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Piano Concerto - Forum pianoforte

francescochopin90

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Tutto postato da francescochopin90

  1. Ciao a tutti. Scusate la mia lunga attesa, ma mi sono sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Ma sono qui, vivo e vegeto, meglio di prima ☺ Ad ottobre ho fatto sostituire la martelliera, con sostituzione del feltro delle mortase, delle aste e dei rullini. Quando la meccanica è tornata a casa, alcuni tasti suonavano a vuoto nel pianissimo fino a bloccarsi (praticamente lo scappamento rimaneva bloccato in basso lasciando anche più in basso il relativo martello). Il tecnico è intervenuto aumentando la carica della molla e allo stesso tempo aumentando di poco la distanza dello scatto dalla corda solo sulla zona corrispondente alle corde ramate. Il problema si è risolto e il suono è migliorato col tempo, a vantaggio di un gradiente dimamico piu ampio. Ma è tornato un problema analogo su un altro tasto sempre sui bassi (il si0), in modo diverso e più lieve: non si blocca mai, ma non suona se non abbasso il tasto da vicino (praticamente se lascio cadere il dito dall'alto, non suona, ma da vicino sí). Poi ho notato che alcune note fanno un fastidioso "ploc" se suonate fortissimo (altrimenti non lo fa). Ho tralasciato questi problemi per via dell'intervento e della mia riabilitazione. Deve venire il tecnico appena può, anche per rivedere l'allineamento dei martelli. Quale potrebbe essere il problema?
  2. Per quanto riguarda il tonale, non credo sia fondamentale (parlo di me). Nel mio pianoforte è assente e non ne ho mai sentito la necessità. Quando è presente, può dare un aiuto in più in alcuni casi, ma personalmente non l'ho mai usato.
  3. Sul quarto di coda, ti consiglio lo Yamaha C1, con prestazioni molto elevate.
  4. Concordo con Simone! C'è da aggiungere che più è grande il pianoforte e più è lunga la leva del tasto con un conseguente controllo dinamico più raffinato.
  5. Sicuramente sono le molle troppo cariche o anche una caduta del martello troppo vicina, dipende dalla meccanica. Di che pianoforte si tratta?
  6. Ma no marcy63 Nulla è perduto di ciò che si è imparato. Un po' come quando metti da parte qualcosa e devi stare a cercarla dopo anni, ma è lì, fra tanta roba. Io ho lasciato, tradito, la musica, ma lei non tradisce mai! Dopo 5 anni ho ripreso e meglio di prima.
  7. Io lo uso sempre allo stesso modo basandomi su un principio ben preciso: il diaframma e l'alternanza di tensione e distensione. In base al contesto storico modifico la quantità di pedale, ma non il suo principio (o almeno quello che è per me). È difficilissimo spiegare a parole come pedalizzo, magari se ci incontrassimo... Comunque posso dire che su pianoforti eccellenti posso anche eccedere col pedale senza mai sporcare, anche con un fraseggio staccatissimo. Per quanti riguarda l'armonia è tutto giusto (per esempio su un accordo di dominante uso un pedale più generoso rispetto a un accordo di tonica proprio perché c'è più tensione). Però in alcuni casi credo sia lecito "sporcare" l'armonia. Per me è impensabile suonare il pianoforte moderno senza usare il pedale di risonanza. Ma è solo la mia opinione. Riguardo al pedale sinistro (detto "una corda", non "sordina"), ne faccio un generoso uso, ma, come sempre, razionale. Non dimentichiamoci che si modifica il timbro! Come il pedale di risonanza, lo uso nelle varie gradazione di affondo, perché, anche se non lo abbasso sufficientemente da eliminare una corda, comunque viene usata una zona di martello diversa. E poi la corda suonerebbe comunque per simpatia. Riguardo alle critiche, se un musicista è criticabile, è sulla strada giusta. NOI musicisti certe volte siamo chiusi di mentalità, mentre dovremmo aprire le nostre vedute alle novità, anche interpretative. Non sono un amante particolare della filologia per vari motivi. Suonare rispettando e differenziado i periodi storici, senza però eccedere.
  8. Apro questa discussione col titolo. Ditemi tutto ciò che pensate, qualsiasi cosa. Se ne parla così poco, ma secondo me è il respiro del pianista.
  9. Io credo che flauto sta a strumento ad arco come pianoforte sta a strumento a corde percosse come tastiera sta a strumento elettronico. Cosa voglio dire? Che si tratta di differenti tipologie di strumenti musicali che possono evolversi soltanto se si distaccano dall'emularsi. Anche l'organo è nato per riprodurre in un certo modo l'orchestra,in alcuni esemplari romantici in modo impressionante, ma senza la pretesa "ossessiva". Rimane sempre uno strumento a sé, con un suo repertorio, con un suo carattere, con una sua tecnica eccetera. Così dovrebbe essere per lo strumento digitale. Pensate se, alla nascita del fortepiano, questo avesse dovuto a tutti i costi emulare il clavicembalo nel timbro, nel tocco, nella tecnica, con l'unica differenza di un maggior gradiente dinamico: non conosceremmo il pianoforte moderno, non conosceremmo Liszt, Chopin e tanti altri. Quindi lasciamo al pianoforte la sua unicità e diamo l'opportunità al pianoforte digitale di distaccarsi definitivamente dalla sua controparte acustica e di prendere il volo. Quindi anche sull'aspetto meccanico: se tanti accorgimenti hanno come risultato solo una sensazione più "pianistica" a chi la deve toccare, senza alcuna relazione sul lato sonoro, non hanno senso di esistere. Se suono il pianoforte, mi aspetto un certo tipo di tastiera e sensazioni (che variano dal verticale al coda), al clavicembalo esse sono diverse, come all'organo e come alo strumento digitale. Quando mi ritrovo a suonare una tastiera elettronica, mi vengono meno una serie di sensazioni che sono alla base del mio tocco "pianistico", non conosco tante funzioni e mi sento un incompetente, un dattilografo. Conosco persone bravissime a suonare la tastiera, che mi fanno davvero venire la pelle d'oca, ma, messe di fronte a un pianoforte, diventano sterili, senza minima cognizione di cosa sia il tocco, si sente che stanno suonando come farebbero su una tastiera. È normalissimo: sono strumento completamente diversi che in comune e hanno solo la disposizione dei tasti della tastiera.
  10. La libertà di parola e di stampa è,a mia opinione, un'illusione. Può parlare solo chi ha le competenze per farlo. Sono infermiere, ma sento spesso gente sparare minchiate e mi ritrovo nella situazione di non poter controbattere. Se non hai competenze di fisiologia, biochimica, patologia, ti devi stare zitto, tacere! E invece il rimedio dela nonna diventa magicamente più efficace di ciò che propone la scienza solo perché è popolare (sto facendo una lotta contro certo diete iperproteiche o prive di glutine proposte da sedicenti dietologi o medici espulsi dall'albo!). Così è nella musica: se non sai, ti devi stare zitto, muto, o almeno dire di essere ignorante in materia. Ho pubblicato un messaggio su questo forum proponendo un sistema per lo scappamento sui digitale premettendo di essere ignorante in materia. Non si può parlare di tutto!
  11. Esatto Simone. Per quanto mi riguarda, si potrebbe suonare anche col naso Purché il risultato sia dignitoso. Spesso trasgredisce a certi miei principi perché secondo me il passaggio lo richiede. Non esistono regole fisse nella medicina, figuriamoci nell'arte. Però è bello e interessante sapere come ognuno di noi lo fa, da quali scuole deriva il nostro approccio e quali sono le considerazioni nate da riflessioni e sperimentazioni personali, le più importanti secondo me, perché sono alla base della "nostra scuola" e che tramenderemo.
  12. Ma nei digitali non basterebbe un "tasto nel tasto"? Cioè, abbassando un tasto, a fine corsa andrebbe ad azionare un secondo tasto con molla dando la sensazione dello scappamento. Detto nella mia totale ignoranza in materia...
  13. Non dico che non bisogna arrivare al fondo del tasto, bensì non scaricare l'energia sul tavolaccio: anche affondando con decisione, mi piace sentire il martello.
  14. Chi mi ascolta, dice che ho la tecnica per suonare bene Mozart e Schubert e Beethoven. Anche se amo moltissimo la musica di Chopin e Schumann, parte importante del mio repertorio. Ho sempre studiato applicando molto peso e una tecnica basata sulla caduta. Ma ho cambiato il mio modo di suonare da un anno, da quando ho acquistato il mio Yamaha C3, particolarmente scattante e sensibile rispetto agli altri presenti in negozio. Proviene dal negozio di Angelo Fabbrini e vendutomi dal fratello Vittorio.
  15. Che bella! Sono molto interessato a conoscervi e a scambiare opinioni.
  16. Esiste un peso, che è quello naturale che ti permette di essere rilassato. Le dinamiche dipendono dalla velocità che imprimi sul tasto: più scende velocemente, più forte sarà il suono. Di soloto si insegna a suonare prima tutto forte per poi applicare le dinamiche; io faccio il contrario: suono tutto piano, ovvero abbassando lentamente il tasto, perché sostengo che, solo se acquisto la capacità della lentezza, sarò capace di velocizzare il gesto e di realizzare un forte "fisiologico". Poi considera che il gesto pianistico deve trasmettersi sul feltro del martello, che deve compiere un movimento veloce ed elastico: una forza impressa in modo snaturato, pestato (quando vedi suonare dall'alto, per caduta "incontrollata"), imprime al martello una corsa frenata nel momento più decisivo in cui si realizza il suono, il momento del contatto e della caduta dalla corda. La forza non viene dai muscoli delle dita (che poi si trovano nell'avambraccio!) o delle braccia, ma dalle spalle, dalla schiena e dal diaframma. Anzi, ti dico che per un forte deciso, la forza deve venire dallo sfintere anale, come se tu dovessi compiere uno sforzo evaquativo. Anche il modo in cui respiri è decisivo. Prova ad applicare lo stesso peso: in fase di ispirazione, tutto si muove verso l'alto (sospensione); in fase di espirazione, verso il basso. Il nostro respiro coincide col respiro musicale: ispirazione (suono sospeso), espirazione (suono "viscerale") e di nuovo ispirazione (suono sospeso). Se ci pensi, la gamba fa lo stesso: in ispirazione, poco o nullo pedale, in espirazione, pedale più abbondante; più il respiro è ampio, più il pedale affonda con la possibilità di essere cambiato senza mai essere tolto (il "tremolo di pedale"). Quindi anche il pedale non è solo un effetto, ma è il nostro respiro, l'equivalente, per il pianista, della bacchetta del direttore d'orchestra o dell'archetto degli strumenti ad arco. Tutto applicando lo stesso peso del braccio, che è solo un mezzo per collegare le dita ai nostri visceri, i veri partecipanti al tocco pianistico. Cerca di non sentire mai il fondo del tasto (energia sprecata, soprattutto nel coda), o caso mai il tuo fondo non deve corrispondere al tavolaccio sotto la tastiera, ma al feltro del martello. Pensa che il tasto sia il tuo martello e che hai la possibilità di venire direttamente a contatto con la corda. Logicamente dipende anche dalle regolazioni della meccanica: ci sono regolazioni che vogliono un impegno muscolare maggiore, altre (che preferisco) che danno la possibilità di un approccio più pensato e istintivo. Su questo ti può dare delucidazioni pianoexpert. Ti dirò una cosa: col mio approccio diventa paradossalmente più difficile suonare su una tastiera "facile", perché è più difficile gestire la "lentezza del tasto", quindi un maggior controllo dinamico; quindi diffido dall'aggiungere piombo per irrobustire la tecnica. Il senso del "tasto pesante" deve essere acquisito dalla tua mente. Con un giusto peso impresso ALLE dita, riuscirai a sentire pesante un tasto di 47 grammi! Un controllo dinamico pazzesco! Questo è solo il mio modo di pensare e di suonare: ascolta anche altre campane.
  17. Si potrebbe realizzare se si mettesse il sistema di leve triangolare fra il pilota e la noce del martello?
  18. Effettivamente il braccio percorre una curva muovendolo lateralmente. Lo Steinway si riconosce in questi particolari, più che sul progetto generale.
  19. Importantissimo provare sempre il pianoforte di persona. A mio avviso, su un usato si può prendere in considerazione un'eventuale intervento a patto che ci sia un "colpo di fulmine" con lo strumento. Informarsi sulla matricola e da questa risalire all'anno di fabbricazione. Mi piacciono particolarmente i pianoforti costruiti fra gli anni 50 e 70. Il tecnico farà il suo lavoro, ma fatti guidare sempre dal suono, in particolare sul tempo di decadimento. Guarda che non ci siano crepe, se i martelli non sono nuovi, assicurarsi che siano un po' solcati (altrimenti sospetterei una rasatura).
  20. Come mai questa particolarità negli Stainway?
  21. È normale che quei rumorini non ci siano stamattina e sembra tutto più accordato?
  22. Ho effettuato una prova con un software per l'accordatura sia al pianoforte mezzacoda sia al verticale. Il verticale, un Kawai, risulta ancora più crescente (443 Hz) ma, all'orecchio, accordato: infatti lo scostamento dalla frequenza risulta omogeneo e gradualmente più calante verso i gravi. Lo Yamaha invece si sente scordato. Con il software ho visto che era leggermente crescente (441.8 Hz, accordato 10 giorni fa a 440) ma con uno scostamento non omogeneo (ci sono note che risultano più crescenti di altre e i bassi diventano ancora più crescenti). Le note acute più crescenti sono le stesse che mi emettono uno zirlo suonando forte. Credo proprio che vada riaccordato più in alto per questa sua tendenza a crescere.
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