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Piano Concerto - Forum pianoforte

Dmitrij Šostakovič.


danielescarpetti
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Innanzi tutto chiedo scusa a Frank, ma non avevo letto il suo ultimo intervento che chiarisce già molte cose e che, come tale, apprezzo molto di più.

Bravo anche a Kappa che, avendo cognizioni tecniche può spiegarmi in cosa differisce la tonalità-non tonalità di Šostakovič

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No problem Daniele, discorsi ampi e complessi, difficile capirsi tramite 4 righi. Un giorno ci vedremo e di persona ci renderemo conto che diciamo sostanzialmente la stessa cosa ma con parole diverse. Comunque ho capito bene cosa vuoi dire :)

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Lascio l'onore a Kappa di spiegare il discorso relativo alla tonalità, ma tecnicismi a parte, io trovo non chiara la tua affermazione (Daniele) quotata da Kappa. Dici che la musica di Šostakovič "è una dimostrazione altissima di come la tonalità avrebbe potuto evolversi nel Novecento e dopo". Rifletto su questo, e penso che lo stesso Šostakovič (1906-1975) ha vissuto per quasi 3 quarti di secolo, praticamente aveva tutto il tempo per dimostrare come doveva essere nel novecento e non come "poteva essere" (o meglio...quest'ultima parte eventualmente verrebbe per il dopo '900, ovvero questo secolo).

Considera che valuto un punto di forza della sua musica il mostrare e non dimostrare; però non ho colto quello che intendi.

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In 2 parole non è facile. 2 poli, tonalità d'impianto e dominante. SI passa da tonalità vicine (nel circolo delle quinte) per gravitare in punti strategici alla tonalità d'impianto e in particolare alla tonica.

 

Se togli tonalità d'impianto, dominante e cadenze....non c'è tonalità. Wagner e Wagneristi (vedi Cesar Franck & C.) hanno qualche decennio prima "decretato" la fine della tonalità...il resto è venuto da se. Per cui per me Shostakovic ha cercato, come altri, una sua strada per rispondere alle esigenze del suo tempo e per un milione di validi motivi i suoi risultati, per dirla alla Frnak, non sono diventati base di studio per altri compositori che non hanno seguito la sua scia. Giusto o sbagliato, questa è la storia e se è vero che per i compositori di oggi a volte si sente dire: il tempo darà le sue ragioni...può essere che per i compositori del passato la storia l'abbia già date. Questo nulla toglie allla bellezza della sua musita, ma di sicuro non è tonale e non è stata in qualche modo "proseguita". Si potrebbe pensare che Bach, dopo un paio di secoli, sia stato "rispolverato", ma secondo me erano altri tempi; oggi come oggi ci sono mezzi e libertà per fare quello che vogliamo. Per cui godiamoci la sua musica senza troppo domande :)

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Rifletto su questo, e penso che lo stesso Šostakovič (1906-1975) ha vissuto per quasi 3 quarti di secolo, praticamente aveva tutto il tempo per dimostrare come doveva essere nel novecento e non come "poteva essere"

Si, in effetti era venuto un dubbio simile anche a me, però mi sono fatto prendere dal concetto di tonalità :(

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Dici che la musica di Šostakovič "è una dimostrazione altissima di come la tonalità avrebbe potuto evolversi nel Novecento e dopo". Rifletto su questo, e penso che lo stesso Šostakovič (1906-1975) ha vissuto per quasi 3 quarti di secolo, praticamente aveva tutto il tempo per dimostrare come doveva essere nel novecento e non come "poteva essere" (o meglio...quest'ultima parte eventualmente verrebbe per il dopo '900, ovvero questo secolo).

Considera che valuto un punto di forza della sua musica il mostrare e non dimostrare; però non ho colto quello che intendi.

Sì, sì, hai ragione sono io che ho sbagliato il verbo. Šostakovič ha dimostrato come doveva essere la musica tonale  del Novecento e non come poteva. In realtà, il poteva era legato al fatto che però quella strada, per i motivi che ci siamo già detti, rimase sterile.

La storia non si fa con i se e i ma naturalmente, sono però assolutamente convinto che se il potere sovietico fosse stato diverso anche la musica di Šostakovič, sarebbe stata diversa. Potremmo definire l'uomo e il compositore, un perfetto equilibrista, la cui vita è costretta perennemente su un filo su un baratro. Šostakovič, riuscì a coniugare tutte le istanze; fossero esse  politiche, esistenziali o compositive, in una situazione veramente precaria e densa di trappole anche mortali. Su questo, almeno, bisogna dargli atto di essere stato veramente un grande maestro. Sarebbe stata sufficiente una piccola sbavatura di qua o di là e di lui dovremmo dire altre cose. Riuscì miracolosamente in questo ma, il prezzo di tutto ciò, ricadde tutto su di lui, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psicologico.

Grazie a Kappa per la spiegazione.

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