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Piano Concerto - Forum pianoforte

Elfo

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Risposte postato da Elfo

  1. Il mio pensiero è in linea con quello del mio maestro...

    Stiamo parlando di programmi del 1917 mi pare per quanto riguarda il vecchio ordinamento.

    Considerata la diffusione dei mezzi di comunicazione nel 1917 in Italia se non sapevi usare il trasporto e le chiavi antiche non potevi "accedere" alla lettira della polifonia e nemmeno ridurre le sinfornie al pianoforte.

    Oggi siamo nel mondo dei media quindi ognuno tiri le proprie conclusioni...

    ...e se a uno serve ... cosa fa? Trascrive tutto in finale e trasporta? :D

  2. Per gli esami studenti di composizione,

    nella vita e nei propri lavori Compositori.

     

    E' ovvio che se devi preparare un esame ti devi conformare ma è solo una prova non la tua carriera compositiva.

    Ok, ma se uno studia composizione al di la degli esami e del conservatorio? Non può essere già compositore da subito, solo perchè si è nell'ambito della "vita" extra scolastica...no?

  3. Non trovate che potrebbe esserci l'ipotesi in cui due soggetti abbiano entrambi dei contenuti, ma vinca quello più presuntuoso?

     

    In fin dei conti l'arte non può essere legata a questi meccanismi e chi si trova dinanzi a scegliere forse dovrebbe guardare altro, che non sempre però è fumo...perchè nel caso che ho prospettato entrambi hanno sostanza.

     

    Boh...spero sia chiaro.

  4. né Xenakis, né Cage, né Boulez sono stati autodidatti musicali.

    ... forse ho scritto diversamente. Rileggere.

     

    E qui scatta la domanda a trabocchetto: secondo te, se ai tempi si fosse studiata musica elettronica in conservatorio, a Cage, Xenakis e Boulez sarebbe cambiato qualcosa??

    No! La loro storia non ci insegna che essere autodidatti porta ad essere dei genii. Ci dice il contrario, ovvero che i geni a un certo punto si scocciano della didattica tradizionale e, grazie anche ad altre parti della propria formazione, partoriscono opere di genio.

    Ma guarda che io parlo di didattica diversa e non di "autodidattica", anche qui rileggere, grazie.

     

    usi l'aggettivo "utile". E' interessante. Io credo in una didattica parzialmente adattata alle esigenze dell'allievo. Sono contento che le cose stiano cambiando nel sistema didattico italiano, a molti livelli. Ma tutte le volte in cui nella mia vita ho pensato che fosse utile approfondire qualcosa di diverso da quello che mi veniva insegnato a scuola, andavo a casa e me lo approfondivo da me.

    Allora sei per l'autodidattica...cioè, le cose interessanti te le devi fare da solo e le cose inutili le impari a scuola...va beh.

     

    su questo non posso essere che in disaccordo.

    Vedi tu, sei in disaccordo con te stesso mi sa ... rileggiti tutto di fila ;)

  5. non parlare per me, io preferisco studiare Beethoven che John Cage.

    Non si parlava delle proprie preferenze...studiare riferito a Beethoven si riferisce all'interpretazione? Se così fosse, ho già detto la mia sull'interprete...rileggere, grazie.

     

    Chi ha detto che pensare in termini armonici e' 'superato', il dottore? :)

    ... probabilmente la storia ...?...

     

    Ti faccio una domanda.....tu sai tutto sull'armonia 'superata' ? Perche' io sull'innovazione la penso cosi' : se e' uno come Schoenberg, che ha sfruttato prima quello che c'era gia',lo sa usare bene, e poi 'supera' e fa qualcosa di nuovo, allora lo rispetto.

    ... non ho capito

     

     

    si puo' fare un sacco di musica anche con una semplice struttura ternaria, due tonalita' e un paio di periodi.

    Tutte cose che insegnano da anni.

    Infatti, un sacco di musica già fatta ;) Hai presente la seconda scuola di vienna? Webern? Un secolo fa...ci sfido che la insegnano da anni....

  6. In realtà Thallo, gente come Xenakis, Cage, Boulez...si sono fatti qualche annetto di accademia è basta. Diciamo 3 ad esagerare? ... si ritengono sostanzialmente autodidatta e secondo me, proprio grazie a questa condizione, che hanno fatto quello che hanno fatto.

     

    Eppoi, partendo dal presupposto che nessuno oggi può sapere o conoscere tutto approfonditamente, chi dice che alla persona X è utile l’approfondimento Y. Se a me non interessa il doppio coro, perchè fare 3 anni sull'argomento?

    Mai mi esprimerò con quella estetica, mai saprò tutto, per cui negli anni di studio sarebbe carino approfondire quello che ci è più congeniale...7 anni di romanza sono troppi, soprattutto perché il ‘900 è un vivaio di tecniche (e ne fai proprio una questione di tecnica)…7 anni per 2 tecniche (Romanza e praticamente fuga) e 3 anni per tutto il resto…ma stiamo scherzando?! Non siamo più ai primi del ‘900!!!

    Basta con sta storia. eppoi tutti i musicisti citati conoscevano benissimo il loro precedente secolo, non siamo nel ‘700…il tempo di studio è sempre lo stesso ma le cose da studiare sono esponenzialmente superiori. Un compositore è tenuto a sapere alla perfezione cosa è successo nel precedente secolo e, man mano che si va all’indietro (e ci si allontana dalla contemporaneità) le nozioni dovrebbero diradarsi … soprattutto perché un compositore deve scrivere e non deve suonare.

    Diversa è la storia degli interpreti.

  7. Di la siamo OT di brutto.

    Dico solo che Elfo postula l'inutilità dello studio di cose che lui stesso ha studiato e che quindi non può sapere se veramente siano inutili. O meglio: si può sapere se una cosa è inutile - o fino a che punto sia più o meno utile - solo quando la si conosce, come sostengo da tempo... Che lui parli da musicologo o da compositore poco cambia: il compositore attinge alle conoscenze del musicologo anche quando sostiene che queste conoscenze non servono.

    Se uno fosse inconsapevole si, ma dato che non è così, perseverare su contrappunto e armonia (in modo ottocentesco) non contribuisce al nulla se non a conoscere meglio il repertorio.

    Ma non è l'obiettivo primario del compositore, che deve liverare la fantasia in una sintassi moderna.

  8. Rileggero con calma Armando, ma una rispostina a Carlos la devo subito. O meglio, faccio una domanda, chi ti dice che a parlare è il compositore in questo frangente?

    Potrebbe essere il musicologo che si accorge di strafalcioni stilistici...il compositore deve fare altro, ci manca pure che va a fare le pulci ai "ricostruttori".

    Il musicologo deve scrivere? No. Per cui è bene che sia ferratissimo in questo sistema sonoro ... come in altri...

    Trovo ad esempio che un interprete che deve suonare anche questo repertorio, deve interessarsi ad un percorso conoscitivo del linguaggio armonico tonale (se non ci capisce una mazza lui, che può suonare?)...un compositore, dopo 4 cenni introduttivi, è meglio che per 10 anni faccia altro...e non il contrario, quello che normalmente avviene.

    Se poi gli interessa un ambito particolare, a valle del percorso approfondirà, ma la sua formazione deve avvenire nel presente e non nel passato

  9. In realtà mi riferivo alla musica costruita secondo un approccio classico, per cui escluderei quella pop o le avanguardie. RedScharlach ha ben inquadrato la questione.

     

    @Thallo

    Secondo me, oggi come oggi, forse è veramente limitante già passarci dall'armonia classica...posiziona l'individuo su una strada ormai sbarrata ... e poi deve "liberarsi" con fatica del fardello.

  10. Oggi come oggi è superato pensare in termini armonici, si scrive basandosi su altri elementi per cui è un elemento del tutto vetusto.

     

    Perchè non si incomincia veramente ad insegnare composizione, basando la didattica su altri aspetti della musica, quale il timbro o l'elettronica..tanto più che quest ultima ha forti correlazioni con il timbro stesso?

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