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Piano Concerto - Forum pianoforte

Feldman

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  1. No comment. Le fa cadere a te, forse. Donatoni non ha mai parlato di narratività. Ha parlato di drammaturgia... e quindi? Mi spieghi la differenza tra narratività e drammaturgia, scusa? Sono curioso.... poi, se vuoi, parliamo pure di spirale e di pannelli statici. Mi spieghi perché si pone agli antipodi della narratività? Troppo facile dirlo senza spiegarlo. Il punto è un'altro: una qualsiasi forma (e ripeto, qualsiasi) ha una sua struttura narrativa, per forza di cose. Ti ho già detto perchè, ti ho parlato dell'archetipo narrativo base di qualsiasi struttura formale. Ora tocca a te, gentilmente spiegami il tuo pensiero, vorrei capire il ragionamento che ancora non hai fatto. trovami una sola composizione SENZA un cumulo di tensione. Trovamela e posso rivedere la mia affermazione. Naturalmente una composizione musicale... di sicuro esiste come di sicuro esistono le montagne volanti che parlano. Poi, se hai tempo e voglia, prova a spiegarmi per cortesia come fa una composizione a risultare gradevole a livello percettivo senza un minimo di tensione accumulata... spiegamelo perché non ci arrivo. Se poi secondo te una composizione NON DEVE risultare gradevole a livello percettivo... rispetto la tua personale considerazione. Come rispetto Piero Manzoni in quanto creatore di qualcosa che ha suscitato determinate reazioni in un determinato periodo storico (reazioni molto negative da parte mia, ma è il mio pensiero) Dimenticavo Bach: non andava a caccia di climax, semplicemente realizzava dei punti culminanti a livello formale seguendo lo schema retorico di Quintiliano e applicando le figure retoriche del suo tempo per costruire un arco narrativo.
  2. Certo che si sta rivoltando nella tomba, a causa d' individui come te sicuro, ahahahahahah!!! Scusa ma sono abituato a ricevere delle critiche costruttive basate su ragionamenti logici oggettivi. Un commento come il tuo vale zero (neanche meno, gli interi negativi non sono degni di commenti del genere). Buona fortuna, ti auguro di migliorare. Puoi farcela!
  3. Provo a dire la mia, questo argomento è molto interessante anche perché riguarda un punto cruciale del comporre legato, come già detto, al parametro "tempo". Provo a dare un parere sulla questione così, da compositore, riferendomi al pragmatismo dell'attività creativa in se senza tira in ballo questioni puramente musicologiche ( Thallo è un musicologo ferrato, ciò si evince naturalmente dai sui scritti sul Forum. Credo sia molto più preparato di me, in questo senso; lui, se vorrà, potrà delucidarmi su questioni che magari non mi sono chiare o che conosco poco). Dunque, la "narratività" (che io preferisco chiamare "drammatizzazione") non può non esistere in qualsiasi brano musicale autonomo da elementi come testo, scene, etc. Il decorso narrativo esiste nelle Sinfonie di Mozart, nelle Sinfonie di Haydn, di Beethoven, nei concerti di Bach, nei Preludi di Debussy. E' rappresentato dalla struttura formale del pezzo, nella quale ogni sezione ha una funzione espressiva precisa (gestita dalla retorica). Il climax essendo un elemento formale-retorico indispensabile a qualsiasi pezzo, già ci permette di tracciare un arco narrativo, perché esiste un "prima" (la preparazione della tensione e il suo accumulo) e un "dopo" ( esplosione e dispersione della tensione, liquidazione degli elementi tematici utilizzati). Ogni compositore ha poi gestito questo archetipo narrativo elementare in modo sempre diverso, utilizzando schemi di partenza diversi e figure retoriche precise, codificate nella prassi compositiva barocca (Quintiliano in Bach, il cromatismo, il duriusculus, etc.), ricodificate dagli autori stessi in base a proprie scelte e volontà simbolico-espressive (è quello che accade da Haydn in poi). Steve Reich in un'intervista dice che la narratività e scomparsa con il crollo del romanticismo e la rivoluzione delle avanguardie.... secondo me intendeva un certo tipo di narrazione condizionato dalla tonalità e dalla forma gestite in passato, ecco perchè il periodo delle quattro estetiche principali del secondo '900 (strutturalismo, alea, spettralismo, minimalismo)è stato utile a riordinare le cose. Oggi, nel 2013, il concetto di narratività lo si può trasferire su sistemi formali, strutturali ed espressivi con connotazione totalmente nuova. Già Franco Donatoni, negli anni '80, basava i suoi pezzi su forme a pannelli statici in cui ogni sezione conteneva più punti di tensione e riposo, calibrati in modo diverso a seconda delle situazioni (naturalmente dicevo climax come elemento generico, dato che esistono il climax principale, i micro-climax, le accumulazioni, etc.) Per rendersi conto di come la narratività già si considerava elemento fondamentale della costruzione formale negli anni '70, vi propongo questo ascolto: che ne pensate di questa drammatizzazione? C'è o non c'è una chiara strategia retorica dietro?
  4. Salve a tutti, Ho provato a collegare un Viscount Jubileum 3 tastiere al software di simulazione Grandorgue. Funziona una sola parte dell'organo sul canale 1. Mi spiego meglio: ho connesso il cavo USB con porte midi, o collegato le casse e su Grandorgue ho impostato il canale 1 sulla pedaliera; ha funzionato. Ho provato quindi ad assegnare i restanti canali 2,3 e 4 alle tastiere... ho provato a suonarle e con la pedialiera e niente, all'improvviso sono partiti due suoni sono rimasti bloccati.Ho provato ad assegnare il canale 1 alla prima tastiera... ha funzionato! Il resto...no. I pulsanti MIDI del viscount erano attivati (luci accese, come i registri). C'è qualcosa che non quadra... e poi ho notato che il suono arriva un bel po' in ritardo, non so come sincronizzare la tastiera con esattezza. C'è qualcuno che può darmi una mano? Grazie infinite, spero di risolvere questo problema al più presto
  5. Eh, è proprio nella prima vista che ho difficoltà.... tendo a bloccarmi e leggere...
  6. La seconda. Fondamentalmente, quando Beethoven introduce una melodia importante a livello tematico che devi per forza fare, trovo difficoltà (anzi, reputo alla fine impossibile) suonare i fiati che sostengono il tutto con accordi...
  7. Grazie mille del consiglio, AbateFaria! Quindi trascrivere ogni frase e suonarsela, poi collegare il tutto.... ma poi a poco a poco riuscirò a leggere una partitura a prima vista?
  8. Salve a tutti, purtroppo ho molte difficoltà nella Lettura al pianoforte delle sinfonie di Beethoven, con il mio Maestro ho iniziato direttamente dalla lettura senza indicazioni precise, non conosco bene i principi fondamentali. Potete darmi una mano? Purtroppo la situazione è questa: devo farmi tutto da solo.
  9. Salve a tutti cari Forumisti, che ne pensate della creatività nelle scelte compositive? Secondo voi il grande compositore del passato (di qualsiasi epoca storica) in base a quale criterio stabiliva la struttura tematica, le modulazioni e tutto il resto all'interno di una composizione? Ho letto in un testo di cui ora non ricordo proprio il nome che nei brani dei grandi autori quali Bach, Mozart, Beethoven etc. tutto (ma proprio TUTTO) è racchiuso nel tema e la parte restante non è altro che un suo sviluppo.... allora mi chiedo, quanto regge la questione della creatività, del modo "fantastico" di sviluppare qualcosa? Le scelte di un compositore sono "libere" o comunque vincolate da rapporti strettissimi con il tema?
  10. Da quel che so, lui non si definisce tale ma si limita a dirigere le sue opere (secondo me è un principio che ogni buon compositore dovrebbe valutare e magari adottare, perchè ciò che è importante in questi casi non è la bellezza del gesto ma la relazione che si instaura tra il creatore dell'opera e lo strumento orchestra, perchè il compositore è colui che conosce meglio la sua opera e sa cosa vuole...)
  11. Rispondo a Thallo, che è stato gentilissimo nel commentare la mia "confutatio" Dunque, per me il Contrappunto di De la Motte non è l'unico trattato da seguire, per questo se offre spunti sono d'accordo e per un mottetto politestuale esistono certamente altri riferimenti bibliografici utili, una raccolta di saggi didattici sul contrappunto come quella di cui parliamo non può riguardare tutto ma solo alcuni aspetti della Storia. Infine, la questione "Scuola Fiamminga" dovresti secondo me argomentarla un po' meglio perchè la tua affermazione mi ha letteralmente sorpreso: sono molto interessato a quello che sicuramente è un difetto della didattica nostrana (uno tra i tanti difetti, purtroppo!). edit: personalmente considero la Scuola Fiamminga un semplice contenitore per catalogare e individuare i vari compositori, da Dufay a Sweelinck. La Scuola Fiamminga alla fine si suddivide in tre periodi, non 10.000 come affermano alcuni: 1) il periodo di Guillaume Dufay e Gille Binchois 2) la ricerca della complessità: Johannes Ockeghem 3) il ritorno dell'espressività: Josquin Desprez tutto il resto si può considerare una diretta evoluzione del periodo avviato da Desprez, dato che non ci sono tagli troppo netti come quello di Ockeghem, giustamente paragonato da molti storici alle avanguardie degli anni '60. Poi tu, da musicologo, puoi sicuramente illuminarmi.
  12. Io conosco molto bene questo manuale, che utilizzo ancora e ritengo molto utile e innovativo. Non lo posso definire "carente" o "parziale" nei contenuti, dato che De la Motte si limita a fornire al compositore spunti da utilizzare come punti di partenza per uno studio approfondito e individuale, basato fondamentalmente sull'analisi diretta delle opere (se questo libro è carente, ogni altro libro ricolmo di esempi e analisi lo considererei inutile, dato che ogni buon compositore deve saper fare le analisi da solo sulla base di primi esempi, e in tal caso questo "contrappunto" è l'ideale). Parla di materiale e non di modalità? Beh, ciò che interessa al compositore non è una concettualizzazione teorica della modalità, ma il suo trattamento pratico in quanto "materiale organizzato". Parla comunque dell'evoluzione di questo materiale nella premessa al contrappunto pseudo-monodico in stile Bachiano. Non è un libro da seguire alla lettera, ha i suoi piccoli errori e non si deve certo considerare la Sacra Bibbia della composizione musicale! Sono solo spunti, molto utili, da rivedere secondo l'ottica propria con intelligenza. Correggo: non da Dufay ma da Perotino. Aprendo una piccola parentesi: penso che il capitolo sulla monodia (o pseudo-monodia Bachiana, come mi piace chiamarla data la presenza di una polifonia virtuale nella struttura lineare apparentemente monodica di certe composizion) verta non solo sull'apprendimento della "scrittura ad una voce", ma sulla tecnica melodica Bachiana, su come realizzare una perfetta imitazione dello stile MELODICO di Johann Sebastian Bach. Certo è che si poteva parlare di Orlando di Lasso, ma ci accontenta comunque parlando di Josquin Des Prez, sempre appartenente alla Scuola Fiamminga, compositore innovativo e importante.
  13. Ultimamente ho rivolto la mia attenzione verso un compositore del nostro tempo sicuramente molto conosciuto (sto parlando di Ennio Morricone), la cui produzione sembra comprendere non solo la musica per i film ma anche interessanti produzioni cameristiche e orchestrali per la sala da concerto. Voi che ne pensate di questo compositore e della sua poetica? In particolare, evidenzio una mia personale considerazione riguardo le opere da camera di questo signore, che sono ben diverse nella struttura e nel linguaggio da quelle cinematografiche. Ecco un semplice esempio di sua musica non esente dalla lezione dei compositori d'avanguardia del secondo dopoguerra:
  14. si, l'analisi generale è ok, ma ci sono delle cose da vedere a livello strutturale, di logica...
  15. analizza, troppo facile altrimenti...
  16. certo che è semplice, basta collegare lo schema della forma-sonata alla struttura formale di questo tempo di sonatina e il gioco è fatto. Poi, quando si analizza il contenuto, arrivano i problemi, dato che la logica del pezzo non è mica banale, ci sono delle cose notevoli...
  17. ma tutte le forme-sonate sono tripartite ( ternarie) nella forma... ma è la struttura tonale che è binaria, e la struttura tematica idem...
  18. non è un pedale, dato che la melodia non lo dimostra... è una tonica persistente, analizzo ciò che vedo senza supposizioni. La seconda parte dallo sviluppo? Ci sarebbero così tante cose da dire... ad esempio il modo in cui costruisce lo sviluppo, intanto non è modulante, l'unica digressione è alla parallela minore della tonica, un po' strano non trovi?
  19. se si vuole, lo spuò chiamare "monotematismo", anche se non è proprio così dato che il secondo tema non è ne il primo variato ne il primo letterale, è il secondo e basta, derivato dal primo (in virtù di quello che si chiama "sviluppo"). Per quanto riguarda la terminologia, sai che problema... ternaria la struttura formale (tripartita) e binaria la struttura tonale (polarizzazione della T; tensione sulla De risoluzione sulla T), "bitematica", è ovvio se si tratta di forma-sonata...
  20. giusto ,scusami per l'imprecisione intendevo altre opere di donatoni, come NIDI per ottavino ad esempio... oppure "musica ricercata" di Ligeti, o qualcosa dal Mikrokosmos di Bartok....
  21. Invece il secondo tema c'è, e ti ho indicato dove parte esattamente (dall'elisione). Ciò che caratterizza il secondo tema è una connotazione, una tessitura, un ritmo armonico, una struttura armonica e melodica diversi dal primo... che poi il secondo tema derivi dal primo, questo è ovvio.... TUTTO ciò che si vede in quella sonatina deriva dal primo tema, anzi, dalla battuta 1 per essere precisi... se si prova a guardare ritmo armonico, etc. nel secondo tema, ci si accorge che è ben diverso dal primo, ed è questa la discontinuità tipica del discorso musicale dalla Scuola Viennese in poi...
  22. io direi di si, anche perchè iniziare da da una sonatina successiva può creare complicazioni dato che sono più complesse.... magari è un buon modo per "prendere mano" con l'analisi....
  23. Mi riferivo alla sonatina n.1 in do maggiore op.36 di Muzio Clementi..
  24. credimi, la prima l'ho analizzata a dovere
  25. http://petrucci.mus....p._36__No.1.pdf Allora, partiamo dal presupposto che la forma-sonata è sia binaria che ternaria (ternaria nelle sezioni, esposizione, sviluppo, ripresa), binaria nella sua struttura tonale (polarizzazione della tonica, polarizzazione della dominante (tensione)------aumento della tensione sulla regione del V nello sviluppo, tramite struttura modulante, risoluzione della tensione sulla tonica nella ripresa, ok? prime 4 battute: primo tema dalla 5a battuta: ponte modulante legato al primo tema 8va battuta: secondo tema 12ma battuta: coda ecco la struttura formale dell'esposizione. Il resto è sviluppo e ripresa, ma se continuo è inutile fare analisi, la pappa pronta non serve a nulla...
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