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Piano Concerto - Forum pianoforte

Celibidache

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Tutto postato da Celibidache

  1. Esattamente Luca... in fondo il poveretto non sentiva niente e la cosa più naturale per la mente umana è creare un suono perfetto, ideale, non certo pieno di difetti. Chi ce la vede un'hammerklavier suonata su un fragile fortepiano che al primo accordo è già tutto da riaccordare? Anzi, a dire la verità, i "fortepiano" sono tutti decisamente "inaccordabili", visti i loro aspetti progettuali. Ma la fragilità del suono in sé, il carattere... Già l'attacco della Patetica ha poco a che vedere con gli strumenti dell'epoca e al tempo le nobildonne saltavano il primo tempo per passare direttamente all'adagio cantabile... Non possiamo esserne certi, ma credo che Beethoven avrebbe accolto con un sospiro di sollievo, per non dire con meraviglia, uno Steinway nuovo di zecca appena uscito dalla fabbrica... (non quelli taroccati e malaccordati che attualmente girano per i concerti)
  2. La diplomazia è sempre la disposizione migliore, ma con un individuo del genere, sinceramente si fà fatica a restare con le mani in mano. Conosco bene quel genere di persone (sono come fatti in serie naturalmente...) e dietro l'apparente innocuità, alla prima occasione, ci sono dei nuovi "Nerone", pronti a dare fuoco al mondo intero. Sostanzialmente, dei maniaco-depressi chiaramente sociopatici. Su quel libro si lancia in disquisizioni manicomiali sul fatto che i suoi compagni di conservatorio, quelli più bravi, più dotati e più impegnati di lui, adesso siano magari solo dei bancari qualunque, mentre lui invece è una star... Il tutto compenetrato da un pressante implicito disprezzo, invidia e sarcasmo per qualunque compositore che non sia lui. Profondamente diseducativo per i giovani.
  3. Stefanus, c'è tutto scritto negli articoli che ti ho linkato... Ha lavorato con Jovanotti, ma non è durata... il ragazzo voleva arrivare in alto... voleva togliersi tutti i "sassolini" accumulati in decenni di "emarginazione musicale"... su queste cose ha scritto persino un libro. (da cui altre cariolate di soldi...) Dovresti vedere che pagine piene di disprezzo e di risentimento verso tutto e tutti. Una vergogna.
  4. Il "nostro" timido ragazzo capelluto, in realtà, è ben altro... http://www.lettera43.it/cultura/allevi-la-parabola-discendente-della-musica_43675103288.htm http://www.ilpost.it/2015/03/23/libro-saturnino-giovanni-allevi/
  5. Guardate che, in fondo, è semplice la questione... Allevi bazzicava da una vita "nell'ambiente" (ha più di quarant'anni il ragazzo), come i tanti attori che lasciano il loro "book" alle varie agenzie in attesa di una chiamata, di un lavoro... Non ha mai avuto nulla a che fare con la musica d'arte e non soddisfece neppure Jovanotti che lo contattò per un arrangiamento. In pratica Allevi è rimasto in "stand-by" sino a quando il clima dei talent non è esploso con i vari "amici" di Maria De Filippi... Per una curiosa convergenza di mode e di eventi, Allevi alcuni anni fa si ritrovava a rappresentare l'ideale del "pianista nerd", scapigliato, malaccorto, imbranato e l'agenzia che lo teneva, esperta di queste cose, ha colto l'occasione e si sono fatti i milioni. Dopo una vita "al margine", era l'uomo giusto al posto giusto nel momento giusto e ha avuto il suo momento.
  6. "I hope I die before I get old " recitavano alcuni suoi colleghi di quel periodo...
  7. Non ho altro da aggiungere... (Se non che Allevi ha effettivamente qualche "problemino"... ma che gli hanno fruttato parecchi soldi...)
  8. Stefanus, per me è un complimento... Però credo veramente che in testa avesse, non dico l'esatta formulazione, ma l'idea di quello che sarebbe poi stato pianoforte moderno, che non è altro che l'affinamento e la "purificazione" di ciò che si può sentire in quei rudimentali strumenti a lui contemporanei. Senza contare che la sua completa sordità lo teneva lontano dalle impressioni e dalle abitudini del mondo sensoriale. In un modo o nell'altro, era costretto a "sognarseli" i suoni e, tutto sommato, è molto più facile immaginare un suono perfetto, ideale, di uno pieno di compromessi come quello di un fortepiano di quel tempo.
  9. Ci sono oggi sul mercato pianoforti di matrice e progetto europei (come ad esempio il Feurich), ma prodotti in Cina, che sono veramente molto buoni, ma talvolta preparati in modo un pò sommario (la preparazione fatta come si deve è un'operazione lunga e da qualche parte dovranno pur risparmiare...) Di conseguenza, magari per una sciocchezza o per una regolazione, sono spesso oggetto di commenti poco favorevoli da parte dei tecnici che di volta in volta intervengono, spesso suggerendo modifiche o interventi radicali. Mi raccomando: evita che questo accada. Non ascoltare chi ti consiglia di stravolgere uno strumento nuovo. I tuoi problemi sono quelle cose normali di uno strumento nuovo che è stato regolato un pò di corsa... tutto qui. Valuta anche tipo e quantità di cartine e delle misure degli sfondi...
  10. Considerando carattere e struttura delle sonate, Beethoven da genio e sordo totale quale era, probabilmente aveva già in mente quali caratteristiche e possibilità si sarebbero raggiunte poi col moderno Steinway da concerto... altrimenti, in fondo, non ci saremmo mai arrivati... Dubito che lui vorrebbe ritornare al Broadwood...
  11. Ma io sono d'accordo completamente... (anche sul fatto che il Cobra sia... esilarante....) Quello su cui non sono d'accordo (e non solo io... tutto il mondo accademico) è questa tendenza a fare della musica una "scienza". Oltre ad essere subdolamente offensivo è oltremodo pericoloso.
  12. Simone, te la prendi con me senza renderti conto che uno come quello lì lo metterei in manicomio... Il problema, a mio avviso, è il significato superficiale e un pò dozzinale (se posso permettermi) che diamo ai termini "oggettivo" e "soggettivo", come se il primo fosse garanzia di correttezza e il secondo garanzia di porcate. Questo volevo dire. La scienza sta insegnando che nulla di oggettivo c'è nell'umano agire... tutto è compenetrato dalla propria "coloritura" soggettiva personale. Per me non è quindi la necessità di una "oggettività" in arte ad essere il problema, ma che ci siano delle soggettività adatte all'arte. Non so cosa ci sia di così eretico... Celibidache, c'andava giù ancora più pesante. L'avreste messo al rogo.
  13. Il problema è cosa hai visto nel mio pormi. Non mi sembra di aver detto niente che non facesse parte della normale dialettica che avviene quando si trattamo questi argomenti. Se poi si è a digiuno di queste cose, è un altro discorso e magari ho sbagliato. Tuttavia, voglio sottolineare che quello che ho detto non era farina del mio sacco... Ho solo riproposto le tesi dei più importanti interpreti del nostro tempo. Credevo potesse far piacere... tutto qui. Veramente. Chiedo scusa. Non si ripeterà.
  14. Solo un ultima cosa. Sono stato cresciuto da una persona che è stata tra i padri fondatori di questa nazione. Mi è stato insegnato d'andare con la schiena dritta e di dire quello che penso con rispetto e sincerità. I miei interventi avevano la sola finalità di dare il meglio (o il mio meglio) in merito all'argomento trattato. Non c'era altro. Se poi siamo ancora al punto in cui chi dice qualcosa con convinzione finisce in croce, beh, allora siamo proprio uomini di scienza.
  15. P.s. Attenzione che con il web si perde il senso della realtà, che è un perno essenziale per la stabilità della propria personalità. Di "like" ne ho presi (con mia somma sorpresa) parecchi in rapporto alle mie "uscite" (Anche tu Simon ne avevi apprezzato uno...) Ma chiedo di scusarmi... Se siamo tra accademici e i "likes" sono il suggello dell'autorità intellettuale, guardate, non fa per me. Saluti.
  16. Ecco il solito meccanismo della proiezione... Ma chi aveva detto qualcosa... se date chiari sintomi che siete tutti pronti per anni di dura psicoterapia, non è colpa del sottoscritto. Ciao!
  17. P.s. Al solo fine d'evitare che qualche lettore esterno, magari giovane, possa venire indotto a percorrere sentieri malevoli, tengo a precisare che TUTTI i miei interventi erano tratti dalle posizioni di Andras Schiff, Grigory Sokolov e Sergiu Celibidache. Se avete qualcosa da dire su quanto da me espresso, rivolgetevi a loro.
  18. Mammamia... lasciamo stare! (Comunque c'è chi aveva apprezzato i miei interventi... ma giusto così, per inciso) Saluti e figli maschi!
  19. Ma, scusa... dai i numeri? Sei esploso in un mare di giustificazioni e di "io sono questo e tu non sei un..." del tutto immotivate. Non volevo parlarne (entriamo proprio in un argomento da dottorato in scienze della comunicazione, sempre che non entriamo nella tua odiata filosofia...), però, sinceramente, ci puoi mettere tutta la faccia che vuoi, ma è Martha Argerich o Claudio Abbado che trovo in vendita sullo scaffale quando vado in libreria... Comunque non comprendo la ragione di tutto questo rivalersi su chi aveva solo, appunto, fatto un pò di sana "filosofia". Ce ne sarebbe parecchio bisogno oggi, sa ingegnere? Riguardo alla mia persona, non ho bisogno di compensare la mia vita reale con il web. Sono già contento così, credimi. Molto anche. Un caro saluto.
  20. Il termine "aleatorio" è frequente tra coloro i quali si ritrovano alla prima lezione di filosofia... Ad ogni modo, quello che volevo dire non è stato ancora colto... ovvio che risulti oscuro. Per quanto mi riguarda non lo nascondo (siamo ancora in democrazia, no?), l'interpretazione è come l'arte drammatica: non è per tutti. La professoressa del liceo può recitare un passo del Macbeth, conoscerne l'intima struttura, ma questo non fa di lei un'attrice. L'errore cruciale è pensare che sulla partitura ci sia tutto, nei minimi dettagli. E' da questo assunto che poi saltano fuori i "Cobra" della situazione, non dalla libertà interpretativa. La musicalità e la sensibilità interpretativa sono un DONO che trascende e prescinde lo studio e la tecnica.
  21. P.s. Sostenere che in partitura ci sia tutto, è come dire che chiunque possa recitare Shakespeare come John Gielgud o Lawrence Oliver. Queste sono informazioni errate.
  22. Ecco che ci scaldiamo subito senza aver colto il significato del mio parere. Per fortuna che non siamo davanti a una partitura, altrimenti immagino già il macello... Altroché cambiare le note. Non sappiamo neanche cos'è e cosa significa intepretare... Ad ogni modo, quando ci si prende la libertà di dare del superficiale a una persona (che può capitare...), occorre prima capire se abbiamo colto il senso di quanto espresso, altrimenti si fà come con il "carpe diem", che tutti hanno orgogliosamente sulla bocca dieci volte al giorno, ma di cui quasi nessuno conosce il reale significato. La stessa cosa vale per "l'impuntarsi". Oltre al fatto che sono tutte insicurezze latenti, impedisce la propria crescita personale. Se non ci imponiamo ogni giorno di "rivedere e ridiscutere" spontaneamente le nostre posizioni, condividendole con il prossimo, anche quando sono marcatamente divergenti, non scorgeremo mai eventuali inesattezze che, anche nei migliori casi, da qualche parte ci sono sempre. Tutto è perfettibile... Niente è immobile nell'universo. Comunque, chi ha mai detto di cambiare le note? Di certo non io... Anzi, il contrario! Non vi siete accorti che, credendo di essere dalla parte di una sorta di "filologia storicamente informata", di rispetto totale della partitura e del compositore (quanto rispetto sento per Beethoven... Se ne parla sempre come fosse stato un cretino totale...), siete caduti nella tipica cecità del dogmatismo isterico. (atteggiamento peculiare del purtroppo dilagante fondamentalismo religioso) E qui non è diverso. Si spendono infiniti fiumi d'argomentazioni da dibattito aristotelico sulla nota che "forse c'era o non c'era sul fortepiano di Beethoven...", oppure, "Beethoven aveva già provato i Broadwood...avrebbe dovuto saperlo...", arrivando anche a misurare o ad ipotizzare i tempi di decadimento della nota, senza avvertire nessun segnale del fatto che forse stiamo producendo il più profondo e radicale atto di corruzione e di deformazione, per non dire di pervertimento, del contenuto musicale originale. In altre parole, credendo di porci in modo rigoroso e infallibile, in realtà stiamo smantellando Beethoven senza saperlo. E' la superbia degli onniscienti... In realtà, Beethoven (credo lo sappiano anche i muri) non componeva "esattamente per il suo fortepiano" e neppure "per il pianoforte". Beethoven componeva MUSICA e nel caso particolare delle sonate per pianoforte, la sua concezione era fortemente ed intrinsecamente orchestrale e sinfonica. Non è possibile comprendere nulla delle sue composizioni per pianoforte senza avere costantemente in mente le caratteristiche dell'organico dell'orchestra sinfonica e del quartetto d'archi. Altroché tempi di decadimento del fortepiano... Anzi, paradossalmente ed enfaticamente parlando, nelle sonate per pianoforte di Beethoven, l'aspetto meno importante è il pianoforte. Di conseguenza, parlare per decenni se quindi "quel mi" (il cretino) l'avesse messo perché era ubriaco o perché l'aveva visto sui nuovi strumenti, è onestamente sciocco, sommario e da incliti che dovrebbero darsi all'ippica. Beethoven è stato il più grande compositore di sempre. Sapeva quello che faceva. E se nella versione data alla stampa (da cui le odierne urtext) una nota c'era o non c'era, vuol dire che COSI' DEVE ESSERE. Punto.
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