pio1 Posted February 2 Report Share Posted February 2 Salve a tutti. Frequento il conservatorio da anni e studio il pianoforte da moltissimo, ultimamente non riesco più a studiare come si deve, perdo facilmente la concentrazione e tutto quello che studio il giorno dopo lo dimentico, per non parlare del fatto che irrigidisco la mano e creo tensione su tutto il braccio. In poche parole non so più suonare, questo mi demoralizza. Il perché credo che sia il non avere più un motivo o obbiettivo.Vi è mai capitata una cosa del genere? Come faccio a superarla? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
pianoexpert Posted February 24 Report Share Posted February 24 Pio, musicalmente bisogna accertare le ragioni di questa rigidezza, che è , senz'altro, sintomo di intendere le energie e lo sviluppo tecnico in modo errato. Non bisogna detestarsi se ci si "resetta" un po', magari prendendo un pezzo facile e studiarlo secondo nuovi principi. Ricordo che nel mio passato ( remoto) del mio corso di studi mi "sbloccai" con il primo dei 60 studi di Cramer. Quel giorno mi abbandonai alla gravitazione e le dita sopportarono finalmente questa gravitazione, assumendo la posizione che volevano avere. Con l'ausilio dei movimenti di rotazione e partecipazione coordinata dei grandi muscoli, venne fuori una velocità notevole e soprattutto un coordinamento delle due mani che si trovavano finalmente sui principali accenti forti. Recentemente ho ritrovato questi principi su di un libro meraviglioso di Monique Dechausser , grande pianista e grande insegnante, dal titolo L'homme e le piano. Purtroppo in francese, ma facile da leggere. Lei sostiene appunto la ripartenza da un punto-zero, dove tutto è fuori tensione e ci permette di conoscere dove sia il "fondo del tasto". L'energia proviene non dalla "palestra " dell'addestramento muscolare bensì dalla capacità di mettere i piccoli e i grandi muscoli, il più possibile, fuori tensione. Ho applicato questi principi su diversi allievi, quasi sempre con ottimi risultati. Mozart stesso diceva che per un pianista è importante il cervello, il cuore e le dita....notare che le dita sono all'ultimo posto. La tecnica pianistica non può essere sviluppata in modo sano senza valutare l'aspetto mentale. L'addestramento puro non fa altro che ripetere i movimenti, a volte, senza coscienza e quindi succede che dopo un giorno ci sediamo al pianoforte e scopriamo che non ci è rimasto che poco o niente di quello che abbiamo studiato, o meglio ripetuto, il giorno prima. Quindi il mio suggerimento, seguito da un buon Maestro, è quello di destrutturare molto e iniziare di nuovo con nuove e facili letture, applicando nuovi principi Buono studio Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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