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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Ma certo, ne parleremo più volte. Mi dai l'occasione per citare che all'inizio del novecnto il libro di Breithaupt dava grande importanza al peso. Questo voltò pagina nella tecnica pianistica. Ma non si deve suonare tutto di peso. Mi spiego. All'inizio il pianista deve imparare a camminare. Immaginiamo se da ragazzini qualcuno ci avesse tenuto sempre sospesi sotto le ascelle. Non avremmo mai capito come il nostro corpo potesse poggiare a terra. Il fondo del tasto deve essere conosciuto( tanto inutile fuggire, si perde solo tempo) con la rilassatezza del braccio e la gravitazione dello stesso sulle falangi delle dita. All'inizio è una tragedia. Non è un fatto di "robustezza", ma un fatto di percezione della muscolatura. Essere rilassati, braccio e polso con dita ferme che sopportano il peso. Esercizio che ci fa capire: proporre ad un amico di aprire, tirando, le nostre dita messe " a conchiglia". Tendere il braccio, morbidamente, polso morbidissimo, spalla morbidissima. Lui non deve, tirando con tutta la forza, riuscire ad aprire le dita, ma noi, ben agganciati, conserveremo la fermezza assoluta solo sulle ultime falangi. Provare. Questa è la cartina di tornasole che sappiamo ben separare le tensioni. Noi impareremo così a sostenere il peso braccio- avambraccio sulla punta delle dita e le dita che suonano si passeranno questo peso da una all'altra. però non è sempre così. Non così con tutto il peso. Altrimenti non potremmo che suonare forte e lentamente. La spalla avrà quindi il compito di sospendere più o meno gradualmente questo peso per suonare mf mp p pp e le dita e tutto l'apparato muscolare decideranno, nella velocità, dove marcare e scaricare sugli accenti che faranno da ancoraggi.( collegare questo concetto allo studio veloce con fermata sull'unità di tempo) Spero di aver dato una visione di anticipo sul tema. Spero di arrivare presto a trattare questo argomento insieme alla "teoria degli accenti"
  2. Bravo!!!!Sei tu che suoni, naturalmente, credo. Non posso pensare che tu sia un autodidatta!!!!!! Mi verrebbe qualche piccola osservazione sul tempo e sul rubato, ma bisognerebbe farle di persona. Se mi posso permettere, credo che tu stia un po troppo "attaccato" alla tastiera. Prova ad essere più morbido, specialmente dopo le acciaccature della destra del tema. Solleva la mano con un gesto quasi di rimbalzo gentile, pur tenendo il pedale. La parte centrale è buona. Prova però a pensare una frase lunghissima fatta di tre frasi. Vorrei suggerirti ti cantare molto con la destra anche nel piano e di crescere con la sinistra quando vuoi andare verso il forte espressivo. Un gioco di equilibri sonori tra destra e sinistra. Il rubato di Chopin è difficile, bisogna qui pensare ad un trattenuto tra il secondo e il terzo tempo. Tutto affrontato con più "leggerezza" , naturalezza ....e con qualche libertà. Comunque bravissimo ( e se non sei tu..bravo il pianista che ha suonato) ( farei un tempo un poco più veloce)
  3. Sono andato in Casa Steinway negli anni 80'. Conoscevo l'allora responsabile all'esportazione , Stefan Vertes, persona deliziosa che ricordo con stima e simpatia. Visitai tutta l afabbrica di Amburgo e possiedo una ampia documentazione fotografica in DIA. Fu una esperienza notevole. Certo, le visite possono solo rendere una idea. Ma sarei molto interessato ad una settimana di corso. Tieni presente la mia disponibilità. La fabbrica è bellissima ed è fantastico scoprire come uno strumento di quel valore sia creato tutto a mano, con legni stagionati in buona percentuale naturalmente. Grazie per le tue parole e complimenti per l'entusiasmo che mostri per lo strumento amato da entrambi.
  4. E che ne so? Fino ad adesso ...paghiamo noi!!!!!
  5. Simone m'hai fregato per pochi minuti!!!!! Premio Nobel a metà!!!!!
  6. Mi sembra di leggere Alescovito. I tasti non mi sembrano affatto d'avorio. Non vedo venature e per l'età dello stumento mi sembrano troppo "perfetti". Inoltre a quel tempo venivano, caso mai, fatti in due parti.
  7. La mia non è un'opinione di "parte"....ma avrei scritto le stesse cose di Simone!!!! Sono d'accordo
  8. Caro Marcosenior, Grazie per le tue osservazioni, perché mi danno modo di fare alcune precisazioni. Quello che tu reclami è un organico corso per diventare tecnici. Nella nostra ottica non c'è né questa pretesa né la volontà di fare questo Non c'è la pretesa perché un corso di formazione esigerebbe la presenza fisica dell'allievo e del docente, con tanto di "lavoro sul campo" Non c'é la volontà perché vorremmo, in questa sede, far principalmente aiutare i pianisti ad individuare le sensazioni corrispondenti al "contatto" col proprio strumento e classificarne le cause. Qualche pianista può diventare anche tecnico di se stesso, ma non è questo lo scopo del corso. Inoltre, lo dici tu, l'organicità della trattazione dovrebbe essere rigorosa e potrebbe diventare pesante. La conoscenza dello strumento è correlata ai principi di tecnica pianistica, cosicché un pianista, ad esempio, che non riesce a realizzare la tecnica di rotazione della mano sul proprio strumento, deve escludere la possibilità che ciò non riesca a realizzarlo perché si blocca lo scorrimento dei tasti a causa della usura del Kasimir delle mortase anteriori o di centro degli stessi. Quindi differenti prospettive!!! E' comunque possibile in futuro, su richiesta di un certo numero di persone interessat,e di organizzare un corso con incontri e sperimentazioni. Vedremo Grazie. P.S. Per esempio, che io sappia, la Casa Renner organizza in Germania alcuni corsi di assemblaggio della meccanica.
  9. Complimenti per aver ricominciato lo studio del pianoforte. Grazie per manifestare le tue critiche circa i video e l'impostazione che ho voluto dare.Rispetto la tua convinzione. E' mia convinzione che le dita non suonino mai da sole. Quando nel primo video ho citato lo studio "forzato" mirato all'indipendenza può essere a discapito della interdipendenza e della coordinazione volevo dire proprio che bisogna crescere sin dai primi anni con questa ottica. L'esercizio "meccanico" dà sempre un risultato, ma bisogna tener presente l'obiettivo finale. Ho parlato più volte in altri post di come sia possibile sviluppare la "forza" praticando la rilassatezza. Discorso complesso che non vede una unica via di uscita, proprio perché complesso. La famosa "somma delle parti" rischia di non raggiungere il "tutto" se ci si ostina per lunghi periodi ad insistere su una fase caso mai, senza intravederne un significato e una realizzazione immediata. Voglio dire che se il pollice non va su un determinato passaggio dell'invenzione n.8, è possibile tentare di individuarne il perché o individuare "quello che non si deve fare" per poi definitivamente o quasi applicarlo nei successivi passaggi simili che incontriamo nella letteratura pianistica. A proposito di ciò che non si "deve fare", non può esistere un decalogo o un formulario. Al di la di esempi che mi verranno in mente via via che reglistrerò i video, è interessante notare come ognuno di noi assuma posizioni e pratichi gesti soggettivamente diversi a seconda della propia conformazione corporea. In un bicordo mi bem.-do , le diteggiature 2-5 opp. 1-5 si potrebbero disapprovare entrambi. Vedere un allievo eseguire, si deve capire quale delle due è più adatta e facile alla conformazione della sua mano. Ciò non toglie che è opportuno sperimentare anche posizioni ardue, purchè non scomposte, e non escludere di poter superare passaggi che a prima vista sembrano quasi irrisolvibili. Questo a qualsiasi livello di studio e di preparazione. Penso questo. ma mi vengono in mente molte cose che forse ho già detto e che comunque vorrei ripetere. Non si pensi che però io sia contrario alla "formazione" dei primi anni, fatta con un po' di ginnastica pura e semplice, un po'. Credo che nei primi anni, il piccolo pianista o il pianista semplicemente principiante non debba attendere di "irrobustire" le sue dita . E' mia convinzione( e per fortuna non solo mia) che il contesto musicale aiuti a trovare il giusto suono, la giusta posizione, la giusta forza, naturalmente percorrendo una strada graduale, non in un giorno. Dopo il primo impianto, bisogna subito iniziare una formazione su cose molto facili, ma musicali. Che dire de "le cinque dita" di Strawinsky, che, a parte il fatto che sia scritto in chiave di violino in entrambe le mani, è un capolavoro musicale "senza il passaggio del pollice"!!!!! Costruire e studiate aspetti tecnici su questa opera,per esempio, ma non solo, secondo me, equivale ad iniziare una piccola crescita nella formazione del musicista principiante. Tanta musica, colore, interpretazione, movimento giusto delle dita, col contributo del polso, del braccio ecc....Ho insistito molto su questa strada con qualche bambino in passato e devo dire che i fiori, spesso, sbocciavano. Alcune volte però può non essere presente nessun interesse, nessuna passione....poco o alcun talento. E allora forse non viene fuori molto. Però vale la pena tentare, mentre nella stanza accanto si suona Hanon per ore. Chiedo anche a te qualche esemplificazione a proposito delle tue idee. Mi farebbe piacere vedere qualche tuo esempio. Grazie. Ti saluto P.S. sono consapevole che gli autodidatti possano andare "fuori strada"...infatti più di una volta ho sottolineato l'indispensabilità della presenza di un buon Maestro che interpreti a favore dell'allievo ciò che troviamo scritto sui libri e ciò che si sice su internet.
  10. pianoexpert

    Ciao

    E allora Benvenuto tra noi, speriamo di farti amare la Musica sempre di più.
  11. Parla troppo veloce perché io la capisca. Il mio Francese è approssimato. Mi sembra che neghi la necessità degli esercizi tecnici e parli della Tecnica, come spesso abbiamo detto, come facente parte della Musica. Mi sembra di capire che identifichi la "difficoltà tecnica" come un qualcosa di personale. Attendo anche io una letterale traduzione. Ho visto e sentito la Argerich molte volte dal vivo, anche in passato. Era bellissima e bravissima. Sembrava veramente che la Musica sgorgasse dalle sue dita senza, dico senza, difficiltà. La velocità dei passaggi : Sfacciata! Ascoltate lo scherzo della sonata in si minore di Chopin. Che definizione ...a quella velocità!!!!!!
  12. Guardate bene la mia fotografia......è più rossa!!!
  13. Direi di sì. Inoltre pendo che le dimensioni delle placchette non siano giuste per le dimensioni di un tasto moderno. I tasti sembrano tutti uguali.....ma non lo sono. Verifica!!!E' un lavoro che deve avere una precisione visiva!!!! Anche un decimo di mm conta. Non bisogna mai toccare le dimensioni dei tasti, pena la brutta e cattiva "spaziatura"...Ci si va a mettere in una situazione difficile. Diverso è quando la tastiera è inservibile . Allora si cerca una tastiera delle esatte dimensioni o si ricopre il tasto e poi si sagoma con precise frese.
  14. Caro Gennarino, La frase è bella davvero. .......Hai vinto un orologio!!!!!!!! ( Spiega al Popolo di Pianoconcerto che significa.....dovessero pensare che ad ogni bella frase.....vincono un orologio....!!!!!!Aoh!!!!! ) P.S. Le persone disordinate come me non devono riporre le cose , col rischio di non trovarle più........questa volta ti è andata bene e rendo partecipi tutti gli amici del Forum della mia negligenza.
  15. L'Immaginazione è il vero Dio della realtà!!!! Questa me la stampo nel cervello. Frase di immenso significato!!!!! Grazie
  16. Cominciamo ad essere un'unica Energia Musicale!!!!!!!!!
  17. Non ne ho idea. Ogni Tecnico ha i suoi tempi e i suoi costi...io però non lo farei
  18. Nessuno sa tutto. Tanto meno uno come me che non è né Fisico, né informatico, né matematico, né ingegnere. Io credo che bisogna seguire i battimenti, contare, dividere, dibattere, contestare, misurare, teorizzare ecc...., ma da rozzo sperimentatore, credo che l'orecchio è il "finale, inesorabile giudice". Per esempio sia nei Bassi estremi che negli acuti estremi, l'orecchio vuole un inganno. LA stessa scelta di rendere le terze maggiori crescenti e le quinte calanti, nel riparto centrale della scala temperata rispetta la "piacevolezza" che l'orecchio vuole. I numeri, gli esercizi, le formule possono trovarsi su qualsiasi libro che tratta di accordatura mediante la scala temperata. Del resto Pitagora aveva fatto bene i conti esatti..talmente esatti...che erano errati!!!! E anche i suoi successori.....con l'avvento della polifonia, lasciando la musica monodica, i rapporti non funzionavano. Ecco quindi la scala naturale che rispetta le sottili differenze dei toni della scala diatonica. Con una tastiera "per dieci dita" si crea un nuovo problema. Una ottava con 12 tasti!!!!!E allora basterebbe calcolare la radice di 12 e riportare il valore per ogni semitono!!!! Manco pe' gnente!!!!! E poi un pianoforte suona così, uno suona colà.......Gli amici Fisici ci dicono anche che questi benedetti multipli della fondamentale ....qua non corrispondono!!!!!! Sto uscenno pazze!!!!!!!! Calma.AAAAH!!!! se potessi avere una corda teorica!!!!!!Quella di spessore infinitesimale e di lunghezza infinita!!!!!!!!Invece mi devo contentare di questi "fili" di acciaio, con più o meno carbonio...di diverso spessore e perfino fasciati col rame...per accorciare le lunghezze.Tali corde si comportano come tante corde infinitesimali saldate insieme!!!!!! Insomma gli "armonici" sono "disarmonici". E già. Se no sarebbe troppo facile. E poi questo nostro orecchio, così esigente!!!!!! Se lo interroghiamo sui suoni assoluti...può sbagliare...ma sui suoni relativi, sulle differenze ...sui suoni che non lo aggradano......non lo frega nessuno!!!!!! E allora armiamoci di teoria, di numeri, di accordatori elettronici....ma mettiamo in tasca una grande dose di buon gusto....di quello non possiamo farne a meno...quello ci è indispensabile a rendere gradevole un "errore" voluto. ....Quando mi prende così........fermatemi.......Chiedo venia!!!!
  19. Puoi levare il pannello frontale rimuovendo i fermi laterali interni. Poi verrà via la "calatoia" della tastiera. Sotto puoi rimuovre il secondo pannello frontale basso. E poi? Già rimuovere la meccanica e rimetterla la suo posto richiede esperienza e qualche accortezza. Quindi limitati a dare una pulita aspirando e accarezzando le parti con un pennello morbido. Non usare liquidi.
  20. E' possibile. Bisogna vedere lo stato dell'avorio. Bisogna vedere lo spessore dell'avorio.E' un grosso lavoro.. .....Poi bisogna di nuovo liallineare la tastiera
  21. Certo. Direi anche dalla venatura...a meno che siano tasti in resina dive la venature sia stata imitata. I tasti in avorio sono quasi sempre in due pezzi : placchetta e listello...ma non sempre
  22. pianoexpert

    Salve

    Benvenuto, Gianni!!!!
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