OscarP Postato Marzo 6, 2013 Report Share Postato Marzo 6, 2013 Cosa ne pensate del fatto che un improvvisazione jazz venga messa su disco? (Intendo registrata)? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Frank Postato Marzo 6, 2013 Report Share Postato Marzo 6, 2013 Stefano Zenni, in uno dei suoi testi, mette in contrapposizone proprio le esigenze delle realtà discografiche con le esigenze "performative" Detta per inciso, se non ci fossero stata la possibilità di registrare, ci saremmo persi dei grandissimi capolavori...anche se questo può sembrare (e probabilmente è) contro l'estetica jazz...o delle realtà improvvisative in senso lato. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
DrJellyfish Postato Marzo 7, 2013 Report Share Postato Marzo 7, 2013 Concordo con Frank, però vi farei questa domanda: che problemi può sortire il fatto che un improvvisazione (jazz) venga registrata? ;-) Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Frank Postato Marzo 8, 2013 Report Share Postato Marzo 8, 2013 che problemi può sortire il fatto che un improvvisazione (jazz) venga registrata? ;-) A me nessuno, però l'improvvisazione è una forma di espressione che nasce e si consuma in modo unico e legato a un determinato momento per cui quello che succede in quella determinata serata non è ripetibile allo stesso modo. Se voglio sentire DrJellyfish, devo frequentare i locali dove si esibisce, ed ogni sera potrò ascoltare qualcosa di unico nonostante magari parta dagli stessi standard. Il disco permette, come succede sempre più frequentemente, che uno si tiri giù le note e ripeta Coltrane in modo letterale. Praticamente il disco funge da partitura…vedi youtube e giapponesi vari Allora tu dirai… ma allora i compositori non ricadono in questa casistica? Certo, se proprio devo…voglio mettere su carta (o su disco) tutto… voglio decidere a tavolino tutto per benino, non mi voglio vincolare ai miei problemi tecnici di strumentista (insomma, seppur suono il pianoforte, non sono Polliini), decido io come devono dialogare gli strumentisti, posso attingere dal gesto strumentale e dalle idee nate da un improvvisazione intima … poi plasmata a piacimento, etc. Tutto per dire, tornando al discorso iniziale, che quando uno sa che l’improvvisazione sarà registrata per cui fruibile sempre allo stesso modo in eterno e dalla collettività (oggi possiamo dire il mondo intero), si pone nei confronti dell’improvvisazione in modo diverso…forse meno libero, fino all’estrema conseguenza (letta fra le righe) di passare dalla carta. E se ci pensi bene questo nel mondo classico occidentale è già successo tantissimo tempo fa. Comunque anche nel mondo classico i compositori improvvisano, quello che succede è rallentare lo scorre del tempo, cioè usando supporti difficilmente cancellabili (vedi lucido e china…certo, so che ci sono le lamette, ma esiste l’onestà verso se stessi) ...una volta scelta un a nota (anche mettendoci un'ora) … non si torna più indietro. Non so, alcune idee poste in libertà come se ragionassi ad alta voce… 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
JazzMania Postato Marzo 8, 2013 Report Share Postato Marzo 8, 2013 che problemi può sortire il fatto che un improvvisazione (jazz) venga registrata? ;-) So che non è carino rispondere ad una domanda con una domanda, ma vorrei girare la questione. Quando sai di essere registrato, come ti poni durante l'improvvisazione e come vivi eventuali incidenti indesiderati? Hai la tentazione di riascoltare e dire, rifaccio? Chiaro, prima di lancaire sul mercato un disco... ... chiedo, perchè vorrei capire invece in una performance libera, come vivresti la cosa... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
DrJellyfish Postato Marzo 8, 2013 Report Share Postato Marzo 8, 2013 Era naturalmente una domanda provocatoria. È un quesito che potrebbe essere relativo a qualsiasi sistema di documentazione: anche un concerto di Toscanini registrato non produrrà in noi lo stesso effetto che ha prodotto in coloro che erano presenti al momento. Ma questo vale per qualsiasi evento non vissuto in prima persona; possiamo riferirci allla fotografia, ai video, ai libri di storia e via dicendo... Certo, nel caso dell'improvvisazione la cosa è amplificata, ma il principio è lo stesso. Anche quando si registra un disco, al di là delle sensazioni del momento, attraverso i vari passaggi di registrazione i suoni cambiano rispetto all'originale, ancora di più nel caso di una registrazione digitale. Se intendiamo la registrazione come una forma di documentazione credo che questa abbia un'enorme utilità, se partiamo dal presupposto che non vivremo mai le stesse sensazioni di chi era lì in quel momento, il discorso appunto si può espandere a infiniti ambiti. 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
DrJellyfish Postato Marzo 8, 2013 Report Share Postato Marzo 8, 2013 Rispondendo a JazzMania, direi che il problema così si sposta dall'ascoltatore all'esecutore; sicuramente il fatto di sapere che la performance sarà registrata potrebbe incidere, ma non sempre lo sai... Ormai la maggior parte dei concerti sono rintracciabili su youtube, per esempio. Pensi che tutti quelli che hanno suonato in quei concerti avrebbero suonato diversamente essendo a conoscenza di questo fatto? E intendo da Toscanini a Parker, da Benedetti Michelangeli a Zucchero e quant'altro. 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
DrJellyfish Postato Marzo 8, 2013 Report Share Postato Marzo 8, 2013 Credo che sia uno dei vantaggi e al contempo uno dei limiti della nostra era: un tempo se volevi sapere come suonava Bach dovevi andare da lui... ;-) Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
DrJellyfish Postato Marzo 8, 2013 Report Share Postato Marzo 8, 2013 Inoltre da questo spunto di OscarP potrebbe iniziare un altro discorso interessante: il come ci si pone psicologicamente (o mentalmente) nei confronti di un ascolto: se assistessi a un concerto di Parker che suona dietro un sipario lo vivresti in un modo, se ti poi ti dicessero che stavi ascoltando una registrazione tutto cambierebbe, o ancora se ti facessi ascoltare una registrazione di me che suono il sax (cosa che non augurerei al mio peggior nemico) e ti dicessi che si tratta di Coltrane a 3 anni, lo riascolteresti più volte estasiato, salvo riempirmi di botte nel momento in cui ti rivelassi la verità... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
DrJellyfish Postato Marzo 8, 2013 Report Share Postato Marzo 8, 2013 - e quest'ultimo esempio è tutt'altro che fantasia, guarda che è successo ad Argan con i falsi Modi'... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Tronky Postato Marzo 8, 2013 Report Share Postato Marzo 8, 2013 Discorso interessante e impegnato. Secondo me da Toscanini a Parker, da Benedetti Michelangeli a Zucchero è come se fossero sempre registrati, visto il livello e i numeri del loro pubblico. Io trovo la registraizone una comodità, ma è sempre un immagine sbiadita di quello che realmente avviene. Già il fatto che esiste un tastino che regola il volume è sintomatico Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
JamSession Postato Marzo 9, 2013 Report Share Postato Marzo 9, 2013 come ci si pone psicologicamente (o mentalmente) nei confronti di un ascolto: Non lo so, ma spesso si è parlato di sensualità, vedi in particolare certi post di Modale e Frank, quando ascolto qualcosa devo avere un'attrattiva...per cui, più che predisposizione io sono per il "rapimento", cioè essere attratti al punto da desiderare di prosegire quello che sto od ho iniziato ad ascoltare ... lasciando stare tutto il resto. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
DrJellyfish Postato Marzo 9, 2013 Report Share Postato Marzo 9, 2013 a me capita alle volte ascoltando Jarrett; è uno dei pochi casi in cui mi dimentichi di analizzare quello che fa, cosa che è quasi inevitabile quando uno suona il tuo strumento. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Egidio Postato Marzo 10, 2013 Report Share Postato Marzo 10, 2013 è uno dei pochi casi in cui mi dimentichi di analizzare quello che fa, cosa che è quasi inevitabile quando uno suona il tuo strumento. In effetti a volte mi semba un po' un limite, insomma, non sarebbe bello un bell'ascolto disinteressato? Tu dirai, Jarrett è talmente bravo che mi distrae dalla deformazione professionale...allora gli altri sono meno bravi? Eh..eh... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
DrJellyfish Postato Marzo 10, 2013 Report Share Postato Marzo 10, 2013 no, è un fatto soggettivo Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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