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Piano Concerto - Forum pianoforte

danielescarpetti

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Tutto postato da danielescarpetti

  1. 8 Settembre 1726 prima esecuzione assoluta nella Thomaskirche di Lipsia di "Geist und Seele wird verwirret" BWV.35, cantata in 2 parti e 6 numeri (1.sinfonia, 2.aria, 3.recitativo, 4.aria/sinfonia, 5.recitativo, 6.aria) per contralto, organo obbligato e orchestra di Johann Sebastian Bach (adattamento dal Concerto in re minore per oboe BWV.1059), testo di Georg Christian Lehms ("Gottfälliges Kirchen-Opffer") :wub:
  2. 8 Settembre 1613 muore a Napoli il compositore e liutista Carlo Gesualdo, conte di Conza e principe di Venosa :wub:
  3. 7 Settembre 2002 prima esecuzione assoluta (per il Beethoven Festival) nella Beethovenhalle di Bonn di "A Quia", concerto per pianoforte e orchestra di Pascal Dusapin
  4. 7 Settembre 1940 nasce a Veggiano (Monselice, Padova) il tenore Giuseppe Giacomini http://www.youtube.com/watch?v=3JyKAu2Hw3Y
  5. 6 Settembre 1720 prima esecuzione assoluta nel Teatro do Palacio Real da Ribeira di Lisbona di "Contesa delle stagioni", serenata di Domenico Scarlatti
  6. Se può interessare, ho scritto diversi post sul misto fuastiano e il suo rapporto con la musica. In specifico, Listz lo si può trovare in questo: http://beethovenedintorni.blogspot.it/2013/01/faust-nelle-mani-di-gounod-schumann-e.html
  7. 26 agosto 1974 Prima esecuzione all'Accademia Chigiana di Siena di "Quartetto Gramsci" di Sylvano Bussotti http://www.youtube.com/watch?v=Bkd-5LL9kys :wub:
  8. 26 agosto 1889 Antonín Dvorják inizia la composizione della sua Ottava Sinfonia opus 88 a Vysoká (Príbram, Praga) http://www.youtube.com/watch?v=8J6rxuqStQA :wub:
  9. 26 agosto 1748 Prima esecuzione assoluta in occasione dell'insediamento del consiglio comunale di Lipsia della Cantata "Lobe dem Herrn, meine Seele" Bww 69, di Johann Sebastian Bach :wub: :wub:
  10. La frase di Goethe va, come sempre contestualizzata nell'ambito del periodo storico e, solo in quello, ovviamente può trovare una sua ragion d'essere. Goethe non amò mai la musica di Beethoven a cui prefeìr di gran lunga quella di Mozart perché, come tantissimi suoi contemporanei – e non solo contemporanei – non la comprese per nulla. Troppo avveniristica – oggi useremmo il termine avanguardistica: Rattalino considera Beethoven il primo rappresentante dell'Avanguardia musicale – fu quella musica per orecchie avezze a suoni ben diversi. La poetessa Bettina Brentano, amica di Beethoven, nonché pupilla e amante di Goethe, scrisse al grande poeta il 28 maggio 1810: «(…) È di Beethoven che ti voglio parlare. Quando sono in sua compagnia, dimentico il mondo e dimentico anche te. (…) so di non sbagliare se affermo ciò che oggi forse nessuno capirà o vorrà credere, che egli nella sua interiore evoluzione avanza di gran lunga tutta l’umanità, e chissà mai se lo raggiungeremo. A te posso confessarlo: io credo a un divino incanto come a un elemento della natura spirituale. Ora questo incanto Beethoven lo esercita con la sua Arte. Quando ne parla, ne parla come di un’arte magica (…) Sono stata con lui in un magnifico giardino (…) Beethoven si fermò al sole, benché facesse un gran caldo, e mi disse: “Le poesie di Goethe esercitano un grande fascino su di me, non solo per il contenuto, ma anche per il ritmo. Quella sua lingua meravigliosa che, quasi scala di Giacobbe, ci guida ad un’esistenza superiore, mi rapisce in un'atmosfera musicale, per cui la composizione ne viene spontanea. Dal centro dell’ispirazione l’onda melodica si diffonde libera in tutte le direzioni. Io la seguo, la rincorro con ardore. Essa mi sfugge dinnanzi e scompare nell’intreccio dei motivi più diversi. Ma ben presto la riafferro con rinnovato ardore, per non staccarmene più, e rapito nella gioia della creazione ne centuplico le modulazioni, finché da ultimo l’originario pensiero musicale trionfalmente si riafferma in tutta la pienezza. E’ così che nasce una sinfonia. Si la musica è la mediatrice fra la vita dei sensi e quella dello spirito (…) nulla meglio della musica ti da’ la sensazione che ogni opera dello spirito contiene in sé alcunché di eterno, d’infinito, d’inafferrabile, e benché il produrre sia sempre in me accompagnato dal sentimento della riuscita, pure mi struggo nell’insaziabile brama di ricominciare, come un bambino, daccapo quanto mi sembrava interamente compiuto con l’ultima battuta (…). Parli a Goethe di me e gli dica che ascolti le mie sinfonie; allora certamente converrà con me nell’affermare che la musica soltanto può schiuderci le porte d’un mondo superiore di conoscenza del quale l’uomo è si parte, ma che egli non riuscirà mai ad esplorare interamente (…)». Ma a nulla valsero queste parole e pur riconoscendo a Beethoven di essere un «grandissimo» non volle – o non seppe - riconoscere nel genio di Bonn l'uomo che, per una strana sorte cabalistica, nel 1770 - anno di nascita di Beethoven – fu profettizato da Johann Gottfried Herder letterato, filosofo della storia e teologo tedesco: «Verrà un uomo che saprà unire i sentimenti puramente umani alla musica, che saprà adeguarla ai suoi poemi sonori, al servizio dell’espressione e dell’azione; un uomo che interpreterà fedelmente lo spirito della nazione tedesca, ma che insieme saprà elevarsi al di sopra di essa nell’ambito di una più vasta fraternità umana, che renderà partecipe il popolo tutto di quelle conquiste raggiunte dalla musica sul piano dello spirito puro e già rivelate a pochi eletti». In quello stesso anno lo stesso Goethe a Strasburgo auspicò l’arrivo di un uomo in cui egli avrebbe salutato il «genio tedesco» e la sua nuova rivelazione nell’artista che, dotato delle facoltà «di modellare facilmente tutte le immagini» di sentire «la forza nervosa dei desideri e dei dolori» attraverso la lotta, la sofferenza e la gioia, avrebbe meglio di Prometeo fatto discendere «la felicità degli dei sulla terra ». Oggi, la frase di Goethe sulla Quinta non ha più alcun senso. Oggi Beethoven è stato completamente assimilato ma, questo non toglie che, ancora oggi ascoltandolo, non si possa cogliere quella forte vena innovativa che sprigiona dalla sua musica rispetto al suo recente passato, al suo presente e anche al suo futuro.
  11. Grazie Frank, sei molto gentile! In realtà, lo stesso scritto che tu leggesti in altra sede, l'ho riportato in parte anche qui alcuni mesi fa. Ma, per Pio e chiunque sia interessato, ora lo si può trovare qui: http://beethovenedintorni.blogspot.it/2013/02/la-sesta-sinfonia-pastorale-ovvero-il.html
  12. http://www.youtube.com/watch?v=MpM_Uy5QuQo
  13. Su Kubrick :wub: :wub: sono completamente d'accordo con te!
  14. Ciao Luigi come va? Permettimi di aggiungere solo una piccola postilla al tuo bel scritto, giusto perché i nostri comuni amici abbiano la visione delle cose più ampia. La questione dei rapporti di Beethoven con la madre è, in realtà, dibattuta e fa parte di quelle tante cose della biografia beethoveniana su cui non ci sono risposte certe e condivise. Da una parte abbiamo studiosi come il professor Klaus Kropfinger che, attenendosi alle fonti solamente certe e, riallacciandosi dunque unicamente all'affermazione scritta da Beethoven in quella lettera, affermano che i rapporti fra Beethoven e la madre furono improntati da un grande affetto, dall'altro abbiamo Maynard Solomon che nella sua biografia psicologica di Beethoven, dice tutt'altra cosa basandosi su testimonianze terze di testimoni che vissero a fianco della famiglia Beethoven, a cominciare da Cäcilia Fischer che affermò che Beethoven era «spesso sporco e trascurato» e, il di lei marito Gottfried che «i bambini Beethoven non erano allevati con molte delicatezze; spesso venivano lasciati soli con le cameriere». Il rapporto poi assai complesso che Beethoven ebbe con le donne, sempre secondo Solomon, sarebbe da attribuire in buona parte al romanzo famigliare: un matrimonio fallimentare quello dei suoi genitori accompagnato dal fatto che la madre riversava le sue frustrazioni di donna malmaritata sui figli, sfogandosi e parlandone con loro. Sempre secondo Cäcilia, Beethoven fu presente quando la mise in guardia dei rischi del matrimonio, parole che Beethoven riferì più o meno allo stesso modo nel 1817 a Fanny Giannatasio e che, nella mente di un bambino, soprattutto se particolarmente sensibile come Ludwig fu, si potevano radicare indelebilmente. Da parte mia, senza voler con questo prendere posizione, faccio notare che Beethoven fu riservato in maniera assoluta sulle sue questioni personali e famigliari e che spesso, nelle sue lettere, non disse la verità. Ciao caro Luigi e buone ferie a te e a tutti!
  15. Pensavo a questa domanda di Tiger! Per me gli eroi di sempre sono quelli che, per dirla con Luigi Tenco - anche lui più di Vasco avrebbe meritato di essere considerato un mito - "lottano invano con il mondo di domani".
  16. Ecco, io sono d'accordo con Ismaele. Non voglio correre il rischio di trovarmi, come nell'altro forum, innumerevoli topic dove per protagonista c'era Allevi. Francamente di quello che dice o fa Allevi non m'interessa nulla.
  17. Scusa, ma fammi capire bene: quella donna sarebbe stata la madre di Beethoven? O di chi stiamo parlando?
  18. Dai Luca...! Quello non è un mito. Quello è un modo di reinterpretare...! E poi...non fare di tutta un'erba un fascio che è sempre sbagliato! :) Ora non mi dare anche tu del maestrino però!
  19. Sorrido! Mio caro amico, il tuo scritto mi conferma che c'è un problema d'interpretazione del mio modo di scrivere e, sicuramente la colpa è tutta mia che non riesco a tresmettervi esattamente il mio pensiero La parola primato può essere intesa in due modi. In maniera personale e dunque, ognuno di noi - o almeno buona parte di noi - suppongo ha il suo: Gilda - ciao Gilda - ha Chopin, Antares - ciao Antares - ha Listz, tu hai Bach - lo hai detto ora non rimangiartelo - e ...Rotore - ciao Rotore - ha Vasco. Io ho Beethoven! Su questo nulla da eccepire. Poi c'è una storia! Una storia che a pieno titolo si inserisce nella più complessa Storia della Musica ed è quella che ha scaldato - e scalda alcuni ancora anche oggi - tanti studiosi e appasionati a vario titolo della musica, sostanzialmente dal dopo-Beethoven al secolo scorso ed è a quello a cui io solitamente mi riferisco. Argomento futile? Può darsi, non dico di no! Ma da parte mia finché sentirò e leggerò delle cose che non sono condivisibili in materia mi sentirò autorizzato ad affermare il mio pensiero a tal merito e, sia ben chiaro, non parlo solo di questo forum ora, ma mi riferisco proprio in generale. Cerco di spiegarmi ancora meglio. Finché andando in libreria e sfogliando una recente storia della musica, arrivato a Mozart leggerò : Mozart ovvero la divinità - o simili idiozie - ribadisco, mi sentirò autorizzato a controbattere e replicare a tal merito. Spero di avere chiarito il mio pensiero, ti saluto e mi fa molto piacere averti incontrato! :)
  20. Kempf è stato uno dei massimi interpreti beethoveniani. Per me è il massimo! :wub: :wub:
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