Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

Il Sistema Gnotes


Ettore
 Share

Recommended Posts

Avevo già adocchiato il link di SalvoJazz, secondo me è più realistico il parere di uno che non conosce il solfeggio tradizionale rispetto ad uno che ha già degli studi alle spalle con un altro sistema.

 

Lo premetto, perchè io sono scomodissimo, o meglio, viene sostituito un aspetto grafico legato all'altezza (e quindi al profilo melodico) con un numero relativo all'ottava...per cui si aggiunge un calcolo matematico.

 

Così a pelle non mi ci trovo, però io uso già un altro sistema e potrebbe essere naturale che non mi ci trovi...per un vero parere più critico dovrei effettivamente guardarci meglio e più a lungo...

Link to comment
Condividi su altri siti

Mah... Mi sembra che anche questo sistema richieda fatica e tempo per essere assimilato (insomma prima di riuscire a legge all'impronta, cosa che peraltro non credo sia da tutti comunque).

Sulla semplificazione del linguaggio, poi... C'è chi identifica l'idea di semplificare con il progresso. Tutto ciò che è semplice è migliore e più evoluto.

Secondo me quando la scrittura si semplifica c'è il rischio che si semplifichi e si impoverisca anche la sostanza di ciò che, con la scrittura, si intende comunicare (vale per la lingua, e vale anche per la musica).

Sempre secondo me in musica, come in tutte le cose della vita, non è obbligatorio studiare: posso improvvisare, posso orecchiare o posso decidere di approfondire e studiare. Il risultato che si ottiene nell'uno e nell'altro caso dipende molto dal proprio talento e dal genere che si vuol praticare. Ci sono degli ottimi musicisti jazz e pop, anche virtuosi, che non sanno leggere la musica, e tanti diplomati in conservatorio senza orecchio né spirito musicale.

E' chiaro che, dal mio punto di vista, studiare e faticare è bello e porta sempre ad un arricchimento.

Tornando al solfeggio, sarà che io ho iniziato a 5 anni, ma imparare a leggere la musica non mi è sembrato tutta questa tortura e già dopo un paio di anni mi è subito tornato facile e naturale leggere lo spartito.

Questo poi non esclude che si posa benissimo continuare ad orecchiare: ad esempio, per una scelta tutta mia ho deciso di imparare due sonate di Scarlatti soltanto orecchiandole da CD ed impedendomi di vedere lo spartito se non dopo averle assimilate: a parte qualche nota sbagliata ed a parte l'impronta dell'esecutore da cui ho orecchiato (Horowitz...) il risultato, devo dire, non è male: c'ho messo meno ed il contatto con lo "spirito" dei brani l'ho sentito molto più diretto che non quando inizio a studiare leggendo con il metronomo a 60.

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

Secondo me quando la scrittura si semplifica c'è il rischio che si semplifichi e si impoverisca anche la sostanza di ciò che, con la scrittura, si intende comunicare (vale per la lingua, e vale anche per la musica).

Tanto per chiarirmi meglio con una domanda retorica: secondo voi un sol diesis è uguale a si bemolle? Visto che il tasto che si schiaccia è lo stesso è indifferente scrivere l'uno o l'altro?

Link to comment
Condividi su altri siti

Allora, secondo me è necessario che ci sia un esempio con almeno una trascrizione di una partitura un po' più articolata.

 

In secondo luogo sembra un metodo orientato a chi già conosce il solfeggio tradizionale, per cui è una sorta di trascodifica, più o meno valida (poi ci arriverò), ma sempre tutto è messo sul piano della "traduzione"

 

Valutando la proposta come se fosse oggetto di dottorato, senza la pretesa che io sia un professorone universitario, penso che manchi l'aspetto didattico e cioè, il tutto dovrebbe essere corredato da una serie di esercizi che portano il candidato, partendo da 0, a leggere delle note con difficoltà di lettura pari almeno ai contenuti dei corsi di Solfeggio tradizionali.

 

Il problema grosso che vedo è questo, uno studia X anni per padroneggiare questo sistema e quali spartiti leggerebbe? Per spegarmi meglio vorrei portare l'esempio dellla notazione neumatica dei canti gregoriani.

Tu puoi leggere tutte le trascodifiche "moderne" del graduale triplex, ma poi se ti capita il graduale cosa fai? Ricorri ad uno specialista o ti studi la notazione. Ergo, se vuoi leggere le note della quitna sinfonia di Beethoven o studi la notazione tradizionale o ti appoggi ad uno che la conosce e "trascrive" per te nella notazione che conosci.

 

Ora domando:

 

C'è annesso un progetto di riscrittura di tutte le partiture con questo nuovo sistema? Se no, a cosa servirebbe un allievo studiarsi sto sistema?

 

I compositori moderni, scrivono con il sistema tradizionale o con questo nuovo sistema? Se la risposta fosse quello trasizionale, perchè uno dovrebbe imparare una cosa non utilizzata?

 

E ancora, di solito le notazioni "successive" cercano di rispondere a esigenze e difficoltà poste dall'evoluzione musicale... il punto è che oggi c'è l'elettronica, come diceva qualcuno (se non erro Frank) questo è un ambito dove servirebbe una risposta precisa, perchè i sistemi di notazione sono complessi e articolati e probabilmente non rispondono a tutte le esigenze.

 

Ci tengo a precisare che non vorrei che il mio post sia letto in chiave polemica, mi sembra utile per l'ideatore di questo sistema che sappia anche a quali domande dovrebbe rispondere.

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Rispondi a questa discussione...

×   Incollato come rich text.   Incolla come testo normale invece

  È permesso solo un massimo di 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato incorporato automaticamente.   Visualizza come collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Cancella editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Carica o inserisci immagini dall'URL.

Loading...
 Share

×
×
  • Crea nuovo...