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Piano Concerto - Forum pianoforte

thesimon

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Tutto postato da thesimon

  1. Certamente il pensiero musicale (interiore) del pianista non smette mai di evolversi. Ascolto registrazioni di 5 anni fa e mi autocritico dicendo che oggi non suonerei in quel modo. Probabilmente tra 10 anni la cosa si ripeterà... Ma che dici... Mio padre mi dice sempre che "vecchio ci diventi quando ti ci senti !"
  2. Semplicemente deliziosa ! Ha il fascino della Donna...
  3. Ciao Paolo, io credo che non si riesca a definire la questione per il semplice motivo che non sono stati posti fino ad ora, ne da me ne da te, dei limiti quando si parla di spazio dell'interpretazione Chopiniana ma soprattutto non è stata specificata la destinazione di questa interpretazione. Assolutamente si, ma non si può non tener conto dell'influenza romantica dell'epoca sul Maestro dato che egli viene comunque collocato nei testi di storia della musica tra i romantici ed anzi, viene addirittura raffigurato come il massimo esponente del romanticismo nonostante, come hai ricordato, fosse fortemente influenzato dall'estetica classicista. Giustissimo ed è proprio questo a cui io faccio riferimento ! Vedo che cominciamo ad intenderci e stiamo raggiungendo l'unarietà. Questa scelta è dipesa dall'occasione nella quale bisogna "presentare". Ad un esame la suonerei così (solo un accenno registrato di prima mano): http://www.pianoconcerto.it/condivisione/chopinizzata.mp3 In privato, per me la suonerei nell'altro modo perché in quel momento, privatamente, la musica serve a me, e ne devo godere io. Questo deriva dal fatto che ad un esame o ad un concerto che sia, devo dimostrare ai maestri che mi ascoltano che sono in grado di tradurre i "segni" mantenendo il "rispetto stilistico", ma anziché godere della musica che suono la mia attenzione si sposterebbe sulla realizzazione ed il contenimento della mia vena poetica standardizzata a quello che è riconosciuto dai più come lo stile chopiniano e quindi dai più apprezzato. Assolutamente concorde con te quando dici che la musica e l'arte in genere viene spesso definita come il luogo ove tutto è possibile. Questa è ovviamente blasfemia ! Ci mancherebbe ! E poi il mondo è bello perché è vario. Penso che molti fraintendimenti siano nati dal fatto che non avessi specificato che la mia riflessione era puntata ad un ambito molto privato, e poi spesso è difficile esprimere concetti così difficili avendo risposte così latenti, sarebbe tutto molto più semplice parlandone per 20 minuti davanti ad una buona tazza del tuo té allo zenzero ! Piuttosto devo fare un mea culpa: talvolta per spiegare dei concetti esaspero gli esempi che spesso vengono interpretati per tali, quando vorrei al contrario esprimere una comparazione molto più fine e minuziosa...
  4. Azz mi ricorda l'accordatura su Werckmeister III che ascoltai in un'esecuzione di un preludio di Bach anziché sul temperamento equabile. Per caso ti hanno accordato il pianoforte con uno strumento elettronico ?
  5. Ciao Maricallas e benvenuta nel nostro forum. Mi fa piacere che tu abbia immediatamente capito che, nonostante il nome del sito, non ci occupiamo solo di pianoforte ma del campo musicale in generale. Rinnovo il mio invito di far parte attivamente alle discussioni e magari di aprire una tua discussione sul canto. Un saluto,
  6. Io credo che si stia dicendo tutti la stessa cosa ma forse stiamo analizzando campioni di grandezza diversa. Io, e penso anche Gennaro, stiamo parlando di sfumature interpretative restando nel significato originale del pezzo. Non si sta certo dicendo che ci si possa prendere la libertà di suonare Chopin come Bach !!! Il discorso è che al di la di considerazioni di natura oggettiva che ci pervengono dagli scritti interpretativi dell'epoca che ci aiutano in questa decodifica, come suggerisce Barahmi, credo che poi le sfumature siano di natura soggettiva e quindi relativa da persona a persona. E questo è confermato dal fatto che ogni interpretazione eseguita da un pianista non è mai uguale alla sua successiva, credo che questo sia un dato di fatto. In fin dei conti non siamo mica dei computer. Il mio ragionamento si fonda quindi sulle sfumature. Credo di non essere stato abbastanza chiaro si questo punto.
  7. Che bello scambio di opinioni... Posso intromettermi ? Il discorso del relativo (che per altro abbiamo fatto anche quella sera a cena da Gennaro) è molto pericoloso, perché apre un mondo sterminato di considerazioni, tra le altre cose relative da persona a persona. Il concetto di coerenza che cita Paolo è giusto secondo me ma va preso "con le pinzette" poiché anche questo può essere visto in chiave relativista. Ciò che può essere coerente per me potrebbe non essere coerente per qualcun altro. Se tutti avessimo lo stessa coerenza probabilmente non ci sarebbero mai state guerre oppure ci sarebbero state sempre, chi può dirlo ? Leggere le motivazioni che hanno portato l'autore a comporre un brano non ci da la soluzione del problema perché noi che leggiamo non siamo l'autore e non c'è modo di sapere quali fossero le sue sensazioni in quel momento, certamente può esserci di aiuto ma anche conoscendo la storia, per un fattore di codice genetico non posso avere la certezza di provare le stesse sensazioni dell'autore o di capire a fondo la sua idea in quel momento. La dimostrazione del relativo lo si vede in giro tutti i giorni in tutti i campi di interesse intellettuale e non. Posso notare un uomo col passamontagna e dire che è un rapinatore, magari aveva solo il raffreddore perché è il 15 di febbraio ! (Prendete sempre il succo di quello che dico). L'estremo si tocca proprio con quello che diceva Gennaro, riteniamo pazzi i masochisti, ma la soluzione è nel termine stesso (masochista = colui che prova piacere provando il dolore), dunque anche il benessere fisico è relativo. Noi non lo capiamo perché non siamo sull'altra sponda e non abbiamo un termine di paragone psichico per poter capire ciò che per noi non rappresenta una realtà. Altra domanda potrebbe essere: chi ci assicura che abbiamo tutti lo stesso modo di percepire la realtà ? Quella tonalità di Rosso che vedo io, sarà la stessa tonalità di Rosso che vede Paolo o Gennaro o Saverio o Davide o qualsiasi altra persona sulla terra ? Chi ci dice che anche i 5 sensi siano comuni e lavorino allo stesso modo in tutte le persone ? E ammesso che lo siano chi ci assicura che il nostro io interpreti un segnale ricevuto dai sensi allo stesso modo ? Moltiplicando i 5 sensi per il codice genetico di ogni individuo abbiamo miliardi di combinazioni possibili. Citare il "modo di esprimere l'arte" e la "coerenza", parlando di Arte mi sembra un po' riduttivo. E' certo che nel relativo deve comunque esserci un limite, limite in cui si trovi la maggioranza delle persone (nell'esempio citato prima si tralasciano i masochisti che appartengono ad una classe), come sostenevo anche quella sera a cena, è impensabile stravolgere l'idea di un autore ! (A tal proposito mi viene in mente una Pianista "Milena... Vatti a ricordare il cognome" che registrò tutti i valzer di Chopin in 4/4. Che sia l'abitudine di aver ascoltato sempre le versioni ufficiali oppure il mio gusto musicale, secondo me facevano pena ! Magari al masochista piacevano, tanto per restare in tema). Non ricordo chi dei due abbia parlato della musica propria e della musica di altri. Mi trovo d'accordo fino ad un certo punto. Io, per quanto mi riguarda, perdonate la mia mancanza di altruismo, suono musica per me. Stop ! A me non interessa se la mia chiave di lettura sia condivisa dagli altri anche perché la musica è l'ultimo campo rimasto in cui si possa dire "chi mi ama mi segua". Suonare per il piacere di altri oltre ad essere sbagliato a livello concettuale è anche riduttivo nei confronti della musica stessa. Dovremmo fare forse una statistica preventiva prima di preparare un brano per fare in modo che piaccia al maggior numero di persone ? (Non leggete questa frase alla lettera ma cercate di cogliere l'essenza). In fin dei conti Einstein ha speso la sua vita per scoprire che la velocità della luce nel vuoto è una costante assoluta, poi sono arrivati gruppi di matti con gli elettrosincrotroni ed hanno ipotizzato i Tachioni che farebbero cadere questa ipotesi... Chissà che anche l'assoluto di Einstein non si riveli un relativo ! Queste ovviamente sono solo mie opinioni... Che dire ? Io la vita la vivo così, riflettendo e ragionando con logica su ciò che per me è giusto e rispettando gli altri secondo la mia norma civile e morale. Che sia giusta ? Come vedete tutto in questa realtà è relativo... P.S. Amo molto parlare con voi, cari amici, si affrontano sempre argomenti di una certa levatura.
  8. Eheh, mi viene da ridere perché andiamo d'accordissimo su tante cose io e te Paolo ma su Chopin proprio non ci ritroviamo Precisiamo per tutti che non è che litighiamo, ci mancherebbe altro, ci scambiamo spesso opinioni diverse e costruttive su questo argomento. Ma è giusto spiegare anche a chi ci legge la motivazione di certe libertà che mi prendo sull'interpretazione di Chopin... Parto con il dire che Chopin mi fa vivere delle emozioni che altri autori non mi danno, con questo non voglio dire che io scarti a prescindere altri autori come un Debussy oppure un Bach (Sto prendendo degli estremi interpretativi volutamente). In Bach, ad esempio, trovo un altro tipo di fascino che è quello dell'ordine, dell'architettura e della perfezione, Bach mi avvicina a Dio. In Debussy le immagini che la sua musica ti fa vivere. In Chopin non riesco a trovare un termine di paragone per le emozioni che mi fa vivere, perché, dal mio punto di vista, è molto più personale di tanti altri autori. Non credo di aver detto una stupidaggine con questa affermazione; ho ascoltato centinaia di interpretazioni di questo e di altri valzer, di notturni... Ognuna diversa dall'altra. Credo dunque che l'interpretazione di Chopin sia molto più personale rispetto ad altri autori. Le varie interpretazioni poi possono piacere o non piacere ma la mia opinione è che Chopin si debba suonare per sé stessi. Potrei anche interpretare Chopin in modo diverso ma non sarebbe più il mio modo di interpretarlo e perderei il gusto di suonarlo perché non farebbe vivere in me le stesse emozioni. A questo proposito mi ricordo una frase che mi disse il mio maestro qualche anno fa: "Bach è più nella mente, Chopin è più nel cuore (Ha utilizzato il termine più per dire che non è che Chopin non sia anche nella mente e Bach nel cuore)" ma al cuore non si comanda e se per altri autori posso seguire i consigli interpretativi degli esperti dell'estetica musicale per Chopin non mi sento di fare lo stesso. Bach è collocato in una certa epoca, in un certo ambito "spirituale", è giusto interpretarlo pensando a cosa erano destinate le sue opere ed è quindi giusto avere delle regole nell'esecuzione, Bach è la perfezione perché la sua musica è rivolta a Dio. Chopin è l'uomo; imperfetto per sua natura, con tutti gli annessi e connessi, con i suoi problemi che traduce in musica, con la sua nostalgia; ed è proprio questa imperfezione che me lo rende più intimo; è il romanticismo, è vittima dell'impossibilità di tornare in Polonia a causa della rivolta di Novembre, è amore, inquietudine e positivismo e pessimismo messi insieme in un frullato di sentimenti. Come porre delle regole al termine "emozione" che è già difficile da descrivere nella nostra lingua ? La mia idea è dunque quella di eseguire Chopin per sé stessi, interpretarlo nel modo che possa causare in sé stessi la massima emozione. Chi se ne frega se Zimerman o Horowitz o Cortot ci dicono come eseguire Chopin... Loro lo interpretano secondo il loro pensiero musicale e secondo la loro vena poetica, io, sbagliato che sia voglio interpretarlo con la mia, perché in questo modo vivo nella sua musica e non diversamente. Comunque il discorso è molto interessante... Sarebbe bello se anche altre persone volessero prenderne parte, anche per conoscere pareri diversi. Chi ha capito bene il mio ragionamento deve aver capito che io non giudico chi interpreta Chopin in un certo modo o seguendo delle "regole", dico solo che la musica deve far bene al corpo ma soprattutto all'anima e se i migliori risultati li ottengo così, continuerò per la mia strada anche se per qualcun altro possa risultare sbagliata, significherebbe solo che ognuno ha il suo modo di ottenere il massimo da un autore il che è perfettamente giusto.
  9. Oggi presentiamo il Valzer Op. 64 n. 2 di F. Chopin e, già lo conoscete, il Notturno Op. 9 n. 2.. Questo meraviglioso valzer si rifà ai tratti tipici del rondò. Si comincia con l'esposizione AB ( nel rondò ABA ) in cui troviamo un inizio molto melanconico e struggente per poi fluire nella parte B, leggermente più affrettato e concitato. Nello sviluppo ( C ) Chopin, calma le acque offrendo un cantabile "Più lento" molto espressivo. Nella ripresa, la pate B reintroduce il tema iniziale A e si reinnesta come coda per terminare la struggente composizione. http://www.youtube.com/watch?v=IesRfEx76OA&hd=1 Nocturne Op. 9 n. 2 http://www.youtube.com/watch?v=vu6pcBiUm3M
  10. Ok appena ricapito da Paolo ti fotografo il modello coda e te le posto qui..
  11. Ciao Davide, io ritengo che ognuno ha il suo metodo di apprendimento e la sua inclinazione allo studio di un argomento abbastanza intenso e massivo come la tecnica pianistica. Credo pertanto che non si possa stilare una tavola dei comandamenti universale da seguire per definire un perfetto percorso tecnico. Oltretutto credo che ciò sia dipeso anche molto dall'anatomia della mano. Non tutti abbiamo la stessa mano ! C'è chi dispone naturalmente di legamenti e polso più sciolti e chi più rigidi, chi ha una mano molto grande e chi ne ha una molto piccola. Pertanto pensare di uniformare la tecnica pianistica a tutte queste specie è argomento assai controverso. Tu hai giustamente illustrato diverse vie di pensiero, la prima che dice che bisogna ignorare la tecnica per passare immediatamente all'esecuzione, e chi invece la interpreta come il Padre Nostro e l'Ave Maria del rosario. In questi casi così spiccatamente estremi io mi rifaccio sempre alle massime dei latini: "In medium stat virtus". La virtù, il giusto è nel mezzo... E' impensabile mettersi a suonare senza avere nessun tipo di base tecnica, che ti da l'indipendenza della dita, la scissione dell'emisfero destro dall'emisfero sinistro del cervello, la scioltezza ecc. ecc. Ma è anche assurdo utilizzare la tecnica come una tortura cinese. Ritengo invece che la tecnica vada studiata pari passo con l'esecuzione, che ci suggerisce il principio tecnico da adottare in determinate situazioni, ma per fare questo ovviamente bisogna conoscere la tecnia (e con questo mi rifaccio al primo esempio). Come vedi dunque le cose sono legate biiettivamente e non è affatto l'una il corollario dell'altra. Facendo troppa tecnica si perde sull'interpretazione perché l'attenzione del pianista si sposta psicologicamente più sulla pulizia. E' anche vero che da una parte bisogna lanciarsi ! Non si può certo passare 1 anno su una pagina di Mozart !! E' questo propendere verso la realizzazione del brano che si sta via via studiando che fornisce l'incipit per poter superare particolari passaggi che suggeriscono loro stessi la particolare tecnica da adottare. Nel sunto: un pianista che si rispetti deve certamente conoscere la tecnica pianistica nei minimi dettagli ma non deve fare di essa un suo strumento di autotortura. Si è musicisti per suonare non per fare tecnica, diamo la giusta importanza alle cose ! Un saluto,
  12. Grazie, cerchiamo di darci da fare. Qui in Italia la cultura, specialmente musicale, si sta facendo friggere, per usare un'allegoria culinaria, nel nostro piccolo facciamo il possibile per riportare l'interesse verso l'arte musicale. Il krauss ha un buon suono ma c'è da rifare gran parte della meccanica, martelliera ecc. ecc. Momentaneamente non ho tempo per pensare al mio vecchio verticale ma Paolo mi ha spinto a sistemarlo quindi gira gira ci faremo un viaggetto nella mia villa a Viterbo e si porterà via la meccanica. Saranno da rifare di certo le corde (tutte), le mortase le guide, i fulcri... L'unica cosa che si salva sono forse i piloti. Spero solo che non ci sia bisogno di sostituire il somiere, spero che regga con caviglie un pochino più grandi. Insomma è ridotto abbastanza male il pupo, ma tutto si sistema. Poi Paolo conosce il suo mestiere e lo fa con passione quindi non nutro dubbi in merito. Credo che ora non si connetta più perché è abbastanza tardi e sono tornato poco fa da casa sua (lo vedevo un po' assonnato), in ogni caso domani mattina appena leggerà il tuo messaggio sono sicuro che risponderà alla tua domanda fornendoti i dati che cerchi. Un saluto
  13. Bellissima Gennaro, continua a postare queste chicche !! Mi piacciono !
  14. Ciao Francesco, ma quale buttare via scherzi ? I pianoforti si sistemano sempre, non esiste che si debbano buttare ! Credo che in alcuni casi (ad esempio nei pianoforti da studio) se ci sono troppi lavori da fare e quindi molto denaro da spendere sia più pratico comprarne un altro da studio ma non credo che ci siano problemi irrisolvibili, specialmente se hai un certo legame "spirituale" con il tuo strumento. Pensa che io ho un pianoforte che ha 110 anni. Un verticale Krauss. E' stato il mio primo pianoforte e non esiste cosa al mondo che mi farà vendere quel pianoforte. Nonostante ci sia da rifare quasi tutto ci sono troppo legato, ho tanti ricordi su quello strumento, quindi ti capisco bene ! Sono sicuro che Paolo potrà darti le misure di fabbrica senza problemi e tutti i consigli che vuoi per riportare il tuo pianoforte in uno stato pari al nuovo.
  15. Ciao, come la vuoi la foto ? Di lato che si vede tutta la sezione della meccanica oppure da fronte tastiera ?
  16. Ciao Giovanni, molto bene. Considera che la musica elettronica è un genere che si è sviluppato dai primi anni '60 se non ricordo male. Dovrei avere un libro da qualche parte che mi fu regalato ad una convention all'università di Tor Vergata nel 2005 che si chiamava "Interfacce". Era appunto un luogo comune di incontro tra musicisti, animatori 3D e letterati, molto interessante. Uno studioso della musica elettronica scrisse proprio questo libro in cui venivano raffigurati e spiegati i primi sintetizzatori elettronici in cui tramite l'utilizzo di alcune "manovelle" era possibile scegliere il tipo di onda in uscita con relativo cambio "timbrico" (onda quadra, sinusoidale, a dente di sega ecc), la fase e dunque lo sfasamento dell'onda, la composizione di onde, la frequenza di uscita, alcuni filtri tra cui filtri RL ed RLC (Resistenza - Induttanza, Resistenza - Induttanza - Condensatore) ed altri filtri che insieme componevano i vari passa-basso, passa-alto e passa-banda. Gli antipodi della musica elettronica sono dunque tutt'altro che digitali. Oggi disponiamo al contrario di software in grado di emulare tali segnali in digitale. Ovviamente la filosofia compositiva dei brani di musica elettronica si discosta completamente dallo standard classico e spesso in alcune "Jam Sessions" tali composizioni musicali si sposano con immagini in movimento, il più delle volte di stile astrattista. In quella convention ad esempio ricordo che una di queste composizioni fu accostata ad un'animazione 3D; si è vista dunque la cooperazione di due correnti artistiche diverse sposatesi l'una con l'altra per raggiungere un fine: quella della musica realizzata da un musicista e quella dell'immagine affidata ad un programmatore 3D. La musica elettronica è dunque nata per seguire la tecnologia e stare al passo coi tempi. Ho ascoltato il "Micro Clima", sarebbe interessante se il tuo Maestro volesse iscriversi per approfondire questo argomento, magari aprendo una nuova sezione (Musica elettronica) dedicata al suo genere. Saluti, Simone
  17. Benissimo ! Ragiona bene su ciò che ha scritto mozart e soprattutto sull'ordine !
  18. Salve a tutti, ho aperto questa discussione per cambiare un po' genere e dare uno spazio anche ad altre espressioni della musica. Viviamo in una realtà dove esistono tante forme musicali per cui perché non parlare un pochino di musica leggera. A questo proposito vi allego un paio di video del concerto di beneficenza che ogni anno facciamo in un teatro in provincia di Viterbo con un po' di pazzi scatenati. Quest'anno il ricavato è stato distribuito all'ospedale Bambino Gesù di Roma. La nostra band è composta dai seguenti elementi: Al basso elettrico: Luigi Graziani detto "Franco" o "Looza" a seconda delle circostanze. Alla chitarra elettrica: Claudio Sacco. Alle trombe: Riccardo Ziaco e Gianluca Lorenzetti. Al violino: Maria Letizia Beneduce Al sax: Augusto Pierozzi Al trombone: Marco China Alla batteria: Mio padre Alberto Renzi Alla tastiera: ci sono io ovviamente Voce: La cambiamo ogni anno, in questa edizione: Erika Modanesi (Detta Erika with the "k") da cui prende il nome il gruppo di quest'anno. Buon divertimento... Zucchero - Con le mani http://www.youtube.com/watch?v=_kw37QsmpcA Ornella Vanoni - Domani è un altro giorno. Arrangiamento che mi è costato 5 notti insonni ! http://www.youtube.com/watch?v=ObvkBWH8964
  19. Ciao Francesco, una volta ho suonato anche io su un Bechstein, il suono mi piaceva ma la mia tastiera non aveva di certo il peso di 48 Gr. penso qualcosina, anzi un bel po' di più. Mi sembra anche strano che il progetto originale del 1903 del bechstein sul quale suoni abbia il peso di abbassamento di 48 Gr. forse la nuova meccanica che è stata messa in questo pianoforte dal momento che mi sembra di aver capito che è stato interamente restaurato adotta questo peso. Come ti ripeto quello che ho provato io, a patto di una giusta regolazione (questo non te lo so dire perché l'ho suonato ma non l'ho di certo ispezionato) non aveva certo un peso di abbassamento di 48 grammi...
  20. thesimon

    Buonasera

    Ooo bene bene, vedo che la macchia comincia ad allargarsi anche agli altri addetti ai lavori. Ti ringraziamo per esserti unito a noi nel nostro forum. Spero che qui troverai un ambiente ospitale e culturalmente stimolante. Ad maiora...
  21. Eccola qui... http://www.pianoconcerto.it/condivisione/chopinoppost.mp3
  22. Grazie per i complimenti... Stupendo il notturno Op. 9 n. 2, uno dei più belli secondo me anche se uno tra i più suonati e conosciuti. Un notturno che secondo me non ha rivali è l'op. Postuma. L'ho suonato ad un saggio e dovrei avere il file audio da qualche parte nel pc, se lo trovo lo posto...
  23. Figurati, ci mancherebbe, faremo video corsi su tutto non appena mi libererò un pochino degli impegni che sembrano non terminare mai. Lo Yamaha P-85 va benissimo. 88 tasti pesati e MIDI in/out. Benissimo anche l'iMac, ottima scelta. Più che utilizzarlo con MIDI MuseScore visto che hai un Mac lo utilizzerei con Garage Band o ancora meglio con Logic se ci riesci. Sto facendo dei video corsi di logic e seguendo già i primi video corsi puoi facilmente capire come utilizzarlo per suonare con una tastiera MIDI dal vivo. Per collegarlo al pc ti serve un'interfaccia MIDI. Se non hai una scheda audio professionale che abbia un MIDI in puoi utilizzare quella dell'iMac comprando un'interfaccia MIDI USB. La puoi trovare a questo indirizzo su eBay a 35 euro circa + spese di spedizione. Una volta che hai l'interfaccia ti basta collegare il cavo MIDI all'out della tastiera ed ovviamente l'USB al Mac. Dentro Logic è automaticamente riconosciuta. Crei una traccia midi, monti sul VST un campione di pianoforte acustico e suoni oppure suoni e ti registri. Come vedi è molto semplice. Anche se come ti ripeto, io preferisco la registrazione acustica che purtroppo richiede molti accorgimenti in più. Per qualsiasi altra domanda sono qui... Un saluto
  24. thesimon

    Per Elisa

    Bé che dire per essere pochi mesi che suoni il pianoforte, vai molto bene !! Complimenti ! Ti consiglio di eseguire lo studio qualche volta con il metronomo, per uniformare il tempo dell'intero brano. Il metronomo più che servire come strumento di tortura per esercitarsi deve servire proprio a questo, ovvero aiutarti a capire se nei passaggi difficili riesci comunque a tenere lo stesso tempo che hai preso all'inizio. Ovviamente non si può suonare in concerto come se uno avesse un metronomo, ci sono delle sfumature di tempo, ma in fase di studio è utile utilizzarlo come riscontro. Comunque come ti ripeto per essere pochissimi mesi che studi sei bravissimo. Continua così.. Ps. Il pianoforte non è un po' scordato... E' scordato parecchio... Segui i video di Paolo su come verificare se il pianoforte è accordato. Primo passo verificare il la4 poi tutti i rapporti armonici, anche se si sente già bene ad orecchio. Fallo accordare prima che la cosa cominci a diventare esagerata altrimenti poi ti ricalerà e dovrai riaccordarlo nuovamente nel giro di pochi mesi per poterlo ristabilizzare. Un saluto
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