superiore) alle capacità del tecnico italiano medio. I martelli (Renner prodotti specificamente per Steinway) sono di altissima qualità. Che non suonasse con Abel è normale. Allo stesso tempo mi chiedo perché ci sia ancora questa mania di rasare le spalle "a diamante"... Oltre al fatto che in fabbrica non fanno così (che sarebbe già un valido motivo per evitare...) non si fa altro che accorciare la vita del martello, renderlo più facilmente e velocemente solcabile e rendere il suono ambratamente "vacuo", cioè lo si svuota "sotto". Perché avere meno quando si può avere di più...?
  8. Sugli Steinway all'aumentare della lunghezza, i diametri (il calibro) delle corde aumentano. Non conosco la ragione per la quale molti tecnici dicano invece il contrario...
  9. Da 442 a 445. Non oltre (pena un eccessivo assottigliamento del suono) e non al di sotto (suono afono e impersonale). Sui pianoforti di una certa dimensione, c'è anche il fisiologico bisogno di una lieve maggiore tensione per mantenere stabile l'accordatura, poiché all'aumentare della lunghezza dello strumento, aumenta anche il diametro delle corde.
  10. Temo che siano davvero pochi i pianoforti che si possano dire in condizioni "da concerto"... o semplicemente di fabbrica... Questi pochi sono accordati a 445 Hz. (Herz più, herz meno... mai a 440... neppure in fabbrica)
×
×
  • Crea nuovo...