tgdigit Postato Gennaio 13, 2012 Report Share Postato Gennaio 13, 2012 L'allievo è alle prese con il finale della sonata op. 35 di Chopin. Molto interessante quando Gyorgy Sebok lo ferma e dice: "Tu pensi di suonare il pianoforte usando le dita, questo è un grande errore, tu devi suonare il pianoforte usando le mani". Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
pianoexpert Postato Gennaio 13, 2012 Report Share Postato Gennaio 13, 2012 Bello. Naturalmente il pianista insiste e spiega a suo modo il rapporto tra durata e intensità del suono. E' quello che crea la "continuità" sul nostro strumento. Non possediamo un "arco", ma dobbiamo sentire la continuità del suono che diviene cantabile . I martelli hanno il compito di eccitare le corde, ma interrompono la continuità. Sentiamo sempre nelle nostre orecchie e nel nostro cuore la voce dei nostri insegnanti che dicevano continuamente ..."canta!". all'inizio non si capisce bene che diavolo volessero pretendere perché si era più attenti e preoccupati a "prendere" le note. Col tempo il canto deve entrare dentro di noi e deve assumere una valenza prevalente e soprattutto logica. Negli esempi il Maestro compie dei gesti corporei che accarezzano la melodia elogiando la "chiusura" dei suoni. Il canto, la frase, ci deve convincere e deve convincere e non deve essere essere di aspetto "timido" ed equivocabile. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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