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Piano Concerto - Forum pianoforte

crystalpiano

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Risposte postato da crystalpiano

  1. Scusa, 1 ora al pomeriggio e 1 ora alla sera è tanto ? Avevo sentito dire che i professionisti
    studiano dalle 6 alle 10 ore al giorno...  non era Chopin che diceva 3 ore al giorno ?
    Comunque qui si fa l'ipotesi di un repertorio che non deve essere messo al fuoco perchè
    è già cucinato cioè già imparato per bene. Quindi serve solo ripassarlo affinchè non finisca
    nel dimenticatoio. Come una persona che conosce 10 poesie a memoria le deve ripetere ogni tanto
    se non vuole avere buchi nella memoria. Personalmente, mi sono accorto che dopo i 45 minuti
    comincia il calo dell'attenzione ma è anche vero che dopo 20 o 30 minuti si comincia a carburare...
    Quindi a mio modo di vedere tra il 20° minuto e il 45° minuto di studio o di ripasso è il momento
    più adatto per cavalcare i brani più audaci. Poi mi sono accorto che un brano sfiora la perfezione
    al 3°o 4° tentativo come quando si gioca al videogame si fa sempre il record al 3°o 4° tentativo.
    Quindi alla luce di questo conviene ripetere un brano una volta al giorno o ripeterlo 3 volte
    di seguito e poi farlo riposare 2 giorni ? Fate pure le vostre considerazioni...

  2. Grazie Pianoexpert, i tuoi interventi vanno sempre letti attentamente e meditati lungamente.
    Ritornando all'esempio citato in precedenza, quello dei 60 brani, sarei curioso di sapere come
    lo gestiresti. Facciamo l'esempio di un musicista che ha questo repertorio acquisito e non vuole
    imparare altro. 60 brani di 3 minuti ciascuno per un totale di 3 ore di cui 30 brani facili
    20 medi e 10 difficili. Io con le mie conoscenze da 5° corso, lo gestirei così:
    Dividerei i 60 brani in 4 gruppi da 15 brani con dentro circa 8 facili 5 medi e 2 difficili.
    Eseguirei un gruppo al giorno in questo modo: Al mattino o al pomeriggio esecuzione a metronomo
    al tempo corretto con pedale, ripetendo 1 volta quelli medi e 2 volte i difficili. quindi per effetto
    delle ripetizioni la durata del gruppo si dilaterebbe da 45 minuti a 1 ora e un quarto.
    Poi la sera, tra l'ottava e la dodicesima ora da quando mi sono alzato dal letto, ossia nel momento
    di maggior attenzione e lucidità farei d'un fiato il concertino di 45 minuti di quello che ho studiato
    al pomeriggio. Il giorno dopo attacco con il 2° gruppo e avanti così in un ciclo di 4 giorni.
    Dopo un mese mescolerei i brani creando 4 nuovi gruppi.
    Cosa ne pensi di questo metodo ? è valido o controproducente ? e voi come fareste ?

  3. Ciao a tutti, da un pò di tempo volevo fare questa domanda a voi Diplomati:
    Quale metodo utilizzate oppure qual è secondo voi il metodo migliore per
    conservare in memoria un repertorio pianistico ottimizzando i tempi di studio.
    Sappiamo che una volta imparato un brano musicale si deve eseguirlo ogni tanto
    per non dimenticarlo. Un brano facile lo si ritrova intatto nella memoria anche
    a distanza di un mese dall'ultima esecuzione mentre per un brano difficile
    bastano pochi giorni per avere problemi nell'eseguirlo correttamente.
    Ipotizziamo di avere un repertorio di 3 ore composto da 60 brani della durata
    di 3 minuti ciascuno; 30 sono facili 20 di media difficoltà e 10 difficili.
    Come vi organizzate ? Ripetete i brani a rotazione ? raddoppiate quelli difficili ?
    Li suonate a metronomo ? senza pedale ? lentamente ? a gruppi ?
    Insomma... il vostro metodo per "rinfrescare" il repertorio in modo che
    sia sempre pronto all'occorrenza per essere eseguito in scioltezza. Thank you

  4. Sul tuo video N°5 - MECCANICA VERTICALE al minuto 15:35 si dice che la cinghietta aiuta un pochino a ritornare indietro.

    Mi si è accesa la lampadina e guardando bene la cinghietta ho notato che era più alta e lasca delle altre perchè il foro

    dove era agganciata non era più tondo ma leggermente oblungo. Ho tirato la cinghietta di mezzo millimetro et voilà

    il martello adesso torna indietro.   Grazie Paolo per i tuoi video.

  5. Bene dai, grazie a tutti per i consigli , chiudo la discussione che ho cominciato, poi se volete continuarla...
    io mi trasferisco su qualche sito di medicina. Comprendo il vostro punto di vista e il vostro approccio psicoanalitico
    alla questione ma era proprio quello che non cercavo. Cercavo piuttosto il nome di un farmaco da banco o di una tisana
    miracolosa tipo camomilla valeriana melissa biancospino fiori d'ibisco...  RISOLTO  grazie a tutti

  6. Oracolo, ascoltami bene, ti ringrazio per l'interessamento, anche Lestofante, ma cerca di capire.
    Non devo fare il concertista ma se ho un Hobby che mi piace, come quando uno ha l'hobby della fotografia
    e i suoi amici gli chiedono di mostrare qualche foto anch'io vorrei riuscire a suonare qualcosa per gli amici
    quando vado in una casa e trovo un pianoforte. A maggior ragione se le esecuzioni in solitaria vengono perfette
    e ti assicuro che sono perfette. Mi sembri un pò ristretto di mentalità. Che l'autocontrollo sia un talento sono
    d'accordo e anche un grande colpo di fortuna ma l'uomo di sua natura si prefigge di superare ogni ostacolo.
    Anche i matti una volta finivano in manicomio tutta la vita e per loro non c'era speranza ma dopo le importanti
    scoperte farmaceutiche i manicomi si sono svuotati. Quello che adesso sembra impossibile tra qualche anno
    potrebbe essere possibile. Per questo chiedo se qualcuno è al corrente di qualche novità scientifica
    e tralasciamo tutto questo inutile disquisire su autostima autoanalisi autocoscienza...

  7. La musica è matematica ma la matematica può diventare musica. Due differenti modi di vedere la questione.
    Allo stesso modo si potrebbe dire: Guarda che bel arcobaleno ! si, ma è solo una rifrazione della luce solare...
    Oppure: senti come è poetico questo vento tra i capelli ! si, ma è solo uno spostamento di masse d'aria.
    Sono due opposte tensioni dell'animo: L'una vuole vedere il miracolo che si costruisce attraverso dei mattoncini,
    L'altra vuole smontare il giocattolo mostrandone gli ingranaggi per svilirne la poesia.

  8. Interessante anche questa osservazione di Dieslrae. Comunque mi rendo conto che questo è un forum sul pianoforte
    e non un forum di medicina o psicoanalisi e quindi Pianoexpert dall'alto della sua esperienza può solo dispensare preziosi
    consigli tecnici e curiosi aneddoti ma giustamente non può avventurarsi su sdrucciolevoli terreni che non riguardano
    prettamente il pianoforte. Eppure è questo il fulcro del problema: Una volta risolte le fobie sociali si potrebbe guadagnare
    almeno l'80 % del talento. Allo stato dell'arte non sappiamo esattamente come risolvere questo problema. Come per
    la calvizie non sappiamo come far ricrescere i capelli, eppure la soluzione potrebbe essere vicina...

  9. Magyar, posso dirti che stai andando fuori tema... hai risposto a Pianoexpert perchè non sai rispondere a me.
    Il tremore delle mani è indipendente dalla nostra volontà. Le mani possono tremare anche se stai eseguendo
    i pezzi facili del primo corso per bambini di 5 anni...

  10. Per rispondere a kklaus, infatti anch'io usavo un piccolo asciugamano bagnato ma il beneficio durava il tempo di un brano.
    l'altro giorno ho provato un metodo per la mano secca che consiste nel afferrare ogni singolo dito con la mano e strofinare
    il polpastrello con il pollice facendo pressione. Si forma sul polpastrello una umidità naturale abbastanza duratura, almeno sembra.
    Per rispondere a Magyar, penso che lavorare su se stessi sia fondamentale, ma tu stesso , se posso darti del tu, non sai esattamente
    cosa sia avvenuto, e quindi non puoi spiegarci come hai fatto. Credo che nessun uomo neppure il più scafato e disinibito del mondo
    sia immune dalle ansie da esibizione.  Chi lo fa di mestiere possiede la sicurezza che gli deriva dalla consapevolezza dei propri
    mezzi ma anche e soprattutto dal essersi abituato gradualmente sin da piccolino con i saggi scolastici, gli esami e un pubblico
    via via più numeroso. La gradualità è importante. Anche una pop star come Michael jackson incominciò pian pianino a
    esibirsi con i suoi fratelli , i jackson 5 , fino ad arrivare alle folle oceaniche. C'è invece chi sa suonare ma lo ha fatto
    sempre da solo e non ha mai affrontato l'aspetto dell'esibizione.
    Per rispondere a Pianoexpert, io imparo i brani sempre a memoria, con metodo mi affido alla memoria cinestetica e visiva
    e so bene in quale tonalità mi trovo. I risultati sono molto buoni perchè mi ascolto dopo essermi registrato. Ma quando devo
    esibirmi, non dico davanti alle folle ma davanti alla zia al cugino all'amico, spesso mi è capitato di andare nel pallone e non
    ritrovare più il sentiero. Per non parlare del tremore che pregiudica inevitabilmente la fluidità dell'esecuzione.
    Per contrastare certe manifestazioni psicosomatiche , concentrazione forza di volontà e yoga non bastano. L'essere umano non è solo
    mente e spirito ma anche chimica, quindi per taluni casi limite non escluderei a priori soluzioni farmaceutiche con ricetta medica.
    Ma ovviamente tutti qui diranno che l'unica via è cambiare atteggiamento o lasciare perdere. Ma allora venisse qui qualcuno che
    ha avuto questo problema a raccontarci come lo ha risolto.

  11. Certamente la mano sudata e la mano fredda dipendono dal fattore emotivo ma la mano asciutta, almeno per me , si verifica
    nei momenti di relax , quando nessuno mi ascolta e sempre nei primi minuti, poi il polpastrello comincia piano piano
    a entrare in simbiosi con il tasto e fare presa. Ma certamente la mano asciutta è il minore dei problemi.
    La gestione dell'emotività per mezzo della ferrea autodisciplina immagino faccia parte del bagaglio del pianista maturo.
    Ma mi chiedevo se esistono e se qualcuno li ha trovati dei trucchetti banali, escamotage per contrastare
    i sintomi dell'ansia da palcoscenico come appunto la mano fredda la mano sudata la mano tremante la rigidità l'obnubilamento.
    Per fare un esempio che ne so... una passeggiata prima del concerto, oppure un caffè al ginseng, un panno umido per le mani,
    un gesto scaramantico, oppure rimedi farmaceutici con prescrizione medica, oppure pensare a una bella donna o pensare
    alle spiagge della polinesia, bere una tisana alla malva... che ne so... chi più ne ha più ne metta...

  12. In entrambi i casi di una mano troppo asciutta o di una mano sudata il polpastrello tende a scivolare sui tasti del pianoforte.
    Io ho il problema della mano asciutta e ci vuole un quarto d'ora prima che i polpastrelli aderiscano bene ai tasti.
    Come prepararsi a suonare con la giusta umidificazione dei polpastrelli ? Se volete divagare anche sulla mano fredda o sulla
    più problematica mano tremante...

  13. La ringrazio, è un onore. Quindi mi sembra di capire che non è solo una questione di bagaglio tecnico-artigianale ma anche di affinamento
    dell'apparato uditivo-percettivo-mentale che si ottiene solo dopo anni di esperienza ? Peccato perchè mi sarebbe piaciuto
    imparare ad accordare il piano da solo. Però ho come l'impressione che si voglia tenere nascosti i segreti del mestiere.
    Mentre penso che bisognerebbe rendere disponibile a tutti queste conoscenze per preservarle poichè gli ultimi accordatori si stanno
    estinguendo come gli ultimi calzolai. Ad esempio, se cerco su amazon o ebay un manuale sull'accordatura del piano non trovo niente.
    C'è in rete solo qualche titolo del 1970 non più disponibile o disperso in qualche biblioteca comunale. Se qualcuno sa consigliarmi
    un manuale di facile comprensione e facile da reperire lo ringrazio perchè mi sento molto attirato da questo "passatempo".

  14. Madonna che figura...  da sprofondare...  fortuna che non ho messo il nome e cognome.
    Nella vita sono stato in compagnia di un solo pianoforte e pensavo fosse una versione economica con meno smorzatori.
    Se avessi saputo che tutti i pianoforti sono così non avrei passato la vita a desiderare altri pianoforti.
    Comunque la ringrazio, lo so bene che dietro ogni cosa c'è una scienza enorme ma il fatto è che non ho i soldi
    per un professionista e poi vorrei smanettare un pò da solo ripercorrendo la storia dei temperamenti.
    Dato che ho molto tempo a disposizione, questo pianoforte lo voglio distruggere con le mie mani.
    Da un pò mi sto documentando su internet. Comprerei anche un manuale se ce ne fossero in vendita.
    Ho anche installato Entropy che mi appresterò a provare quando avrò il microfono.
    Quindi ho trovato in rete la semplice guida del Villari sull'accordatura aurale.
    Non preoccupatevi dunque del mio pianoforte. Mi basta solo sciogliere alcuni nodi e poi ritorno
    ai miei esperimenti senza disturbare nessuno. Non pretendo che mi insegnate ad accordare.
    Mi sfugge il significato di calante e crescente. Conosco aumentato e diminuito ma calante
    e crescente mi sfugge. Si riferisce ad uno spostamento di pochi centesimi dallo zero matematico ?
    Questi battimenti si avvertono solo con la esatta calibrazione e spostandosi di poco svaniscono ?
    Grosso modo da F3 a F4 in seguito alla aurale che valori si ottengono? esempio: D4 +2 cent, Bb3 -5 cent... ecc ecc
    Grazie a chi saprà rispondere a queste tre piccole domandine.

  15. Buonasera a tutti, sono un quarantenne ex studente di pianoforte.
    Mi fermai alle soglie del 5° ma ora vorrei rispolverare lo strumento.
    Possiedo un piano Yamaha verticale degli anni'80 con meccanica in buone condizioni.
    La particolarità di questo Yamaha è che le ultime 23 note acute sono prive di
    smorzatori e quindi vibrano sempre liberamente e pur avendo le canoniche
    tre caviglie per l'accordatura c'è davvero poco spazio per infilarvi un cuneo
    tra le corde senza che il cuneo ostacoli i martelletti.
    Comunque misurando l'altezza delle note acute con un economico tuner digitale
    che misura i centesimi di tono, queste risultano impennarsi da 0 fino a +20
    come vuole la curva di Railsback, quindi presumo che le ultime due ottave
    siano rimaste inalterate dall'ultima accordatura.
    Ho voluto prendere confidenza con le caviglie e quindi ho fatto una prima accordatura
    impostando l'ottava centrale su 0 cent a 440 per ogni nota e poi riportando
    per mezzo degli armonici su tutta la tastiera eccetto le ultime due ottave acute.
    Il risultato è che il piano è suonabile ma non entusiasma non convince non commuove
    e si sentono delle irregolarità soprattutto nella zona medio bassa.
    Quindi decido di provare un'accordatura aurale seguendo una guida trovata su internet.
    Qui mi nascono molteplici dubbi e domande che agli occhi di un esperto potrebbero
    sfiorare il demenziale ma che proverò comunque a esporvi in modo ordinato:

    1) comincio dalla quarta LA3 - RE4. Leggo sulla guida:
       "Le quarte vanno accordate crescenti, con un battimento al secondo, facendo in
       modo che la nota più alta sia crescente e la più bassa calante"
       Che significa ??? che devo alzare di qualche centesimo il RE4 e abbassare
       il LA3 che avevo in precedenza perfettamente accordato con il diapason ?

    2) mi sembra di sentire il battimento di un secondo ma è solo
       una vaga impressione. Illusione acustica ? come faccio a capire
       quando la quarta è regolata bene ?

    3) passo alla quinta SOL3 - RE4. Leggo sulla guida:
       "Le quinte vanno accordate calanti, con 3 battimenti ogni 5 secondi, facendo in
       modo che la nota più alta sia calante e la più bassa crescente"
       Ma come ??? se la più alta è il RE4 che ho appena sistemato e non posso toccare,
       quindi che faccio ? alzo il SOL3 in misura più grande ?

    4) i battimenti delle quarte e quinte si sentono solo a risultato raggiunto oppure
       si sentirebbero comunque anche se fossero regolate in modo matematico a -0+ centesimi ?

    5) i battimenti della terza FA3 - LA3 dovrebbero essere 7 al secondo aumentando
       di 0,5 ogni semitono. Ma come si fa a misurare ad orecchio che sono 7 al secondo ?
       Questi comunque non li sento proprio, nemmeno l'impressione. Sento invece una
       vibrazione sulle dita se le tengo incollate ai tasti, soprattutto sulla terza SIb2 - RE3.
     
    6) se misurassi con il tuner le note da FA3 a FA4 dopo l'accordatura aurale,
       consapevole che i pianoforti sono diversi tra loro, mediamente che scostamento
       avrebbero dallo -0+ le dodici note misurate in centesimi ?
     
    7) Se invece accordassi per quinte servendomi del secondo armonico cosa succederebbe ?

    Ringrazio in anticipo chi saprà darmi qualche dritta su questa accordatura fai da me.

     

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