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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Mi associo a Simone. Belle parole. Questo è il nostro Forum e la Musica che appartiene a ciascuno di noi è dono di piacevole condivisione.
  2. Giovanni è un carissimo amico e un grande tecnico. Il suo libro è un grande manuale che consiglio a tutti di acquistare. Lui è molto attento alla carica della tavola armonica e sostiene che alcuni , anche buonissimi strumenti, siano troppo caricati, ovvero la tavola è molto "spinta" dalle corde, troppo, non permette al suono di liberarsi. E' un discorso molto complesso che lui illustra benissimo suo suo testo. Oggi il suono del pianoforte è molto "compresso", ovvero viene sacrificata quella parte del suono, dopo il transiente d'attacco, che fa cadere l'onda con una "curvetta per poi risalire. Con una tavola più liberata, il suono, nel suo prolungamento e non solo,è più ampio. Nel primo caso è più facile per il pianista "domare" il suono e poter usale più pedale per legare. Nel secondo caso è un po' più difficile il controllo, ma si hanno, sempre secondo me, maggiori possibilità espressive. Ho fatto omaggio a Giovanni di un piccolo diapason d'oro, con una mia dedica incisa. Lo merita.
  3. Molto bello. Sento una vaga influenza Partenopea. Mi ricorda una vecchia canzone: Palummella......Malinconico e sognante.
  4. Ma come!!! Schubert adorava Beethoven, e Beethoven era uno studioso di Mozart. Puccini adorava i modelli di Ravel e Debussy( individuiamo qualche 7ma raveliana nella sua musica!). Chopin, come ho già detto, non ci si crederà, ma adorava Bach e Mozart. Qualcuno Ha mosso i primi (Grandi) passi, isparato dai suoi Maestri ( vedi i primi lavori di Beethoven, quasi Mozartiani) e alcuni sono stati subito se stessi ( vedi, appunto, Chopin). La formazione è avventa a volte anche da un "contro corrente". E'il caso del grande Mozart che non stimava affatto i suoi vicinissimi contemporanei. La sua evoluzione, comunque, si coglie benissimo, dalle prime sinfonie giovanili...al concerto per clarinetto e ill famoso Requiem! Invito all'osservazione e all'analisi delle "prime" opere dei Grandi, che ci lascerebbero scoprire facilmente le "influenze". Lavoro storico- musicale molto interessante.
  5. pianoexpert

    Jazz

    Dimenticavo un aneddoto: uan volta il grande A. Rubinstein, che era spesso a Venezia ascoltò là un concerto del famoso Oscar Peterson. Fu impressionato! Alla fine dichiarò che non sarebbe stato capace di fare quello che faceva il suo grande collega.........
  6. pianoexpert

    Jazz

    Ci stiamo organizzando per alimentare questa sez. Faremo delle interviste ai Jazzisti e faremo sentire la loro musica. Comunque il jazz ha una cultura, una pratica enorme. Chi suona jazz ha l'armonia sulla punta delle dita e del cervello. Tutto si sviluppa su di un giro armonico che poi è quello principale del tema della composizione. Molti musicisti acquisiscono un proprio "formulario" e costruiscono su quello. Ognuno di loro si rimuove a ridosso di uno "stile", di una "corrente" i pensiero. E quindi ci troviamo davanti a sempre diversi modi di presentare le propie idee improvvisate. Personalmente ammiro il Jazz e nonsarei capace a praticarlo. Una "forma mentis" particolare appartiene questi preziosi musicisti e anche una grande capacità di sintesi. Vedo il Jazz, quello vero, quello buono, quello impegnato, in una posizione di "testa" nello scenario della Musica.
  7. bellissimo!!!!Sarebbe interessante conoscere ed avere la Trascrizione........Forse Gennarino ci può aiutare!!!!!!!!!
  8. Bene...glieli accordiamo tutti e due!!!!!!!!
  9. Bene, vedo che avete accolto bene l'idea!!!!!!
  10. E' sempre piacevole sentire qualcuno che sottopone le proprie interpretazioni. Non conosco quella di Masi. Tra le migliaia e migliaia, di professionisti e dilettanti, credo sia il pezzo pianistico più suonato.....dopo "Per Elisa". Personalmente credo che sia sempre importante trovare una proporzione tra intensità e durata del suono, credo di averlo già detto. Ora in questa ottica, suonare non troppo lento è più facile. Con questa lentezza si perde un po' il legato della parte cantabile, che viene "fratturata" dalle terzine. Non voglio dire che suoni male, voglio dire che , nell'intezione dell'Autore, la parte estrema, da mettere in evidenza, deve avere un rilievo rispetto alle terzine, come se fossero due mani a suonare. La "sapienza" di contrapporre la figura puntata con la semicroma seguente, rispetto alle terzine suonate sempre con la stessa mano è come un suggerimento...... Tutto si "impone" da sé in una visione notturna e sognante. Anche il tempo, può avere qualche piccola flessione, ma senza esagerare. Direi tutto in una "prospettiva di suono". Personalmente apprezzo una interpretazione che privilegi la regolarità e trovi le differenze timbriche tra le "tre" parti. Comunque bravo. La mano è molto tranquilla. Forse è anche difficile ascoltare bene a causa della ripresa particolare del suono. Un salutone Paolo
  11. Intanto guarda se è quello e fammi una foto. Quando suono fortissimo, la vibrazione dovrebbe aumentare. Però potrebbe anche dipendere dalla tavola o da microscollamenti del ponticello.
  12. Manda qualche foto. Te ne saranno tutti grati.
  13. Mai sentito che per restaurare una copertura in avorio si debba smontare. Sarebbe interessante sapere perché sia stata smontata. Per smontarla bisogna usare il calore e molto spesso viene deformata. Inoltre credo che quando è montata si può restaurare meglio. L'avorio soffre il buio e con l'uso, per molti anni, può divenire poroso e l'uso lo può "scavare". A volte alcuni usano acqua ossigenata a 180 volumi che " se lo mangia". La cosa migliore, secondo me, è "spianare" l'avorio con tela smeriglio 1000 e se possibile 2000 , 3000. Poi pasta per lucidare. Infine lucidare con disco di tela e Tripoli finissimo ( sorta di pasta secca che pare gesso). Comunque sarà interessante sapere come abbiano fatto. Può darsi che l'oscillazione della corda rivestita in rame sfiori il ferro verticale dello smorzatoio. Forse!!?? Con il coperto alzato il suono è più forte e pieno. Il pianista sente di meno, il pubblico di più. Viceversa col coperchio semichiuso. Sarebbe importante sapere chi lo ha restaurato e il peso di "ritorno" dei tasti. Ciao Paolo
  14. Non sono un Compositore. Ma credo non vi sia differenza. Il compositore sente dentro di se. Ne è prova la sordità di Beethoven. Il provare su di uno strumento è soprattutto "verifica". Il discorso è lungo e imvito qualche compositore ad illuminarci!!!!!!
  15. AHAHAHAH!! Gennarino, sei sempre divertente.....e profondo. Che bello avere amici con cui parlare di argomenti....infiniti......
  16. Va bene, Amici. Ma ci dobbiamo mettere in testa che ci deve essere "la sostanza" e la sostanza emerge proprio con Rubinstein. Grande semplicità, che sembra acqua fresca. Ricordate il principio dell'Anatra : si muove sul pelo dell'acqua e sembra che tutto il suo moto sia leggero e semplise......ma sotto l'acqua c'è un grande lavoro!!!! Il grande lavoro è acquisire negli anni, nel tempo, il grande legato, il grande fraseggio, la grande pressione.....la grande espressione. Soprattutto studiare con concentrazione il rapporto tra intensità del suono e la sua durata fino alla nota successiva.....quello che realizza il "cantabile". Insomma, mettiamoci al lavoro e sviluppiamo un suono intenso. Solo successivamente potremo trovare la "gentile" proporzione tra l'intensità della destra in rapporto a quella della sinistra. Rubinstein era Maestro di questo. In tutte le sue incisionie e anche dal vivo, la sinistra è molto più bassa di intensità. Quando l'ho conosciuto, fece sentire ai partecipanti di quell'incontro, tra cui io, il peso della sua destra nel cantabile. Era impressionante. Suonava tutt'altro che piano, quando sviluppava la lunga frase chopiniana, specialmente sui tempi lenti (Notturni, Mazurche ecc...) . Si può riascoltare in uno degli esempi di Gennarino. E' difficilissimo fare questo e bisogna alllllleggggggerire la sinistra....con molto controllo!!!!!! Credo questo.
  17. Ecco...così, la prossima volta li cambiamo!!!!!!!!! Non sono d'accordo come sono stati rasati. Non ci fa sentire, infatti come suonano. Il ferro, a volte, si può usare, ma con cautela sugli acuti. Avevo già visto tale video.
  18. ....Ma in realtà, alla fine...siamo d'accordo. Forse tutto dipende dalla nostra differenza di generazione e quindi di modo di affrontare le cose. Ma questa è la vera ricchezza: avere amici giovani e amici maturi e parlare liberamente. Il Forum.... e la vita sono magnifici per questo. La grande occasione che tutti abbiamo di metterci in contatto ed esprimere le proprie convinzioni mette "a lucido" le nostre riflessioni e ci riempie di esperienza. Quindi ..coraggio. Vorrei dire una cosa. Anch'io credevo, quando facevo esami, che certe cose non si possono fare...altre sì....così va bene per un esame....poi ad un concerto...poi in privato.. Qualcuno mi diceva questo. Come se davanti ad una commissione si dovesse essere più prudenti per non sollevare dubbi o obiezioni. In seguito ho maturato altre idee. Bisogna sperare che nelle commissioni siedano "musicisti" e un musicista premia sempre una buona scelta, anche se personale e ardita. ( Vedi Pogorelich, che non ha mai vinto un concorso, ma suona in modo meraviglioso) Non credo che ci siano diversi modi di interpretare a seconda del contesto. Qui, invoco io la convinzione del personalismo. Credo che sentiamo e maturiamo una scelta "giusta": quella ci accompagnerà sempre ( Con le duvute oscillazioni di sfumatura che di volta in volta rendano l'esecuzione mai identica alla precedente) Mi fa piacere citare due frasi grandi che hanno segnato il mio modo di vedere. Ferruccio Busoni: "Suona sempre come se ti ascoltasse un grande Artista" Igor Strawinsky: ( questa è pù iroica e spiritosa). Un orchestrale gli disse: " Maestro, domani andiamo a New York...là bisogna suonare bene!!" e lui rispose. "...perché, ...non bisogna suonare bene dappertutto?" ( Carina!) Comunque ci troviamo d'accordo eccome! Forse il punto sta proprio nel "come" intendere le cose e come sentirle ora, domani, dopodomani. Quando ero ragazzo andavo a trovare mia nonna in compagnia di mio padre. Là c'era un vecchio pianoforte C. OTTO di Berlino, scordato e abbandonato. Ma io lo salutavo sempre, suonandolo un po'. Un mio zio passò un giorno e mi sentì suonare un valzer lento di Chopin. Con Jerry, il suo cagnetto, a guinzaglio, si fermò e mi disse: " Bravo, ma in seguito lo sentirai e lo suonerai differentemente". Mi fece un po' rabbia. Mi chiedevo perché mai avessi dovuto cambiare quello che sentivo così "forte". Zio aveva ragione. Ora non suonerei così quel valzer. L'ho suonato nel mio scorso concerto su Chopin e ho ricordato con malinconia quell'episodio. Sono cambiato io e forse oggi "lotto" di meno col mio modo di sentire. ...Troppi ricordi...sto diventando vecchio!!!
  19. Stupenda, O Gennarino romantico. Grande composizione, grande sensibilità. Mi ha emozionato! Grazie......
  20. Caro Fra, Non dobbiamo esagerare sulle misure e sui numeri!! Quando un pianoforte è in negozio, non viene molto seguito, anzi, per niente. Pensano che quando arriverà l'acquirente ...allora sarà il caso di metterlo a punto. A volte, all'inizio, essendo stato fermo per molto, può essere che ci sia qualche resistenza di troppo tra le parti. Ma poi si vedrà. Uno strumento è vivo e cambia a seconda di temperatura e umidità relativa. Il C5 è un ottimo, dico ottimo! Bisogna però vedere dove lo colloca in casa. Recentemente ho fatto cambiare posizione del suo steinway ad un pianista. Ci ho messo molto a convincerlo. Ora nella nuova posizione ha cambiato suono! E lui lo sente meglio. E' contentissimo e io non ho fatto nulla sul pianoforte..... Tutto cambia, cambiando una piccola cosa. Sono convinto che anche il tuo bel Schulze Polmann può suonare meglio. Io ricordo di averci studiato molto a casa di una insegnante di Roma dove da ragazzo andavo a lezione. Avvertivo questa robustezza delle molle, ma a volte mi facevani piacere. E' compito...e dannazione del pianista trovarsi davanti sempre strumenti diversi!!! Come diceva Peppino De Filippo nell'atto unico "Don Raffaele e il trombone": ".....La prossima volta che rinasco suono il clarinetto"........Naturalmente si riferiva ala fatica antinapoletana di portarsi dietro uno strumento di quel peso. Entrava in scena completamente coperto dal "fardello" dell'ottone. Ovviamente quando con somma fatica lo posava a terra e si voltava al pubblico, asciugandosi il sudore col fazzoletto...se ne careva 'o teatro!!( dagli applausi)
  21. La differenza tra le forme degli stiletti dipende dalla deformazione che subiscono al momento dell'impatto. Se potessimo vedere il movimento arallentatore, vedremmo due situazioni completamente diverse. Nessun bilanciamento del nasetto. Ovviamente le code dei martelli del coda sono rastremateper permettere al paramartello di riceverle senza urtarle nella corsa di salita. La rastremazione delle code offrono, inoltre, la possibilità di aumentare o diminuire il peso del martello con conseguente relazione di peso al tasto. (1 grammo sul martello equivale a circa 6 gr. al tasto)
  22. magari contattami sul mio indirizzo di posta ferrarelli@inwind.it
  23. Caro Francesco.......mi riporti indietro nel tempo...accidenti, allora comincio a diventare vecchio e pieno di ricordi. Ero ragazzo e avevo, con grande entusiasmo, comprato un nuovo Petrof verticale da Ciampi. Venivo da un pianoforte di Famiglia, un Feurich di Berlino, ottimo suono, ma meccanica a baionetta ....non funzionava. Arrivò l'accordatore a casa e si mise a lavorare un'oretta. Quando andò via....secondo me...il pianoforte era scordato. Ma...come può essere, pensavo...Provavo proprio....LE DECIME . In quel tempo studiavo il secondo scherzo di Chopin, che ho anche suonato nel mio ultimo concerto.....per me l'accordatura non ci stava. Insomma andai al negozio. Il Comm. Mario Ciampi, che ricordo con stima e molto affetto, mi accolse col suo consueto sorriso. Mi chiese come andasse il pianoforte. Io risposi che ero perplesso. "Che succede?- mi chiese-" Risposi che non sapevo...forse avevo il sospetto che non "reggesse l'accordatura" "Ma che scherziamo?" - disse lui. Pausa. Poi sorrise di nuovo e mi disse :"Ho capito, adesso ti mando Orsini" Orsini venne con il suo andamento ondeggiante e quella voce un po' rauca, segnata da un sincero accento Romanesco. "Che succede, Mae'?" "Sente le decime?" e lui: "AH....ho capito" e si mise a lavorare.( mi domandò chi fosse venuto rpima di lui) Quando Orsini lasciò quella casa il pianoforte era un altro strumento!!!!Porca miseria!!!!! che era successo?? Andai subito da Ciampi e lo ringraziai di avermi mandato quel tizio. Grande soddisfazione del Commendatore. Non vedevo lora che il pianoforte si scordasse per richamare Orsini....Quel tipo mi interessava molto e avevo deciso di capire quali erano i suoi segreti. Quando "il tempo" venne, ritornò Orsini. Siamo diventati grandi amici e ora lo ricordo con grande affetto. Mi raccontò molte cose, tra le quali l'episodio di aver salvato l'incisione a Rubinstein delle Mazurche di Chopin all'RCA di via Tiburtina. In seguito mi fece conoscere il grande Maestro. Da quel giorno..mi insegnò anche molte cose! LE DECIME!!!!!!! Carissimo, le decime sono la cartina di tornasole, la prova del nove, dell'accordatura. Sul mio video c'è solo un accenno, ma ci sarebbe molto da dire. E' molto difficile realizzare una accordatura "brillante". E' anche importante poi intonare bene i martelli, ...hai scoperto anche qualcosa sugli attriti, mi sembra anche che gli acuti e non solo siano stati rasati ( non molto a punta). La buchetta degli smorzatoi, può essere lubrificata con Spry al Teflon SECCO ( nessuna lubrificazione grassa).Naturalmente la buchetta è quella più bassa. Attenzione che i cucchiaini siano "puliti" I perni di centro andrebbero controllati, se sono così discontinui....andrebbero uniformemente sostituiti. Sconsiglio di intervenire personalmente sull'accordatura, se non hai pratica. Insoma mi sono dilungato troppo. Scusa del mio raccontino del passato! A presto Paolo P.S. Se vuoi, inviami il tuo numero di telefono, così ti chiamo e facciamo una chiaccherata.
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