LucaCavaliere Postato Giugno 5, 2014 Report Share Postato Giugno 5, 2014 il marito rientra a casa dal lavoro poco prima di cena e trova la moglie che ha quasi finito di preparare. Dopo averla salutata.... «sai cara, stasera non vedevo l'ora di arrivare a casa per ascoltarmi la Nona di Beethoven» «ma caro, tra venti minuti il risotto è pronto» «non ti preoccupare: ascolto quella di Chailly... magari faccio in tempo ad aiutarti a mettere in tavola» http://www.youtube.com/watch?v=2MT1hz3bcCM 2 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Annuccia Postato Giugno 5, 2014 Report Share Postato Giugno 5, 2014 Oppure «ascolterò quella di Celibidache... per cui non mi aspettare per la nanna» 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
danielescarpetti Postato Giugno 8, 2014 Report Share Postato Giugno 8, 2014 Caro Luca, Grazie per avere postato questa interpretazione della Nona. L'incisione integrale delle sinfonie beethoveniane Dirette da Chailly con i tempi metronomici esattamente dettati dal compositore, è stato uno degli eventi Più Importante - il più Importante! - nell'ambito delle più recenti registrazioni della musica di Beethoven ed in Particolare, ovviamente, del corpus sinfonico. Non solo un'ondata di aria fresca in un repertorio assai frequentato, Ma La dimostrazione che i detrattori delle capacità del compositore di Bonn di stabilire i tempi, sbagliarono tutto. Beethoven ebbe ragione a dettare questi tempi e non fu il suo un'errore dovuto al fatto che di matematica capiva ben poco. La Nona di Beethoven Diretta da Chailly ci restituisce un capolavoro in tutta la sua freschezza, drammaticità, bellezza e immensità. Il caos primordiale del primo tempo, il ritmo orgiastico e faustiano del secondo, le altezze paradisiache del terzo tempo e infine, il ritorno sulla Terra , luogo da cui Partire per anelare al nostro bisogno di libertà, gioia, salvezza e utopia , vengono messi tutti in estremo risalto e ci viene dato veramente il senso di tanta complessità: Veramente con la Nona, Beethoven ci racconta un mondo interiore ed esteriore. Il mondo della nostra umanità. 2 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
danielescarpetti Postato Giugno 8, 2014 Report Share Postato Giugno 8, 2014 non so che farci, gli errori non sono miei e non capisco il perché venga così, mi scuso Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Ettore Postato Giugno 8, 2014 Report Share Postato Giugno 8, 2014 . Il mondo della nostra umanità. Il mondo della sua umanità o meglio, il suo modo di vedere l'umanità. Ci mancherebbe altro, non siamo tutti uguali come si soteneva in un altro topic. Tanto più che viviamo pure un tempi diversi. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
danielescarpetti Postato Giugno 8, 2014 Report Share Postato Giugno 8, 2014 Sarà! Ma sotto molti aspetti non trovo che sia poi cambiato molto! Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
LucaCavaliere Postato Giugno 8, 2014 Autore Report Share Postato Giugno 8, 2014 ciao Ettore Sì: il mondo della sua umanità. Ci mancherebbe. Ma avviene che in molte opere d'arte (qualsiasi arte) quel 'qualcosa' dell'umanità del suo creatore che vi è infusa susciti in molte persone la voglia di vedere e rivedere quel tal dipinto o quel tal affresco. Avviene che quell'opera stimoli critiche, discussioni, interpretazioni, letture differenti... E, come per una risonanza emotiva, quel dipinto comincia ad appartenermi, dice qualcosa di me, diventa "mio". E se non sono il solo ad esserne sedotto, se qualcosa di simile, pur con sfumature differenti a seconda della sensibilità e del vissuto personale, avviene anche ad altri (per certe opere milioni di altri)... allora un timido plurale - nostra umanità - possiamo osarlo. No? . . . . caro Daniele, il Beethoven di Chailly mi piace molto, nel suo complesso. E la Nona anche. Ma devo ammettere che per quanto riguarda proprio l'Adagio della Nona, l'incedere più dilatato di un Bernstein mi è... più vicino. Anche se ci fosse qui Beethoven a dar ragione a Chailly ... che cce devo fa' !? 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
danielescarpetti Postato Giugno 8, 2014 Report Share Postato Giugno 8, 2014 Sono 5 minuti in più quelli che Bernstein impiega nell'Adagio. Indubbiamente c'è una certa differenza ma, altrettanto indubbiamente, l'Adagio nelle mani di Bernstein ha un fascino enorme e, anche su questo, non ci piove. Che avrebbe detto Beethoven? Boh!! E chi se ne frega, mi verrebbe da dirti. W Chailly ma anche W Bernstein! Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
danielescarpetti Postato Giugno 8, 2014 Report Share Postato Giugno 8, 2014 Ma avviene che in molte opere d'arte (qualsiasi arte) quel 'qualcosa' dell'umanità del suo creatore che vi è infusa susciti in molte persone la voglia di vedere e rivedere quel tal dipinto o quel tal affresco. Avviene che quell'opera stimoli critiche, discussioni, interpretazioni, letture differenti... E, come per una risonanza emotiva, quel dipinto comincia ad appartenermi, dice qualcosa di me, diventa "mio". Vediamo se ci prendo: quando hai scritto questo passaggio pensavi molto al "Fregio di Beethoven" di Klimt. Vero o no? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
LucaCavaliere Postato Giugno 8, 2014 Autore Report Share Postato Giugno 8, 2014 Vero o no? . . . vero! . . . ma anche ad alcuni brani di poesia a me cari Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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