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Piano Concerto - Forum pianoforte

Musick

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Risposte postato da Musick

  1. On 8/3/2024 at 22:58, pianoexpert ha detto:

    In genere i diametri sono scritti. Importante è verificare anche la carica della tavola di risonanza e stabilire quali diametri e lunghezza di caviglie usare

    Grazie. Per quanto riguarda l'accordatura l'ho appianato dov'è, cioè un tono sotto. Le caviglie sono dure a girare e tengono.

     

    Ho provato anche ad accordarne una a 4,35 direttamente ma si è rotta.

     

    Se salissi gradualmente ci sarebbe la possibilità di preservare sia corde che caviglie? 

    Cosa converrebbe fare un questo caso?

  2. On 4/2/2024 at 22:18, pianoexpert ha detto:

    Parli di due Casa prestigiose sia Abel che Renner. Una martelliera non si monta e basta. Non so se tu hai valutato i pesi, i bilanciamenti, la giusta inerzia e l'intonazione. Bisogna valutare da vicino. Non si può scegliere da lontano.

    Io però credo che, dopo l'istallazione, con rispetto del punto di battuta, si debba procedere alla ripresa dei pesi (Abbassamento e ritorno) e dell'intonazione. 

    Non bisogna mai gettare via la vecchia martelliera ( che mi sembra tu non abbia mai visto!!!!) soprattutto per rispettare il tipo, le forme del martello e delle code e il punto di battuta. Anche la foratura originale è importante e se non esiste l'originale, bisogna ricostruire la geometria della meccanica.

    Grazie per la risposta, alla fine, complice la giovane età alla quale avevo comprato lo strumento, ho deciso di fermarmi qui con i tentativi e venderlo, perché mi sono reso conto che questo modello non mi piace e probabilmente non arriverei mai alla piena soddisfazione... Anche perché come dice non ho mai visto i martelli originali...

     

     

     

     

  3. Ciao a tutti, sono in possesso di un Pleyel a coda del 1869. (Corde dritte).

    Andando a misurare col calibro due delle corde del settore super acuto (grazie al fatto che erano rotte), risultano essere del n. 14 o 14 e 1/2 (in questo momento non ricordo esattamente).

    Invece vicino alle caviglie ci sono scritti dei numeri, e quelle stesse corde rotte dovrebbero essere, stando alle scritte a pennarello, del 13. 

    Di quale delle due indicazioni bisogna fidarsi secondo voi in caso di ri-cordatura?

    Le corde sono comunque molto arrugginite, così come le caviglie, secondo me furono sostituite parecchi decenni fa... Che ne pensate?

    Per il momento ho limato i piombi dei tasti (erano ossidatissimi e bloccavano in toto la tastiera!), che é perfettamente funzionante e suonabile. Un miracolo... Mentre l'accordatura non c'é proprio, é un tono sotto e tutta sballata... Bisogna tentare di accordarlo.

     

    Prossimamente arricchiró il post con delle foto... Intanto grazie in anticipo!

  4. Ciao a tutti. Avrei bisogno di qualche consiglio.

    Il pianoforte, uno Schimmel 208 degli anni 90, all'acquisto montava una martelliera NON sua (abel, che conservo ancora) il cui suono e tocco non mi soddisfaceva indipendentemente dall'intonazione e dalla regolazione. Così ho ordinato dalla fabbrica Schimmel, tramite renner, la martelliera, che ha caratteristiche e forme differenti. Suono bello, dinamica equilibrata, ma... troppo attacco.

    Per curiosità ho anche suonato degli Schimmel 208 nuovi di fabbrica, e il tocco è quello, non c'è molto da fare.

    Con la martelliera che mi ha fornito la Schimmel sono fatti vari tentativi negli anni per ridurre l'attacco, intonazione, pesatura, aggiunta di molle, ma il suono, seppur poderoso e bello, a mio gusto personalissimo, manca qualcosa.

    A questo punto cosa é consigliabile fare? Su consiglio del rappresentante ho gettato l'attenzione su un'altra martelliera Renner ancora, di misura 5 (anziché 6), e con lo spessore dei martelli 10,5 (anziché 11). Potrebbe essere la soluzione giusta alle mie esigenze?

     

    Vi ringrazio anticipatamente.

  5. Sono andato a vedere il pianoforte di un amico... A quanto pare po' strumento ha circa 170 anni, coda di misura massima... Purtroppo ho dimenticato di fare foto alla meccanica, comunque l'abbiamo tirata fuori e ho guardato dentro. Ha una sola leva posta al di sotto dell'asta, ma è per conto suo, cioè non c'è nessun perno che collega questa leva all'asta del martello, ma si appoggia alla stessa dolcemente 

    Questa leva di cui vi parlo, ha una sorta di larga asola dal lato superiore,  da cui esce un ferretto che parte nella base... Non ne ho capito la funzione...

    L'asta del martello invece è senza rullino, e come dicevo poggia su questa leva ... Di che tipo di meccanica si tratta? Sul manuale di Pfeiffer (che elenca i vari tipi di meccaniche storiche di diversi costruttori) non mi pare che la vedo... Comunque la vedo più simile a una meccanica di tipo "a spinta"... Anche se non c'è esattamente uguale.

     

    Dal lato frontale del tasto, ci sono delle molle... 

    Io ho l'impressione di suonare qualcosa di molto fine e delicato dal punto di vista del tocco...

    Purtroppo però è tutto da rifare.          Non vorrei che su questo ferretto che sporge, inizialmente ci fosse stato qualcos altro. Che ne pensate ?

     

     

     

     

     

     

     

     

  6. 4 ore fa, francescochopin90 ha detto:

    Sono io Francesco e non sono Musik. Possiedo un Pleyel che di fatto è uno Schimmel (di Pleyel ha solo il nome e vagamente la timbrica). Gli Schimmel a coda montano di fabbrica ancora oggi la molla di richiamo alla forcola che permette di piombare di meno il tasto e di diminuire l'inerzia. Però ha secondo me due criticità: la prima è che viene meno la sensazione del "bilanciere" (si sente che il tasto si sta premendo) e il ritorno (devo dire anche molto vivace) è dovuto alla forza elastica e non alla forza peso; la seconda criticità è che ogni molla è fortemente influenzata dalle forze di attrito e, quando eccessivi, ne viene amplificata la sensazione. Tra l'altro il tasto può pesare per assurdo anche 20 gr all'abbassamento ma, se il martello è pesante, si sente eccome. Ho visto diverse discussioni per cui mi pare di aver visto altrove i cavalletti. 

    Non è detto che gli Schimmel montano la molla di richiamo, o per lo meno non tutti. 

    Vanno a periodo , a modello, da quello che vedo, spero di non sbagliarmi 

    Gli Schimmel moderni non li conosco, forse alcuni di questi l'hanno integrata dopo la molla di richiamo 

     

    Una curiosità Francesco, ma il tuo Pleyel-Schimmel di che anno è?

  7. 2 ore fa, francescochopin90 ha detto:

    Sono io Francesco e non sono Musik. Possiedo un Pleyel che di fatto è uno Schimmel (di Pleyel ha solo il nome e vagamente la timbrica). Gli Schimmel a coda montano di fabbrica ancora oggi la molla di richiamo alla forcola che permette di piombare di meno il tasto e di diminuire l'inerzia. Però ha secondo me due criticità: la prima è che viene meno la sensazione del "bilanciere" (si sente che il tasto si sta premendo) e il ritorno (devo dire anche molto vivace) è dovuto alla forza elastica e non alla forza peso; la seconda criticità è che ogni molla è fortemente influenzata dalle forze di attrito e, quando eccessivi, ne viene amplificata la sensazione. Tra l'altro il tasto può pesare per assurdo anche 20 gr all'abbassamento ma, se il martello è pesante, si sente eccome. Ho visto diverse discussioni per cui mi pare di aver visto altrove i cavalletti. 

    Questo mio pianoforte Schimmel sono quasi sicuro in origine fosse senza molle, (le scanalature per ospitare il cordoncino non c'erano, le ho fatte io) e quasi certo che il martello più  grosso ma leggero appartenesse al set originale che doveva esserci.

    Una seconda conferma del mio sospetto l'ho avuta per il fatto che il martello "grosso" che c'è sul primo basso è così leggero che se ci metti la molla il tasto resta abbassato... nonostante togli il piombo nel tasto. Sembra proprio il tipo di martello perfetto per questo pianoforte.

    Tra l'altro sembra che utilizzassero, nel periodo in cui hanno costruito il mio pianoforte, martelli senza rivetto, e per di più meno spessi (10 millimetri anziché 11) altra caratteristica che rende quel martello più leggero, oltre a una minore compressione.

    Insomma sarei portato un domani a montare un nuovo set, quando ne avrò la possibilità . Più o meno immagino un buon risultato

  8. 2 ore fa, pianoexpert ha detto:

    Scusate la mia confusione. E' una discussione remota e io ....sono un uomo del '900! Francesco e Musik sono la stessa persona? Perché non capisco più di quale strumento stiamo parlando!

     

    Sì infatti c'è molta confusione, il post è molto vecchio , siamo due persone diverse .

    Francesco l'ha tirato su a Gennaio per chiedere delucidazioni sugli argomenti che avevamo trattato, ma io me ne sono accorto solo ora . Non mi è chiaro se ha anche lui uno Schimmel (?)

       Fra l'altro Francesco aveva risposto anche ad una seconda discussione vecchia se non erro, quella in cui  sostituivo i martelli. Quindi sa tutto.

     

    Per le molle Mi riferivo alla foto che ho pubblicato in passato sul cavalletto , che non tanto si vede bene,  volevo dire a Francesco che non montava molle di richiamo alla forcola. Ma oggi le monta e lo preferisco. Lo possiedo ancora ma ho il sospetto che suonerebbe meglio con una martelli era più leggera, magari senza molle. 

     

     

  9. On 20/1/2020 at 08:13, pianoexpert ha detto:

    Secondo me, ma non vedo bene, quei cavalletti hanno la molla di richiamo alla forcola! Di quale piombo parli?

    Scusate il ritardo  ma la discussione mi era sfuggita! Come mai a volte non mi arrivano le notifiche?

    Sì questi piombini peggioravano il tocco parecchio. Il peso eccessivo faceva in modo che il tocco fosse "puntato sul forte" e mi impediva di arrivarci con gradualità. Dice benissimo Pianoexpert.

    Comunque vi colpirà sapere che quel martello del primo basso grosso, diverso dagli altri, in realtà pesava meno... (Confrontato con quello accanto e tolti i piombini ad entrambi). È anche più sottile di diametro e sicuramente meno compresso... Segno che l'apparenza con i martelli inganna.

    Nella foto che vedete il piano Non montava neanche le molle di richiamo alla Forcola.

    E questo è per quel che riguarda la vecchia meccanica

    ---------------------------

    I nuovi martelli, invece, ordinati alla Schimmel tramite la Renner, e montati successivamente, oltre a pesare meno di quelli che vedete in foto mi sono arrivati appuntiti, cioè "assottigliati anche sui fianchi".

    Il legno mi sembra sempre mogano, e pesano meno.

    Nonostante già pesasse meno, ho sentito l'esigenza di mettere le molle di richiamo alla Forcola, per migliorare il tocco e renderlo ancora più sfaccettato. E in effetti mi piace molto di più, è meno diretto.

    Al momento, oltre ad avere le molle di richiamo  la tastiera non ha alcun piombo dentro i tasti , viceversa era meno agevole, sempre un po' puntata sul forte

    Stavo pensando che forse suonerebbe ancora meglio con un altro set di martelli più leggero ma siccome non ho esperienza non saprei scegliere. La risposta potrebbe essere nel "primo basso". Non ne ho idea. 

     

     

  10. On 1/3/2020 at 10:10, giangi ha detto:

    Ciao a tutti, sono un nuovo utente su questo forum e cercherò di spiegare la mia storia il più sinteticamente possibile: Ho iniziato lo studio del pianoforte all’età di 8 anni come privatista, nel corso degli anni ho conseguito gli esami Teoria e Solfeggio, 5° di pianoforte (compimento inferiore) Storia della Musica, Armonia Complementare e 8° di pianoforte (compimento medio) e per una disgrazia famigliare all’età di 23 anni ho dovuto smettere vendendo pure il mio pianoforte (TANTISSIMO DISPIACERE!!!!)Ora all’età di 46 anni mi sarebbe piaciuto riprendere certo senza pretendere di finire gli studi data l’età e il lavoro che attualmente sono occupato, ormai sono 23 anni che non ho toccato più un pianoforte e per puro caso mi sono trovato ora in casa di amici e mettendo le mani sulla tastiera mi sono SBALORDITO!!! Le mie mani e il mio cervello meccanicamente ricordavano ancora tanti passaggi di una sonata di Beethoven che avevo portato all’esame dell’8° ma purtroppo con tristezza non avevo più quell’elasticità di allora e in più la rigidità dei polsi, ma è normale che perdendo l'allenamento si sforzi di più a spingere con il braccio?. Vi chiedo un vostro consiglio: da dove posso ripartire per riprendere l’allenamento? Potrò mai riprendere l’elasticità nelle mani come prima?

    Grazie 

    Direi proprio di sì, il lavoro fatto te lo ritroverai completamente ... E lo filtrerai con il tuo modo di sentire la musica di adesso... Probabilmente non ti piacerà più e quindi suderai per ottenere versioni interpretative sicuramente più sofisticate di allora. Il tempo ci cambia anche se ci stacchiamo dalle nostre attitudini.

    Concordo pienamente con Paolo sul da farsi, buono studio !

  11. 6 ore fa, Andrew ha detto:

    Salve Paolo @pianoexpert,

    grazie davvero per la risposta tempestiva e dettagliata.
    Mi pare di aver capito che trattandosi di un pianoforte rigenerato, la probabilità che i martelletti siano stati soltanto rasati, è molto alta. Ricordo tra l'altro che in un'occasione, l'accordatore si fosse preso del tempo per "ammorbidire" un feltro (con lo strumento ad aghi) perché si percepiva chiaramente una timbrica più metallica delle altre. Questa degli aghi potrebbe essere una soluzione tampone da provare?
    Ho letto in qualche discussione che è anche possibile che ai feltri sia stato dato un impregnante e che eventuali interventi come quello degli aghi, potrebbero dare piccoli risultati solo nel breve periodo.

    Rispetto ad una eventuale sostituzione dei martelletti, una cosa che posso fare è quella di provare a risalire all'anno di produzione tramite il numero di matricola. Potrebbe trattarsi di un piano degli anni '70. Esteticamente sembra tutto perfetto, anche se il colore invecchiato dei feltri non mi abbia mai convinto troppo. Credi che fare qualche foto ravvicinata per avere più dettagli da osservare possa essere d'aiuto?

    Una cosa è certa, mi sono un po' pentito dell'acquisto di questo pianoforte, tornando indietro aspetterei di potermene permettere uno migliore. Forse è proprio vero che "chi più spende, meno spende".

    "Chi più spende meno spende" è un concetto molto ma moooolto relativo con i pianoforti.... Potrebbe essere il preciso opposto....

  12. On 27/12/2019 at 10:35, Paulmech ha detto:

    Grazie, Paolo...geniale soluzione...effettivamente non ci avevo pensato:

    "alzo il tasto dalla coda (sotto il feltro di riposo) fino all'eliminazione del gioco (comunque che lo spingitore ritorni agevolmente);
    ora il gioco è a posto ma ovviamente la parte anteriore del tasto si è abbassata disallineandosi;
    e qui viene la magia: correggo aggiungendo rosette sotto il fulcro di centro tasto, il tasto si riallinea lasciando inalterata l'altezza dello spingitore.

    Fantastico. A breve ti informerò sull'intervento.

    Un saluto e buon proseguimento, Paolo Menichini

    jbs.jpg

    Puoi postare un audio poi? Chissà che bel suono! 

    I broadwood mi piacciono molto

  13. On 16/12/2019 at 00:19, Pierpier ha detto:

    Qualcuno sa dirmi che differenza c'è tra i pianoforti siglati Stainway & Sons 

    e quelli siglati unicamente Stainway ( e con un carattere grafico leggermente diverso)? 

    Ricordo che al conservatorio di Roma la stragrande maggioranza apparteneva al primo tipo 

    ce n'era poi uno in una stanzetta dove ogni tanto mi rifugiavo a studiare che riportava solo Stainway

    questo piano mi risultava particolarmente favorito, aveva una risposta meccanica che mi soddisfaceva molto. 

    che metteva particolarmente a mio agio, "easy and friendly" mi verrebbe da commentare.. piuttosto diversa dai 

    "Stainway and Sons" delle altre stanze.. si percepiva in maniera inequivocabile la "corsa del tasto"  a differenza 

    degli Stainway and Sons che mi hanno sempre dato una sensazione di "gommosità" al tocco e di scarsa nettezza

    meccanica..

    Poi riguardando alcuni video di Glenn Gould mi sono reso conto che lui utilizzava proprio questo piano 

    "Stainway" per esattezza il cd 318 e che solo questo voleva detestando tutti gli altri S&s che la ditta gli proponeva...

     

    Guarda qui .... Credo tu abbia ottimi gusti!! 

     

  14. On 16/12/2019 at 00:19, Pierpier ha detto:

    Qualcuno sa dirmi che differenza c'è tra i pianoforti siglati Stainway & Sons 

    e quelli siglati unicamente Stainway ( e con un carattere grafico leggermente diverso)? 

    Ricordo che al conservatorio di Roma la stragrande maggioranza apparteneva al primo tipo 

    ce n'era poi uno in una stanzetta dove ogni tanto mi rifugiavo a studiare che riportava solo Stainway

    questo piano mi risultava particolarmente favorito, aveva una risposta meccanica che mi soddisfaceva molto. 

    che metteva particolarmente a mio agio, "easy and friendly" mi verrebbe da commentare.. piuttosto diversa dai 

    "Stainway and Sons" delle altre stanze.. si percepiva in maniera inequivocabile la "corsa del tasto"  a differenza 

    degli Stainway and Sons che mi hanno sempre dato una sensazione di "gommosità" al tocco e di scarsa nettezza

    meccanica..

    Poi riguardando alcuni video di Glenn Gould mi sono reso conto che lui utilizzava proprio questo piano 

    "Stainway" per esattezza il cd 318 e che solo questo voleva detestando tutti gli altri S&s che la ditta gli proponeva...

     

    Non immagini quanto vorrei provarne uno degli STEINWAY con la scritta in stampatello....

  15. È un argomento molto complicato, con una parola è difficile capire cosa si intende, un pianoforte pronto potrebbe essere qualsiasi pianoforte con la meccanica originale , oppure che monta pezzi identici agli originali e ben regolati.

    Il punto è regolati come? Se per pronta si intende una tastiera che scorre particolarmente sui pianissimo con la sensazione di "pochissima resistenza", allora probabilmente è una regolazione con gli scappamenti molto vicini alla corda.

    Sulle "regolazioni personalizzate "c'è un bellissimo video/spiegazione  di Paolo, dovresti vederlo attentamente. È grazie a questo che ti dico quanto sopra. Spero di averlo espresso correttamente, anche se sicuramente in modo molto ma molto approssimativo... non saprei come spiegarlo. Spero che mi scuserete per questo.

     

  16. On 10/2/2020 at 08:17, francescochopin90 ha detto:

    Simone, io, come te, sono quasi maniacale con i miei pianoforti. Sono convinto che non quasi quasi devono essere più prestanti gli strumenti "domestici" perché è proprio su questi che si raffina il tocco; in esecuzione si può anche "compensare" qualche problema (facilmente il cervello si adatta, per esempio, a una nota un po' più squillante delle altre adattando il tocco proprio su quella). Se questi compensi possono essere un pregio per il pianista durante il concerto, possono portare a scompensi se avvengono in casa quotidianamente. Intervenire in modo "aggressivo" su uno strumento trascurato per anni è difficile e revisioni meccaniche importanti possono anche lasciare insoddisfatti il proprietario. Meglio intervenire per gradi. Anche un intervento importante, quale può essere una sostituzione di martelliera, può essere molto "semplificato" se nel complesso la meccanica funziona. In Italia manca la cultura del prendersi cura del proprio pianoforte. Vedo concertisti di un certo calibro con strumenti di pregio ma messi davvero male. Inutile possedere uno Steinwey se non si è in grado di seguirlo, se è pieno di attriti, se non è intonato, se è costantemente accordato. Molto più gratificante suonare sui miei modesti Pleyel/Schimmel mezzacoda o verticalino Kawai, ma in condizioni più che decenti, seguiti costantemente dal sottoscritto, rivisti dal tecnico in media ogni 6 mesi. Sono attrezzato con il teflon e ogni tanto ricontrollo gli attriti. Se posso caricare o scaricare una molla, lo faccio da solo, non si tratta certo di regolare una meccanica, cosa di cui non ho la presunzione di poter/saper fare, affidandomi solo all'alta competenza di un tecnico. Ho incontrato due categorie di tecnici e due risposte differenti alla mia pignoleria: quelli che cercavano di evitarmi o che mi davano del presuntuoso (mi è stato pure detto di farmi il digitale se voglio lo strumento sempre prestante); il tecnico attuale si DIVERTE (in senso positivo) innanzi alle mie richieste, sincero anche dei limiti a cui lo strumento può arrivare (per esempio disse da subito che il mio è un gran bello strumento, con una bella martelliera, con una bella meccanica, una eccellenta tavola armonica, un bel suono, ma di dover fare i conti con una pesatura buona ma non raffinata come per esempio Yamaha, e con lunghezza e calibro delle corde che sono comunque di un mezzacoda e non di un grancoda). Tutti i pianoforti hanno pregi e limiti (non chiamiamoli difetti), però prendersi cura di loro permette di esaltare i primi facendoci dimenticare quasi dei secondi. La gran parte dei pianisti purtroppo non sa nemmeno come funziona la meccanica del pianoforte. Quando mi approccio allo strumento, la prima cosa è capire dove scatta il martello, con che forza viene parato e con quale rimane sospeso; ma se non si conoscono queste cose.... 

    Dobbiamo solo stare attenti, però, a non diventare ossessivi. Non significa non essere pignoli, ma stare attenti che questa nostra caratteristica non ci faccia perdere di vista la musica o che ci faccia essere - uso un termine medico - ipocondriaci nei confronti dello strumento. O magari, invece di lasciarci travolgere dal suono, ci fossilizziamo su una nota scordata ecc..  Quando si suona, si suona... 

    È raro diventare ipocondriaci per un pianoforte. Se ci lamentiamo è perché esiste il problema.

     

  17. On 3/2/2020 at 10:23, francescochopin90 ha detto:

    L'ho visto e lo conosco a memoria!!! ?? 

    Infatti, parlando di jeux perlee, parli di "due livelli" della tastiera. Si traduce con quanto detto da me, che in leggierezza (con la i) il dito sente l'ostacolo dello scappamento come se fosse quello l'affondo del tasto? E poi con una leggera pressione in più è possibile suonare forte e fare il cantabile? È proprio così evidente come cosa? Ovviamente parlo di piccole sensazioni, non esagerate che farebbero presagire bobling o altro. 

    Lo conosco a memoria anche io il tutorial! ... In linea generale direi di proprio di sì ... Tutto fa i conti poi con il tipo di pianoforte che hai sotto le mani, a mio parere personalissimo  niente sostituisce la tua sensibilità quando tasti la dinamica dello strumento, faccio il paragone con i due pianoforti di un mio amico, abbiamo provato a fare un tentativo dato che sentiva il tocco troppo deciso, di renderlo un po' meno diretto. Sempre secondo il mio parere, ci sono pianoforti che danno una sensazione di maggiore scorrevolezza e altri che fanno percepire meno attrito, nonostante tutto sia a posto. Là è una tua decisione, entro un certo limite, su quanto puoi agire... Sicuramente oeró non allontanandosi troppo dallo standard delle indicazioni della casa.

  18. Sono aimè abbastanza esperto del problema, avendolo avuto in passato sul mio pianoforte.

    Probabilmente dipende dal fatto che non poggiano bene sui trii delle corde anche se a occhio sembrerebbe di si, potrebbero essere non del tutto, come dire, "appoggiati" perchè deformati nella loro lunghezza, lasciando quel leggero alone. Non è detto poi che dipenda dalla nota in questione, ma potrebbe dipendere da una altra corda di un altro trio che entra in risonanza per simpatia con il trio in questione. Si dovrebbe cercare di capire quali, peró se bisogna cambiare una conviene cambiarli tutti i feltro degli smorzi, almeno tutti quelli dello stesso genere/sezione, sennò poi si avvertirebbe la differenza tra vecchio e nuovo.

  19. 14 ore fa, principale8 ha detto:

    Aggiungo, anche alcuni smorzino chiudevano bene e rimaneva l’alone.

    ne ho sistemato uno e mi sembra che adesso chiuda .

    non so se continuare spot su quelli che non vanno o aspettare il tecnico se poi occorre un bilanciamento generale

     

     

    Pianoexpert ti ha già detto tutto ?
    Per la mia modesta esperienza fai-da-te ed errori che personalmente ho commesso in passato, vorrei dirti di stare attento a muovere i ferri degli smorzi, se pieghi i ferri mentre lo fai devi stare attento che il feltro  non tocchi con le corde, perché specialmente se è un tipo di feltro morbido si rovina e poi non smorza più come prima (anche se magari chiude e non lascia più l'alone.
    Se ci sono tanti smorzi che chiudono male è possibile che sia meglio cambiarli, facendosi montare dal tecnico una serie già tagliata di fabbrica su misura, senza modificare così la registrazione dei ferri fatta dall'operatore in fabbrica... (se no poi potrebbe essere difficile risalire.)

    Prima di pensare a tutto questo però, bisognerebbe forse controllare prima che il cattivo smorzamento non sia dovuto al fatto che anche guarnizioni di cachemire degli smorzi siano andate (del resto se, come mi pare di capire, siano consumate anche quelle dei tasti, è possibile lo siano anche quelle degli smorzi, anche se queste si consumano più raramente suppongo). Lo puoi verificare muovendo lateralmente le teste degli smorzi, con delicatezza a pedale abbassato... se si spostano tanto vuol dire che bisogna rifeltrare il buco.

  20. Buongiorno a tutti... volevo chiedervi conferma di quello che ho letto sul manuale Steinway. Se non ho capito male, il circolo di accordatura prevede che si parta dal "Mi" immediatamente sotto al consueto "LA" giusto? Quindi il MI "di partenza" andrebbe accordato indicativamente a quanti Hz?

    grazie in anticipo...

  21. Non riesco a suonare più come la settimana scorsa. Proprio non capisco. Non sto bene. E' il pianoforte che è cambiato con il caldo? Sono io che avendo subito il caldo e avendo fatto attività fisica ho perso qualche chilo? Mamma mia che ansia. Nella testa sento sensazioni diverse, il suono che ottengo non è lo stesso. Sarà un fatto psicologico, boh. Sono veramente confuso.

    Che ne pensate?

  22. On 22/11/2016 at 21:55, francescochopin90 ha detto:

    Sarebbe interessante un videotutorial in cui vengono mostrate le intonazioni di vari pianoforti, in base anche alle richieste dei pianisti.

     

    L'intonazione è generalmente un segreto professionale per chi esercita questa professione. Ognuno ha i suoi metodi e il numero di colpi d'aghi, impregnazioni, che dà ai martelli in funzione di ciò che deve fare e della compressione del feltro stesso. Anche io ero molto curioso e feci delle ricerche. C'è un libro che nasce come divulgativo per pianisti oltre che come guida per tecnici, dedicato alle intonazioni. Il libro è di Andrèe Oorebek, the voicing of the piano. Lo trovi in diverse lingue tranne che in italiano (non è stato tradotto), e costa parecchio. Dà delle linee guida su come agire sui martelli e perché, ma è di pratico utilizzo per chi ha già lavorato in questo campo. C'è anche un dvd dove mostra come fa. Ma imparare così è pressocchè impossibile, bisognerebbe spendere un capitale in martelliere e fare tanti tentativi prima di arrivare alla propria personale "ricetta" e ad una comprensione profonda della materia. Una buona base, mi ha insegnato molte cose, ma sinceramente non è che le ho potute applicare, non essendo un tecnico. ?

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