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Piano Concerto - Forum pianoforte

Frank

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Tutto postato da Frank

  1. ... sono curioso, poi magari scoprirai il perchè ...
  2. Anche se da un lato Rossini è stato un genio precoce come Mozart e provando ad "abbinare" le sue opere giovanili con quelle di Mozart - vedi "La cambiale di matrimonio" musicata da Rossini (diciottenne) e la cantata spirituale "Die Schuldigkeit des ersten Gebotes" , composta da Mozart all'età di soli undici anni ... O anche ascoltando le "sei sonate a quattro", che Rossini scrisse quando aveva solo 12 anni - magari qualcosa salta fuori ... ...c'è da dire che ovviamente è stata enorme l'influenza di Mozart sugli operisti napoletani ed italiani in generale, compreso Rossini, soprannominato "il Tedeschino" in gioventù per lo studio di Mozart ed altri grandi sinfonisti (vedi anche Haydn).
  3. Sarà un paradosso rispetto alla mia domanda di apertura del topic ma la scrivo lo stesso: siamo sicuri che è così scontato saper scrivere un brano che susciti noia? Tu come faresti Elfo?
  4. Secondo me Messiaen è una figura solitaria, incompresa, o meglio che il mondo accademico non vuole accettare; per questo Messiaen rimane oggi ignorato e nessuna scuola sta portando avanti le sue idee, ne lo sta "accademizzando", ne lo sta facendo diventare un punto di partenza.. Persino quando andò a Darmstadt, si persero l'occasione di fare profitto della sua esperienza...e in nome di cosa? Per tornare in topic, sarebbe carino approfondire le relazioni tra colori e modi di Messiaen ... su Shostakovich, forse bisogna capire a cosa ti riferisci Gagaku
  5. Si parlava di Herma di Xenakis http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/1632-come-si-affronterebbe-lo-studio-di-un-brano-tipo-questo/page__st__160 Estrapolo una proposta di 'RedScharlach' E venendo al dunque del topic... Non trovi che "noioso" e "interessante",dal punto di vista musicale e del risultato, sia un po' un controsenso? Cioè, per me l'esperimento diventa interessante se il risultato non è noioso. Chiaramente sono consapevole che la noiosità è sicuramente un parametro molto soggettivo, ma in base a cosa stabilire se un esperimento è interessante? La butto li...
  6. Avevo scritto un post, ma preferisco aprire un topic...altrimenti Stellina mi uccide Ecco il link http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/1891-come-stabilire-se-un-esperimento-e-interessante/
  7. ...sono il solito ritardatario e quanti me ne sarò persi...auguri anche da parte mia.
  8. ...vedremo, facciamo arrivare aprile e poi per l'anno prossimo ancora si vedrÃ
  9. Guarda che poi ne approfittiamo A saperlo rientravo in Chat ... ho notato che sono cambiati in meglio quelli che erano i tristi omini neri stilizzati, restano sempre un filo deprimenti...però ...
  10. Chi parla male di Verdi in termini di musicalità solitamente lo ascolta in CD/Mp3....ritengo che Verdi vada ascoltato al teatro. La sua maestria è far capire cosa sta per succedere in scena con 2 note, dote fuori dal comune... E' vero che Verdi ha fatto diversi esperimenti, alcune opere non sono eccezionali ma figlie della ricerca di un risultato che probabilmente si trova nelle opere della maturità. Direi che è necessario parlare un po' del Falstaff (ma non solo): intanto è l'opera più perfetta che assumma le virtù di Verdi depurandole da ogni "scoria". Qui infatti Verdi porta a maturazione completa il superamento di quelle “forme chiuse” che da Wagner in poi sono giudicate da tanti una fase inferiore del dramma in musica: superamento già visibile nell’Otello (dove l’unità strutturale è già la scena, non l’aria), ma non in modo così radicale; perchè non prova ad analizzare il Falstaff ... poi mi dica cosa resta delle forme strofiche. La scrittura orchestrale è più sciolta e mobile e animata da un senso armonico più vario sensibile al particolare. Otello e Falstaff, nonostante le radici profondissime nella tradizione italiana, si proiettano sul nuovo secolo con relazioni (non passeggere) con la contemporanea cultura musicale europea. A me piace anche tenere presente che quando Verdi incominciò ad operare, gli uomini viaggiavano ancora sulle carrozze a cavalli, e quando morì i treni collegavano tutt’Italia. Quando nasceva Verdi erano ancora vivi ed operanti musicisti come Beethoven, Weber, Rossini, Donizetti, Schubert, Bellini, Chopin, Schumann, mentre quando morì, Puccini, Debussy, R. Strauss erano nomi già famosi e... Schoenberg già componeva. Nella sua lunghissima vita quest uomo è sempre stato all’altezza del proprio ruolo, sempre in grado di far fronte ai propri impegni, sempre pieno di risorse e di voglia di rinnovarsi, senza tuttavia rinunciare mai a uno solo dei suoi principi, sia di ordine morale sia artistici. Un artista che avuto una forte evoluzione interiore (che si rilette nelle sue opere) che ci ha permesso di fruire di grandi capolavori e che prima della morte, nonostante la composizione dei 4 Pezzi sacri del 1898 (composizioni fra le più alte della sua carriera), volle finire la sua carriera con un’opera buffa (grazie Boito), e sostituire una licenza qualsiasi con una fuga accompagnata (genere musicale considerato da sempre il più severo, quello che richiede il maggior dominio della tecnica, quello che in definitiva sembrerebbe adattarsi meno degli altri al genere teatrale. Verdi vuolle chiudere la sua carriera con un componimento di tale fattura e inserirlo proprio in un’opera). Non è difficile scorgere la volontà di lasciare un testamento pratico: Verdi, come Falstaff, ha amato tanto la terra, e fino all’ultimo ha potuto intenerirsi per l’amore di due giovani, e questi sentimenti non sono distanti dal concepire l’arte anche come un’espressione tecnicamente severa, ma gratificante. Questo è il testamento di un grande musicista non di "uno" qualsiasi (per non dire qualcosa d'altro). E provando ad elencare anche qualcos altro di più "spicciolo": la scala verdiana, al rapporto copositore-librettista, al rapporto compositore-editore, alla tipicizzazione dei personaggi (nell'opera), etc. …ceda Ciccolini
  11. Ottima idea Rotore...Simone ...? ... iu...hu?
  12. Belli carichi oggi ragazzi Un suggerimento da forumista comune, sarebbe carino parlare di Herma nell'apposito topic e di Rebonds in questo
  13. Interessanti evoluzioni nel topic Finalmente ce l'abbiamo fatta, dopo 9 pagine siamo arrivati a riportare il discorso sul piano del gusto (mi piace, non mi piace) e valuare quest opera sul piano concettuale, quale essa è. Xenakis ha prodotto i suoi marchi di fabbrica...cose che se le (ri)fai, dopo 3 secondi ti dicono: Questo è Xenakis...per cui non è dubbio il suo spessore artistico...sulla musicalità di questo brano abbiamo fatto bene a parlarne... è quello che conta o gli interessava veramente?
  14. Dimenticavo Noto che insisti molto sul discorso immagine, espressa in questi termini qualsiasi brano suscita immagini nella mente dell'ascoltatore ... il problema sta nel creare quella determinata immagine, la musica è connotata, ha senso ma non denota, non ha significato. In rare eccezioni è nata prima la musica e poi le immagini, l'amico Berg insegna...mediamente avviene sempre il contrario, tant'è che quando musica e immagini viaggiano insieme, per la musica ci mette becco sempre il regista ... che persegue un suo obiettivo, le sue "immagini". Il compositore diventa un mezzo... Tu dirai, ci si può sempre dedicare al teatro o ... diventare regista. Vero. Ma a quel punto non so se in te prevarranno più le immagini o la musica, chi può dirlo ...
  15. Intanto trovo sempre apprezzabile (nel bene e nel male) che qualcuno si presenti con il frutto del proprio lavoro, che sia un brano, una performance o entrambi nel tuo caso. Questo perché permette di conoscersi meglio, capire al volo le proprie aspirazioni, risultati, livelli di preparazione … anche se per conoscere lo stile di un autore non basta un brano. Inoltre ci si mette a nudo, ci si espone a critiche, dimostra una bella apertura. Premesso questo, la cosa più importante è valutare il brano nel contesto nel quale punta ad esprimersi che è molto vicino al pop (“minimalismo” alla lontana) italiano. Ci sono diverse analogie nell’Allevi di turno per quanto riguarda l’approccio però non sento un’autentica pronuncia, quel qualcosa di distintivo che ad esempio si trova in compositori come Allevi. Ecco, in film di un certo livello trovi sicuramente il pianoforte come protagonista ma in un ambito che è più jazzistico o comunque qualcosa mirato e legato alla storia raccontata dal film. Se noti le colonne sonore mediamente non usano il pianoforte solista, se il contesto lo richiede, spesso si usano brani d’autore conosciuti che catturano subito l’attenzione. Sicuramente l’atmosfera simil pop non aiuta … probabilmente nelle soap opera (alla Cesaroni, per capirci) puoi trovare qualcosa di simile per genere … o anche in alcuni varietà o nel mondo della pubblicità, dove bastano 30’’ fatti bene e in effetti, venendo al brano, proprio in questo contesto ti suggerisco, dato che l’idea melodica e musicale ce l’hai avuta, di sfruttare al meglio l’inizio del brano, che è quello che funziona bene nel contesto dove il pezzo si può spendere. Spesso in quel genere, i brani difficilmente superano pochissimi minuti, il tuo Giulio dura quasi 4’ e mezzo … sembrano pochi, ma con il linguaggio che hai scelto serve il manico Comunque mi sembra un buon punto di partenza, è il tuo primo brano, se ne cambiano di cose nella vita, col tempo e con la crescita in termini di preparazione. Ovviamente ti scrivo questo consapevole di essere una goccia nel mare, per cui magari avrai avuto i tuoi riscontri. Buon proseguimento
  16. Arvo Pärt - Christmas lullaby - Wiegenlied https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=mQQu4sqS3uo Buon ascolto
  17. Auguri a tutti e alle vostre famiglie
  18. Avevo saputo ma mi sono dimenticato di mandare un reminder ...
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