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Piano Concerto - Forum pianoforte

Musick

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Tutto postato da Musick

  1. buonasera a tutti, abbiamo già discusso in passato di questo pianoforte (riguardo all'intonazione dei martelli, si tratta di uno Schimmel c 2 08), problema successivamente risolto grazie all'intervento di una persona esperta, e rinnovo i ringraziamenti per i consigli preziosissimi che mi avete dato. Allego un breve audio per darvi un'idea del suono che ha in questo momento. ​Attualmente l'ho un po' voluto inscurire (era troppo brillante per l'ambiente in cui è, una stanza piccola, e per i miei gusti). In passato ho scoperto che la martelliera che monta è una abel per Steinway (molto più piccola dell'originale), ma che nonostante tutto mi sta dando discrete soddisfazioni – nonostante qualche dispiacere iniziale, non dovuto assolutamente alla qualità del prodotto ma alla manutenzione -. Sempre indagando all'interno dello strumento, ho scoperto che la pesatura della tastiera era stata alleggerita per questa martelliera (me ne sono accorto perché è stato diminuito il peso all'interno del tasto, forando il piombo già presente per un tot. di grammi), altra cosa che ho notato dall'analisi anche le code degli abel sono state leggermente compensate inserendovi del piombo all'interno dopo averle opportunamente forate. Recentemente il pianoforte è stato esaminato dal tecnico, mi ha fatto notare che ci sono molte leve di ripetizione che non sono ben centrate, cosa della quale a dire il vero avevo avuto anch'io il discernimento nell'esaminarli. I cavalletti sono usurati dal tempo e non agiscono più come dovrebbero (tentennamenti, scricchiolii, seppure lo regolo e occasionalmente passo il teflon sul rullino), la regolazione del cavalletto mi è anche questa sembrata normale. Nonostante i relativamente pochi 25 anni di vita è un pianoforte che ha lavorato molto, quindi l’idea è quella di sostituire i cavalletti... poi ci sono i perni di centro piuttosto lenti (soprattutto alcuni). Ci sarebbe insomma da rifare tutto per avere delle prestazioni più professionali. La cosa positiva è che sono già state sostituite delle corde, quasi tutte, e l'accordatura non ha mai dato problemi. Alla fine mi è stato proposto un bivio, o si inizia con i lavori, o trovo un altro pianoforte che si avvicini al nuovo (cosa che mi è stata consigliata dal tecnico, a discrezione delle mie possibilità). Quest'ultima opzione per me è molto difficile, specialmente sotto l'aspetto economico. I dubbi sono: lo dovessi cambiare a cosa potrei andare in contro? Dovrei dare uno Schimmel in cambio di un Yamaha o di un Kaway? Non è che l'idea mi piaccia molto. Cosa mi suggerireste? Come sempre, vi ringrazio in anticipo per la pazienza.
  2. Giovanni, Michelangeli è straordinario... è superfluo che ti dico che è stato una delle mie passioni pianistiche, specialmente per quanto riguardano i periodi storici razionalisti, Scarlatti ad esempio, e i simbolisti, il suo Ravel e il suo Debussy sono inarrivabili. Le sue interpretazioni sono l’apoteosi dell’equilibrio empirico e del gusto, Ma il suo pianismo ha avuto un costo, restringere fortemente il repertorio rispetto a tutti gli altri… cosa che purtroppo oggi nessun concertista che cerca la tipica perfezione apollinea fa/ha la possibilità di fare. Come pianoforte mi piace molto, inizialmente era questa l'intonazione del mio, poi col tempo ho preferito concedermi anche ciò che sta oltre forte. Preferisco l'equilibrio che occasionalmente concede l' "eccezione", penso che non bisogna privarsi di niente, così come nella vita insomma Secondo me anche gli scappamenti non sono né troppo vicini né troppo lontani in modo da poter controllare meglio la zona centrale della dinamica, sono perfettamente in equilibrio ed in linea con la sua musica. Sui bassi sembrano leggermente più lontani in modo da rendere il tocco più rotondo. Spesso deve usare delle cadute un po’ più evidenti, segno che il tasto ha bisogno di una spinta maggiore per dare il forte, persino i pianissimo spesso vengono eseguiti così…. Ed è molto più difficile..tecnica eccezionale. Cosa si sa di quell'aneddoto quando Michelangeli si accorse subito dopo aver provato lo strumento che un rullino tra quelli che aveva chiesto di montare era stato incollato al contrario? Hanno un senso specifico? Perché osservandoli a me sembrano perfettamente simmetrici, non noto nulla di diverso tra fronte e retro.
  3. Per come la vedo io avere più di un pianoforte sì…. ma a casa, non in sala. Secondo me è più produttivo scegliere uno strumento o l’altro da concerto in concerto, in base alla natura della maggioranza dei brani del programma. Cambiare più pianoforti nel corso della stessa occasione a mio avviso storna le connessioni neurologiche, e alla fine la differenza fonica effettiva è minimale perché il cervello agisce per imitazione nel tentativo di riabituarsi velocemente all’altro pianoforte (a causa della memoria uditiva e di quella cinetica, le quali entrano in contrasto con la diversità dello strumento). Paradossalmente Pollini, che concentra la sua attenzione pianistica sull’efficienza (quindi non sulla tecnè del suono intesa come differenziazione tecnico/fonica) ha scelto di usare diversi pianoforti, ma la differenza sonora nel complesso è lievissima -anche perché la sua tecnica è standardizzata rispetto a qualsiasi composizione (sia sulla pedalazione che sul modo di muoversi), non scinde nemmeno stili troppo diversi nel suo pianismo nonostante i differenti periodi storici. Il suo lo vedo più sfizio personale per avere sensazioni diverse (libero di concederselo naturalmente), ma non si ripercuotono quasi per niente sul risultato fonico reale, cioè quello che il pubblico percepisce. Tutto sommato, se suonasse sempre nello stesso pianoforte, penso che nessuno ne sentirebbe la mancanza. Anche Andras Schiff, che usa uno Steinway e un Bosendorfer nel corso dello stesso concerto, mi sembra troppo mono-tecnico affinché quest’usufrutto possa avere uno scopo fonico evidente. D’altronde, se un artista del calibro di Rubinstein, che si sarebbe potuto permettere molto più di due strumenti non l’ha fatto… e neppure Horowitz, che era così interessato all’avere una grande varietà timbrica ed al non annoiare il pubblico. Per me avevano capito che persino per loro non sarebbe stato poi così produttivo l’utilizzare più pianoforti nello stesso concerto, forse sapevano che ciò li avrebbe portati a deconcentrarsi…
  4. ....esatto, è quello che intendevo dire a parole
  5. Per me dipende dal singolo pezzo, ci sono brani che preferisco l'interpretazione di Rubinstein, altri quella di Horowitz e così via. O meglio che si addicono di più alle loro personalità Secondo me bisognerebbe avere più di un pianoforte, ci pezzi repertori che si sposano meglio di più a certe interpretazioni e altri meno. Per esempio per il tardo Liszt sono dei bei strumenti i Bechstein, sui quali cui ha composto, come filosofia sonora. Sarebbe fantastico cambiare tecnica al cambiare dello strumento e del repertorio.... Ahah no, cercavo di scoprire qualcosa di più su questo contesto in particolare.
  6. lascio questo video dell'86, Horowitz che suona un j.becker (pianoforte non suo forse, questo non sono riuscito a capirlo, ma sembra sia di Pletnev). Il pianoforte sembra più mosso di quello che suona di solito.
  7. eheh...probabilmente ci affascinano così perché sono le interpretazioni più vicine al progetto musicale del compositore. Era molto perspicace, sapendo usare benissimo tutta la fascia dei pianissimo sapeva anche che se il martello era più impregnato, timbricamente aveva da giocarsi un paio di carte dinamiche in più, fino al "rozzo", se la musica dell'ottocento era imitazione della natura anche un fiume in piena ne può fare parte e tutto diventava possibile... Sentendo il tocco ho anche l'impressione che i martelli erano regolati molto vicino alla corda, in modo da essere schiacciati anche con le dita piatte e produrre i vari tipi di tocco con il pianissimo.
  8. Verissimo! Come diceva il buon Einstein "tutto è relativo". Sull'accordatura però sono d'accordo con te, penso che la disuguaglianza sia eccessiva (almeno così sembra da come lui usa le cosiddette "simpatie"). Anche se timbricamente, come il maestro Ferrarelli giustamente ricordava in un video, uno stesso pianoforte può risultare completamente disarmonico e sgradevole se suonato da una persona e armonicissimo da un'altra. Il fatto è che ai concerti spesso ho brutte esperienze, mi capita di trovare pianoforti accordati in modo moderno ( tipo i citofoni ) quando ho quasi l'intero repertorio romantico, tutto a 440, tutto fermo e perfetto, nessun vibrato, nessun colore (quindi grigio), niente simpatie e per cavare un effetto ce ne vuole...inoltre il suono è quasi sempre chiuso; Quando trovo un vecchio Steinway magari palesemente scordato e squillante che suona da solo dico "alleluia", e alla fine preferisco l'eccesso opposto (sebbene non sempre è gradevolissimo). L'ho chiamata la sindrome del citofono .. Infine, dico tra me e me, magari trovare in sala un pianoforte preparato come quello di Horowitz in alcune esibizioni, oppure come il Pleyel di Cortot....e il sogno va avanti.
  9. Penso che sia un'ottima esecuzione. Secondo il mio gusto personale però talvolta lo sento troppo percussivo, verso la parte conclusiva secondo me esagera con la pedalizzazione, faccio fatica a scindere le frasi e a percepire le vette culminanti perché non cala più di volume (un po' rindondante, non so se mi spiego, come se parlassi per un intero discorso a voce medio alta o altissima, ma forse l'audio non è dei migliori). Ma penso sia il suo volume, difficilmente lo sento suonare sotto il mezzopiano. Però è un brano difficile, chapeau.
  10. già...l'acustica è molto importante. A casa mia per molto tempo ho spostato il pianoforte da una parte all'altra, alla fine mi sono accorto che la posizione migliore è sempre quella che lascia molto spazio dietro la coda, ed è preferibile in punto centrale alla stanza. Poi non l'ho più cambiata, il fatto di spostarla spesso mi faceva perdere il senso dell'oggettività sul suono...a ogni posizione diversa cambiavo pedalazione. Inoltre ho anche provato a togliere dei mobili e i tendaggi, questo cambia ulteriormente tutto. Il grotrian 160 che provai suonava grosso modo così... perché è così difficile da trovare? Ha un suono molto particolare, mi è sembrato un ibrido tra un pianoforte tardo romantico e uno dei primi del novecento, con quel caratteristico suono molto ricco di armonici. I bassi secondo me sono agghiaccianti (in senso positivo). Non so, sarà che prediligo il suono leggermente più chiaro, Lo preferisco allo Steinway S. Secondo me tra i pianoforti di questa misura non ha eguali (poi può darsi io abbia il gusto dell'orrido eheheeh).
  11. In che senso bisogna "tirar giù" il cavalletto? Svitarlo sul retro? Non sarebbe più semplice tirarlo fuori del tutto? Beh senza dubbio nel gran coda la qualità del suono è migliore perché le corde sono più lunghe e meno spesse.. io credo che la qualità generale dello strumento influisce moltissimo, aldilà della grandezza del pianoforte. Per farti un esempio ho apprezzato molto un Grotrian Steinweg di 160, era increbile quel suono nonostante la taglia. Diciamo che in un pianoforte non apprezzo molto l'assoluta armonicità, ma una via di mezzo, non amo il suono troppo "trasparente".
  12. Molto bella! Peccato che di Liszt non abbia inciso molto.
  13. E' vero, ci sono delle volte che anche il mio pianoforte sembra una piuma, specialmente in estate (il caldo ha sempre buoni effetti), invece in inverno appena più lento. Anche gli steinway del conservatorio che suono di solito, che dovrebbero risalire proprio ai primi decenni del 1900 (appena ci torno voglio verificarlo), che sono considerati da tutti "tasti di burro", ci sono delle volte che la tastiera sembra appena più pesante Cosa si può può fare quando scricchiola un perno del cavalletto? Ne ho uno che si dovrebbe disossidare leggermente ma non so come, dovrebbe essere quello della leva di scappamento dietro al bottoncino di regolazione dello stesso.
  14. Grazie per la risposta Giovanni, chiarissimo. Ho capito, era per avere la conferma di quello che immaginavo. E se invece si intende solo portare il rapporto del peso (27 contro 47 di risposta se non sbaglio), rispetto ai canonici 52 si rischia di ottenere una tastiera troppo leggera?
  15. Buonasera, è da tempo che mi ronza in testa questo pensiero. Sarebbe possibile sostituire i cavalletti del pianoforte con dei cavalletti Steinway, e rapportare la piombatura come questa casa costruttice, oppure ci sarebbero degli impedimenti con le grandezze riferite al posizionamento dei vari "bottoni"?
  16. Grazie, nel caso della Schimmel mi chiedo se potrebbe andare bene un tono per le corde d'acciaio... in linea di massima quanto tempo consiglierebbe di lasciarle così prima di riportarle alla normalità?
  17. Grazie per il promemoria! Vi aggiornerò. Un'altra cosa che ho notato sono alcune corde di rame "singole" dal nodo differente, italiano anziché francese, e dovrò far cambiare anche quelle.
  18. Buongiorno, leggendo questo post mi è sorto un dubbio, ci sono effetti sul timbro e sulla tenuta dell'accordatura nel lungo termine se quando si sostituiscono le corde d'acciaio si decide di farle assestare accordandole varie volte solo a 440 hz?
  19. Buonasera, Oggi ho fatto sostituire delle corde in acciaio (in tutto 9) al mio 3/4 di coda perché ronzavano e avevano perso un buon 30% di prestazioni sonore. Forse si continuerà fino a cambiarle tutte, ma la differenza si sente già moltissimo. I ronzii si sono risolti ed il suono è molto più armonico ma c'è qualche leggero problema di complanarità (secondo me) perché l'impatto sul forte in qualche tasto dà un effetto negativo (che c'era anche prima, insieme alla disarmonicità dell'acciao ormai kaput), specialmente ribattendo (credo che il martello quando torna a percuotere la corda entri in contatto con una del trio che vibra più delle altre) Non è che bisognava sostituire anche l'agraffa? Parlo di differenze minimali, all'ordine dei decimi di millimetro, non saprei quantificare con precisione (4, 5?) Non va via nonostante poco fa le ho accordate di nuovo affinché si assestino. Grazie in anticipo..
  20. Scusami, effettivamente mi sono espresso male, dicevo che sono "lunghi" nel senso dell'altezza verticale: dal sottofeltro alla punta del feltro ho l'impressione che misurino 2-3 millimetri in più di quelli del video. Sì, anche sul mio pianoforte nella sezione centrale gli smorzi sono di fronte "a forcella" e retro-piatti. Io ho preso due strisce lunghe 70 cm, una a prisma per le 3 corde, e una a cuneo (per le 2 corde in rame dei bassi). La striscia a prisma per le 3 corde (dopo avere tagliato man mano il feltro a pezzetti su misura) l'ho utilizzata per la prima parte della sezione centrale (subito dopo l'incrocio dei bassi, in quella zona difficile) dove sono a forcella sia avanti che dietro. L'ho fatto tanto per vedere se mi piace l'effetto generale e se sono funzionali, soprattutto perché quello nell'angolo non smorzava affatto... fastidiosissimo ( adesso ne ho sostituiti in tutto 6, proseguendo verso l'acuto). Niente male, forse lo vorrei un po' più progressivo, ma è pulito, niente armonici in coda, dopo tantissima pazienza nella regolazione. La striscia non l'ho ancora terminata: potrei completare la zona "prisma-fronte e retro" volendo. Invece parlando del cuneo per le 2 corde ramate, ne ho sostituito per adesso uno solo: le proporzioni dello smorzo sono identiche a quelle del mio pianoforte, e il risultato di smorzamento è perfetto. La qualità del materiale è ottima in entrambe le strisce, il feltro è del tutto simile a quello che c'è incollato in origine (a differenza di quello che mi aveva messo il tecnico in un paio di smorzi, completamente differente: quello che ho acquistato io è più "cespuglioso" e secco, dà un'idea di professionalità, mentre quello del tecnico era solidissimo con una maggiore sensazione alla vista di "sinteticità" e il colore era un bianco più acceso). In pratica quello che vorrei fare è personalizzarlo, nulla contro la Schimmel, anzi, però di solito i brevetti Steinway sono effettivamente migliori per i miei gusti. Di positivo ho notato una caratteristica: il nuovo feltro (di dimensioni più grandi) trasmette molto di più al tasto le vibrazioni della corda facendone da tramite con le dita. P.S. per richiedere il materiale alle rispettive fabbriche bisogna scrivere all'indirizzo mail? Quindi il mezzacoda Steinway ha una misura di smorzi diversa dal grancoda, beh, il mio per sonorità e per lunghezza si avvicina maggiormente al grancoda (è uno Schimmel 208). Fino a che modello la Steinway utilizza smorzi da mezzacoda? Un B 211, ad esempio, monta già feltri della dimensione del modello D? http://cdn.pianova.com/uploads/production/image/image/45242/f111780c-61a4-48bf-92f4-cb577e5c05c2.jpg
  21. Alla renner ho dato come riferimento il modello top della gamma, cioè lo Steinway D, e per adesso mi sono fatto mandare due sole strisce per vedere come va, poi in caso prendo la serie tagliata ( bassi a due e tre corde) Ieri mi sono arrivate le strisce e ne ho montati quattro per vedere come vanno. Smorzano bene, però ho notato differenze anatomiche rispetto a quelli del video che ho linkato di seguito 1) sono più lunghi (probabilmente devo accorciarli manualmente) 2) manca il "solco" a livello degli ultimi 3 millimetri che strisciano con la corda (se non mi confondo credo che si faccia con una sorta di piastra calda che mi pare di aver visto da qualche parte (??) ) minuto 2:58
  22. Sì sono d'accordo Giovanni, e anche sui feltri già tagliati consigliati dal Maestro, ne approfitto per sconsigliare io stesso a chi dovesse leggere questo post di svolgere il lavoro da solo, è molto "frustrante" e sicuramente viene a costare di più (oltre al fatto che una persona con tanti anni di esperienza e gli attrezzi giusti ci mette un quarto del tempo e il risultato è superiore). In questo caso non dipende da me, ne sono costretto perché dalle mie parti (sembra paradossale ma è così), è davvero difficile convincere qualcuno ad eseguire un lavoro che sconfini dall'ordinaria accordatura e regolazione anche se altamente competente, oppure viene fatto in modo superficiale senza nemmeno provare a reperire il materiale giusto (da questo posso dedurre solo svogliatezza, preferiscono guadagnare con i lavori di routine anziché complicarsi la vita). Questo rischio di non avere lo strumento efficiente da un momento all'altro mi rende molto insicuro al punto da provocarmi malessere, e sia per passione che per non rovinarmi la salute sto pensando di iniziare ad apprendere questa seconda arte. Si consideri fortunatissimo chi ha un buon tecnico di fiducia. Cambiando discorso, ho la possibilità di scegliere tra la serie completa e già tagliata dei fiocchi Steinway, e quella di Schimmel che però bisogna ordinare su misura. Steinway costa meno, perché è prodotta in serie e ovviamente è più richiesta, a questo punto mi conviene ibridarlo? (anche per una questione di maggiore qualità).
  23. Eh infatti, il tecnico quelli li aveva tagliati con una speciale ghigliottina apposita, sul catalogo ho letto che costava oltre 300 euro... ovviamente non la comprerò. Mi ingegnerò per trovare un metodo analogo che non li rovina... stavo pensando a "tagliasigari". E' un lavoraccio, per portarla allo stato in cui è adesso avrò impiegato circa 12 ore.
  24. Sì ne sono convinto anche io, penso che sia la regolazione ad essere il punto cardine per una migliore funzionalità perché in fondo è il giusto contatto con il tasto a fare il "gioco", tuttavia quando lo smorzo è diverso avverto una differente "disposizione" degli armonici in fase di semi-chiusura. Comunque ci sono novità, mi è stato riferito il nome del feltro Renner per il mio modello di Schimmel, Nella dicitura, tra le altre cose, c'è scritto "feltro verticale", e mi chiedevo, si riferisce al tipo di tessitura verticale? In questo caso non sarebbe il massimo e mi proporrei di montare di meglio.
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