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Piano Concerto - Forum pianoforte

Jack

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Tutto postato da Jack

  1. Sto studiando il Circolo delle quinte. Ho imparato le scale maggiori in senso ascendente (DO....DO#). Adesso vorrei fare quelle con i bemolle. Chiedo gentilmente se la diteggiatura corretta della scala di FA maggiore (su 4 ottave) è la seguente: mano sinistra: mano destra: Grazie!
  2. Il fatto di non crearsi troppe preoccupazioni , di non teorizzare troppo, a volte è utile. Nel caso dell'apprendimento da adulto, subentra un grande spirito critico inconscio. L'adulto è mentalmente "strutturato" e per lui sarà molto più difficile imparare a sciare, a giocare a tennis, a suonare il pianoforte abbandonandosi al semplice "fare". Credo sia una corretta interpretazione. Nel mio caso, a ciò si somma un approccio abbastanza razionale (attitudine caratteriale) allo studio del pianoforte. Cerco di “pianificare” ogni gesto. E ciò, come dici, può essere controproducente. In un mio tutorial spiego ed esemplifico come , pur tenendo salde la punta delle dita, posso tenere i muscoli del braccio e dell'avambraccio fuori tensione. Ho iniziato a visionare i tuoi tutorial sulla tecnica pianistica. La spiegazione che citi sarebbe il “Sacro Graal” che vado cercando. Perché, come ho già scritto in un post precedente, proprio non riesco a capacitarmi di come possano essere rilassati polso, avambraccio e braccio se i terminali (dita) arpionano i tasti e dunque non sono rilassati. Nel pezzo in questione, allora, come spostare il braccio e la mano da una parte all'altra della tastiera? Si provi lentamente a fare questo movimento come se tutto il braccio fosse pendente dalla spalla, rilassando tutti ...dico tutti i muscoli del braccio e dell'avambraccio. La sensazione che si deve cogliere è quella di un "braccio morto". Questo concetto della mobilità delle spalle servirà in futuro a sviluppare il pp, il p, il mf, il f. Anche qui, purtroppo non capisco come si possa avere la sensazione di un “braccio morto” . Perchè nel momento in cui “mi muovo” da un accordo all’altro, interviene necessariamente una forza muscolare per alzare/spostare l'arto. Che poi sia la spalla, il braccio o l’avambraccio a lavorare è una scelta del “pianista”, immagino. Nel mio caso ho notato un minore “affaticamento” utilizzando la spalla/braccio piuttosto che l’avambraccio. Cosa ragionevole dal momento che il braccio ha una capacità muscolare superiore all’avambraccio. P.S. in questo brano vale la pena suonare, caso mai, con più gravitazione la mano destra che diverrà molto cantabile. La sinistra fa e deve fare molto poco, se non scandire il dolce e lento tempo di valzer. Buono studio Mi sto convincendo che lo studio del pianoforte sia un percorso da compiere con estrema gradualità, con i giusti tempi che necessitano per apprendere e metabolizzare la teoria musicale e la tecnica pianistica. Da profano credevo che suonare questo strumento si traducesse nell'abilità di leggere uno spartito e "beccare" le note sulla tastiera . Chiedo venia! Molte osservazioni/consigli che mi date non riesco neppure a comprenderli. Ad esempio, benchè abbia visionato più volte il video di TheSimon non ho ben compreso in cosa consista il "cantato". Immagino sia ciò che sul Pozzoli si identifica con la trattazione dei "solfeggi cantati"... Riguardo l'utilizzo della "gravitazione" con la mano destra, si tratta di utilizzare maggiormente la tecnica della "caduta"? Il mio peccato originale (per così dire) è stato quello di aver cominciato da adulto, cosicchè il mio approccio è stato quello di voler raggiungere in tempi brevi dei risultati che “mi” gratificassero. In tele ottica ho “forzato” le scelte del mio maestro (il brano in questione l’ho voluto io). Credo di dover rivedere assieme al maestro il mio percorso di studi e mettermi completamente nelle sue mani. Grazie per l'intervento.
  3. Grazie per i video che hai postato. Mi danno molti spunti di riflessione. Come giustamente dici alla fine del primo video, in questi casi l'unica è comunque affidarsi alle "cure" del maestro. In realtà, seguendo il consiglio di Nancy mi sono concentrato sulla ricerca della "rilassatezza" del gesto, e ho trovato un paio di utili accorgimenti: 1. muovere/alzare l'arto (sinistro) da un accordo all'altro utilizzando non l'avambraccio, come facevo prima, ma la spalla/braccio. Così facendo all'avambraccio non registro più quasi alcun indolenzimento. 2. per quanto riguarda la tensione polso/mano, invece, trovo giovamento nell'effettuare il passaggio del peso in modo per così dire..."estremo". Ossia non limitandomi ad "arpionare" il tasto con posizione della mano comunque canonica a "cucchiaio", ma rilassando ulteriormente la mano in modo che il dito resti aderente alla tastiera quasi per "attrito". Spero di essermi spiegato. Alla fine assumo una postura... alla "Horowitz" . Il punto è che, benchè trovi beneficio da questi due accorgimenti, non sò se sono corretti in termini di tecnica pianistica (il 2 credo proprio di no). Quindi per questo periodo estivo mi "arrabbatto" come posso e quando riprendo le lezioni a fine Settembre/Ottobre ne discuto col mio maestro. Grazie per i consigli.
  4. Si, mi è chiaro che devo concentrarmi su questo aspetto. Altrimenti lunghe sessioni al pianoforte saranno sempre precluse dall'insorgere di tensioni muscolari. Provo un pò a seguire la via che mi hai indicato e vediamo se trovo la quadratura del cerchio. Attendo anche eventuali consigli da Simone (se vorrà, ovviamente). PS. Nell'elenco dei video corsi non riesco ad accedere alla sezione relativa alla "tecnica pianistica". Più esattamente il link che rimanda al video apre una pagina bianca.
  5. Ciao Nancy, ben trovata. Se ho ben capito devo soffermarmi su ogni nota e cercare il corretto posizionamento dita/polso in modo da minimizzare le tensioni muscolari. Stesso discorso per il movimento del braccio da una nota/accordo al successivo. In pratica, ragionando sulla chiave di basso (2° battuta), mi posiziono sul LA con il 5°dito e cerco la giusta posizione dito/polso. Poi mi sposto sull'accordo LA/DO/MI (5-3-1) ("sperimentando" il movimento più fluido possibile) e ripeto il rilassamento, cercando di azzerare le tensioni su questo nuovo accordo... etc. Pian piano dovrebbe venirmi naturale. Proverò senz'altro... Ogni suggerimento è ben accetto! Grazie per il tuo intervento.
  6. Grazie per la risposta Simone. Quando mi metto al piano cerco sempre di assumere la giusta postura, con schiena dritta, sgabello alla giusta altezza in modo che avambracci e polsi siano grossomodo paralleli al pavimento, seduta “in avanti” (non immaginavo che esistessero apposite panchette con seduta obliqua) e piedi in prossimità dei pedali. Controllare la tensione muscolare è, invece, una pratica che trovo alquanto ostica, che sto cercando di metabolizzare e sulla quale il mio maestro insiste parecchio. Quando faccio gli “esercizietti” dello SCHMITT mi rendo conto di essere “in tensione” perché le dita che non pigiano sui tasti mi tremano un po’ (sono “nervosette”) e tendono a “sparare” verso l’alto. Cosicchè prima di proseguire con la diteggiatura il maestro mi fa mettere a riposo tutte le dita “passive” (diciamo così) sui tasti corrispondenti ed eseguire a fine esercizio delle lente e prolungate rotazioni del polso. La verità e’ che, purtroppo, ancora non mi è chiaro il discorso del peso del braccio. Nel senso che effettuando banalmente una “caduta” sulla tastiera, non esercitando alcuna “forza” la mano casca, c’è poco da fare. Se ciò non avviene è perché: - o lavorano le dita (col trasferimento del peso) che “arpionano” il tasto e reggono il peso dell’arto. Nel qual caso sono le dita “attive”sulla tastiera a stare in tensione trasferendo il carico lungo tutto il braccio fino alla spalla (mi figuro l’arto come un ponte sospeso, del quale spalla e dita sono i pilastri portanti). Eppure, ciò mi pare possibile se si fanno gli esercizietti del Beyer. Ma se suoni “l’eroica” op.53 come fai a effettuare il trasferimento del peso? Non lo capisco… - oppure a reggere tutto è direttamente il braccio/spalla, nel qual caso le dita “galleggiano” eleganti sulla tastiera (che è poi ciò che fanno tutti i concertisti che vedo in rete, credo). Tuttavia, nel mio piccolo, in tal caso dovrebbe duolermi il braccio, non l’avambraccio e il polso come accade. Insomma ho le idee confuse, e come si possa suonare a tensione zero (e lavoro zero), sfruttando esclusivamente il peso del braccio e la gravità… ancora devo capirlo. Ho visionato anche gli interessanti video di PianoExpert riguardo la muscolatura interessata nella tecnica pianistica. E benché tutto mi sia chiaro in teoria, quando mi metto al piano “le tensioni” non se ne vanno. Ad ogni modo, l’anomalia sta nel fatto che l’arto destro (spalla/braccio/avambraccio/polso e dita) non risente di questa tensione che sperimento al pianoforte. Solo il sinistro. Ho caricato altri due video a “figura intera" (come mi hai chiesto) che ho fatto al volo e che rimuovero' da youtube nei prossimi giorni. Spero che potrai darmi qualche indicazione per migliorare la mia postura e migliorare il mio equilibrio. PS. Non trovo il tuo video. Peccato, mi sarebbe stato senz'altro d'aiuto. Continuo a cercarlo. https://youtu.be/n_aOc2UJxMM https://youtu.be/ucH_Xs8Cqzk
  7. Un video ripreso dal basso (di seguito il link): In effetti, riguardandomi, tendo ancora ad abbassare il polso. Ma può dipendere tutto da questo? Per il resto non mi pare di fare movimenti grossolani. E comunque sulla destra non ho problemi. Dove stà l'inghippo? Perchè ho questo dolore?
  8. Buonasera, benchè vi legga assiduamente è da un po’ che non intervengo sul forum. Torno a scrivere perché avrei gentilmente bisogno di un’informazione e di un consiglio. In primis, vorrei acquistare il libro di Sandor “come si suona il pianoforte”. Ho scaricato il pdf ma vorrei il testo cartaceo. Purtroppo non è reperibile in alcuna libreria della mia città, né riesco a trovarlo on line. Gradirei se qualcuno mi fornisse il link di un venditore. Grazie. Veniamo ora al punto: Da metà Marzo ho cominciato a prendere lezioni di pianoforte. Purtroppo accade che dopo un po’ che suono comincio ad accusare un indolenzimento al braccio sinistro, per l’esattezza avambraccio, polso e parte del dorso della mano. La cosa era trascurabile nel periodo in cui sono stato a lezione (fino a Giugno), ma ora che mi esercito a casa il problema si è acuito notevolmente. Il mio maestro mi disse che poteva essere la rigidità che ancora manifesto nel movimento dei polsi e nel fatto che tendo ad abbassare il polso sinistro. Ho lavorato su quest’ultimo aspetto. Sulla rigidità trovo invece molta difficoltà. Ad oggi non riesco proprio a non tenere gli arti un po’ in tensione mentre suono. Devo ancora lavoraci quando riprenderò le lezioni. Ciò che non mi quadra, però, e’ che il disturbo non lo avverto affatto sulla mano destra. E non capisco il perché. Mi viene da pensare che ciò dipenda dai movimenti che devo fare con la sinistra sul pezzo che sto imparando. Il maestro mi ha detto di fare dei movimenti “arcuati” nel passaggio da un accordo all’altro e di lavorare molto “di polso” sulla seconda battuta degli accordi ripetuti. Ho caricato un video in cui “strimpello” Chopin (di seguito il link): Scusandomi per lo scempio che ne faccio, gradirei davvero se mi poteste segnalare eventuali movimenti errati/imperfezioni che compio con la sinistra in modo da poterli correggere in questi mesi di assenza dalle lezioni. Ho anche pensato che il mio disturbo potrebbe derivare da una cisti che ho al polso sinistro da anni diversi anni (da non confondere con l’osso ben visibile, sono decisamente magro). Tale cisti non mi ha mai creato fastidi, ma temo che con i movimenti al pianoforte essa possa esercitare una pressione su nervi e tendini con conseguente indolenzimento. Non so se devo rivolgermi ad un medico per farla aspirare, o eliminarla chirurgicamente. Fatto stà che questo dolorino all’arto sinistro mi dà da pensare. Ho paura che continuando ad esercitarmi potrei peggiorare la situazione e l’idea di dover stoppare sul nascere questa meravigliosa avventura che ho intrapreso da pochi mesi mi angoscia non poco. Domani caricherò un video ripreso dal basso, dove i movimenti che compio con l’arto sinistro sono meglio visibili. In questo che ho già caricato, prima di cominciare a "suonare" mostro le parti che mi fanno male. Vi ringrazio per ogni consiglio che vorrete darmi.
  9. Grazie per la segnalazione. Vediamo cosa ne pensa il mio maestro. Per adesso mi sta facendo studiare il Pozzoli (Solfeggi parlati e cantati - I Corso). Mi aveva detto che Chopin è prematuro... assai! (sono neppure tre mesi che prendo lezioni) ma poichè ho insistito mi sta facendo "articolare" lentamente questo Valzer (che sostiene essere il minimo sindacale per Chopin). Quella battuta non l'avevamo ancora esaminata. Grazie a tutti per i consigli!
  10. Ma quindi "in teoria" il primo gruppo MI-SOL#-SI deve essere suonato più lentamente rispetto ai due successivi? ... E come si solfeggia una battuta del genere: Ossia, nel primo movimento ci faccio stare tre note e in quello successivo 5... "ad orecchio"? Perchè se uso un metronomo e divido il movimento in 5 step (ad hoc per la quintina centrale) poi come ce li faccio entrare "esattamente" nel movimento in 5 step la prima terzina e il terzo gruppo? Grazie PS. Sto "diteggiando" molto lentamente il brano con metronomo e mi sono inceppato a questa battuta.
  11. Non riesco a capire come possa essere in 3/4 la battuta in oggetto (ho allegato lo spartito): 1/8+1/8+1/8 + 1/16+1/16+1/16+1/16+1/16 + 1/8 (+1/16) +1/16 Se le prime tre note fossero anch'esse semicrome si arriverebbe a 3/4. Ma così c'è qualcosa che mi sfugge. Dove sbaglio? Ringrazio anticipatamente per i chiarimenti che vorrete darmi e spero di aver postato nella sezione giusta
  12. Ciao NonnoMario, Ho acquistato il CA97 a Febbraio e ricordo che la differenza fra i due modelli si riduce alla tavola armonica e alle casse. La tastiera dovrebbe essere identica (maccanica GrandFeel II): http://www.kawai.it/sites/default/files/support/cax7_brochure_it_300dpi_1.pdf Ad ogni modo, è un acquisto che non rifarei. ll mio maestro di pianoforte poverino si sforza di celare il suo disappunto per questa mia scelta . E, in tutta sincerità, mi è bastato "suonicchiare" qualcosina di Schumann (L'album della gioventu' - OP.68) per rendermi conto che il pianoforte acustico che uso a lezione (sebbene non eccelso) è tutta un'altra cosa. In termini di tocco e di suono. Tieni conto, inoltre, che il CA97 è già assemblato (il CA65 credo di no) e trasportarlo è un'impresa. Per portarlo in mansarda ho dovuto "assoldare" tre Imbianchini che lavoravano in zona... .
  13. Jack

    La Campanella

    @ pianothor: Ho trovato l'esecuzione di Cziffra. Mi è piaciuta. Sai se Michelangeli ha suonato questo brano ed, eventualmente, dove reperire la registrazione? @Frank: Avevo ascoltato l'esecuzione di Kissin (molto giovane mi pare). Ci sono alcune imperfezioni credo. Ma forse non è questa la cosa davvero rilevante ed essenziale. Ad esempio, qualche tempo fa Nancy mi ha fatto osservare come un'esecuzione della Argerich (sebbene "non impeccabile") dell'eroica di Chopin fosse musicalmente più apprezzabile rispetto a quella "perfetta tecnicamente" di Lang. Mi piacerebbe capire però cosa intendi per "incarnare lo spirito del brano". Forse conformità allo spartito e quindi all'idea del compositore? In tal ottica l'esecuzione di Gilels mi pare davvero dissonante. In alcuni passaggi proprio le note "suonate" mi appaiono diverse rispetto a tutti gli altri pianisti (confesso di non conoscere lo spartito. Sono ancora al Beyer... capirai). Grazie per gli interventi PS. Ma voi pianisti lo giudicate un brano impegnativo?
  14. Jack

    La Campanella

    In rete ne ho trovate varie "interpretazioni". Ad un orecchio inesperto le più seducenti sono state quelle di Yundi li e Rubinstein. Busoni e Gilels non riesco a "decifrarle". Mi sarebbe piaciuto ascoltare Michelangeli... Mi chiedo come mai nessuno qui sul forum si sia ancora cimentato (ho cercato nella sezione "Le tue esibizioni"). Troppo scontato o particolarmente impegnativo?
  15. Ciao Marcy e grazie per il tuo intervento. Ho avuto modo di provare il CPL 575 (in verità nelle mie attuali condizioni ho pigiato un pò i tasti simulando gli esercizi di diteggiatura che sto facendo) e la tastiera non mi ha entusiasmato granchè. Anzi, per nulla. Si vede che i tasti sono in legno rivestiti (i neri in plastica) ma non ho avuto una sensazione piacevole. Mi aspetto decisamente meglio da questo Kaway CA 97. Almeno spero!
  16. Chiedo venia... ho contattato il venditore e mi ha messo la pulce nell'orecchio per il Roland Lx 7 (che non conoscevo). Mi pare abbia una bella livrea. Dice che nel confronto col CA 97 sono due strumenti che si equivalgono, in termini di suono e tastiera (per me fattore prioritario). Per cui cadrei comunque in piedi. Cosa ne pensate? A vostro avviso esiste qualche motivo per preferire l'uno all'altro?
  17. Ciao Nancy. Intendevo proprio il CA 97. A questo punto penso che lo prenderò da Spevi (vado a risparmiare qualcosa rispetto al venditore tedesco che mi hai così gentilmente - come sempre - segnalato). Quando arriverà magari posterò una foto. Per vederlo in azione come si deve bisognerà aspettare un pò!
  18. Grazie ancora Nancy. Alla fine ho scelto: prendo il KAWAI CA 97. Purtroppo i "pochi" negozi della mia città non possono procurarmelo, e devo acquistare in rete. Gradirei avere qualche dritta relativamente a venditori seri e affidabili cui rivolgermi. Avrei adocchiato un buon prezzo presso SPEVI - PIANOFORTI (Roma): http://www.spevi-pianoforti.com/ Qualcuno ha acquistato presso di loro? Grazie ancora.
  19. Ti ringrazio davvero per i suggerimenti. Avevo letto una recensione a dir poco disastrosa su questo casio e sono sollevato visto che lo possiedi e ne sei entusiasta. Adesso tiro un pò le somme e mi decido fra questi due modelli (CASIO GP 300 e KAWAI CA 67). Visto che sei così gentile e disponibile approfitto per chiederti altre due cose: 1. Ma queste "tastiere" vanno assemblate dall'acquirente? Ed è consigliabile a tuo avviso acquistare su internet? 2. Sapresti dirmi gentilmente dove potrei trovare lo spartito di questo brano (da 00:40)?: Grazie ancora!
  20. Anche questo Kawai CA 67 mi pare interessante: http://www.kawai.co.uk/ca67.htm pare abbia una bella tastiera e risparmierei qualcosina. Si, mi piace molto! Insomma, l'offerta non manca!
  21. Grazie a nancy e marcy63 per gli interventi. Non dubito che il feeling con lo strumento sia del tutto soggettivo. E che la via maestra sarebbe provare. Ma nel mio caso il problema è duplice: In primis, sono ancora alla "diteggiatura", agli esercizi di base sul trasferimento del peso. Quindi avrei ben poco da provare! Poi, nella mia città l'offerta strumentale è davvero risicata. Ho visto degli yamaha arius, un clavinova cpl 545 e poi direttamente agli acustici: Kaway K3, Yamaha B3 silent e alcuni pianoforti a coda. E tuttavia un pianoforte mi necessita (mi necessita uno strumento da utilizzare con cuffie). Ecco quindi l'idea di chiedere consiglio. L'idea del noleggio è interessante, dovrò informarmi. Ma "l'acquisto" di un acustico per adesso esula dalle mie intenzioni e possibilità. Come alternativa trovo azzeccato il consiglio di valutare un digitale di fascia medio alta visto che, come suggerite, la differenza si apprezzerebbe. Il mio budget può essere ritoccato, ma non in modo sostanziale. Diciamo che potrei fare una "pazzia" per questo CASIO CELVIANO Grand Hybrid GP 300: https://www.casio-europe.com/it/prodotti/strumenti-musicali/celviano-grand-hybrid/gp-300/ http://www.grand-hybrid.com/it/ Leggo che ha una tastiera "Natural Grand Hammer Action" con i tasti in legno: Immagino garantisca una percezione simile a quella di un pianoforte acustico. Sbaglio? Come alternative, il già citato ROLAND HP 508: https://www.roland.it/products/hp508/specifications/ Oppure il CLAVINOVA CLP 575: http://it.yamaha.com/it/products/musical-instruments/keyboards/digitalpianos/clavinova_series/clp-575/?mode=model Anch'esso con tasti in legno. Con il Roland risparmierei qualcosina, ma se ne vale la pena farei il salto di qualità. Quale di questi tre strumenti mi consigliereste (oppure qualche altro modello che non sfori tassativamente i 3000 €)? Grazie ancora.
  22. Jack

    Nuovo iscritto

    Grazie per il benvenuto!
  23. Come già scritto in fase di presentazione, sono nuovo del forum e chiedo il vostro consiglio per l’acquisto del mio primo pianoforte digitale. Ma andiamo con ordine: Benchè abbia superato i quaranta, ho deciso di imparare a suonare questo splendido strumento dopo aver visto e rivisto “La leggenda del pianista sull’oceano”. Ebbene si… Il video postato da Enrico Punzo sul forum Coelestis qualche tempo fa (scorribanda pianistica all’aeroporto charles de gaulle) ha fatto il resto. Dopo alcune false partenze da autodidatta con una tastiera di mio nipote (Yamaha NP-32WH), sto seguendo con profitto un corso. Sto imparando il solfeggio ed i primi rudimenti di tecnica pianistica, e confesso che la passione cresce giorno dopo giorno. Mi esercito con impegno e dedizione e mi trovo nella classica situazione di dovermi dotare di uno strumento che non sia un giocattolo e al contempo non troppo impegnativo. L’idea è di farmi le ossa su uno strumento “base” e poi fra qualche anno passare, eventualmente, ad uno strumento di pregio con cognizione di causa. Impelagarmi adesso nell’acquisto di un pianoforte meccanico reputo sia una follia. Non ho le competenze per valutarne la bontà costruttiva, meccanica e acustica. Ecco quindi l’idea di optare per un buon digitale che mi consenta di applicarmi proficuamente e apprendere “l’arte”.. Cosa desidero: 1. Uno strumento che non sia un giocattolo. 2. Priorità assoluta deve essere una buona qualità dei tasti (sensibilità tattile, non so come definirla). Preferisco un suono meno “qualitativo” ma una tastiera che non sia plasticosa. Mi pare di capire che condizione indispensabile è che i tasti siano pesati, in modo da abituarsi alla sensazione di un pianoforte classico. Leggo però di scappamento, doppio scappamento, avorio sintetico, legno. Sono confuso! Non sono in grado di valutare cosa sia essenziale e cosa no. 3. Non sono interessato a quintalate di effetti sonori. Mi basta il suono “classico” di un pianoforte (e la musica classica che desidero in futuro sperimentare e approfondire), e che si possa utilizzare una cuffia e registrare i propri progressi. 4. Desidero uno strumento che sia “stabile”. Non ho idea se questi pianoforti digitali che emulano i meccanici siano ballerini. 50/60 kg di peso sono tanti o pochi? Non vorrei che premendo i pedali tremi tutto. 5. Infine, uno strumento rivendibile sull’usato, in prospettiva futura. Il budget… diciamo sui 1500 €, con piccoli ritocchi se ne vale la pena (ad esempio una tastiera di qualità superiore). Le alternative che sto vagliando sono Il Clavinova 535 e il Kawai CN35 che mi pare siano i competitors in questa fascia di prezzo. Roland non saprei. Mi pare di capire che Il Roland HP 508 e Il Clavinova 575 siano di fascia superiore (e il prezzo lo conferma). Ma ne vale davvero la pena per le mie esigenze? Ogni suggerimento sarà ben accetto… Grazie!
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