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Piano Concerto - Forum pianoforte

danielescarpetti

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Tutto postato da danielescarpetti

  1. Mi commuove tutto. Mi commuove la frase di Tiger, mi commuove vedere un Bernstein così giovane e, soprattutto mi commuove vedere che il primo violino è Willy Boskovski.
  2. Ricordo di aver letto diversi anni fa che nel mondo intero su dieci composizioni eseguite in concerto una era di Beethoven. Ovunque, in Venezuela come in Cina, in Germania come in Australia. Le cifre, si sa quel che valgono; eppure quel dato era impressionante nella sua sinteticità, e faceva nascere molte domande. Che cosa continuiamo a trovare nella musica di Beethoven? Come mai quest'uomo è diventato il simbolo dell'arte occidentale, e perfino dell'Europa unita? Provate ad ascoltare le prime quattro note della Quinta Sinfonia: la reazione è immediata, quasi sempre di riconoscimento. ma comunque di curiosità, di stimolo, di attesa. Quelle quattro note suonano ancora oggi come una domanda, una delle domande più potenti, più urgenti, più universali che un artista abbia mai posto ad un essere umano. Musicisti e appassionati sanno che Beethoven nel corso della sinfonia, arriverà a darci la risposta a quella domanda. La sua risposta, beninteso. Ma la Quinta continua a vivere, ad essere amata - ed eseguita - come poche altre composizioni, proprio perché ogni musicista e ogni ascoltatore ha la possibilità di trovarvi la propria risposta: una risposta che cambia e continua a cambiare negli anni, ma che ha sempre a che fare con la sostanza musicale dell'opera, con il senso di trasformazione e rigenerazione di conflitto e catarsi che essa comunica attraverso le note. Per tutta la vita Beethoven continua a porre all'ascoltatore, e a sé stesso, domande, e a trovare risposte. Ogni sua composizione in un certo senso risponde ad una domanda: ad uno specifico "problema" compositivo, alla necessità interiore di cambiare, ricercare, innovare. L'ultima composizione di Beethoven, il sublime Quartetto op. 135, termina proprio con una "domanda e risposta", esplicitamente indicata in partitura: Deve essere così? Sì, deve essere così! Un brano musicale, infatti, non deve essere un oggetto. Non passa immutato e immutabile attraverso le epoche. Esso cambia, nella sostanza sonora, nella funzione, nell'interpretazione di chi suona e nella coscienza di chi ascolta. Questo aspetto impalpabile è certamente una debolezza della musica, ma è al tempo stesso la sua grande forza. Nulla come un brano musicale è in grado, attraversando i secoli, di dimostrarsi sempre "attuale"... La musica di Beethoven, tra tutte, è forse quella che ha mostrato nel modo più forte la capacità di attraversare il tempo, di permanere nella memoria, di costruire un proprio spazio percettivo che gli anni non riescono a scalfire. E ha dimostrato allo stesso tempo di essere veramente universale, di saper interpretare lo spirito e le esigenze delle varie epoche, di poter offrire risposte sempre nuove e sempre valide . (...) Giovanni Bietti: introduzione al suo libro appena uscito presso Laterza ""Ascoltare Beethoven" con cd annesso! La dedica che campeggia nel libro di Bietti recita in parte così: a mio padre che mi ha insegnato ad amare la musica di Beethoven Questa dedica la faccio anche mia!
  3. http://www.youtube.com/watch?v=qbur0K64gH4 Io trovo che sia splendido anche questo: A dir la verità - sarà una coincidenza, oppure il mito orfico si adatta molto bene alla musica? Ebbe io penso proprio di sì! :wub: :wub: - ma tutte le musiche su Orfeo - a cominciare dalle splendide di Monteverdi siano tutte molto belle e, spesso geniali.
  4. Due giorni fa è stato consegnato il Leone d'oro alla carriera alla grandissima compositrice Sofia Gubaidulina Mi inchino a questa decisione!
  5. Direi che è tutto ben chiaro lì: problemi editoriali che, in altre parole vogliono dire che non c'è più un editore che si voglia accollare l'onòre e l'onore di stamparlo dati i costi e l'insufficiente ritorno economico. E' importante firmare e...soprattutto comprarlo!
  6. Insofferenza: ovvero Beethoven, Gould e l'Opus 126 Insofferenza! Probabilmente le cose che uniscono con un filo rosso la vita di Beethoven possono essere tante ma sicuramente l'insofferenza, ha un ruolo assolutamente centrale in tutta la vita del compositore, dai suoi primi anni a Bonn, fino alla sua morte il 26 marzo del 1826. Insofferenza verso la sua famiglia - mi domando sempre come mai nel 1803 si fece mandare a Vienna il solo ritratto del nonno Ludvig senior che aveva appena conosciuto, essendo morto nel 1773 e non anche quello dell'«amata madre»! - di cui dovette sempre farsene carico. Insofferenza verso la sua Bonn; troppo stretta per le sue ambizioni e a cui non fece mai più ritorno. Insofferenza verso i suoi maestri che sentiva limitati. Insofferenza verso la nobiltà di cui però non poteva fare ameno per vivere, Insofferenza verso la borchesia: «massa plebea». Insofferenza verso un destino ingrato che avrebbe voluto «prendere per il collo». Insofferenza per le donne di cui però non poteva fare a meno...! Una vita costantemente accompagnata dal dualismo più ingrato: Necessità e Libero arbitrio che lo condizionò sempre. Ma le due insofferenze che qui interessano furono quelle musicali. La prima verso la forma-sonata con cui condusse una lotta durissima fin dalle sue prime opere e che portò fino all'estreme conseguenze – quella del non ritorno - con le sue ultime Sonate per pianoforte e in particolare con l'Opus 111quella di cui Thomas Mann nel suo “Doktor Faustus” disse: «(...) qui terminava la sonata, qui essa aveva compiuto la sua missione, toccato la meta oltre la quale non era possibile andare, qui annullava se stessa e prendeva commiato (...) un addio grande come l'intera composizione, il commiato della Sonata.» La seconda insofferenza di Beethoven musicale fu... verso Beethoven stesso. Pensiamoci bene un attimo, non fu sempre questo l'atteggiamento che il compositore ebbe verso la sua musica: la sensazione di non avere ancora portato a termine il suo compito di «vivere per la mia arte» si ha fino dai tempi del “Testamento di Heiglnstadt”? E dunque questo non si traduce in un'insofferenza verso ciò che aveva già composto ed in un dovere di andare sempre più oltre? È in questo ambito del discorso che vanno inserite la serie delle “Bagatelle Opus 126” che il gigante venuto da Bonn compose fra la fine del 1823 e il febbraio del 1824 nel suolo di Vienna. Fu infatti nella lettera n. 1783 del 24 febbraio 1824 che Beethoven le nominò per la prima volta chiedendone la pubblicazione all'editore Heinrich Albert Probst a Lipsia. Queste Bagatelle sono l'ultima opera pianistica di Beethoven – a parte alcuni abbozzi rimasti tali – ed è importante domandarsi come mai, dopo le grandi Sonate precedenti, il compositore abbia solo scritto queste che, senza ombra di dubbio, come lui stesso scrisse nella sua lettera 1901 del 23 novembre 1824, sono : «(...) piccolezze per pianoforte solo, alcune delle quali sono molto elaborate e sicuramente le migliori che io abbia scritto in questo genere». Sicuramente proprio per quel motivo che adduce Thomas Mann era impossibile per Beethoven andare oltre nelle Sonate, restava dunque solo la possibilità di creare questi piccoli giganteschi gioielli. Gioielli che si inquadrarono in quella sua ultima stagione compositiva, quando in un impeto di insofferenza, «(...) nella stasi contemplativa del gioco combinatorio dei contrappunti delle ultime Sonate (o degli ultimi Quartetti); in quella contestazione della linearità drammatica del discorso musicale che furono per lui sempre le Variazioni» (Guido Salvetti), ad esse, egli si rivolse. Per la prima volta – come lo fu per la serie dei Lieder “ ” (All'amata lontana) Opus 98 del 1816 – Beethoven assegnò una serie ciclica a queste Bagatelle che, come accadde per tutta la sua ultima produzione, furono incomprese al suo tempo. Ma furono però ben comprese da Robert Schumann, pensiamo solo alle serie “ ” e “ ”.Pagine raffinate, di una folgorante visionarietà, sono unite dalla programmazione ragionata delle tonalità: Sol+ lirico, nell'“Andante con moto compiacevole” nella prima; Sol- nel tagliente “Allegro” della seconda, Mib+ nell'“Andante cantabile e grazioso” della terza dove si succedono una prima parte di scrittura corale e poi una sorta di variazione molto ornamentale; Si- nel “Presto” della quarta determinato ma addolcito da un episodio in forma di musette; Sol+ nella quinta “Quasi allegretto”, intrinseca di soave delicatezza; Mib+, infine, nella sesta “Presto – Andante amabile e con moto”, dove dopo il “Presto” brevissimo ed estroso si ha un “Andante” ricco di contrasti espressivi. Nel discorso concernente le “Bagatelle Opus 126” e quello relativo all'insofferenza si inserisce a pieno titolo la figura di Glenn Gould. Glenn Gould fu un grandissimo pianista che, si dice, o lo si amava alla follia o lo si odiava in assoluto. Chi scrive non fa parte di queste due categorie, penso però che comunque la si pensi non si possa negarne la sua assoluta genialità nell'interpretare, innanzitutto la musica del suo prediletto Johann Sebastian Bach, ma anche in generale di tutta la musica da lui affrontata. Il rapporto di Glenn Gould con la musica di Mozart fu tutt'altro che positivo e molti vorrebbero lo fosse stato anche con Beethoven. Io penso invece che come afferma Guido Salvetti: «(...) Tra i due i rapporti furono tesi: Glenn Goul non perdonava a Beethoven di essere Beethoven e, come tale di aver scritto l'esatto contrario di quella musica «senza inizio e senza fine, senza vere tensioni e vere risoluzioni» che Gould vagheggiava. Anzi Beethoven era il campione dell'idea stessa di «inizio» addirittura come genesi del Cosmo dal Caos, e della «fine» come messaggio utopico di vittoria della Ragione; e il gioco tensione-risoluzione è l'unico possibile percorso , per Beethoven, che possa garantire il rapporto tra arte e vita, tra l'artista e l'umanità. Glenn Gould, nel sentire dire queste cose, sta soffrendo: per lui la musica non deve essere questo intrico - per lui spurio fino al limite dell'indecenza - di suono e ideologia. E Beethoven più di tutti va aiutato a redimersi: Beethoven ha bisogno di Gould e Gould nel soccorrerlo, è ben cosciente di compiere un gesto d'amore (...)». Amore e insofferenza fu dunque quella che spinse Gould l'interpretare Beethoven, quello stesso amore e insofferenza che Beethoven ebbe per sé stesso. Ecco perché le Bagatelle, questi gioielli che non avevano certamente la “pretesa” di adempiere ad un ideale, che non avevano un inizio ed una fine, furono predilette da Gould «come un segno di un diverso Beethoven». E allora andiamo a confrontare queste Bagatelle nelle mani di pianista come e nelle mani di .Nella prima già la dilatazione del tempo di durata è impressionante, più un minuto in quella di Gould rispetto a Pollini. Ma poi ascoltandola! Non sembra più forse di essere in presenza di un preludio bachiano anziché di una bagatella beethoveniana. Geniale dal mio punto di vista! Al contrario della prima, la seconda in Gould diventa velocissima rispetto a Pollini, concedendogli quel minuto perso e il momento centrale d'intenerimento è quasi del tutto sparito. Con la terza, Gould rallenta di nuovo i tempi rispetto a Pollini. Ma sono le ornamentazioni che vengono notevolmente impreziosite da un tocco pianistico ineguagliabile. Dilatazione anche nella quarta dove si torna ad un'interpretazione marcata e compatta come nella seconda e come sempre non attenta agli addolcimenti. La quinta che ha delle delicate movenze di una barcarola, viene da Gould assecondata in maniera straordinaria nella sua dissoluzione astratta che la porta a perdere la connotazione di canto e di danza. La sesta, la più visionaria di tutte le sei bagatelle, nella sua interna continua lacerazione, nel suo pendere fra popolaresco e sublime trova in Gould un gelido e perfetto esecutore, forse proprio in questa, il pianista canadese si trova più a suo agio, nulla è stato tracciato, la meta non è stata segnata. Insofferenza! Già, tanti sono i motivi che mi portano ad amare sopra ad ogni altro compositore Beethoven: l'insofferenza che a lui tanto mi accomuna è uno di quelli. Ps: le interpretazioni di Pollini e Gould sono dietro ai loro nomi, basta cliccare lì.
  7. Buongiorno Frank e buongiorno a tutti! Arrivo a dirti la mia, abbiate un po' di pazienza e arrivo, entro domani o forse, anche questa sera se riesco.
  8. Ora farò un po' di pubblicità al più bel sito beethoveniano! Biamonti, come già precedentemente gli altri cataloghi, parlano chiaramente di Bagatella in riferimento a "Per Elisa". Basta scorrere il sito di Armando, che riporta le parole di Biamonti e se ne ha la prova: http://www.lvbeethoven.it/Opere/Beethoven-Midi-Mp3-Altre-Klavierstucke.html#WoO059 Ciao Pio!
  9. Grazie Luca, ti devo un quarto d'ora di risata grassa!
  10. Pio, io ti domando ancora scusa ma, credimi non mi sono affatto infervorito su tutto ciò. In realtà trovo sia spesso eccessivo questo interessamento su "Per Elise", opera che è importante, tutt'alpiù. per i principianti di pianoforte o per quelli che si accostano per la prima volta alla musica classica. Per questo volevo sottolineare che questa musica, nell'ambito del percorso beethoveniano, in realtà non ha alcuna importanza e dunque non merita assolutamente post, se non adirittura topic, a lei dedicati, mentre le bagatelle veramente importanti non sono mai menzionate - mi riferisco oltre a quelle dell'opus 126 anche a quelle dell'opus 119 - e meriterebbero - quelle sì! - pagine e pagine di discussione. Sono poi un po' infastidito dal fatto che anche nella musica classica ci sia spesso la ricerca dello scoop. Il più abnorme fu quello di alcuni anni fa, quando un personaggio - non faccio nomi volutamente - disse che la Jupiter di Mozart era di Lucchesi... Ecco...! queste cose sì, mi fanno un po' spazientire!
  11. Chiedo scusa, ma francamente non capisco la questione! A prescindere dal compositore - che io riterrò essere Beethoven finché non ne sarà dimostrata con sicurezza la prova contraria - e a prescindere a quale donna fosse dedicata, trattasi di una Bagatella - e dunque che c'entra la musica a programma? - Anzi della bagatella più famosa al mondo. L'essere tale, anche se non fosse di Beethoven, non cambierebbe però assolutamente nulla per il compositore di Bonn, in quanto egli compose delle Bagatelle ben di gran lunga più importanti e di gran lunga più "belle". A tal punto da potere essere considerate nel loro insieme una vera vetta beethoveniana degli ultimi anni di vita. Avrete compreso che mi riferisco alla serie di 6 bagatelle dell'Opus 126 che conoscerete certamente molto bene e che invito caldamente ad essere loro, fonte di studio e di discussione e non questa.
  12. Le prime note sono di Beethoven: http://www.lvbeethoven.it/Opere/Beethoven-Midi-Mp3-Biamonti.html#Bia066 :D :D :D :D :D :D :D
  13. Ciao! Il catalogo delle opere mozartiane fu redatto nel 1862 dal musicologo Ludwig van Koechel in maniera progressiva e anticipando ogni lavoro dall'iniziale del suo cognome, la K. Da allora è stato revisionato ben 8 volte e l'ultima risale al 1983. La V sta per Verzeichnis, parola con diversi significati e che, in questo caso va intesa con quella di: elenco. Quasi sempre si usa la sola K e a volte si usa la KV, ma sostanzialmente sono la stessa cosa.
  14. Sempre a disposizione, nei limiti delle mie possibilità, a cercare di chiarire!
  15. Era qualcosa che riguardava il Triplo concerto op. 56!
  16. 10 Settembre 1680 muore a Forlimpopoli (Franpul) (Forlì) il compositore e violinista Marco Uccellini :wub:
  17. Ciao! All'inizio, ascolta bene...la Quinta! Ma, scusami, tu non sei la Martina che conosco io vero?
  18. http://www.youtube.com/watch?v=kIFH62Sk47Q :wub:
  19. 9 Settembre 1968 prima esecuzione assoluta scenica (per il 31° Festival della Società Internazionale di Musica Contemporanea) nel Teatro alla Fenice di Venezia del "Concerto n.2 per oboe e orchestra" di Bruno Maderna (oboista Lothar Faber) e prime esecuzioni di frammenti sinfonici da "Le martyre de Saint-Sébastien" L.130 RB.124, 18 musiche di scena per voci, coro e orchestra di Claude Debussy (per il mistero in 5 "mansions" di Gabriele D'Annunzio); dei "Fünf Sätze" op.5 (2° versione) per orchestra d'archi di Anton Webern e di "Figures-Doubles-Prismes" (revisione aumentata di "Doubles"), composizione in 4 movimenti per orchestra di Pierre Boulez, dirige Bruno Maderna.
  20. 9 Settembre 1968 prima esecuzione assoluta (per il 31° Festival della Società Internazionale di Musica Contemporanea) nella Scuola Grande di San Rocco di Venezia di "Sesto Non-senso" ("C'era un vecchio di palude"), brano n.6 per coro a cappella di Goffredo Petrassi, testo di Edward Lear ("Nonsenses"), traduzione italiana di Carlo Izzo, dirige Nino Antonellini (maestro del coro) e prime esecuzioni di "Mottetti per la Passione", ciclo di 4 mottetti (1.Tristis est anima mea, 2.Improperium exspectavit cor meum, 3.Tenebrae factae sunt, 4.Christus factus est) per coro a cappella di Goffredo Petrassi, dirige Nino Antonellini (maestro del coro); di "Estri", sinfonia da camera (1° versione) per 15 strumenti di Goffredo Petrassi, dirige Marcello Panni; di "Serenata" (allegretto) per flauto, viola, contrabbasso, clavicembalo e percussioni di Goffredo Petrassi, dirige Marcello Panni e di "Tre per sette", tre esecuzioni per ottetto di fiati (4 trombe e 4 tromboni), dirige Marcello Panni.
  21. 9 Settembre 1963 prima esecuzione assoluta a New York di "Vexations" per pianoforte di Erik Satie ("pour se jouer 840 fois ce motif, il sera bon de se préparer au oréalable, et dans le plus grand silence, par des immobilités sérieuses") pianisti John Cage e altri 9
  22. 9 Settembre 1957 prima esecuzione assoluta (per il 10° anniversario del Terzo Progamma della BBC) nella Albert Hall di Londra del "Concerto n. 6 "Invenzione concertata" (1.mosso, inquieto, 2.energico, 3.mosso, 4.energico, 5.adagio sostenuto, 6.tempo: liberamente, 7.molto deciso) per ottoni, archi e percussioni di Goffredo Petrassi, dirige George Basil Cameron.
  23. 9 Settembre 1844 il compositore Felix Mendelssohn termina a Francoforte la partitura della Sonata n.5 W.60 in re maggiore (1.andante, 2.andante con moto in si minore, 3.allegro maestoso) per organo (dalle "Sechs Sonaten" op.65)
  24. 8 settembre 1943 Il governo Badoglio firma l'Armistizio. Inizia la Resistenza! http://www.youtube.com/watch?v=55yCQOioTyY
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