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Piano Concerto - Forum pianoforte

Regolazione Scappamento


massimino
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Salve, se possibile vorrei porre una domanda: quali sono i problemi maggiori causati da una cattiva regolazione della vite che determina la ricaduta del martello, sia nel caso di una eccessiva ricaduta (5 mm circa ) che di una limita ricaduta (o mm). Inoltre mi è capitato spesso di vedere tecnici diversi operare in modo diverso, per esempio alcuni per effettuare questa regolazione arrivano fino ad avvertire il punto di scappamento e quindi lo premono delicatamente, altri lo fanno in modo deciso. Il martello si comporta in modo differente. Io sono convinto che la prima ipotesi si la più corretta, ma dopo l'ennesima discussione con un tecnico, vorrei chiedere un suo parere. La ringrazio molto

a presto

massimino

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Si arriva delicatamente al punto di scappamento e si regola l'apposita vite affinché il martello "scappi". Il martello, secondo le specifiche della Casa deve allontanarsi dalla corda di 1-2-3-mm. La caduta ( parliamo del coda) è di 1-2 mm. Una eccessiva caduta comporta la fatica del montante di scappamento a riposizionarsi sotto il rullino e crea confusione con la distanza di parata. Una scarsa caduta, in presenza di un caricamento giusto della molla, può far saltare il martello e annullare sotto al dito la percezione dello "scappamento". Far scappare il martello ad una distanza 2,5 e caduta ulteriore, per esempio, non favolrisce il pianissimo e invita il pianista a suonare una tastiera "da lavoro" con meno sensibilità. Il "jeu perleè" che ci insegnano i Francesi è impossibile con queste distanze. In questo caso: scappamento ad un millimetro e altrettanto di caduta. Naturalmente le molle piuttosto deboli. Così si potrà suonare "sur l'escappement", cioè con la tranquilla caduta delle dita senza arrivare al "fondo" del tasto. Insomma si possono ottenere anche regolazioni personalizzate. Bisogna essere precisi e sensibli e notare come il pianista suona.Entrano anche in gioco gli attriti. Con un coefficiente di attrito alto si deve caricare maggiormente le molle e tutto si fa più "robusto". Con perni di centro molto lenti, al contrario, vedremo il martello saltare e non avvertiremo sotto il dito una precisa caduta e parata. Insomma attriti giusti e regolazione precisa, magari fatta con strumento di precisione con meccanica estratta

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Grazie 1000! Condivido a pieno la sua analisi, soprattutto nel notare le difficoltà del pianista (che sono proprio quelle che lei descrive), in particolar modo sul "jeu perleè", ed anche sulla tensione delle molle. Se possibile, le chiederei ancora, se una volta raggiunto lo scappamento (partendo da questo punto e non dalla corsa intera del tasto allo stato di riposo), si affonda il tasto con decisione, il martello resta aggrappato al paramartello?

Grazie ancora e complimenti per la vostra attività.

massimino

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Il paramartello serve proprio per parare il colpo medio e forte. Per un piano e un pianissimo, il martello potrebbe solo cadere. Dipende appunto dalla forza della molla, che non deve provocare sotto il dito quel piccolo contraccolpo. Questo "contraccolpo" dipende anche da una "pre-regolazione" del montante di scappamento rispetto al livello della leva di ripetizione. Né troppa né poca deve essere la differenza di livello tra le due parti!!!!!!Questo è anche correlato, ancora, alla forza della molla, ma la forza della molla è correlata al coef. di attrito ecc.....

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