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Piano Concerto - Forum pianoforte

giovannig

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Tutto postato da giovannig

  1. Se la risposta a parità di sfondo è differente significa che permangono delle discrepanze su altri parametri, come ad esempio la posizione dello spingitore sotto il rullino o l'usura/deformazione degli stessi. In questo caso la verifica geometrica non è sufficiente, subentra l sensibilità del tecnico che saprà trovare un buon compromesso.
  2. Non è anormale. Dipende poi da quanto emerge, passami il termine, il tasto nero una volta premuto sopra i bianchi non premuti. Va bene tenere i neri 12 mm o 12,5 mm sopra il livello dei bianchi a riposo, ma poi lo sfondo deve essere tale per fare modo che i cavalletti si sollevino tutti alla stessa altezza sia che premiamo un tasto bianco sia che premiamo un tasto nero, ovvero che tasti neri e bianchi abbiano alla fine di tutto lo stesso dopo tocco o scalino o afterttouch (che fa più figo ma è la stessa cosa). Il tasto nero si deve sollevare in centro se quando lo si regola con lo sfondo corretto come detto sopra non emerge dai bianchi sufficientemente (dai 2 ai 3 mm)... Tutto dipende da dove si trovano i fulcri dei tasti (punte di centro) e le punte dei fori anteriori dei neri rispetto ai bianchi e anche, attenzione, dallo spessore della plastica bianca che potrebbe essere più spessa se è stata sostituita (e la domanda sorge spontanea, il pianoforte è per caso rigenerato?) Ciao
  3. Se ti può consolare ho visto tanti pianoforti anche di valore dove la donna di casa aveva appoggiato per anni i suoi vasi i fiori. Ogni tanto l'acqua per innaffiarli cadeva giù attraverso la cerniera del coperchio piccolo...se non è tanta è tutta in una volta non arriva alla meccanica, si dovrebbe proprio allagare. Ma l'acqua sporca la tavola, si impasta con la polvere e dopo decine di anni non è un bel vedere. Una volta è capitato che arrivasse il temporale durante il rifacimento di un tetto, non avevano messo i teli di protezione. In quel caso l'acqua fu tanta è il pianoforte andò disarmato, fatto asciugare etc etc...
  4. Però se hai il tuo tecnico di fiducia vicino gli chiederei di passare a vedere la situazione non si sa mai, a volte l'occhio più esperto vede delle cose che il pianista può non vedere.
  5. Perfetto se la meccanica è asciutta un po' di acqua sulle corde e sulla tavola non crea problemi. Purché sia stato asciugato bene il metodo non conta. Va benissimo ciò che fatto.
  6. Che disgrazia! La meccanica è stata tolta subito? Spero di sì perché se L'acqua arriva ai Martelli difficilmente sono poi recuperabili. Le altre parti, se si tratta solo di una zona limitata agli acuti possono essere asciugate. Pulire bene con dei panni anche tra le caviglie e le corde. Nulla di irrecuperabile ovviamente, ma controllate anche la meccanica. Per valutare meglio bisognerebbe vedere.
  7. Sostituiscila allora, chi te lo vieta, fidati del tecnico poi ci dirai come è andata. Ciao
  8. Poi nessuno vieta di provare con dei campioni, soprattutto sul cantabile dove si rilevano le maggiori differenze tra la carie martelliere. Prendere una martelliera e montarla sperando che vada bene non è mai una scelta appropriata per il tecnico, ci sono tecnici di lung esperienza che hanno sostituito miglia di martelliere e tengono sempre i martelli di scarto proprio per provare. Purtroppo oggi la metodologia di costruzione delle martelliere cambia, quindi bisogna ricorrere il mercato. La stessa Yamaha adesso, ho accordato da poco un C3 X appena uscito dalla fabbrica, fa i martelli con un doppio strato di feltro incollato.... Però alla fine credo che molto dipenda dalla qualità del feltro utilizzato è dalla tensione applicata dalla pressa. Con i due strati o tre probabilmente viene meglio tendere il feltro anche con presse non all'avanguardia.
  9. Eh sì anche il sole fa la sua parte, non amano il secco non amano il rumore etc...
  10. Si può fare con una coperta di lana, o comunque utilizzando tessuti che siano assolutamente traspiranti (no eco pelle, nylon etc) perché potrebbero trattenere umidità e fare più danni che benefici. Se il locale non è climatizzato le condizioni climatiche avverse come l'umidità e il freddo in inverno influenzano comunque il pianoforte, la copertura comporta solo un ritardo nello scambio tra ambiente Pino e ambiente stanza, ma prima o poi si portano all'equilibrio. Quindi tanto vale usare una copertura di cotone, con lo scopo di limitare gli effetti della sola polvere. Ciao
  11. L'insetticida non elimina le uova, noi usiamo il petrolio bianco ma annegare il piano armato di petrolio (che bada bene sul legno non lascia nessuna traccia perché poi evapora) non è una buona idea. Lo si fa su pianoforti disarmati che poi devono anche riposare parecchio prima di riprendere il lavoro. Di sicuro suonando il piano di continuo i tarli se ne vanno, aggrediscono i pinoforti in disuso, fermi e dove c'è un pochino di umidità. Ciao
  12. Io chiederei la martelliera alla Yamaha, ma è un mio parere. Quella Martelliera che hai linkato è la stessa di cui ho messo le foto più in alto (non so se ti sei accorto o se hai capito) e c'è anche il prezzo tra le mie due foto. È una martelliera economica, non è originale Yamaha e se il pianoforte fosse il mio lascerei quella consimata piuttosto che montare quella che abbiamo linkato. Però è un prete mio, tu fai come vuoi.
  13. Ecco qui l vedi bene in un pino costruito tra gli anni 70 e 80 Ma non capisco cosa cambi. Ciao
  14. Basta girare per negozi, se vuoi ti mando in un negozio dove c'è un C3 con la martelliera ancora originale matricola circa 2 milioni ed è così, impregnata e con il sotto feltro giallo. Mentre intorno ai 4 milioni diventano col sotto feltro rosso poi sparisce l'impregnatura e oggi con C3 X fanno il martello a due strati di feltro. Ma quale è il problema? Se la cambi dovrai sceglierne una idonea. Uguale non la trovi
  15. Basta vedere su strumenti coevi, ma credo che fosse di quella tipologia che hai su. In ogni caso non la fanno più.
  16. Se sei sicuro significa che la martelliera che hai è timbrata ABEL, giusto? Non perché qualcuno ti ha detto così. Probabilmente lavoravano in altra maniera, quella che riceveresti oggi sarebbe diversa per costruzione e tipologia di rinforzo/imoregnatura. Non aspettartela identica. La rastrematura fatta a mano come nel tuo caso consiste nel tagliare due fette di feltro dal martello, oblique, da una parte e dall'altra in maniera alternata per evitare che entrino in collisione. È un rimedio che si utilizza quando lo spessore del martello non è corretto, troppo largo. Sul suono influisce a livello di potenza (il martello si alleggerisce un poco, circa mezzo grammo, e ha un impatto più debole sulla corda a partità di tocco visto che la massa inerziale è inferiore), ma non a livello di timbro, in quanto il timbro varia in relazione alla tipologia/densità del feltro. L'intervento di "intonazione" corregge infatti il timbro agendo sul feltro, non il tono. Ciao
  17. I martelli sul tuo piano sembrano simili, molto simili, ai Martelli che faceva la Imadegawa (ditta giapponese) e che ho visto molto spesso montati su Yamaha "rigenerati" anche verticali, chissà probabilmente li montavano anche in origine. Di Imadeguawa conservo ancora un martello di un set che avevo trovato montato su uno Steinway vecchio, caspita che martelliera!!!! chissa se FTP ha ancora qualche avanzo sugli scaffali, le metteva in catalogo nel 2000/2001 come martelliere "di alta qualità" ma senza indicarne La marca. Ciao
  18. Il martello che vedo in foto ha una costruzione che non è più prevista, nessuno esegue più L'impregnatura del cono in quel modo e molti costruttori di martelliere adottano il doppio/triplo cono incollato per formare il martello (si vedono delle coroncine e i tre strati di feltro incollati se si osserva bene la Abel attuale per C3). Quindi dubito che ti arriverà la martelliera identica, non crederci perché non è così. Se ordini la Abel per C3 arriva quel che vedi qui in foto e sono due martelliere completamente differenti, anche se ad un occhio inesperto possono sembrare simili. Io chiederei alla Yamaha una martelliera originale pre intonata (costa di più ma almeno la foratura è precisa ed eviti interventi quali la rastrematura dei martelli che sui bassi sono stati affettati, e non è così). Osserva bene le foto, ciao.
  19. Così a orecchio direi che il dimensionamemto è corretto, inutile cambiare. Sul la tre sarebbe corretto il numero 18 di acciaio,1,025 mm, sul la 4 il 17, 0,975 mm, sul La5 ail 16, 0,925 mm e così via ....
  20. Ma no, si misura la porzione di corda vibrante dalle punte del ponticello al capotasto o agraffe.
  21. Comunque potresti misurare la lunghezza dei LA3, LA4, LA5 e se riesci i diametri in modo da avere una indicazione sulla necessità di dover rivedere il calibro delle corde
  22. Certo Paolo, soprattutto bisogna verificare lo stato di tavola, ponticelli e catene. Ho appena restaurato un anelli modello 10 del 1919, alto 1,40.... Catene scollate, ponticello dei bassi da rifare, un disastro. Comunque non male il risultato considerando che ho recuperato le corde dei bassi (calcolate bene, inoltre il piano non era mai stato accordato secondo me). Ho diminuito il carico sulle corde di acciaio, stava sopra gli 80 kg. Comunque va tutto bene, sto a Capri e mangio
  23. Quando si tratta di pianoforti centenari e con corde molto lunghe in genere in sede di restauro si ricalcola la cordiera in modo da ridurre il carico sulla caviglia, per stare sotto i 75 kg di trazione per corda. In base alla lunghezza della corda il suo spessore ne determina la tensione, può capitare di dover saltare anche due numeri, dipende dal progetto. Di sicuro non c'è nessuna regola di progressione, solo il calcolo e la scelta. Bluthner centenari per esempio hanno 3 o 4 cori prima dell'incrociatura dove il calibro diminuisce improvvisamente di due numeri anziché rimanere costante o aumentare. Talvolta i costruttori non usano nemmeno le mezze misure, partono dal 13 e arrivano al 19 o 20.... Se non sei in grado di eseguire un nuovo calcolo puoi usare le tabelle di Fenner oppure copiare la situazione esistente Ciao
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