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Piano Concerto - Forum pianoforte

Xenakis

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Tutto postato da Xenakis

  1. Si, magari un bel trittico Nono, Stockhausen e Boulez ...così accontentavano tutti
  2. http://www.therestisnoise.com/2004/04/quartet_for_the_2.html
  3. Grazie alfcap, interessante. Ho anche una curiosità, quali sono gli interrogativi base che hanno mosso la tua ricera? Cos'è che ha fatto scattare la "scintilla"?
  4. Domanda, il CHAS si può applicare anche nell'ambito delle accordature per quarti di tono?
  5. Un bell'esempio Iannis Xenakis - "Terretektorh" für Orchester - Cresc... Biennale für Moderne Musik
  6. ...allora sei veramente un intenditore...
  7. Fortuna che c'è google, oggi è il 78° anniversario dalla nascita di Robert Moog, il papà dell'elettronica http://www.musica10....nica-38208.html http://www.universy.it/2012/05/doodle-di-google-celebra-il-78-anniversario-della-nascita-di-robert-moog/
  8. Tu stesso suggerivi da qualche parte suggerivi Maessian, Modo di valori e intensitÃ
  9. Link a museo virtuale di sintetizzatori (Synthesizer Manufacturers) http://www.synthmuseum.com/
  10. Visto che sei interessato alla comprensione, cosa sai di quest opera di Xenakis?
  11. Lorenzelli Arte Milano, venerdì 4 Maggio 2012 ore 18.00 corso Buenos Aires 2 Prima esecuzione del brano Figurazione dell’invisibile (IV) per flauto, tromba, fagotto e pianoforte di Alessandro Melchiorre Paul Hindemith (1895-1963) Sonata per fagotto e pianoforte (1938) Sonata per tromba e pianoforte (1939) Sonata per flauto e pianoforte (1936) Flauto Mario Caroli Tromba Gabriele Cassone Fagotto Oscar Meana Pianoforte Silva Costanzo Nel Paragone delle arti, Leonardo da Vinci definisce la musica come “figurazione dell’invisibile”, frase che ricorda non poco l’esortazione di Klee sui compiti dell’arte moderna, “… non rendere il visibile, ma rendere visibile…”. Vorrei mi capitasse la fortuna, la grazia, di saper figurare quell’invisibile di cui parla Leonardo, di accedere alla “terra incognita” di cui parla George Steiner. In questo senso lo Studio Quarto continua una profonda revisione del mio catalogo, che aspira a una maggior essenzialità. Il pezzo è costruito su un ciclo di battute ripetuto lentamente, un ostinato che alterna aura e risonanza, annuncio e ricordo. Alessandro Melchiorre "... è egualmente fatale avere un sistema e non averlo... si deve cercare di combinare entrambi..." Friedrich Schlegel
  12. ...ti piacciono i film "impegnati" ...
  13. Pregevole segnalazione, qualcuno conosce Agostino Di Scipio, che se non erro insegna a Napoli...per chiedergli copia degli scritti...una volta spesi in conferenza?
  14. Potrebbe essere utile questo testo: LUCIANO BERIO, Intervista sulla musica, a cura di Rossana Dalmonte, Roma, GLF editori Laterza, 2007.
  15. Mi sa che ho toppato, forse il topic è da spostare sotto teatro musicale ...
  16. In attesa che Thallo faccia il suo corso vi passo uno stimolo teatrale, sempre del buon Karlheinz. Karlheinz Stockhausen - Luzifers Tanz http://www.debaser.it/recensionidb/ID_30588/Karlheinz_Stockhausen_Luzifers_Tanz.htm Un gigantesco viso umano è sotto i riflettori in "Luzifers Tanz", terza scena dell'opera di teatro musicale "Sabato da Luce" (Samstag aus Licht). Previsti in organico 70 esecutori di strumenti a fiato (flauti, clarinetti, sassofoni, trombe ecc.) e ben 10 percussionisti. I musicisti siedono in dieci gruppi su sei livelli sovrapposti in verticale: partendo dall'alto, il sopracciglio destro e quello sinistro; l'occhio destro e quello sinistro; la guancia destra e quella sinistra; il naso; il labbro superiore; infine il mento (suddiviso in due gruppi). Ognuna di queste parti del viso dà luogo ad alcune danze, brevi episodi strumentali in cui suonano solo i musicisti di ciascun gruppo, separate da altre danze in cui due o più gruppi suonano in contrapposizione l'uno contro l'altro; vi sono così 10 danze (del sopracciglio sinistro, del sopracciglio destro, e così via) separate da 9 danze dei tutti: ecco l'articolazione strutturale del pezzo, che dura circa 51 minuti. Ma non finisce qui: il personaggio di Luzifer è rappresentato in scena da una voce di basso, che per tutta la durata del brano interviene di tanto in tanto intonando un motto, e da un trampolista, che attraversa la scena e il corridoio centrale mimando la voce del basso sui suoi altissimi trampoli mentre insegna al viso come danzare. La musica: una sulfurea massa sonora, stridente nel privilegiare i timbri degli ottoni (spesso con sordina) e metallica nell'uso insistito delle percussioni. Il suono fluisce indiavolato e pressoché ininterrotto ma nel corso del brano emergono tre musicisti che si producono in altrettanti assoli: di percussione, di tromba piccola, di ottavino (quest'ultimo suonato da una gatta nera che a un certo punto saluta il pubblico strillando, in italiano, «Salve, satanelli!»). "Luzifers Tanz" ha due finali diversi: se viene suonato in forma di concerto, termina con un tutti conclusivo e ha una durata di 47 minuti; se invece viene rappresentato in teatro, la musica è interrotta da uno sciopero dell'orchestra: i musicisti smettono di suonare e se ne vanno tra urla e strepiti. Come mai questo curioso siparietto? Evidentemente un ricordo di quanto successe nel 1981 alla rappresentazione della prima opera del ciclo, "Donnerstag aus Licht", quando uno sciopero (vero) del coro del Teatro alla Scala impedì la rappresentazione del terzo atto in cinque recite sulle otto in programma. Esperienza molto amara per Stockhausen, che con questo episodio di 3 minuti in "Luzifers Tanz" getta una luce piena di humour sulla natura del suo spirito, di solito assai severo. - Samstag aus Licht (1981-83) è la seconda opera del ciclo dedicato ai giorni della settimana. Si articola in quattro scene più una breve introduzione strumentale (Saluto del Sabato). Il sabato è la giornata di Luzifer, impersonato in scena da una voce di basso, da un solista di trombone, da un trampolista. L'opera è stata rappresentata nel maggio 1984 al Palazzo dello Sport di Milano come produzione del Teatro alla Scala. L'edizione discografica in 4 cd è pubblicata dalla Stockhausen-Verlag ("Luzifers Tanz" è il cd n.3 di questa edizione).
  17. Mi sono imbattuto in Eyvind Alnæs, compositore, pianista, organista e direttore di coro che non conoscevo. Anche su wiki c'è poco e niente. Propongo: Sinfonia n. 1 in do minore op. 7 (1897) http://youtu.be/sSbrR5M0FA0 Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 43 (1923) http://youtu.be/R2tDM77jshM Cosa ne pensate e cosa ne sapete?
  18. Esattamente, quello che una volta era il mezzo armonico, infatti cambiando i nomi: "Anni di esperienza con la musica CLASSICA permettono al musicista compositore di governare il mezzo ARMONICO"
  19. Però The Simon, questo è quello che hai scritto un attimo prima che Dino ti dicesse "l'argomento non è cosa ci piace, ma legame fra musica e matematica" Nessuno vieta che tu preferisca quello classico, ma questa musica esiste...è un dato di fatto. Guarda, ci sono un sacco di volumazzi sull’argomento che non vorrei svilire con la mia inutile sintesi. Posso dirti che scrivere un continuo funzionante presume che tu utilizzi pesantemente delle formule matematiche. Ognuno ha le sue ed infatti Ligeti è riconoscibile da Xenakis…, quando intendo pesantemente voglio dire che in alcuni casi il codice è legge in altri, vedi Berio, l’artista si riserva la facoltà comunque di fare delle scelte ma alla base del procedimento compositivo c’è un ragionamento matematico, griglie di numeri, etc. Vorrei solo aggiungere che la realtà non è sempre e solo bella, la musica deve descrivere tutto … poi a noi può più o meno piacere. Con questa chiudo, tanto ognuno resta della propria idea … anche se oggettivamente questa musica e questi procedimenti esistono e basta fare una becera ricerchina tramite qualsiasi motore di ricerca. Provate con le seguenti chiavi di ricerca: “algorithmic music”, “fractal music“…
  20. So che è dura da accettare ma a produrre il brano di Xenakis, Metastasis ("magma sonoro"), in linguaggio tecnico chiamato "continuo" (...ce ne sono di Maderna, etc. ... pensate che ne ho sentito persino uno di Frank ) ... ci sono delle grezze formule matematiche, proprio quelle studiate da TheSimon nei suoi 4 esami e applicate pedissequamente per fare musica. Non so che dire, non lo dico io, basta leggere le tonnellate di libri dei quali alcuni scritti di pugno da Xenakis e già suggeriti in cima al topic non mi ricordo da chi
  21. Perchè c'erano 3 centri Parigi, Colonia e Milano e tutti e 3 inseguivano ideali diversi. Come confrontare Gesang der Junglinge con Visage? Quello che magari si può fare è prendere come riferimento un decennio ed evidenziare le differenze e le analogie proprio in base ai modelli di “riferimento”.
  22. Sono l'unico che pensa che il mero inventario dei brani è sostanzialmente inutile? Ok per avere una panoramica...ma ai fini di una tesina ... ?
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