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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Benvenuta Maricallas....ci canterai le tue opinioni!!
  2. Il discorso è lunghissimo e prevederebbe più risposte. Vorrei permettermi di cominciare a parlare di Chopin. Sono stati scritti fiumi di inchiostro e incise migliaia di ore di musica su questo autore. Possiamo anche fregarcene di Cortot e di Rubinstein....ma, per esempio Cortot ci fornisce elementi certi di come Chopin volesse la sua Musica. Cortot è stato allievo di Matthias, un diretto allievo di Chopin, l'unico, forse, veramente dotato e professionale. Già, perché si deve sapere che Chopin non ha avuto allievi "importanti". Nella sua breve vita di 39 anni, specialmente a Parigi, ha dovuto fare i conti con la sua tasca e sforzarsi, comunque, di mantenere il "bon ton" dei salotti parigini. I suoi allievi erano per lo più "Signorine di buona famiglia" " che posavano la busta con l'onorario, mentre il Maestro, di spalle, guardava fuori della finestra". Abbiamo però molte indicazioni certe da parte di Cortot, appunto nel suo libro ( che consiglio vivamente di leggere) "Alcuni aspetti di Chopin". Due elementi fondamentali appartengono a questo grande Autore: Il "rubato" e "la vena classicheggiante". Iniziamo da quest'ultima. Chopin era un classicista. Ripeto: un classicista. Conosceva benissimo il "clavicembalo ben temperato" di Bach e sapeva a memoria diversi preludi e fughe. Nel tempo era rigorosissimo. Sembra che durante una lezione sul suo secondo scherzo in si b min. , l'allievo non riuscì ad andare oltre le due terzine iniziali! A volte, nonostante la sua figure gracile, andava su tutte le furie e pretendeva il rigore del tempo.( una volta ha rotto una sedia) In contrasto con ciò, Chopin è il Maestro del "rubato". Che cosa è il rubato. Il rubato è una oscillazione delle figure ritmiche NEL tempo, una sorta di" va e vieni" NEL tempo. Una sorta di "libertà controllata" della frase musicale che si Ritrova nel tempo. Una volta un allievo chiese a Paderewsky cosa fosse il rubato. Lui lo portò in giardino e gli disse di osservare le cime degli alberi che, ondeggiando, al vento, ritornavano nella loro posizione. "Ecco-disse- quello è il rubato" (bellissima visione poetica di un Grande,...che comunque non volle spegare volutamente all'allievo ciò avrebbe dovuto cercare e trovare!) Chopin diceva:"pensate che la vostra mano sinistra sia il Direttore d'orchestra e suonate la destra con grande libertà. ...Ma come è possibile!!!????? Il rubato offre questa possibilità. E' molto difficile da "comprendere" e forse ci vogliono anni, ma è fondamentale per suonare Chopin. Fermiamoci per ora qui. Vedete qui non si tratta tanto di "come sentiamo ", ma neanche di segiure rigorosamente le preziose indicazioni o i nostri predecessori. Direi che una visione filologica ci aiuta ad assolvere il nostro "dovere" di Musicisti, che non è quello certo di soddisfare gli altri bensì di poter "presentare" con "coerenza" l'Idea che l'Autore ci ha lasciato in codice, interpretarla al di là dei "limitati" segni" .....anche scoprendo qualche "pensiero segreto" (parole di Chopin). Ma tutto nel "rispetto stilistico". Si tratta di decidere se presentare la Musica o presentare se stessi. Il "relativo", che oggi viene molto inflazionato, incontra molti ristringimenti di confine, pur lasciando al nostro estro un buon margine decisionale. La mia idea quindi non vuole non premiare le magnifiche esecuzioni di Simone e/o le profonde considerazioni di Gennaro. Non mi trovo invece d'accordo quando sento definire la Musica e l'Arte in genere un luogo dove tutto è possibile, dove tutto più essere giusto o sbagliato, dove tutti possono fare tutto. Potrei qui portare altri esempi di mie convinzioni sul Teatro, sulla Pittura. Invito invece a trovare quei "Valori", quei "punti di riferimento" che tanto cerchiamo e a fatica troviamo. Ho molta paura che "lo smarrimanto individuale" aumenti, generi confusione. Colgo sempre più maggior difficoltà a segnare "tappe" che aumentino il bagaglio, il pozzo delle conoscenze e ci conducano un po' più per mano verso un maggior discernimento oggettivo. Non me ne vogliate. Sono un'ammiratore della personalità e un sostenitore dell'individualismo. Non voglio con queste mie parole assolutamente sminuire od offendere il vostro prezioso e interessante punto di vista. Continueremo a sviluppare il discorso, spero........ Sempre con la Musica....nella mente e nel cuore Grazie per la pazienza Paolo
  3. Il pianoforte mi sembra molto scordato...non so se può essere l'effetto del microfono non eccellente. Vorrei vedere una foto dei mertelli ACUTI. Pertestare i perni : due per ogni sezione. Si possono smontare il primo e l'ultimo di ogni sezione è abbastanza facile.
  4. Un momentino. Un momentino...... Caro Gennaro, Prima di tutto resto ammirato di queste tue profonde considerazioni. Sono molto d'accordo su alcune, ...meno sul "relativo". L'Arte, in genere, secondo me, non è solo ciò che è bello e che ci rende felici. A volte è sgradevole, denunciativa, lacerante...ci fa soffrire. Sono d'accordo sul nostro miglioramento, nel praticare l'Arte. Le emozioni, gli stati d'animo...tutto il nostro patrimonio emozionale deve essere da noi conosciuto. E cosa c'è di meglio attraverso un linguaggio artistico e non verbale come la Musica? La Musica è nata con l'uomo. Però userei al posto di "relativo" il termine coerente. Prendiamo un brano: come riconoscere se una interpretazione è accettabile e giusta, anche se in mezzo a tante altre diverse e pur giuste? ..Proprio con la coerenza. C'è un modo, nell'esprimere l'Arte e in particolare la Musica, che fa i "conti" con la coerenza. Gli Artisti conoscono gli elementi di questa coerenza, il dosaggio degli ingredienti, il giusto "zucchero". Non sempre quello che appare piacevole e che ci provoca piacere, estasi, o benessere è artisticamente giusto. Potremo dire che ci fa star bene. Ok. Ma è un'altra cosa. Per esempio, nello studio della Musica, come sottintende il giovane e bravissimo Maestro dell'intervista, bisogna avere accanto un Musicista, colui che, a prescindere dalla sua "grandezza" si è formato ed è cresciuto artisticamente con coerenza e che sa cosa c'è nella "stanza" delle idee e delle decisioni musicali. Interpretare i "codici" non basta..bisogna arrivare a compenetrare e comprendere i motivi e le motivazioni che hanno indotto l'Autore a comporre quel pezzo, con quel tempo, con quel fraseggio, con quelle indicazione agogiche. Forse abbiamo molto parlato a voce di questo e credo che la novità che ci prospetti è "divenire migliori" respirando, una volta tanto i linguaggi ricchi di eloquenza, che ci suggeriscono e ci colorano la vita. Apprezzo molto questo tuo intervento, pieno di profonda sensibilità. Forse abbiamo appena accennato un discorso "infinito" che spero avremo modo di continuare. .......Che bel gruppo, cari amici. Saluti a tutti Paolo
  5. Bene Thesimon!!! Mi piace, anche se... ognuno di noi potrebbe avere diversi modi di concepire questo valzer e soprattutto "i valzer" di Chopin. Io, per esempio appoggio più i tempi del basso senza che il valzer diventi in "uno". Ma punti di vista. Specialmente la parte dell'arabesco. Buona l'espressione della parte centrale. E' una scrittura meravigliosa. A me piace accentuare di più il rubato, anche e soprattutto nell' esposizione. Sento questo pezzo molto "eloquente" e di profonda cantabilità. Forse con un po' più di peso sulla mano destra. A parte i punti di vista e i modi di "sentire" , Sei, come al solito, bravissimo!!!!!! Complimenti ThePaolo
  6. Caro Gennaro, Grazie del tuo interesse e della tua dedizione. La grande ricerca che hai fatto in questi anni è preziosa e credo interessi molti musicisti già frequentatori del Forum e del sito nonchè i futuri simpatizzanti. Garzie a nome di tutto lo staff di www.pianoconcerto.it
  7. Riguardo ai perni di centro: NESSUNA LUBRIFICAZIONE!!!!! Caso mai vanno sostituiti , maggiorandoli sempre. Attenzione devono essere usati alesatori colindrici e non CONICI, come quelli per alesare i fori delle macchine del gas. Così si otterrà la perfetta aderenza al Cachemire, da parte del perno. Lavoro molto delicato, ma con risultati eccezionali. Dovresti smontare un cavalletto e poi un martello e vedere gli attriti dei perni. Come? Bhe, se non hai l'apposito strumento di misura...allora le forcole devono "cadere" uniformemente e dolcemente sotto il peso della propria vite. Il solo scappamento, liberato della molla deve cadere da solo. Buon lavoro
  8. Va bene. Li farò. Li farò con molto rispetto per tutto quelllo che è stato già detto da tanti altri. Il mio può essere solo un punto di vista, di raccordo. La cosa che nell'intervista conferma le mie convinzioni è che, prima di tutto, bisogna diventare "musicisti". Anche io, come il mio insigne collega, sono contrario ad ogni "pratica" che collochi lo studente o il pianista già formato "lontani dalla Musica". Non bisogna mai dimenticare che essa ci suggerisce le soluzioni!!!!!! Lavorare molto sull'aspetto musicale ci fa crescere di più che tre ore di "sterili esercizi" al giorno. Le due cose ( Il meccanismo e la tecnica musicale) sono legate, sì, ma la "luce" si accende solo quando non perdiamo di vista che stiamo facendo Musica e che per quello "usiamo" il nostro strumento. Giustissima l'osservazione del Maestro che "guarda" Al Musicista e non solo al Pianista. Insomma ne parleremo. Nel frattempo continuerò a raccogliere dalle vostre domande e osservazioni , le indicazioni per affrontare e scegliere i vari argomenti.
  9. Gennarino ! Sei scatenato!!! Ormai aspettiamo le tue novità!!!!!!! Ci siamo assuefatti!!!!!!! Quale sarà il prossimo regalo?????
  10. Caro ingegnere, sei scrupolosissimo. 1) La martelliera va benissimo...lasciamo perdere l'acero...il carpino. Sul verticale il peso dei martelli non è molto determinante ( almeno per quelle piccole differenze). Sul coda invece UN GRAMMO SUL MERTELLO EQUIVALE A CIRCA SEI GRAMMI SUL TASTO. La martelliera mi sembra buona. Ho solo qualche sospetto che sugli acuti sia stata rasata...e in modo tondeggiante. Dimmi. Il resto tutto bene. Tutto ciò che sentiamo sul verticale e che vorremmo migliorare (scalini, molle troppo robuste...ecc.) a volte dipende anche dal progetto, specialmente dalla lunghezza del tasto. Un tasto più lungo, mi insegni, Ingegnere, ha una dinamica, un'inerzia diversa. Quando tutto è corto, come nel verticale, un po' gli attriti si accentuano e noi, se siamo sensibili a questo, avvertiamo poca uniformità,.....la cerchiamo. Ti ho detto che è tipico di questo strumento la robustezza delle molle e questo aumenta le sensazioni di attrito. Tu hai migliorato, direi, al massimo le cose e ti vedo molto attento a questi sensibili cambiamenti. Bene. Complimenti. Lo scopo del nostro sito è proprio, e non solo, ripeto, quello di trasmettere, infondere, sviluppare l'interesse e far capire che cosa bisogna fare o richiedere per far funzionare bene i nostri strumenti. Direi che non potresti agire meglio. Attenzione che questa voglia di migliorare sempre lo strumento non diventi comunque un'ossessione. ogni strumento ha i suoi limiti, anche uno Steinway. Il tuo strumento è veramente buono. La sua martelliera è del tipo impregnato in mogano e qualsiasi costruttore di martelliere ti consiglierebbe di rifarla uguale. L'importante è la sua "forma"....speriamo non sia stata rasata, appiattendo specialmente gli acuti. Là il punto di battuta deve essere preciso e, oltre a spostarsi quando si leva feltro, diverrebbe più indeterminato quando la forma del martello fosse resa tondeggiante (mai!), generando strani armonici. Controlla...ma ricorda che quando la sostituirai, dovrà essere identica!!!!( Non credo sia ora di farlo) Spero di aver detto cose giuste, basandomi solo su foto e indicazioni. Se mai ci dovessimo incontrare, parleremo più a fondo proprio davanti al tuo strumento...dico TUO... non è il caso di darci del LEI!!!! Ciao, caro amico Ingegnere e sensibile e attento pianista- tecnico Paolo
  11. Carissimi amici, Ognuno di voi mi ha fatto un regalo. Sentire dai giovani queste risposte, mi entusiasma. Già l'intervista fantastica del grande Musicista ci suggerisce molte risposte, ma voi le avete confermate. Forse è giunto il momento di fare un primo video sui principi di tecnica ....musicale....e ...pianistica. Riprenderemo insieme tutto ciò che è stato detto, con qualche altra mia convinzione. Volete? Se sì, lo farò presto. Complimenti per le vostre osservazioni e riflessioni. Paolo
  12. Caro Francesco, Complimenti! Sono in presenza di un tecnico e comunque di una persona attenta che vuole "capire" il proprio strumento. Bene. Lo scopo di questo sito e di questo forum è anche questo. Non ti dannare se senti opinioni lontane da "quello che hai ben capito"...segui il tuo discernimento. Ok. Hai detto cose molto giuste. La proporzione distanza martello corda, affondo del tasto, parata, punto di scappamento è FONDAMENTALE. Hai scoperto il "segreto dei cucchiaini!!!! Maledetti!!!!! Qualche volta danno problemi anche sui pianoforti nuovi. Quello scalino che senti petrebbe essere il cucchiaino che alza lo smorzatoio e che però ha scavato una "Buchetta" nel feltro bianco su ciascun smorzatoio. Non si può far altro che sostituirli. Il lavoro degli smorzatoi è difficile e ingrato. La loro regolazione deve essere fatta sullo strumento e basta un "niente" per mandare a pallino la generale capacità perfetta di smorzare il suono: ci vuole molta pazienza. Lo strumento è ottimo e glorioso. I verticali buoni, le code..così e così. Le mollette nel Pollmann, è vero, sono un po' robusti (ti sei accorto pure di questo), ma ciò è a vantaggio del ritorno dello scappamento. Certo anche questo contribuisce a farti sentire lo "scalino". Sulla martelliera: Forse l'originale è proprio in mogano. La sua sostituzione gioverebbe non soltanto per il peso, ma per la qualità del suono. Dopo tanti anni il feltro, oltre a segnarsi molto, e là si potrebbe rasarla, si indurisce e non si lascia ben intonare. La sua sostituzione e intonazione è difficile. devi trovare un bravo tecnico. Va bene qualche grammo in meno, ma bisognerebbe vedere. In genere il mogano è più leggero rispetto al carpino. Misure della Casa ( non rigorosissime!!) : martello a 45 cm dalla corda. affondo tasto 10 mm- 10,3. scappamento 2 nei bassi e 1,5 medi e acuti. Parata a 1,5 cm. Lo smorzatoio forse si alza troppo presto. Ritardalo un po'. Sarà meglio per la differenza legato staccato. Deve lasciare la corda quando il martello è a 2 cm circa dalla corda. Quell'attrezzo per la regolazione dei cucchiaini è geniale, ma a me rimane di difficile uso. Anche il pedale non deve avere molta corsa. Frà meno comfusione. Guarda che hai u n buon pianoforte. !!!!Sono sicuro che per successive approssimazioni arriverai ad essere soddisfatto!!! Fammi sapere Saluti Paolo P. S. Se vuoi mandami una foto della martelliera (Sia bassi che acuti) P.P.S. l'eccessivo peso di affondo potrebbe, dico potrebbe, dipendere dai perni di centro dei martelli, da quelli dei cavalletti e da quelli degli scappamenti.
  13. massimiliano, chiederò a Simone di procurartele. Forse già esiste una animazione. Altrimenti le trarremo dal modello. Un poco di pazienza. Paolo
  14. Caro Gennarino, ci stai regalando delle Chicche !!!!!!Grazie Paolo
  15. Gennarino sa bene che anche io parteggio per Sandor. Ritengo validi però anche molti altri libri, purché....suggeriscano il modo di eseguire gli esercizi. Penso che tutti i libri che spiegano la tecnica pianistica possano essere utili Penso che tutti i libri che contengono esercizi di "Tecnica pianistica" possano essere inutili....se non accompagnati dalle "istruzioni per l'uso" Penso che non debba essere scambiato un "formulario di esercizi per le dita" per un libro di tecnica pianistica Penso che non bisogna confondere la tecnica pianistica con gli esercizi di "meccanismo" Penso che la tecnica sia un'Arte e come tale debba essere trattata. Penso che la tecnica sia insita nella Musica e che solo questa possa suggerirci la giusta via da seguire Penso che la conquista di un principio di tecnica, se vera conquista, debba rimanere dentro di noi per sempre. Penso che quello che veramente abbiamo imparato ( nella tecnica, ma non solo) sia ciò che ci rimane dopo aver dimenticato tutto
  16. Bene, ragazzi...bene!!!!!!Forza, avanti!!!Altre opinioni!!!!!!
  17. Per restaurare la tavola bibogna smontare tutte le corde....forse pulitura? Che intendi per "copertura del pianoforte?
  18. Conosco questo video. I miei complimenti:
  19. Sin da ragazzo mi sono fatto le stesse domande. Credo ci siano, per ogni compositore, percorsi diversi. L'armonia è fondamentale. questo si capisce facendo semplicemente almeno l'esame di armonia complementare. Poi diciamo che tra i grandi il comportamento era fondamentalmente diverso. Schubert scriveva una Sinfonia in tre giorni, Beethoven "limava" un quartetto per due anni. Mozart scriveva di getto, come pure Bach pensava già in forma polifonica! Pazzesco!!! Sembra quasi, come dice Michelangelo : La statua è già dentro al blocco di marmo, basta togliere il superfluo!!" Quella che si chiama "ispirazione" non è altro che l'idea che stimola e incoraggia il compositore a "confezionare" la composizione....anche con una certa libertà..... Ricordiamo che Puccini studiava molto i suoi contemporanei, ma la sua musica migliore nasce da idee molto "sue" . Ogni compositore si è ispirato ai suoi predecessori, li ha amati e seguiti, ma raramente si è accorto che stava passando alla Storia della Musica. Una base ci vuole. Bisogna conoscere l'armonia e i principi che governano "le forme" Ho studiato con il Prof. Sergio Miceli, che ha scritto libri su Morricone ed in particolare sulla sua Musica da film. Il successo di questa musica muove dalla profonda preparazione del Compositore, forse meno noto per la sua grande produzione contemporanea, magari di più difficile ascolto. Insomma, io che non sono un compositore credo che esserlo sia un grande impegno, ma credo che una idea, un tema, un passaggio "accattivante" possa venire in mente a chiunque....quindi ....avanti "Verso nuove rive con baldo ardimento" ( M. Mussorskj) Paolo
  20. pianoexpert

    Per Elisa

    Bravo!! I consigli di Simone sono giusti, ma mi sembra che anche senza metronomo tu abbia avuto il coraggio di scegliere le flessioni del tempo. Il tempo lo senti, sia come velocità che come ritmo. Ma tutto, naturalmente va migliorato.Certo il piano è molto scordato. Questo non è buono, perché si sente che cerchi la qualità del tocco e così ti consiglio di "crescere". La ricerca della qualità del suono ci suggerisce addirittura, a volte o forse sempre, le soluzioni tecniche. Fallo accordare e forse un po' intonare. E' importante. Mi sembra che tu abbia superato abbastanza bene il passaggio che ti preoccupava. Ti vedo tranquillo. Certo, dal video non si può capire molto di più e ora non puoi pretendere molto di più. Quando ci sono le note ribattute, io suggerirei di suonarle tutte con un dito, molleggiando un poco il polso, cercando di sentire l'aderenza al tasto. Non so se il tuo Maestro è d'accordo. Due scuole diverse sostengono a volte cose contrarie. Comuque ... Continua così ...e magari studia un po' col metronomo....ma non troppo. Cerca di capire bene ( anche senza evidenziarli!) dove sono gli accenti, cioè gli appoggi del ritmo e dove la mano può essere più leggera per poi appoggiarsi quando è necessario. La gravitazione sulla tastiera può essere dosata imparando subito a sperimentare di togliere e mettere peso dalla spalla. Nessun indurimento. nel momento dell'alleggerimento...come se qualcuno ti sospendesse, alzandoti e lasciandoti la spalla. Il rilassamento è fondamentale!!!!!!L'energia che svupperai sempre di più, negli studi,verrà dalla capacità di saperti rilassare e gertire i movimenti correlati : dita-polso- avambraccio- spalla......Naturalmente tutto con calma e senza scoraggiamenti. Coraggio e buona Musica!!!! Complimenti Paolo
  21. Caro Gennarino, Hai scoperto un mondo. Devi sapere che ho registrato in passato ben 14 dischi di piano roll, come tu lo chiami, insieme al Direttore del Museo di Strumenti musicali di Roma. Lui possiede una collezione grandissima e personale di rulli Duo- Art. Così si chiamava il più sofosticato dei sistemi di perforazione, che permetteva di riprodurre addirittura 16 livelli di espressione, pedale ecc.. Non ne abbiamo mai parlato, ma una copia dei dischi editi dalla Fonè di Livorno sono in mio possesso. Uno di questi, quello dei Preludi di Chopin suonati niente meno che da Ferruccio Busoni, ha vinto il Gran Prix du disque. In quello ho curato la revisione musicale. Ne parleremo più a lungo, ma ti anticipo che numerosi pianisti del passato incisero du Duo- Art, Welte-mignon e altri sistemi. C'è un po' di perplessità sulla "manipolazione" dell'editing, anche se i rulli venivano firmati dall'artista. Ti assicuro, comunque che quelle diurne e notturne sedute di registrazione mi affascinarono. Sei veramente in presenza dell'Artista - fantasma che suona!!!!!! E' vero....l'atesignano del Midi!!!!!!! Ma forse più fedele perché il rullo è riproducibile su pianoforte odierno e magari su di uno Steinway,naturalmente modificato con la dovuta "pneumatica" necessaria all'esecuzione. In sostanza, da un mantice a pompa ( esterno e lontano dallo strumento) arriva la pressione dell'aria che, attraverso le forature, muove dei "servi pneumatici" sotto la tastiera. per il resto la meccanica è quella di un coda normale Saluti Paolo
  22. Ottimo il notturno!!! Molto dolce il tocco e molto personale la visione romantica del pezzo. Anche se non rientra nella moderna filologia dell'interpretazione chopiniana...non ce ne frega niente!!!tutto è coerente e giustificato e allora anche le dolci flessioni del tempo e non solo, diventano giuste e particolarmente interessanti. Complimenti per il suono.
  23. Conosco benissimo questo tipo di strumento. Innanzitutto, mi dispiace molto che sia stata sostituta la copertura della tastiera!!!!!!!! Vorrei sapere che fine ha fatto l'avorio tolto!!!! Spero sia stata messa una copertura adeguata allo strumento. Ora vorrei sapere se è stata sostituita la martelliera e che altro tipo di restauro sia stato fatto. Lo strumento in questione è molto particolare. E' titolare del "suono romantico". Tavola armonica non molto caricata e martelli leggeri....ma attenzione se siano stati solo rasati e come. Preoccuparsi che negli acuti, la loro forma non sia tondeggiante. Bisogna comunque controllare se il feltro offre una buona elasticità e si presti all'intonazione. Il peso di abbassamento, sì, ma quello di ritorno? E poi l'intonazione e al regolazione? Comunque mi sembra di capire che sei rimasto soddisfatto della prova....quindi....forse è tutto ok. E' un grancoda? Modello D? Il suono del Bechstein è pastoso e poco aggressivo. Suono romantico, abbiamo detto. Significa privileggiare il prolunganto del suono e l'addolcimento di quella "curvetta" di caduta dello stesso. Forse un po' meno "eclatante" sull'attacco. Comunque meraviglioso!!! Anche il modello A 180 cm. e il Mod. B,203 cm sono belli. A volte succede che qualche modello abbia qualche rara imprecisione sul taglio del ponticello sui medio- acuti, a volte mi è capitato di constatarlo. Succede, in questi rari casi, che il perno del ponticello che determina la lunghezza della corda non sia stato conficcato perfettamente sul taglio del legno dello stesso. Sulla stessa corda si determinano due "lunghezze" vibranti originando quello che si chiama "falso battimento". Ma non ci fissiamo...sono rari casi! Complimenti per poter suonare su un tale strumento. Sarebbe per me interessante vederlo e provarlo. Saluti Paolo
  24. pianoexpert

    Buonasera

    Benvenuto a pianotuning!!!!! Scambieremo molte opinioni!!!!! Un saluto da Paolo
  25. Non avevo mai sentito queste registrazioni. Complimenti..a 16 anni suonare così!!!! Il mio giudizio e i miei complimenti vanno al di là dell'amicizia che ci lega!!! Bravo......Chissà come la suonerai quella difficile ballata al diploma!!!!! Sarà un voto alto!!!!! Affronterai certamente alcuni passaggi con maggiore maturità e controllo. Due sere fa Baremboin era in televisione su Rai 3 da Fazio e tra le tante cose grandi che ha detto, una frase vorrei sottolineare: " Non si può suonare senza passione e senza controllo. La passione deve essere sempre sotto controllo e tutto ciò che cade sotto le regole non può esistere senza passione". La formazione di un musicista deve tener presente questi due elementi e il grande Direttore -Pianista lo ha voluto sottolineare. Bisogna essere sempre "nella musica" " con il cervello, con il cuore e con le dita (W.A. Mozart)" e tu lo hai dimostrato sin dalla tenera età! Bene. Ti costringeremo, dopo il diploma ad offrirci un concerto. ......Gli amici di www.pianoconcerto.it sono già tutti invitati!!!!! Un saluto affettuoso Paolo
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