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Piano Concerto - Forum pianoforte

Frank

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Tutto postato da Frank

  1. Esattamente Un dono più o meno grande. Esatto, ma sfido anche una persona antimusicale ad andare oltre il muovere le dita Esatto. I talenti non ce li facciamo noi, li teniamo vivi e li usiamo/finalizziamo per qualcosa, ad esempio la musica. Questo è il punto secondo me, è il classico caso di vedere il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Intendo che negli esempi che riporti sotto: evidenzi il limite ma non i talenti che gli sono serviti per superarli. Se cerchi bene ci sarà anche sensibilità e musiaclità, che abbinata ad una grade dedizione e metodo gli hanno permesso di raggiungere un certo obiettivo che hanno percepito, pregustato e desiderato...come? Bisognerebbe fare l'elenco esaustivo dei talenti (anche caratteriali) che ogni persona ha utilizzato. In realtà questo è un altro "mito", l'orecchio assoluto è solo una facilitazione ma al musicista serve quello relativo...che caso vuole può essere costruito....per cui, metodo, dedizione, sensibilità, musicalità, etc ... concorrono per ragiungere l'obiettivo. e io spero di aver integrato qualcosa di utile per chi passerà, leggerà e cercherà di farsi un' idea propria..magari facendo anche qualche approfondimento mirato Ovviamente senza la pretesa di persuadere nessuno
  2. Il 29 agosto 1661 si spense a Parigi Louis Couperin Louis Couperin Suite en ré, Gustav Leonhardt (2001)
  3. Io penso che colui che ha pensato lo scritto forse volesse solo semplicemente dare maggior risalto al mephisto walzer nell'ambito dell'evoluzione della storia della musica rispetto al “Sogno d’amore", che resta sempre un capolavoro, ma che ricalca delle linee meno "evolutive", sicuramente però un punto di vista interessante nell'ottica di una ricerca, diciamo: "Buona l'idea ma la rivedrei, in una forma diversa e magari anche più ricca". Mi voglio illudere che questi spunti forniscano solo delle idee o degli approcci, quello che poi verrà scritto nella ricerca sarà frutto di elaborazione personale, comparazione del materiale, etc. Almeno spero
  4. Un’ altra pista potrebbe essere quella scavare nel passato, stavo pensando a quanto segue pensavo alle sequenze Medioevali ed in particolare al “Dies irae” che ebbe parecchia fortuna attraverso i secoli. Attribuita a Tommaso di Celano (?-ca. 1250), amico, discepolo e biografo di San Francesco d’Assisi, la melodia fu interpolata nella Messa di Requiem (che sarebbe la Messa per il rito dei defunti). In epoca romantica, essa venne simbolicamente associata al concetto di morte e in questo senso è citata nel Faust di W. Goethe e in numerosi lavori musicali, in specie di Liszt, vedi ad es. Totetanz che assieme ai due concerti di Chopin, il concerto di Schumann e i due concerti di Liszt rappresentano la storia del concerto romantico per pianoforte e orchestra … praticamente solo 30 anni (fra il primo di Chopin, 1829 ed il primo di Brahms, 1859). Anzi il secondo concerto di Liszt, ultimato nel 1861, sarebbe quasi “estraneo” al periodo considerato... però come si fa ad escluderlo? Tornando a noi non so quanto tutto ciò possa anche avere influenzato il valzer (a sua volta influenzato dal Faust di W. Goethe ) ... PS Per gli scritti ho attinto da Marino Mora, Piero Rattalino e Maurizio Carnelli
  5. Non trascurerei la vita di Liszt che nel periodo in cui scrisse il valzer fu travagliata da problemi professionali, amorosi e affettivi; tendenzialmente la sua vita “recita” così: Franz von Dingelstedt, direttore dei teatri di corte, cominciò a limare i fondi che servivano a Liszt. La messa in scena del “Barbier von Bagdad” di Peter Cornelius, allievo di Liszt, costò molto denaro, non ebbe successo e procurò fischi al direttore, cioè Liszt stesso. Il 18 dicembre 1858 Liszt presentò le sue dimissioni. Comunque sia Liszt abitò ancora a Weimar fino al 1861. Avendo deciso di allontanarsi da Weimar, dove aveva goduto della protezione di due granduchi e della stima della defunta granduchessa madre, gli restava un problema da risolvere, un problema che non si saprebbe se definire più grave per la sua coscienza o per il suo orgoglio. Ne accennava nella lettera al Granduca con la quale ribadiva le sue dimissioni: “E’ chiaro che si vuole impedirmi a qualunque prezzo un matrimonio al quale, per la mia nascita, non sono destinato, ma che io credo, lo dico senza falsa modestia, di essermi guadagnato”. Nel 1859 un altro scottante motivo s’aggiunse ad suo desiderio di risolvere con il matrimonio il difficile rapporto con Carolyne. Il figlio ventenne di Liszt, Daniel, morì di tubercolosi a Berlino il 13 Dicembre del 1859, in casa della sorella Cosima sposata con Hans von Bullow. In questo drammatico clima si susseguirono una serie di vicende legate a Corolyne, la figlia di Carolyne: Marie, che portarono Liszt a lasciare definitivamente Weimar. La città, sapendo che Liszt se ne sarebbe andato, gli offrì un’occasione di amichevole commiato: diretta da Hans von Bullow, e alla presenza di Wagner che aveva goduto di un permesso speciale, il 7 settembre 1861 venne eseguita la sinfonia “Faust”, che Liszt aveva completato nel 1857.
  6. Si può anche trattare il discorso da un punto di vista leggermente diverso e forse si può integra qualche info in più. Per esempio rapporta il brano ad altre opere, che mi sembra una buona idea, anche se rivedrei un “attimo” la parte sul “Sogno d’amore”, nel senso che si capisce l’intento, però... Sul Sogno d’amore si potrebbero scrivere numerose pagine di carattere sociologico, o di storia del costume, tanto questo brano è entrato in tutte le case, non tanto per rappresentare un aspetto della storia della musica, quanto una marca di cioccolatini o una bottiglia di liquore da regalare alla “festa del papà”. Dal punto di vista musicale, invec’è ben poco da dire. Al contrario, il Mephisto-Walzer n. 1 è uno dei più importanti brani della letteratura pianistica. Ispirato al Faust di Lenau, fu scritto da Liszt nel 1859; ad esso seguì la composizione di altri valzer dedicati a Mefistofele, nessuno dei quali raggiunse però la pienezza musicale del primo, che rimane dunque a ragione il più apprezzato ed amato dagli esecutori e dal pubblico. Questo brano, dedicato a Mefistofele, è effettivamente demoniaco e in due sensi diversi. Innanzitutto per il suo riferimento al valzer come danza del diavolo, danza diabolica e sensuale, che fa perdere il senno. Il secondo luogo il Mephisto-Walzer è demoniaco in quanto virtuosistico. In ogni brano in cui il virtuosismo è portato alle conseguenze più estreme, l’esecutore sembra animato da forze sovraumane, infernali: ciò avveniva realmente ai tempi di Liszt e più ancora ai tempi di Paganini. Questo brano inizia con un interessante effetto basato sulla tecnica dell’accumulazione: in un rapido movimento di tre ottavi, compare dapprima una nota ribattuta, resa più incisiva da alcune “acciaccature”; alla quarta battuta si aggiunge una seconda nota, a distanza di quinta; alla nona battuta le note diventano tre (sempre a distanza di quinta); all’undicesima battuta quattro, alla tredicesima cinque, e così via. Questo effetto iniziale, di crescita e diminuzione, viene ripetuto per due volte; e in seguito inizia il tema vero e proprio, in la maggiore, tonalità di base dell’intero pezzo. Inizia poi una serie di piccole variazioni su alcuni spunti tematici, alternata con rapidi passaggi di scalette ed ottave spezzate, fino ad arrivare ad una nuova esposizione del tema, più marcata e trionfale. La parte centrale del pezzo è un poco meno mossa, porta l’indicazione originale espressivo amoroso, ed è nella dolcissima tonalità di re bemolle maggiore. E’ il magico momento della seduzione, realizzato musicalmente con un valzer lento continuamente impreziosito da sincopi della melodia, che a nostro avviso rendono molto bene la malia adescatrice di Mefistofele. Al termine di questo episodio compare un presto vertiginoso, fatte di note staccate e eleggere. Inizia poi una nuova sezione che combina e mescola in forma libera alcuni elementi degli episodi precedenti; in seguito compare nuovamente il presto leggero, seguito da una nuova esposizione del valzer lento, che pian piano si distende, si muove, si appassiona, e ritorna infine a proporre il tema iniziale. Breve serie di vertiginosi arpeggi, ripresa del tema, e magnifici episodi virtuosistico che conducono, in una girandola di timbri e di effetti sonori, fino al finale. Negli anni 1863-1865 Liszt scrisse due leggende ispirate a temi religiosi: San Francesco d’Assisi e SAN FRANCESCO DI PAOLA CHE CAMMINA SULLE ACQUE. Nella seconda leggenda si sommano e sovrappongono due tendenze contrapposte: da una parte la tendenza ad una religiosità spoglia, dal timbro quasi organistico, che caratterizzerà molte composizioni posteriori al 1865; dall’altra quella che Rattalino definisce “lo schema ideologico oppressione-lotta-trionfo”, tanto caro a Liszt degli anni precedenti il 1865. La leggenda in questo senso costituisce un autentico momento di transizione. Il distacco disincantato dalle cose di questo mondo è appena tratteggiato in questo brano, che invece ripropone il mito della lotta prometeica con relativo ed immancabile trionfo finale.
  7. Ma almeno un altro elemento poetico assume netta rilevanza nello stile compositivo lisztiano: il fascino del diabolico, del mefistofelico. All'interno della sua vastissima produzione rimangono chiare tracce di tale mito, che si ricollega all'influenza di Faust nella cultura tedesca e mitteleuropera attraverso il capolavoro di Goethe. Ad esempio nella Faust-Symphonie, scritta nel 1854 e il cui ultimo tempo si intitola proprio Mephistopheles. Un altro mito contribuì a rinfocolare tale passione, il Faust (incompiuto) del "poeta maledetto", cantore del Weltschmertz, del dolore universale: il connazionale Nikolaus Lenau. Liszt musicò due episodi del suo Faust, Corteo notturno e Danza all'osteria dell villaggio, quest'ultimo noto come I Mephisto Walzer. Nel 1861 ci fu una versione orchestrale, seguita poco dopo da quella per pianoforte a quattro mani (1862), mentre la versione pianistica, risalente probabilmente a qualche anno prima (1859-60), fu comunque pubblicata nello stesso 1862. Nel testo riferito al secondo episodio, Lenau racconta di come Faust e Metistofele giungano alla taverna del villaggio, dove un gruppo di contadini beve e danza in un clima festoso. Mefistofele, annoiato da quella musica banale, prende a suonare un violino e utilizzando la suggestione di quella musica orgiastica, trascina tutti i presenti in una danza scatenata. Faust invece getta gli occhi sulla ragazza più bella, esce con lei nella notte stellata e tenta di conquistarla favorito del canto seducente dell'usignolo. Liszt riprende l'atmosfera sarcastica e diabolica del racconto, utilizzando mezzi musicali assai raffinati. Il personaggio di Mefistofele è tratteggiato fin dal motivo iniziale e dal tema principale con accorgimenti tecnici: nello stridere dell'arpeggio alla mano destra con le sue "diaboliche" quinte vuote, nell'insistente martellato ritmico al basso, nei formidabili virtuosismi con note ribattute, volate fulminee, ampi salti. Con il giungere dell' "espressivo amoroso" (Un poco meno mosso) è invece delineata la figura di Faust: un tema dal carattere danzante e fantastico si muove con grazia seducente, poi trapassa in un'altra zona in continuità con la precedente (Presto) con un motivo che richiama immagini fiabesche e sognanti. Un'altra caratteristica spicca particolarmente: in tutto il brano il materiale tematico subisce un continuo processo di rielaborazione. Oltre alle frequenti riprese del tema di Mefistofele - che funge da collegamento tra una sezione e l'altra - sembra essere il tema "espressivo" dell'episodio di Faust il prescelto per il gioco di permutazione. Così nella variazione ornamentale e negli iridescenti colori dell'episodio. A volte il tema appare quasi irriconoscibile, dove è commutato in termini virtuosistici e raggiunge toni fortemente accorati ("strepitoso", indica Liszt), oppure più avanti, presentato in veste grottesca, con i suoi sforzati ritmici forzosamente esibiti e le corse a perdifiato sulla tastiera. Infine, siglato dal "ritenuto", ritorna come soave canto di congedo: Horowitz ad esempio, nella sua incisione, lo tratteggia delicatamente con tocco leggero e cristallino, prima di affrontare la veemente coda che conclude il Walzer.
  8. Sono concorde con Red e intravedo un pensiero nobile anche in questo che segue ecco perchè ho speso un like. Però citi poligamia e matrimonio...personalissimo pensiero, il fatto che ami mia mamma e mio papà non vuol dire che nel mio cuoricino non ci sia posto per mia moglie...e il fatto di aver avuto dei figli nulla a tolto ai "predecessori". Tutto per dire che se è una questione di gusti...ok. Ma se fosse un problema di "cuore", di solito è più grande di quanto crediamo. Senza presunzione di convincerti Sempre personalissimo pensiero, io non riuscirei a pensare di non ascoltare nulla che musicalmente è avvenuto prima del 1700 o dopo del 1900...eppure non mi sento bigamo, al massimo posso dire di amare la musica (come in altri amibiti la mia famiglia). Se andiamo avanti nel cuore ci sarà anche altro...ma ho tediato abbastanza
  9. E' stata ritrovata un' orchestrazione di Benjamin Britten per il balletto "Le Silfidi" di Chopin, composta nel 1941. http://www.nytimes.com/2013/08/28/arts/music/benjamin-brittens-lost-score-for-les-sylphides.html?ref=classicalmusic&_r=0
  10. Bruno Walter prova Brahms: poche parole, tanta sostanza Bruno Walter The Maestro the Man (vaimusic.com) http://www.youtube.com/watch?v=aztB7E1Wjbs&feature=youtu.be I grandi direttori nelle prove nn fanno tanta filosofia. Hanno già tutto chiaro in testa su cosa fare e soprattutto come realizzarlo e le prove di Walter sono tutte iilluminanti da ascoltare.
  11. Leo, svariati anni fa proposi ad un gruppo di amici la massima proposta da Egidio di Suzuki, un amica mi rispose in questo modo: "noi tutti nasciamo con delle POTENZIALI capacità, che devono essere però allenate, sviluppate, altrimenti si atrofizzano, specialmente dai 18/20 anni in sù; questo ce lo dimostrano le neuroscienze, visto che noi a quell'età iniziamo a perdere neuroni cerebrali...ovvio che questo non significa che da adutli non possiamo imparare...ma nell'infanzia fanciullezza e adolescenza si è al massimo delle forze, delle capacità mentali... ci sono delle predisposizioni naturali, cioè noi tutti nasciamo con potenzaili capacità, ma c'è chi queste potenzialità già dalla nascita sono più forti e quindi se allenate, si diventa "geni" ...come si spiega che c'è gente che sin da 4- 5 anni disegna perfettamente? Senza che si sono allenati o che sono stati esposti a stimoli specifici?sono abilità innate, geneticamente predisposte...così vale anche per la musica!!!" Ecco che: come vogliamo chiamare le "POTENZIALI capacità" o "le predisposizioni naturali"? Io fra le righe, in modo romanzato e magari da romanticone le etichetto come "dono"...ma la parte finale è quella che però dovrebbe far riflettere: ...come si spiega che c'è gente che sin da 4- 5 anni disegna perfettamente?Senza che si sono allenati o che sono stati esposti a stimoli specifici? Sono abilità innate, geneticamente predisposte...così vale anche per la musica!!!" O meglio, voi (o Leo) che risposta dareste?
  12. Mi ero occupato in passato della faccenda, devo sistemare un po' di scritti e poi posto, intanto se vai su THE NEW GROVE, Dictionary of Music and Musicians trovi una bibliografia sterminata Inoltre a questo link, oltre al documento, trovi una preziosa bibliografia: http://www.eufonia.eu/universita-e-ricerca/laboratori/73-laboratorio-aa-20042005.html Ti passo un link che penso sia utile http://musicologia.u...Mefistofele.htm Ti anticipo che inizialmente il mephisto walzer era intitolato Danza nella taverna del villaggio, magari trovi in giro qualcosa anche sotto questa voce.
  13. Frank

    Tutto Chopin

    Nel metodo Chopin, è stato aggiunto il link a "Lo studio della tecnica".
  14. il 28 agosto 1733 a Napoli venne data la prima esecuzione de La serva padrona di Giovanni Battista Pergolesi Giovanni Battista Pergolesi 1733 La Serva Padrona La Petite Bande S Kujiken http://www.youtube.com/watch?v=K1oHF8PApQs&feature=youtu.be
  15. A parte quotare il post di Gilda, questo secondo me completa quanto ho scritto...allora tutti possono fare il medico? L'architetto? il direttore d'orchestra? il pittore? l'interprete? Il giornalista? O meglio, tutti si possono avvicinare con passione a qualcosa, ma poter fare una cosa con un minimo di credibilità è un'altra cosa...forse è venuto il momento in cui Leo dovrebbe farsi sentire, sempre se ha voglia
  16. Il 27 agosto 1521 si spense a Condé-sur-l'Escaut Josquin Desprez Josquin Desprez - "Ave Maria"
  17. Sono contento che vi stiate divertendo ed è quello che sto cercando di fare anche io...sono convinto che una certa dose di spensieratezza da freschezza alle idee. Suona molto bene quello di Ale...peccato la brevità, io investirei su questo brano per farlo diventare qualcosa di più corposo. Forse un po' troppo tortuoso quello di Tronky, ma molto ricco armonicamente. Che dire, a breve posterò anche io il mio "relativo" sollazzo
  18. Dimenticavo, Leo è un jazzista; nonostante conosca la logica dei Pattern, l'estemporaneità comunque da quel briciolo di autonomia per far emergere appunto il nostro bel canto ...anche se il mezzo fosse uno strumento
  19. Bella risposta Sisifo, però voglio essere pungente...non sarà mica il corso di un conservatorio europeo a stabilirne il sistema. Poveri siberiani e mongoli ... ovviamente scherzo Su una cosa concordo, anche se filtro il post di Gilda tenendo conto del fatto che è violinista, gli stonati veri si contano sulla punta delle dita...il resto è più o meno un dono (per capirci piccolo o grande). Più è alto e più vantaggi si possono trarre; ad esempio in termini di tempo ma a volte anche di risultati...la "cantabilità", allargando il concetto, è pur sempre un dono. Ovviamente scrivo dal punto di vista compositivo, non tutti sanno trovare melodie cantabili e di fondo c'è spesso un problema di intonazione non "curato"
  20. @Antares Ho ascoltato il tuo corale, contiene una certa cantabilità. Essendo per voci legherei le note uguali senza troppi ribattuti in modo da dare ulteriore risalto ai pedali di armonia (del resto non c'è un testo a giustificare un ribattuto e non mi sembra così pregievole da lasciarlo). Per il resto, effettivamente sento la voglia di staccarsi dalle regole anche se le stesse però forse non si sono ancora troppo metabolizzate e comunque ti ci vedo ancora molto ancorato. In questo caso si incombe in critiche legate ai richiami stilistici. Sono contento che tu abbia accolto il mio suggerimento di partecipare proponendo un brano modesto ereditando qualcosa dal tema dato. Alla prossima. PS Dimenticavo, ricordati sempre che le pause hanno bisogno del loro spazio
  21. A Londra il 26 agosto 1958 si spense Ralph Vaughan Williams Ralph Vaughan Williams - The Wasps - Ouverture http://www.youtube.com/watch?v=25HABTNWW78&feature=youtube_gdata_player
  22. Eccellente Daniele, è sempre bello leggere informazioni precise e ordinate
  23. Mi ero perso le evoluzioni di questo thread...pian pianino sto recuperando un po' di arretrati. Che bell'omaggio alla famiglia di Beethoven
  24. ... a tal proposito ricordo ancora un meraviglioso intervento di Daniele di qualche anno fa.
  25. Il 25 agosto 1918 nasceva a Lawrence Leonard Bernstein Candide - Overture with Leonard Bernstein
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