Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

pietrorocatelli

Membro
  • Posts

    3
  • Joined

  • Last visited

About pietrorocatelli

Profile Information

  • Sesso
    Maschio
  • Città di residenza
    Villasor

pietrorocatelli's Achievements

Newbie

Newbie (1/14)

0

Reputation

  1. Sig. Renzi io non sono intervenuto perché mi interessasse in particolar modo questa discussione, ho solo voluto proporre un approccio meno analitico e più pratico, uno spirito del dibattito e della crescita collettiva, senza chiudere nessuna porta. Quello che ho scritto, mi perdoni se non mi soffermo a citare le parti dei precedenti interventi, e che lei ha voluto far intendere che il talco fosse dannoso per il pianoforte, anche se non lo ha scritto direttamente.... Ricorda che poco sopra ha risposto ad un utente: "se lo sa Pianoexpert che hai messo il talco sui rullini"? Come fosse una pratica proibita, e dopo sempre in risposta ad un utente, ha fatto una dimostrazione facendo scorrere acqua per convincerci (?) che è sostanza igroscopica... Allora io mi sono sentito in dovere di intervenire e precisare che tanti tecnici ancora oggi utilizzano il talco senza danni, e non per particolari convinzioni come si vuol far credere, ovviamente lo strumento va controllato periodicamente e pulito ad ogni intervento, perché anche la polvere si impasta con l'umidità e crea dei danni a lungo andare. È normale. Mi fa piacere che il Sig. Pianoexpert ci abbia ricondotto tutti alla moderazione in questo senso ed abbia colto lo spirito dei miei interventi. Io non ho mai pensato di aggredire nessuno con le mie parole nè mai ho usato vocaboli in grassetto per rimarcare dei concetti o una sintassi violenta, a scuola ci sono già stato tanti anni fa e non ho certo bisogno di lezioni. Credo che i lettori possano constatare la mia buona fede. Si, qualcuno ironizza, ma 50 pianoforti penso di averli avuti davvero nel corso della mia vita, ho preferito sempre approfittare dei noleggi per cambiarli di anno in anno da nuovi, anche più di uno alla volta. Ho qualche ottimo strumento in casa mia attualmente, dopo anni di esperienza sono riuscito a trovare l'ottimo per i miei gusti e per le mie mani. È difficile trovare il pianoforte giusto e, come mi hanno sempre spiegato i miei tecnici, gli interventi provvisori quali talco e teflon sui rullini non possono dare benefici prolungati se ci sono dei difetti nella costruzione e nel piazzamento della meccanica.... Per questo oggi non ho più bisogno del teflon o del talco, in quanto anche grazie alle consulenze dei miei esperti e preparati tecnici ho potuto acquistare dei pianoforti buoni. È con tanta umiltà che ho imparato quel che oggi so, con l'ascolto e il dibattito... mai con aggressività o supponenza. Credo che, come ha suggerito qualcuno, sia meglio chiudere qui il discorso. Un cordiale saluto.
  2. Il teflon se consideriamo la storia del pianoforte nei suoi 250 anni (?) viene applicato di recente, possiamo dirlo no? È un materiale con caratteristiche superiori al talco, sicuramente lo è e credo che nessuno si sogni di dire il contrario. Non mi è piaciuto il suo accanimento nel voler dimostrare o insinuare che il talco sia dannoso per il pianoforte, non è vero. Riguardo al suo problema sul pianoforte mi pare di capire che l'efficacia del talco fosse stata limitata nel tempo ma non che abbia causato danni, è corretto? Il non ritorno della meccanica non è causato solamente dall'attrito sul tavolaccio, ci sono n fattori da verificare, come anche la giusta altezza delle borchie... Tecnici inesperti tendono a sollevarle troppo per esempio. Devo avere da qualche parte un vecchio manuale Steinway che consiglia l'uso del talco sui rullini, pensi un pó! Se lo ritrovo le faccio avere un estratto. Ma vada pure sui siti americani, tanto tecnici quando parlano di lubrificanti secchi si riferiscono al "Talcum" or "Teflon" come alternative, seppure il teflon sia superiore. Stia pure tranquillo sull'affrontare argomenti tecnici pur non essendo un tecnico, è lecito farlo e la diffusione delle informazioni oggi e tale da poter far parlare tutti di tutto, anche questo forum è un esempio. Sui riferimenti a cui allude e ai vostri provvedimenti io non mi sono espresso e non intendo farlo, allo stesso modo le chiederei di non far passare il mio intervento come una difesa personale o un attacco personale a qualsivoglia utente, non è il mio scopo. Il mio vicino di casa e amico stimato Cesarino Tallone usava mettere il talco sui rullini del pianoforte di Ciro Michelangeli prima dei concerti, le posso assicurare che non è mai successo nulla. Ho avuto almeno 50 pianoforti, trattati col talco sui rullini ad ogni accordatura, non è mai successo nulla. Frequentavo anche le officine di tallone e usavano il talco, lo stesso Giovannino Sangalli che ha curato i miei pianoforti finché ha potuto, per anni braccio destro di Cesarino, usava il talco e non è mai successo nulla. Anche io come lei sono ingegnere e poanista, con i capelli bianchi però, e dopo anni ho imparato a fidarmi dell'esperienza oltre della logica e della matematica, materia che le assicuro padroneggio molto bene. Un buon ferragosto anche a lei
  3. Leggevo da ospite e ho deciso di iscrivermi contribuire a questa discussione. Sono tantissimi i tecnici accordatori, anche illustri, che utilizzano il talco come lubrificante sui rullini o sul tavolaccio del pianoforte a coda, lo si utilizzava ancora prima che il teflon in polvere fosse immesso sul mercato. Il talco si applica con una fettuccia di feltro per tamponamento sui rullini, in modo che la pelle ne trattenga solo un velo. In questo modo non lascia residui e non danneggia in alcun modo la meccanica. É un materiale igroscopico, questo è noto a tutti, come lo è del resto la maggioranza dei materiali di cui è costituito il pianoforte, ovvero i feltri, i legni e, pensate un pó, la stessa graffite che si utilizza da oltre un secolo sullo spingitore o altre parti lignee. Il pianoforte, proprio perché costituito da materia igroscopica, deve essere conservato, tutti lo sanno bene ormai, in un ambiente climaticamente sano, con umidità limitata. In queste condizioni è difficile, anzi impossibile che il talco o la graffite possano impastatarsi e creare dei problemi, se questo capitasse le nostre corde sarebbero già belle che ossidate, il nostro tavolaccio sarebbe forse imbarcato e non so quali altri scenari potrebbero prospettarsi, ma questo è il caso raro di strumenti conservati in taverne o cantine assai umide. Rimuovere i grumi di talco a questo punto, ammesso che si siano formati, sarebbe l'operazione più semplice di tutte, perché di fatto non intacca i legni e le pelli. Trovo quindi eccessivo voler dimostrare l'inadeguatezza del talco rovesciandoci sopra dell'acqua, perché allo stesso modo si potrebbe dimostrare l'inadeguatezza dei feltri, dei legni e del pianoforte tutto ad essere stipati in un ambiente umido o immersi nell'acqua!!!! Che scoperta. Si potrebbe provare allora a metter dell'acqua sui martelli per verificarne gli effetti; Oppure buttar giù un pianoforte dal quinto piano per vedere se tiene l'accordatura; qualcuno di voi farebbe queste prove sul proprio strumento? Credo proprio di no. Gli esperimenti andrebbero condotti avendo ben chiare tutte le condizioni a contorno, con metodo scientifico ma soprattutto buon senso. Si potrebbe per esempio conservare un pó di talco è un pó di teflon nello stesso ambiente domestico per valutare se si verifica una alterazione dei due prodotti dopo qualche tempo, ma quanto tempo? Direi il tempo in cui dura l'effetto del teflon o del talco sui rullini del pianoforte (qualche giorno al massimo, a seconda dell'uso). Secondo voi quali risultati sorprendenti potremmo mai ottenere? Cercare di screditare l'una o l'altra pratica con tali espedienti è tempo ed energia sprecata, per chi scrive e per chi legge. Per me sono entrambe tecniche valide. Chi non capisce nulla di pianoforti potrebbe anche non dare il giusto peso a tutte queste argomentaIoni condite da buona eloquenza e pensare che il proprio tecnico sia poco professionale perché usa il talco anziché il teflon o perché si esprime in dialetto, e intanto di disastri veri sui pianoforti se ne trovano sempre più frequentemente, causati da inesperti convinti di esser bravi perché supportati da un giornale tecnico o da un forum in rete che non possono mai, secondo me, fare formazione agli stessi livelli di un artigiano cresciuto con anni e anni di semplice pratica nelle officine polverose o in fabbrica. Discutere troppo dei dettagli di rifinitura mette secondo me in secondo piano la vera missione del tecnico di pianoforti e serve solo ad instillare dubbi nel cliente non informato, a dare importanza ad una prestazione che è sacrosanta ma inutile in presenza di uno strumento scarso, che rimane comunque scarso. Sarebbe allora più interessante toccare altri argomenti che possono insegnarci a distinguere uno strumento brutto da uno strumento buono, per evitare di acquistarlo, argomenti che però devono essere supportati prima di tutto da una buona conoscenza della fase di progetto, delle fasi costruttive e delle correzioni che si possono apportare ad uno strumento finito anche in fase di restauro (penso alla quantità di carica, alla rigidezza della tavola armonica con le sue catene, al calcolo della cordiera, al posizionamento dei ponticelli...). Tutto questo bagaglio culturale deve essere custodito e conosciuto da un tecnico completo o da un pianista bene informato, a seconda del grado di approfondimento e della trattazione, senza rischiare di cadere nella banalità degli interventi finali volti magari a recuperare un rullino da buttare via e sostituire, per esempio, tutte pratiche utili alla revisione di un pianoforte quando una terapia a base di aspirina per un malato terminale. A mio parere talco e teflon sono equivalenti per l'uso descritto e negli ambienti in cui il pianoforte può essere ospitato senza che gli si arrechi danno. I tecnici che usano con successo il talco - da decenni - lo fanno perché è facilmente reperibile, economico e perché non ha mai comportato danni al pianoforte. Inoltre profuma! Non capisco il nesso con la meccanica Kawai, trovo l'esposizione degli argomenti a volte confusa e raffazonata, quindi mi perdo facilmente, sarà anche colpa dell'età che avanza. Ho trovato molto interessanti i contributi degli utenti, anche su altri spazi, che hanno documentato dei lavori di restauro completi su prestigiosi strumenti, valorizzando quel bagaglio di sapienza tramandata da generazioni in questo mestiere, quando ancora le riviste degli americani non esistevano, mestiere che, se continuiamo in questo modo, è destinato a scomparire per via della sfiducia che si è era nei confronti del professionista, e mi dispiace profondamente che tali interventi non siano stati dovutamente apprezzati e discussi, ma liquidati con totale freddezza e disinteresse come tutto ciò che costa fatica e non è una immediata fonte di reddito. Un cordiale saluto a tutti
×
×
  • Crea nuovo...