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Piano Concerto - Forum pianoforte

Frank

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Tutto postato da Frank

  1. Dal mio punto di vista la figura di Beethoven si inserisce nel contesto storico caratterizzato dalla rivoluzione francese (1789-1815, con essa termina il sistema feudale) e dai rivolgimenti politico/sociali e civili di notevole portata con la conseguente trasformazione della realtà culturale e artistica dell’epoca. Le idee illuministiche, fede negli ideali della ragione, della libertà e dell’eroismo, l’esaltazione delle virtù patriottiche e morali vengono ereditate dalla rivoluzione francese e anche Napoleone Bonaparte (1769-1821), per qualche tempo riceve la simpatia e l’ammirazione di molti intellettuali di diverse nazioni grazie alla riforma del codice civile, penale e commerciale. In quel periodo però la musica non subisce grandi trasformazioni anche se la rivoluzione francese favorisce un mutamento nel costume musicale, nella fruizione e nel rapporto tra compositore, esecutore e pubblico. Nel periodo della rivoluzione la musica svolge una funzione celebrativa ed è un elemento importante per le funzioni e manifestazioni pubbliche con il coinvolgimento delle masse allo scopo di ottenere il consenso della popolazione con la trasmissione del messaggio politico attraverso la musica: marce militari, canti patriottici, inni, odi alla libertà, alla natura, etc. Grande importanza viene data agli inni, alle marce e alle cantate funebri eseguite nelle celebrazioni pubbliche in onore degli eroi caduti. I musicisti si adeguano alle richieste dei capi rivoluzionari con la composizione di motivi semplici eseguiti da grandi masse strumentali, con cori che cantano all’unisono con esecuzioni di grande effetto e tutto ciò spesso veniva eseguito in grandi spazio all’aperto con l’uso di fanfare e strumenti a percussione. Il canto più famoso del periodo rivoluzionario è noto come “Le chant de guerre pour l’armee du Rhin” (nota come la Marsigliese con parole e musica di Claude Joseph de Lisle composta nel 1792 e dal 1879 inno nazionale francese). Da segnalare i compositori F. J. Gossec (1734-1829), L. Cherubini (1760-1842) e J. F. Le Sueur (1760-1837). La produzione musicale di questo repertorio diventa capillare grazie alla pubblicazione del mensile dal titolo “Le magasine de musique” rivista fondata nel 1794 dove un’Associazione di 51 musicisti, fra i quali Gossec e Cherubini, col sostegno del contributo governativo, ottengono un beneficio economico diventando così artisti/editori. Grande impulso viene dato alla istruzione musicale con la fondazione dell’ “Ecole de musique de la garde nazionale” e l’ ”Ecole royale de chant” che poi diventerà “Institut National de Musique” e, nel 1795, viene istituito le “Conservatoire National de Musique” e, su questo modello, verranno istituiti altri Conservatori (Milano, Bologna, Napoli). La grandiosità e solennità delle composizioni di quest’epoca costituisce la premessa per la produzione della musica sinfonica dell’epoca romantica (un esempio significativo è dato dalla grandiosità nell’orchestra di Berlioz). Anche Beethoven viene influenzato da queste nuove correnti musicali anche se non manifesta simpatie verso la rivoluzione francese e, nel corso della sua vita, darà grande importanza agli ideali di fratellanza, di libertà e rispetto dei diritti umani. Lo stile monumentale di derivazione francese è presente nelle sinfonie n 3 e 5 e nell’Ouverture Egmont così pure nella sonata per pianoforte in lab maggiore Op. 26 con il secondo movimento dal titolo “Marcia funebre per un eroe” (questo nuovo stile viene definito “Eroico”). Qualcuno farà le dovute precisazioni.
  2. Goffredo, almeno sai quali sono i suoni che lo compongono...vero?
  3. Dal mio punto di vista tu ti riferisci al risultato, che sostanzialmente va a giustificare l’aggettivo “utopico” che ho speso in prima battuta. Lavorare sulle intenzioni non è nel mio stile, capisco che su musicisti di questa portata si possano avere diversi punti di vista sulla questione e spesso basarsi su querele varie (vedi Sciarrino, ma ne è piena di esempi la storia della musica) non si ottengono grossi vantaggi, perché entrano in gioco meccanismi a volte fin troppo perversi. Tutto andrebbe perfettamente contestualizzato e spiegato, che si parli di Zarlino v/Monteverdi o di Nono v/Stockhausen, etc. Diciamo che quel ventennio del ‘900 (facciamo intorno agli anni ‘980/’990) li ho studiati con uno che è passato proprio dalle mani di Ferneyhough. Mi sembra di aver colto dallo stesso che l’ha conosciuto, ti dirò di più, proprio mentre ha scritto il brano che ho proposto, un impressione non molto dissimile dalla mia. Sicuramente ne sarò stato influenzato, ma se si frequentavano … capisci che forse ha potuto raccogliere “qualcosa” che nella partitura magari non c’è scritto. Perché come dicevo si cerca di ragionare sulle intenzioni, per cui un campo un bel po’ soggettivo. Se proprio vogliamo trovare un fine in Ferneyhough, dubito sia l’ostruzionismo verso lo strumentista…o meglio, mi piacerebbe avere elementi concreti per fare mio questo concetto. Se anche Thallo che mi sembra della stessa idea o altri interessati volessero contribuire … tutto ben accetto.
  4. Pace all’anima dell’amico Nono, vorrei proporre questo ascolto Britten String Quartet No. 3, Op. 94: I. Duets: With moderate movement http://www.youtube.com/watch?v=TR00rQDB6Sk Mi sembra evidente che Britten è un musicista che non è stato insensibile all’avanguardia, come tutti nel ‘900 si è dedicato a interrompere il decorso narrativo. Processo partito in modo evidente con Webern e che è stato radicalizzato dai compositori a seguire. Britten lo fa, nonostante un linguaggio fortemente legato alla tonalità, attraverso la sospensione … arriva ad usare in questo brano anche un totale cromatico per mezzo di una serie dodecafonica. La cosa interessante è che poi neanche la sviluppa. Dal mio punto di vista il suo è comunque un linguaggio moderno e può/deve essere un riferimento per chi volesse comunque esprimersi in un contesto più tradizionale.
  5. Non vedo molto distante quello che scrivi da quello che intendevo, chiaramente nel mio post preliminare ho voluto sintetizzare la cosa con una battuta. Fra l’altro trovo interessante il concetto di dare all’interprete il massimo numero di informazioni possibile. Spesso diamo troppo per scontato che noi e l’interprete abbiamo la stessa visione sulla partitura e soprattutto nel nostro tipo di modernità, in assenza di prassi esecutiva, bisogna specificare il più possibile…senza dimenticarci che comunque stiamo scrivendo dopo Debussy e Mahler…che a precisione ne sanno qualcosa. Se poi guardiamo il tipo di linguaggio… come fare diversamente da Ferneyhough. Ho letto un po’ dei vostri post, non so se è stato fatto cenno al fatto che capire a fondo la scrittura di Ferneyhough presume conoscere tutto l’iter creativo che precede la stesura dell’opera e che esula dall’ambito strettamente musicale. E’ un altro che attinge da altre discipline, per cui un gruppo di 22 note può essere molto significativo per la sua poetica…che poi certe combinazioni/sovrapposizioni ritmiche sono pressochè irrealizzabili letteralmente e che di poco spostano l’effetto sonoro, è un altro paio di maniche. Di sicuro Ferneyhough è una tappa obbligata per chi fosse interessato ad un certo tipo di complessità della scrittura ed un musicista che un compositore finito dovrebbe conoscere.
  6. Concordo con Xenakis, interessante leggere gli aggettivi (un romanticone). Tanto pignolo sui valori e poi scrive a battuta 39 "flessibile"... Una cosa però c'è da dire, la sua visione, seppur utopica, è quella di arricchire la partitura del maggior numero di informazioni, quasi a dire: "Ok, vuoi fare il rubato, ma io lo voglio così". Ripeto, utopica ma che può avere il suo senso, del resto troppa libertà può anche voler dire lasciare l'interprete ai suoi "limiti"/"manierismi". Condivisibile o meno è un pensiero rispettabile.
  7. Persiste, ho provato da 2 browser diversi...niente di niente...forse è il mio profilo. Grazie
  8. Sono il solito sfigato, riprovo
  9. Esattamente! Ci sono Preludi, Mazurke e Valzer Tornando a Chopin, in realtà io sono passato dai preludi e dai valzer, tipo l'op 69 n 2, l'op 34 n 2, l'opera 70 n 2, ma già più impegnativa... prendendo le opere complete (ero già "fissato"/curioso ) .. e mi sono "perso" le Mazurke Odiavo il mio primo perchè mi dava delle selezioni dei brani e non potevo scegliere ... ad esempio quando ho scoperto il libro delle sonatine di Clementi (non c'era internet, eh! Comoda la vita ... ) ho odiato Cesi Marciano
  10. Frank

    Un saluto

    Sono contento che siamo in fase di ricostruzione, vuol dire che c'è voglia di condivisione...e se c'è condivisione ... io ci voglio essere
  11. Frank

    ciaoooooo

    Non solo all'inizio è normale e scoprirai poi che molto dipende anche dalla nostra più o meno spiccata tendenza ad accontentarsi. La voglia di migliorare ci fa mettere sempre davanti a difficoltà nuove, per cui, quando saranno finite le difficoltà ...sarà perchè ci saremo fermati
  12. Frank

    Un saluto

    Ben arrivato Luigi
  13. Io inizierei dai preludi, o come suggerito da qualcuno, dalla raccola il mio primo Chopin.
  14. A me no Mi chiede una mappa di login, ma qualsiasi cosa ci scriva mi manda a quel paese ....
  15. Frank

    ciaoooooo

    Ben venuta Ady
  16. Frank

    Ciao

    Ben venuto Nayg
  17. Lo so, era tendenzioso apposta. Adesso allora togli d'arte...ho trovato interessante quel tuo post perchè il gusto dell'epoca può essere in senso lato anche l'estetica. In sintesi, le tue ultime parole eliminano automaticamente la musica d'arte (in generale)...che invece sarebbe di quale gusto/estetica? Te lo chiedo, perchè in passato diversi capolavori rispondevano al gusto dell'epoca...oppure no?
  18. Ragazzi, mi sono perso Ho letto tutto il topic di fila e trovo molta discontinuità...cioè, letti i singoli post possono pure avere una loro coerenza...ma qual'è il discorso generale? Camy, riusciresti a fare una breve sintesi di cosa stiamo cercando...? ...
  19. Interessante, tu oggi sapresti definire il gusto della nostra epoca nell'ambito della musica d'arte?
  20. Qualcosa si può anche dire sul brano, non ho mai pensato a scrivere articoli su Wiki ... Se le hai in PDF me le spediresti? Grazie in anticipo
  21. Prima o poi qualcuno mi spiegherà come fare il download dei video da youtube. Ma in modo facile facile...a prova di impedito
  22. Ci sta Thallo, non a caso tra parentesi ho scritto (stile?)
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