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Piano Concerto - Forum pianoforte

Musick

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Tutto postato da Musick

  1. Come ha scritto molto meglio di me Pianoexpert, se ho ben capito, che ci sono una serie di fattori che concorrono alla costruzione del suono, non ultima la preparazione del martello, cioè l'intonazione... ma che comunque, a parità genere di feltro, lavorazione, preparazione e compressione del feltro di un martello, maggiore è la quantità di sottofeltro e più il tocco, in una certa misura, si "addolcirà" ugualmente. Ciò non toglie, però, che un martello del vecchio tipo, seppur privo di sottofeltro (ma con altre caratteristiche costruttive -ad esempio una minore compressione-) possa ugualmente suonare più dolce di un moderno martello con tantissimo sottofeltro.... in due parole, tutto è relativo. Inoltre, se ho ben capito, il fatto che oggi i martelli siano più compressi riduce di parecchio "l'influenza sonora" che ha la quantità di sottofeltro, anche se questa esiste ovviamente, tant'è che i produttori continuano ad utilizzare tutt'ora diverse quantità di sottofeltro in base alla sezione in cui si trova il martello (tutt'ora spesso il sottofeltro si assottiglia e sparisce dalla zona del cantabile a salire verso la fine degli acuti). Spero di aver chiarito... se ho detto qualcosa di sbagliato mi correggerete! ____________ @Pianoexpert temo proprio di preferire i vecchi pianoforti! I Bechstein sono magnifici, il suono di Lipatti... Ho suonato e ascoltato parecchi strumenti, ma quando suono su pianoforti moderni ho sempre l'impressione che manchi qualcosa nella costruzione del suono, e che io sia forzatamente condotto ad agire in un modo che non rappresenta appieno quello che vorrei dire... anche la gestione delle dinamiche diventa parecchio diversa. E' molto più difficile procedere per gradazioni e fare i climax... anche avendo provato ogni tipo di regolazione e intonazioni possibili.
  2. Grazie per aver fatto questa domanda, sono curiosissimo anche io di sentire Pianoexpert! Io non sono un tecnico, ma la differenza che ho percepito quando è stata sostituita la martelliera del mio pianoforte con quella opportuna della casa (nei punti dove prima c'era più sottofeltro e invece doveva essere conico fino a scomparire negli acuti, zona cantabile), è stato un suono più "piccante" ma allo stesso tempo un po' più "nasale" e cantabile... prima era come se in quel punto -dove il sottofeltro avrebbe dovuto mancare, da progetto- c'era qualcosa che non andava. Io immagino che dipenda da come sono state progettate le porzioni di corda che generano i parziali. Secondo me bisogna rispettare rigorosamente le scelte della casa.... anche se mi piacerebbe sapere ad esempio se i tecnici in base al gusto del pianista abbiano utilizzato a volte martelliere con sottofeltri e spessori delle teste differenti... ma non saprei se questo porta a buoni risultati, non credo sinceramente..
  3. Funziona, molto interessante!.
  4. Direi proprio oltre i 60 e sotto i 40... è da tanto che dico che dovrei un misuratore dell'umidità ma non mi decido mai, da me oscilla molto. Comunque credo di aver sentito da qualche parte che il secco è più pericoloso dell'umido per la salute del legno. Può spaccare le fibre.
  5. Non vanno MAI lasciate grezze "dietro" ma lavorate con una mola.... in quanto quello è il punto di "attrappo" della parata, e se fosse quadro non assolverebbe alla sua funzione Io inizialmente non avevo ben capito se (nel caso) tu ti riferivi alla conicità del martello nei lati, che sarebbero due ulteriori tagli che si eseguono con una sega da tavolo, quando dopo "l'arrotondamento" il martello risultasse ancora più pesante dell'originale, e quindi va ulteriormente alleggerito. Qui a 1:22 te li mostra ?
  6. Come ha sottolineato il Maestro converrebbe giustamente rispettare le scelte della casa, che meglio di tutti sa cosa va inserito nel contesto che hanno progettato al fine di un perfetto funzionamento...
  7. Ciao Massimino, la forma appuntita della coda dipende se quando hai ordinato i martelli hai richiesto le code appuntite. Nel mio caso le ho richieste semplicemente "già sagomate", e come risultato me le hanno mandate sia arrotondate che appuntite, forse perché il progetto del mio pianoforte prevedeva entrambe le cose. A mio gusto con le code un po' più leggere il pianoforte suona meglio... poi dipende anche da come piace a te. La pesatura del tasto poi si deve ricontrollare, se nel complesso il martello pesasse di più o di meno degli originali andrebbe rettificata, anche perché il tipo di legno usato fa la differenza nel peso, non solo la sagomatura e la forma dell'anima.
  8. La ringrazio Maestro. Avrei un'ultima domanda. Poichè aveva accennato al ricalcolo del punto di battuta, non essendo sicuro io, che chi ha montato l'attuale martelliera (non è l'originale purtroppo) non abbia rispettato il punto di battuta, mi chiedevo allora qual è la frazione che potrei calcolare sulla lunghezza della corda per trovarlo? Esiste una dritta, in generale? ( il mio dubbio è unicamente per la zona centrale, immagino che misurerei la lunghezza della corda dall'uscita della stessa dall'agraffa, fino alla punta del ponticello...)
  9. Eccoli, me li ero segnati sul foglio convinto di averli ricopiati qui.... Il ritorno sui bassi sembra circa 22-23 grammi... nella zona centrale 25-26, mentre sugli acuti attorno a 27... Il ribattuto solitamente funziona, però percepisco una certa durezza della tastiera, credo dovuta al suono un po' afono causato punzecchiamenti del martello di chi era intervenuto, che hanno formato delle visibili "protuberanze" lanose sulle guance, dopo che mi ero lamentato del troppo attacco... a me è sembrato un metodo non ortodosso... il suono lo sento troppo lanoso, sia nella zona del pianissimo che del fortissimo.
  10. Oggi finalmente ho avuto modo di misurare il peso d'affondo. Il tasto in teoria dovrebbe abbassarsi fino a quando la leva di ripetizione non sfiora il bottoncino di regolazione dello scappamento? Qui di solito affonda 2-3 millimetri e si ferma.... comunque non mi sembra ci siano attriti, li trovo scorrevoli. In passato ci sono stati, e con l'alcool etilico, spruzzato molte volte, apparentemente ho risolto definitivamente il problema (specialmente sul perno della leva di ripetizione.). Purtroppo prima diverse persone avevano usato il lubrificante . Non ho comunque mai potuto verificare la resistenza dei perni... per mancanza dello strumento di misurazione adatto, ma anche perché non saprei come fare. Comunque, se ho pesato bene, nel do centrale il peso è di 47-50 grammi. Mentre invece nei bassi sembra essere intorno a 60 grammi. La zona medio acuta il peso sembra essere mediamente intorno ai 47-44 grammi.
  11. Grazie.… Per quello che mi è possibile capire, ho appena provato a controllare l’allineamento tra la parte interna dell’anima del rullino e il montante, con martello a 45mm dalla corda: a me dà l’impressione che con le striscette attuali, delle quali adesso ho misurato lo spessore (su forcola del cavalletto, 0,70 mm, e su forcola dell’asta, 0,50 mm) sembri essere tutto perfettamente a linea retta… Magari c’era davvero una di quelle differenze.. _________________ A proposito, una traccia della vecchia martelliera forse c’è, ho preferito non dirlo prima perché purtroppo nessuno me l’ha mai confermato: è il martello “anomalo” del tasto 1 (l’ho trovato incollato sulla stessa serie di forcole e aste sugli attuali Abel). E’ da tanto che lo guardo, si tratta di un martello con caratteristiche completamente differenti sia rispetto agli Abel che il pianoforte monta attualmente, ma anche diverso dai Renner ancora impacchettati che la Schimmel mi ha mandato dandogli il numero di matricola… Eccolo (il feltro di questo martello sono quasi sicuro sia Renner…. L’ho riconosciuto dal particolarissimo odore che emana). Ciò che è immutato rispetto agli altri, da quello che ho misurato, è la lunghezza totale, l’altezza di foratura, e l’angolazione. Mentre le differenze che ho visto sono: -la forma, mi sembra evidentemente del tipo “arrotondato” -sebbene dia l’impressione di essere più grande, l’ho pesato, e mi sono stupito: appena 10,02 grammi (pesa meno di tutti, sia paragonato ai bassi della serie Renner nuova ricevuta da Schimmel, che degli Abel) - Altra caratteristica è che non è agraffato… -Lo spessore è più sottile… (di 10,5 mm, contro gli 11 degli altri martelli). Devo dire che il timbro di questo martello sul basso è per me MOLTO corposo e adatto, e non nascondo che ci speravo nel riceverne una serie identica, almeno nei bassi, dalla Schimmel….l’avevo anche provato nei bassi “meno estremi” per sentirne il timbro… Ciò che mi faceva ulteriormente sperare di riceverli uguali, o per lo meno nei bassi (e sembrava confermarmi che si trattassero degli originali), era stato che su Facebook avevo trovato la foto di una serie di martelli Schimmel che un cliente aveva mandato alla Abel a cercare di rifeltrare, pubblicata nella loro pagina: https://www.facebook.com/ABEL.Hammer.Company/photos/pcb.1330039293716482/1330038953716516/?type=3&theater Non trova anche lei che i martelli in foto siano identici a quello? Il mio pianoforte è del 91… magari alla Schimmel adesso hanno cambiato idea del tocco… e se quel martello al tasto 1 che possiedo fosse davvero quello in origine, i nuovi Renner che mi sono arrivati sono effettivamente più pesanti dei passati…di circa 1 grammo e mezzo, che al tasto diventano tanti…
  12. Proprio così... non so se il tecnico che ha cambiato la martelliera prima che acquistassi lo strumento, sostituì anche forcole e stiletti oltre ai martelli... può darsi benissimo che i nuovi stiletti che installò avessero le forcole meno spesse di quelle originali.. chissà poi se il legno degli attuali sia acero o carpino.. Tuttò ciò è un lavoro molto complicato per me che è la prima volta che mi ci addentro. Ma non ho scelta e non demordo, come le ho raccontato tempo addietro, molti mi hanno illuso che dopo della loro costosissima "regolazione completa" a domicilio sarei stato soddisfatto, per poi sparire.. uno di questi si prese 500 euro per un pomeriggio... come se io navigassi nell'oro tra l'altro... e la cosa peggiore è che dopo lo strumento suonava obiettivamente peggio di prima, dopo che mi ha pettinato i martelli i difetti di intonazione che c’erano si sono incrementati, un tasto suonava brillante e uno afono, ma per lui andava bene lo strumento (era per la cronaca un tesserato aiarp.... il che dovrebbe dire che esserlo Non è necessariamente sinonimo di qualità come molti pensano...). Ripeto questo volutamente anche per chi ci legge, e perché non vorrei assolutamente passare per una persona che ha la presunzione di "sostituirsi al tecnico" o millantare tutte le conoscenze che per il momento non ho, non mi permetterei mai... Anzi sconsiglio a chiunque di fare da sé un simile lavoro se hanno dalla loro parte un Tecnico competente come lei. Grazie di nuovo e buona domenica!
  13. Assolutamente vero! Ho rivisto molte volte i tutorial.. Ricordo ancora con piacere un altro Suo esempio sul Forum che mi è rimasto impresso, quando ha paragonato il tasto del pianoforte a ciò che ne risulterebbe dallo spingere la pesante Limousine oppure la leggera 500, valutando ciò che accade al moto rettilineo uniforme nell’uno e nell’altro caso. Ammetto che mentre gustavo le maggiori sfaccettature ottenute dalla rimozione dei piombini nelle code, ci ho riflettuto e mi ha aiutato a capire bene il concetto! Avrei una domanda riguardo alla striscia di tela abrasiva aggiuntiva che chi fece il lavoro mise sotto la parte anteriore delle forcole delle aste, (qui sotto in foto), che mi consiglia di fare? (Si tratta palesemente di un’aggiunta postuma, poiché sotto c’è già l'altro foglio grande). Questa ragionando mi sono fatto l’idea che contribuisca ad avvicinare il rullino al cavalletto, un po’ come se fosse più spesso? Non saprei, io vado sempre per ipotesi, come può immaginare… La sensazione, con, per me è stata quella di una minor sensazione di "vuoto" sotto il tasto, rispetto a quando provai a toglierla.. La rimuovo mentre installo i nuovi stiletti?
  14. P.S. Per esprimermi ancora più chiaramente, la sensazione che ho ottenuto dalla striscia dietro la forcola del cavalletto, non è, per l'appunto, quella di un tasto "più duro" (che non cerco), ma di una sensazione differente a gestire la dinamica.... anzi a me sembra paradossalmente più leggero, però cambia la "potenza" dell'attacco ... questo è quello che ho percepito. *tela abrasiva
  15. La ringrazio Maestro. No, gli stiletti attuali sono 17 mm. Preciso che non ho fatto questa considerazione sugli stiletti per il motivo che giustamente lei mi ha esposto: non penso affatto che bisogna avere una tastiera più difficile per "sviluppare i muscoli". Bensì la mia è un'esigenza interpretativa che viene dall'attuale esperienza (che NON riguarda la qualità, indiscussa, della martelliera Abel) ma il tipo di concezione che la Schimmel ha della filosofia del tocco, poiché nella mia personale idea di tocco vorrei ottenere maggiori sfaccettature dinamiche avendo una differente sensazione al raggiungimento del forte: a questo proposito attualmente ho montato una striscia di tela dietro alla parte superiore della forcola del cavalletto, l' "l'ispirazione" mi era venuta grazie al fatto che nella meccanica avevo trovato già montata - nella parte anteriore, invece, della forcola dell'asta- un'altra striscia di tela da chi aveva fatto il lavoro precedente (questa idea l'ho sentita ottima, tanto che all'inizio avevo provato a toglierla, per esperimento, ma dopo il pianoforte mi piaceva meno, così l'ho rimessa) . Sulla regolazione, prima di arrivare a ciò, avevo già fatto mille tentativi allontanando gli scappamenti, ma non ero soddisfatto. Ho anche centrato tutta la meccanica con una correzione a cartine, e reso tutto equidistante. I motivi precisi di queste sensazioni del prima/dopo, non li conosco purtroppo, non essendo un tecnico, ma il cambiamento a mio gusto personalissimo è stato notevole dal punto di vista musicale. L'unica cosa che mi chiedo è se sia meglio una striscia di tela dietro la forcola del cavalletto, oppure provare a mettere direttamente uno stiletto a 16,5 (o se siano due cose tecnicamente completamente differenti....) Personalmente sempre avuto la sensazione che, in tutti gli Schimmel che ho provato, ci sia la filosofia che bisogna ottenere il forte con meno della metà della forza del pianista... però io lo "sento" diverso a livello musicale... Preciso anche che gli Abel personalmente li ho sempre sentiti sempre suonare bene (l'unico problema che c'era non diveniva dagli Abel, ma bensì dal fatto che erano stati aggiunti dei piombini alle code, che poi ho provveduto a togliere), e che nel frattempo che accadesse tutto ciò, per ovviare a problemi non dipendenti dall'intonazione, alcuni i martelli rovinati da interventi sulla stessa, e non mi sono fin'ora potuto godere lo strumento....
  16. P.S. Con il termine "originale" nei commenti precedenti non mi riferivo a "quella che c'era in origine" (che non ho mai avuto, né visto, anzi non sono nemmeno sicuro che gli attuali stiletti montati dagli Abel siano quelli con cui il pianoforte è nato...) Non modificherei mai un incollaggio della Schimmel... ci mancherebbe! Al contrario, il mio intento vorrebbe essere quello di provare avvicinarmi il più possibile alle condizioni di fabbrica... Tuttavia non ho ancora acquistato il set di aste complete di forcole e rullini, per il semplice fatto che non sono sicuro che la "distanza perno-anima del rullino" a 17 mm mi soddisferebbe dal punto di vista del tocco. A me piace il raggiungimento del forte più difficile, come si usava sugli strumenti più datati, e vorrei fare qualche tentativo su un martello, prima provando con qualche asta dove questa distanza sia di meno di 17 mm...
  17. Mi scuso, mi sono espresso male. Il pianoforte da quando l'ho acquistato (usato) e tutt'ora, monta la Abel in foto, sebbene ai tempi dell'acquisto fossi ignaro di tutto (tempo dopo l'ho saputo per certo perché ho letto che il legno dell'anima è marchiato Abel). Mentre il martello a sinistra nella foto, Renner, fa parte della serie di martelli nuova che ho appena ricevuto, dando il numero di matricola alla Casa Madre tramite la ditta Piatino. Non avevo mai, prima di adesso, visto la martelliera originale di questo pianoforte.
  18. La ringrazio. Sono perfettamente d'accordo, infatti devo ancora eseguire il lavoro: non ho rimosso i martelli installati nel pianoforte sugli attuali stiletti dai precedenti proprietari, né per il momento ho incollato le nuove teste dei martelli Renner che ho appena ricevuto dalla Casa Madre (le ho ancora nella carta, imballate…): anzi dovrei ancora ordinare la nuova serie di forcole complete di aste e rullini.... Semplicemente in passato ebbi a correggere delle cose sui vecchi poiché, anche per i motivi che cercherò di spiegare qui sotto, a mio parere non era stato fatto un buon lavoro: Sì, ci sono delle piccole differenze di altezza-foratura, qualche millimetro più sotto per Abel, e anche tra le lunghezze delle code delle teste dei martelli che ho ricevuto dalla Casa Madre, 2 millimetri più lunghe per Abel (allego una foto). le mie osservazioni, invece, sono nate dal mio precedente lavoro di “correzione” (se così è stato effettivamente): un giorno guardando con attenzione la meccanica mi accorsi che il precedente proprietario che aveva incollato i vecchi martelli, nella zona dopo il salto tra acuti e zona centrale, cioè a cominciare dai medi, li aveva incollati pronunciatamente più dentro, di almeno mezzo centimetro se non di più, la cosa mi era sembrata innaturale dato che sulle foto viste internet non ho mai notato una cosa simile, né nella mia marca di pianoforte (Schimmel) né nel mio modello di pianoforte -e nemmeno nelle foto di qualsiasi altro tipo di meccanica che ho guardato. Allora tentai di rendere il tutto il più normale possibile visivamente. In genere la casa Schimmel quanti gradi esige?
  19. P.S. (dove ho scritto "trapezio equilatero" volevo ovviamente scrivere isoscele...)
  20. Buonasera a tutti, mi sono finalmente deciso a sostituire i martelli non originali del mio tre quarti di coda - del quale abbiamo discusso in passato- con un set originale, dopo aver titubato per qualche anno se permutarlo o venderlo, ma alla fine non ci sono riuscito, come non ho trovato un tecnico che mi proponesse convintamente quest'intervento. Perciò andrò a "rischiare" da me... In effetti, appena ho ricevuto il nuovo set di teste dei martelli grezzi dalla Casa Madre mi sono accorto che i nuovi martelli pesano di meno dei non-originali che dovrò sostituire, che il sottofeltro nella zona acuta diminuisce fino a scomparire del tutto, e anche che la forma delle code (che ho richiesto già sagomata) è diversa (le nuove code sono del tipo appuntito), come pure la forma dei martelli.... ed il tipo di legno è diverso (kotibè), In sintesi, ho appena visto il motivo di tutte "stranezze" che si percepiscono, meccanicamente e fonicamente. Nel frattempo avevo fatto svariate ore di pratica scollando i vecchi martelli e reincollandoli di nuovo per correggere angolazioni delle cattive forature, e il loro allineamento, ottenendo devo dire dei miglioramenti fonici non indifferenti. Ora però ho una domanda che mi ronza in testa da settimane: questa meccanica ha come feltro "appoggia-aste" la tipica barra con il feltro verde. Il legno delle code, da progetto, deve essere costantemente equidistante da questa barra? Oppure man mano che si scende verso il grave (nella sezione centrale ad esempio) le code si avvicinano un po' di più a questa barra? Perché io una volta ho incollato i vecchi martelli seguendo la linea del feltro, insieme alle code, a "cono" o, come dire, a "trapezio equilatero", però poi ad un certo punto andavano a essere troppo vicine al cavalletto, andando verso il grave. Avrei dovuto forse seguire una linea a "trapezio rettangolo"? (con il lato più lungo perpendicolare alla barra appoggia feltro?). Personalmente non vedo altre spiegazioni, ma avrei bisogno di una vostra conferma o smentita....
  21. Innanzitutto grazie. Ho appena scattato una foto, per quello che si possa vedere perché, purtroppo, la qualità della foto non è molto buona... In effetti penso che l'umidità non sia sempre stabile nella stanza. Vivo praticamente in aperta campagna a pian terreno, mio padre quando ha costruito la casa ha pensato di installare in certe stanze dei grossi tubi forando il muro, simili a quelli che servono per espellere il fumo delle stufe, nella cui estremità c'è quella sorta di "tappo" di alluminio a spirale che ruota autonomamente con il vento risucchiando l'aria. A volte quando c'è troppo vento il rumore mi dà fastidio quindi lo chiudo. Ecco, tra l'altro credo di essermi dimenticato di aprire questo tubo per qualche settimana, e suppongo ci sia stata condensa. Il pianoforte invece lo utilizzo, quindi viene aperto spesso.
  22. Ho lo stesso pianoforte a coda da diversi anni, però ora sono comparse una ventina di macchioline marroni sulla tavola, forse perché adessp l'avevo messo in un'altra posizione nella stanza. Devo preoccuparmi? Secondo voi dovrei fare qualcosa per toglierle? Nel frattempo avevo provato con un cotton fioc a pulirle, passando tra le corde, ma non ci sono riuscito.
  23. Posso azzardare una descrizione personale, ma ripeto, può variare parecchio sulla diversa regolazione e intonazione e riuscita del singolo strumento. Per me tendenzialmente il Bechstein di quegli anni ha un suono rotondo e corposo, una tastiera sicuramente un po' più "callosa" degli Steinway, ma al contempo c'è un eccellente controllo sulle mezzetinte (sotto il mezzoforte), mentre la zona tra il forte e il fortissimo tende a esaurirsi più rapidamente con un tocco più intenso. La risonanza tende ad essere molto cantabile nel settore acuto e il prolungamento è nitido ma lo sprettro sonoro tende a oscillare di più nel prolungamento dopo la percussione, indipendentemente dall'accordatura, e questa diversa "caduta" del prolungarsi del suono dà un gusto particolare e caratteristico al suono Bechstein. Il Bosendorfer invece, come meccanica (dal punto di vista dinamico), tende ad essere a mio parere più simile allo Steinway, si controllano ugualmente i pianissimo sia prima della mezzaforza che oltre, fino al limite dello strumento, con la differenza che (dal punto di vista tattile) non si ha la sensazione di "tasto vuoto" sotto al dito come accade sullo Steinway, tutto è un po' più consistente e continuativo mentre si preme il tasto. E la risonanza invece, a differenza di Bechstein e Steinway, è in Bosendorfer completamente "dritta", pulita e omogenea in tutti i settori della tastiera. Di solito il suono è chiaro sui "piano" e rotondo e scuro sui "forte", da come si usa intonare rispetto mode attuali (e considerando le attuali scelte di fabbrica). Diciamo che sotto l'aspetto della risonanza la Bosendorfer mi è sembrata più simile a Schimmel. Il Bosendorfer secondo me è un bellissimo strumento per chi preferisce la purezza del suono e non gli piace la brillantezza.
  24. dovresti pretendere che gli strumenti siano preparati come piace a te... a mio modesto parere è l'unico modo per andare a fondo alla questione
  25. Per quanto riguarda i ricambi non dovrebbero esserci problemi, anche se i costi possono variare parecchio. Sulla scelta, l'unica cosa da fare è provarli, dipende dalla riuscita del singolo strumento anche a parità di modello, marca e periodo... le sensazioni sono molto difficili da descrivere a parole. E poi la preparazione influisce moltissimo sulla resa
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