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Piano Concerto - Forum pianoforte

GnazzJazz

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Tutto postato da GnazzJazz

  1. accidenti, posto sempre velocemente, ma sono molto più lento di te, quindi mi riservo di ragionare appena possibile, ma non immediatamente, sulla sfida. Nel frattempo butto giù due righe: a dire il vero il mio scrivere è piuttosto ingenuo e ispirato alla mia esperienza e al mio sentire, cioè è chiaro che ognuno ha la propria formazione culturale, ma un conto è argomentare razionalmente una tesi, un conto è scrivere cio che si sente, per quanto non indipendente, senza mediazioni. Preciso che ritengo tecnicamente "bravi" coloro che sanno andare incontro ai gusti di grosse fette di pubblico. Ciò che ritengo riprovevole, come già spiegato, e che si utilizzino le debolezze altrui per guadagnare più di quello che si suda. In sostanza ritengo, senza alcuna originalità e in disaccordo con te (che forse starai pensando che sono io e quelli che la pensano così che sono condizionati), che i gusti del "grande pubblico" siano condizionati e preparati per accogliere determinati prodotti. Questo ovviamente non vale solo per la musica e anzi è proprio la generalità di questo agire che ne fa la forza. Scegliere una misura in un sistema è cosa fondamentale e difficile da discutere, ma se la mia misura è giusta, cioè se il mio "arrozzamento" della realtà è valido, allora la varietà di cui parli, che non nego, si annulla. Effettivamente non credo, ma ci rifletterò bene, che io sostenga la tesi che mi chiedi di argomentare. Anche secondo me gli autori e i prestanome sono colpevoli!
  2. va bene, non esistono le case discografiche, ma esiste Maria De Filippi... Ammetto di non aver letto quelle teorizzazioni sociologico-estetiche della Scuola di Francoforte che citi e apprezzo sinceramente la cultura e la competenza che hai in materia e qui condividi, ma credo che debba esistere un buonsenso, un senso della misura per ogni uomo sul pianeta e che il parametro critico che informa questo buon senso e le da una misura, sia il grado di coerenza che noi siamo in grado di accettare e che ci permette poi di valutare tutto ciò che ci circonda, senza andare incontro a fastidiosi paradossi. Affermi che la parabola del Dio Mercato sia "chi comunica meglio vince", ma al mondo esiste anche l'informazione e la libertà di scelta, che francamente apprezzo di più e cerco di utilizzare per i miei acquisti. Il meccanismo che citi, se usato in un certo modo, permette di convincere molta gente a fare un acquisto che altrimenti non avrebbe fatto ed in questo modo fa più soldi di quanto avrebbe fatto altrimenti. Per me questo è disonesto, come è disonesto il sistema Calcio, con tutta la moneta che vi circola. Disonesto perché sfrutta consapevolmente le debolezze altrui. Non sono aggiornato, ma sono siciuro che molta della musica prodotta in qualsivoglia modo non sia frutto di originali e personali processi artistici tesi alla condivisione delle proprie idee e del proprio sentire, ma sia invece qualcosa di maniera istruita da altri soggetti, discografici o fonici non fa differenza, diciamo agenti del mercato dei CD e degli MP3. E' leggittimo? si! ma è allo stesso tempo riprovevole dal mio punto di vista e potrebbe essere assunto a parametro di valutazione.
  3. Che problema, è difficile uscirne e non si sa dove poter cominciare... l'educazione è importantissima: occorre far ascoltare di tutto e stimolare discussioni, confronti, scambi di sensazioni e via dicendo, possibilmente ai bambini già in tenerà età. Ma ciò che è più importante è far nascere in ogni persona (sempre a partire dalla tenera età) il senso critico, l'autostima, la curiosità e via dicendo. Solo così si può pensare e partecipare alla crescita di un mondo migliore. Tutto il resto deve poi venire da dentro, sono d'accordo, e non può essere certo imposto, altrimenti è finto, è farsa. E' come la democrazia: la si può imporre? mica tanto! Altrimenti, sensa senso critico, la televisione diventa sì il demonio! Anche io sono d'accordo che i media vanno usati e io la televisione la uso volentieri (come pure internet e anche facebook, se vogliamo), ma quanto è vero che la stessa televisione è in grado di forgiare e plagiare le menti di una gran parte del popolo!! Non è forse un problema?! Non è forse un problema di tutti?! Io credo proprio di sì! Certo non è colpa della televisione, ma della predisposizione delle persone a essere usate e della disonestà e della miseria di chi ne approfitta. L'abbiamo sperimentato tutti, in televisione è possibile far credere vero il contrario della verità osservata e registrata il giorno primo con lo stesso mezzo televisivo! oppure di far credere che un imprenditore di dubbie doti morali e che ha tecnicamente e giustamente interessi particolari ovvi, faccia invece miracolosamente gli interessi degli operai, per esempio. Quando la musica la fa la casa discografica è sì una musica per fare soldi! Anzi, specifichiamo, per non essere tacciati di anacronismo e qualunquismo: è fatta per fare più soldi di quello che vale, secondo un metro di giudizio che si piò discutere, ma che possiamo immaginare coerernte ed equilibrato con la visione del mondo di chi afferma ciò. E il mercato libero (non il libero scambio di merci) è la stortura di questo mondo alla quale, dice Thallo ragionevolmente, ci dobbiamo adeguare, ma che, secondo me, abbiamo anche il diritto di criticare.
  4. Veramente terribile!!! L'argomento è invece interessante.
  5. Intervengo senza aver ancora letto TheSimon Sono d'accordo che il fulcro sta nell'educazione, che nelle scuole è latitante, ma credo dipenda anche questo, in parte, dalla volonta e competenza dei singoli, cioè volendo si può fare molto di più con quello che si ha. Conosco chi ha fatto e fa un grande lavoro nelle scuole medie con buonissimi frutti, altro che flautino... persone che fanno nottate di gruppo per organizzare il lavoro. Certo stanno cercando di distruggere la scuola e appiattirla mettendo i bastoni tra le ruote, con effetti per esempio sulla interdisciplinarietà che ritengo molto importante. In ogni caso occorrono passione e onestà che vengono dall'educazione in generale e ciò vale in tanti ambiti. Insomma la musica è così bistrattata nel nostro meraviglioso e musicale paese non solo per l'ignoranza musicale che si propaga, ma perché ci sono i presupposti generali perché ciò accada, presupposti che vanno, ahinoi, rinforzandosi! In sostanza sono quindi d'accordo con quanto già detto. Certo, quanto è brutto dover fare battaglie contro le istituzioni amministrate da chi ci rappresenta!
  6. A primo udito non mi colpisce troppo positivamente (un po' affrettata, ritmica, tesa, ma forse è ingeneroso valutare da un 'esecuzione live ascoltata sul pc). Nelle orecchie ho Marta Argherich con Claudio Abbado e anche la versione di Michelangeli.
  7. Che fortuna!! Tralasciando le big band anni 30', Duke Ellington, Louis Armstrong e Ella Fitgerald e pochi altri che "giravano" in casa e ascoltavo distrattamente, la mia fissa è partita da un concerto a Pescara alla quale è seguito l'acquisto di questo disco e poi tanti altri: ma, prima di ciò, il "germe" covato per anni è stato un ascolto da Radio 3 simile a questo:
  8. Bene, lo so che non mancano analisi e descrizioni e non sono solo rimasto a "sentire" nel tempo, la mia è una battuta per dire che non è semplice legare progetto e intenti al risultato e che d'altra parte non è detto che questo collegamento debba essere trasparente all'ascoltatore al quale è necessariamente diretta un'opera e che anzi è interessante capire quale sia il risultato del mezzo usato sull'ascoltatore ignaro. Insomma, per interpretare il topic, qual è la forza della matematica sulla musica ascoltata, al di là dei propositi del compositore, e quanto invece le due cose sono legate e con consapevolezza del compositore stesso?
  9. No, no, intendo dire: quanto il compositore è consapevole e padrone del mezzo che usa, tanto da avere un idea precisa e anche poi verificabile del risultato che otterrà e tanto da poter dire che il fine giustifica in modoessenziale il mezzo, anche se non univocamente, almeno con una certa pregnanza? Forse sto dicendo una banalità per un compositore e quindi anche un po' offensiva, ma è sempre giusto e utile indagare, col fine di comprendere e non certo di distruggere. A scanso di equivoci, visto che non ho capito la questione della tesi mi permetto un affermazione di carattere personale: ascolto Berio, Stockausen, Boulez, Nono etc da quando avevo 15 anni (questo non vuol dire che li abbia capiti a fondo da un punto di vista tecnico, cosa che vale però anche per Beethoven ).
  10. Bene, allora, se vogliamo dibattere dell'argomento perché ci affascina e non ci pare banale (nonostante l'evidenza della sua sussistenza, appunto), dovremmo focalizzare ognuno i punti che stimolano il proprio interesse. Per me, restringendo il tema all'uso massiccio della matematica nelle composizioni "moderne", è interessante cercare di capire se e perché gli algoritmi matematici possono generare gradimento nel risultato finale, quindi dove risiede tale gradimento, o anche dis-gradimento. In sostanza occorre capire dov'è che il mezzo matematico è essenziale e funzionale al risultato compositivo e dove invece non lo è. Ricordando però che tale mezzo non viene fuori dal nulla, ma è spesso preso in prestito da altri ambiti non meno ricchi di fascino della musica. Sicuramente, divagando, si può cominciare a pensare che la matematica che abbiamo scoperto, se non inventata, indagando e cercando di capire la natura, alla quale apparteniamo, è un po' dunque parte di noi stessi, ci siamo invischiati. Però poi è interessante entrare nello specifico dei brani che ascoltiamo, cosa decisamente meno banale...
  11. esatto, naturalmente il parallelo era tanto sottinteso quanto cruciale...
  12. Io credo che non basta mettere in musica affascinanti schemi o processi matematico per fare buona e moderna musica. Dietro al processo compositivo ci deve essere qualcosa di robusto, insomma, il fine o almeno il progetto deve giustificare il mezzo. Poi va bene qualsiasi sperimentazione e qualsiasi ascolto, ma non e' di questo che stiamo parlando. Ho avuto il piacere di collaborare con un compositore per creare dei controlli non lineari su materiali elettronici, cioè prodotti con algoritmi matematici. Ebbene, c'erano idee forti dietro e c'è stata anche un'intensa fase sperimentale. Ma e' tutto ciò che ci riporta all'espressione artistica. Anni di esperienza con la musica elettronica permettono al musicista compositore di governare il mezzo elettronico-matematico, il quale assurge così da mero trastullo a strumento potente, che prima d'ora non poteva esistere. Ma anche qui la matematica, certo essenziale, e' nascosta all'ascoltatore, che può godere e giudicare della musica senza pensarla. D'altra parte quando si ascolta una sinfonia di Beethoven non si ha il bisogno di capirne la struttura per rimanerne affascinati... Ciao
  13. Accidenti!, ci siete andati giù tosti, mi sto confondendo... vorrei fare una piccola riflessione, arrozzando un po' per amor di brevità: lo sviluppo della matematica si ha con lo sviluppo della fisica, della scienza, cioè del tentativo di capire il mondo e di utilizzarlo. A parte branche speculative, quindi, la matematica è frutto di un approccio al mondo da parte dell'uomo e non è dunque un oggetto preesistente al di fuori dell'uomo, a sé. Secondo me potremmo dire che l'intutito guida la scienza e non certo che la sostituisce! E' come se fosse la testa di un serpente. Dire che nella musica c'è la matematica perché per esempio la corda vibra seguendo leggi matematiche mi sembra cosa inutile e sbagliata. O meglio è come dire che le leggi della fisica sono modellabili in una certa misura con la matematica, ma questo lo sapevamo già! La matematica è la sintesi di questa comprensione, l'abbiamo assemblata per questo. Mi pare più interessante capire quanto possa essere sensato trasferire ad un processo compositivo relazioni matematiche, probabilmente estrapolate da un processo cognitivo della natura. La cosa è complessa e quindi richiede tempo e spazio... alla prossima!
  14. Bei video... anch'io penso che il divertimento esplicito sia legato al contesto, però credo che le varie espressioni di piacere (non necessariamente di sorriso) siano almeno in parte dovute al piacere di ascoltarsi, più che di suonare, e questo forse è lo spartiacque tra i vari approcci. voglio proporre due video, di diverso tenore: http://www.youtube.com/watch?v=9gUHQwhAFtc&feature=related buona visione
  15. Mi associo, veramente bravo (come fa a essere così preciso?)!
  16. ah ah, mi scuso, ma non volevo generare confusione (o forse sì...) , in realtà per portante volevo intendere la vibrazione fondamentale, più lenta e inizialmente più intensa, alla quale pensiamo generalmente di riferire l'altezza della nota comunque il mio è solo un tentativo di spiegazione, quindi non farci troppo affidamento...
  17. La domanda sorge spontanea e secondo me merita risposta esauriente, perché chi non è del mestiere, ma comunque curioso, non riesce a capirlo, nemmeno leggendo i vari manuali e ora i vari tutorial presenti su internet. Vedo che TheSimon ha già fatto un passo e probabilmente ha dato la risposta, ma in un modo ancora poco chiaro per il neofita. Perciò voglio esporre quello che può essere un punto di vista di chi non capisce e tentare di dare una risposta "dal basso", senza avere la pretesa di interpretare i dubbi degli altri. La domanda più semplice è: Tutto quello che si legge nei manuali d'accordatura, riguardo il temperamento equabile, i battimenti etc. sarà sicuramente riproducibile tramite un accordatore cromatico elettronico, magari già da fabbrica; cioè una volta stabilite le frequenze tenendo conto di quanto spiegato nei manuali dovrei essere a posto, o no?! La risposta è no! Bene, allora bisogna capire il perché. E' forse un problema di sensibilià? Possibile che non siamo in grado di costruire uno strumento, per quanto costoso, che abbia una sensibilità sufficiente da fissare le frequenze in modo soddisfacente?! La risposta dovrebbe essere: certo che si può! A questo punto, se la risposta giusta risulta sbagliata, vuol dire che è sbagliata la domanda! Credo che bisogna allora spostarsi nel campo della percezione, sia dell'orecchio, che dello strumento elettronico e credo che il diavoletto qui sia la non linearità del sistema uditivo e anche del sistema "corda reale". Se lo strumento elettronico fosse affidabile nell'estrarre dal suono di ciascuna corda vibrante una portante e contestualmente l'orecchio fosse soddisfatto di avere le portanti di tutte le corde fissate a precise frequenze di manuale, non avremmo problemi. Il problema è quindi forse che l'orecchio non cerca la portante e nemmeno il semplice rapporto tra le portanti, bensì la percezione di un altezza di un suono complesso prodotto da una corda "reale" e ancor più i rapporti tra suoni complessi. L'intelligenza dell'orecchio, ancor prima del cervello non è riducibile a una semplice FFT, che può fare uno strumento per quanto sofisticato. L'altezza percepita non sarebbe dunque quella consigliata dallo strumento e può essere senz'altro diversa da un pianoforte all'altro. Quindi tra un pianoforte e l'altro l'errore prodotto dallo strumento elettronico varia certamente. Nemmeno si può pensare che l'errore prodotto dallo strumento sia costante nel tempo e quindi "fotografabile" dallo strumento per un suo riutilizzo, perché ovviamente le caratteristiche fisiche del pianoforte variano nel tempo. A questo punto rimarrebbe da chiedersi: quanto l'accordatura può essere soggettiva e quanto invece la strampalata finezza dell'orecchio è riproducibile da un essere umano all'altro?! Per esperienza personale mi pare che sia molto riproducibile e quindi penso anche che la "distanza" da un orecchio all'altro sia tipicamente ben inferiore a quella tra un orecchio e uno strumento elettronico. Perdonate la lunghezza del mio tentativo, ma percepisco e condivido il bisogno di una risposta! cari saluti p.s. probabilmente, da ignorante, ho anche sottovalutato il funzionamento di strumenti professionali, ma credo che la sostanza non cambi.
  18. Ho l'LP di Mantra con i fratelli Kontarsky, effettivamente speciali, li sentii dal vivo a Roma che suonavano Boulez (se non ricordo male...)
  19. Difficile dire che non è brava, specialmente da un profano come me, ma a essere sincero mi da una sensazione un po' di pesantezza, di affaticamento, non so', qualcosa che non scorre... magari potrebbe essere pure l'effetto della qualità dell'audio... Nel video del Notturno si riconosce l'Auditorium Nino Carloni del Castello e anche l'esterno e la Fontana Luminosa, L'Aquila, bella mé...
  20. Scusate, ma per ABS intendete la plastica bianca che potete vedere nelle immagini che allego di uno Shiller? (Nella brochure Kawai c'è l'ABS con il Carbonio, nero) ciao
  21. Sarebbe interessante capire perché Bach mette d'accordo un sacco di gente di diversa estrazione, come se fosse un comune denominatore... Forse perché fonde il razionale coll'irrazionale, il conscio con l'inconscio, come se replicasse la natura, anzi l'immersione dell'uomo nella natura, con tutte le sue contraddizioni. Diciamo che la fa rivivere in chi ascolta, invece di raccontarla. Voglio fare una metafora bruttissima, ma efficace: le sue opere non sono il film, per quanto bello, che noi possiamo guardare alla televisione, sono invece il televisore stesso! o ancora di più: sono noi che guardiamo, Bach lo sentiamo dalla nostra parte. Proviamo per esempio a guardare la natura, anche antropizzata, che scorre nei finestrini del treno, con Bach nelle orecchie: è tutto più suggestivo! Anche Mozart ci aiuta un po', Beethoven quasi per niente, bisogna guardare lui, altrimenti si degrada a sottofondo. Percepite la fatica che sto facendo per esprimere le mie sensazioni, perché non sono un genio! Ecco, si potrebbe partire definendo cosa non fa genio...
  22. Scusate, questo. bel punto di vista lo uso spesso anch'io, ma mi risulta che non e' (più)' possibile entrare in conservatorio, o anche fare esami, dopo una certa età, non e' così?!! Saluti
  23. Che visione quella della massa fluente! Mi fa pensare a un brano jazz, diciamo d'avanguardia, in cui la funzione di pinza la farebbe un sassofono che emerge a sprazzi dalla massa sonora in movimento, ma cosa interessante è che mio figlio piccolino vi trovava un ritmo, una pulsazione, oscillando regolarmente, spontaneamente. Vorrei dire che, a proposito di divisioni ritmiche e di bambini, forse occorrerebbe considerare che in (molto) tenera età manca proprio quel background matematico utile a capire in modo razionale le problematiche ritmiche di un brano e quindi i metodi di insegnamento ne dovrebbero tener conto, trovando altre leve e punti di vista. Riguardo al legame in generale tra la matematica e la musica è certo che per governare un fenomeno siamo tentati di farlo, in buona parte, in modo razionale così come si fa con la fisica, specialmente nel suo approccio riduzionista, e la fisica usa pesantemente la matematica come strumento di calcolo e di indagine, in un certo senso come motore. Quindi è abbastanza naturale e affascinante inquadrare il fenomeno musicale nell'ambito matematico. Allora due cose mi piace notare. Spesso la bellezza deriva proprio dal discostarsi un po' dagli schemi matematici più semplici, vedi ad esempio la non linearità dell'orecchio, l'inarmonicità delle corde, l'irrazionalità, magari in piccole dosi, nelle composizioni. Ma anche è vero che questi schemi semplici non saranno stati inventati per caso e probabilmente stanno alla base della natura, pur non esaurendola, per cui Pitagora aveva sicuro ragioni da vendere e anche noi moderni che vediamo l'oscillatore armonico ovunque... saluti e scusate le divagazioni
  24. Allego qualche foto, vorrei sapere cosa ne pensate e ne sapete, grazie! Non ho smontato la meccanica che quindi poco si vede, ma ho notato alcune cose: - spingendo i tasti lentamente, questi tendono a non "scappare" agevolmente, cosa che non succede con una spinta normale; - l'accordatura è abbastanza uniformemente calante di circa un quarto di tono - si riconoscono 4 o 5 corde sostituite di cui due "molto" nuove, doppie sui gruppi di tre, che in entrambe le note sono decisamente calanti rispetto alla terza più vecchia. - il sostegno dei pedali è un po' scollato - Il suono di una nota centrale ottenuto con una pressione medio bassa muore dopo 10 secondi. - la tavola armoinica non sembra fessurata. Ho letto dei pareri decisamente molto in contrasto con quello negativo che segue (?!?): In his autobiography "My Young Years", Artur Rubinstein recounts how he was contracted to play Gaveau pianos in concert. He writes of their "Stiff unresponsive action" and "Coldness of tone". che ne pensate voi? ciao Ignazio
  25. io scherzavo, ma dicevo sul serio, nel senso che sono solo "ascoltatore", però qualcosa si potrebbe tentare ugualmente...
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