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Piano Concerto - Forum pianoforte

mattia00

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Risposte postato da mattia00

  1. Come software di notazione musicale io uso molto Sibelius, lo trovo più intuitivo e semplice di Finale. L’ho iniziato ad usare dalla versione 4, ora ho la versione 7, mi sembra che l’ultima in commercio sia la 8.  Voi utilizzate Finale o Sibelius, per non citare altri programmi minori, come Muse Score ecc….

    Ciao

  2. A volte le Case vogliono far parlare di se' e sottolineano queste vicende. Io personalmente credo che non abbia molta importanza dove viene assemblato un pianoforte. Purché il Tim di lavoro sappia bene cosa fare. Il mercato orientale non mi sembra improvvisarsi su un tema come questo. I materiali invece sono molto importanti ed importante è che le Case siano all'avanguardia o che almeno tengano la "guardia" molto alta. All'alta qualità occidentale, l'Oriente sta rispondendo con il carbonio(L'ultima mia visita alla Musikmesse di Francoforte è stata oggetto di questa osservazione). Stiletti e cavalletti superleggeri rendono una meccanica sempre più agile e anche i progetti di calcolo delle cordiere sono sempre più attenti e ottimizzati. Le tavole di risonanza...un poco troppo caricate per ottenere un maggior transiente di attacco del suono( anche martelliere più impregnate!). Tutto sembra, insomma, progredire verso una maggior facilità d'uso e un suono direi più "aggressivo". I pianisti stessi suonano modernamente in modo più aggressivo. Lang Lang, grande piccolo leone della tastiera ce ne da' un esempio. Il suono "romantico" e il dolce prolungamento più armonico del suono pianistico sembra ormai un ricordo del passato. Pianoforti con piccoli martelli e con tavole di risonanza poco caricate, con attacco più dolce, ma con transiente di estinzione più lungo oggi non se ne fanno più. Oggi il nostro strumento ha un suono più "frenato", più facile da pedalizzare e con maggior qualità di chiarezza nell'esecuzione di rapidi passaggi. Note ribattute e rapide ottave, ancora difficili da eseguire sui pianoforti da concerto del primo novecento, sono oggi di facile realizzazione sugli strumenti moderni. Anche la tecnica pianistica si è adeguata: la nuova "Scuola" suggerisce la non necessità di cambiarre dita sulle ribattute e poter suonare più aderenti alla tastiera. Un maggior buon rapporto tra peso di abbassamento e peso di ritorno concedono al pianista la possibilità di "affidarsi" sempre di più al proprio strumento invece di "sfidarlo"

    Concordo al 100 % su tutto, infatti la cosa più importante non è dove viene assemblato un pianoforte, ma ai materiali utilizzati è inoltre ad un buon know-how che l’azienda madre deve trasmettere alla sua azienda secondaria, con controlli qualitativi fissi e costanti, inoltre con addestramento personale sempre in continuo aggiornamento. E sia Kawai che Yamaha questo ormai l’anno capito molto bene. L’unica cosa e che la maggior parte delle persone che acquistano ci tengono a vedere la targhetta apposta al piano madè in Japan.

  3. Ho letto da qualche parte che i nuovi kawai, k15 k300, k500, k600, ecc, quelli che sostituiscono i vecchi k3, k5, k6, vengono assemblati tutti in Giappone, mentre prima, fino al 2014 le serie più basse k15, k2 e k3 venivano assemblate in Indonesia mentre le serie di punta dal K500 in poi erano tutte assemblate in Giappone. Solo il k3 aveva due linee di produzione, una in Giappone destinata al mercato Stati Unti e l’altra in Indonesia destinata all’Europa. Che poi praticamente anche i K3 destinati al mercato americano venivano assemblati in Indonesia, poi spediti in Giappone solo per apporre la targhetta made in Japan. Ora la propaganda che fa Kawai e la seguente: dice che vengono tutti assemblati in Giappone, questo significa che le fabbriche in Indonesia sono chiuse? Io non ci credo, sono sicuro che li assemblano sempre in Indonesia e li mandano in Giappone per il collaudo finale e per dire che sono madè in Japan, almeno i K15, k200 e k 300. Resta inteso che le serie di punta K500, k600, k800 sono sempre assemblate in Giappone. Chi ne sa qualcosa in più?

    Saluti.

  4. La garanzia è un concetto molto aleatorio nell'ambito del pianoforte, uno potrebbe dire che è colpa del clima di casa, che è stato manomesso da altri tecnici Etc....un rivenditore serio a meno della garanzia interviene se si riscontra un problema.

     

    Il rimbalzo del martello sui verticali è patologico, va ricercato il giusto rapporto tra sfondo, distanza corda martello e inclinazione del tasto.

     

    Deve essere verificato il gioco sui piloti, vanno registrati gli scappamenti e va verificata la carica della mollette, nonché la regolazione dei paramartelli e della azione degli smorzi.

     

    Insomma va riverificando tutto da zero, inutile modificare un parametro in maniera isolata. Nona risolverebbe nulla.

     

    Affida il controllo ad un buon tecnico.

    Grazie Giovannig della risposta, in effetti hai ragione e me lo hanno consigliato già altri lo devo far regolare dal tecnico, io al massimo avrei potuto regolare gli scappamenti e forse i paramartelli. A proposito, so che anche tu sei bravo ed esperto di pianoforti, mi dici come si regolano i paramartelli?

  5. Buongiorno,

    fermo restando che lo devo far regolare dal tecnico, continuo questa discussione a titolo informativo.

    I tasti che ribatto sono quasi tutti, sia quelli a scappamento 0 che quelli a scappamento 7-8 mm. In particolare il fa# 3° ottava ribatte parecchio ed è a scappamento 7÷8 mm. Chiedevo, ma in genere i tasti che ribattono sono quelli a scappamento basso 0÷1 mm  o a scappamento alto 7÷8 mm? Ma secondo me anche regolando la distanza martello corda a 45 mm, poi si deve comunque regolare sia lo scappamento che i paramartelli. Gli scappamenti non c'è n'è uno uguale sono tutti diversi. La distanza corda martello dopo aver suonato un forte quanto deve essere? In alcuni tasti è bassa anche quella, meno di 1 centimetro.

     

    NB: Ma questo regolazioni sono in garanzia?

  6. E' sicuramente insufficiente la distanza di affondo del tasto. In genere si trovano pianoforti nuovi in queste condizioni. SI pensa di ridurre al minimo l'affondo per far sembrare la tastiera più "facile"...ma una minima variazione di umidità relativa può far variare questa distanza che potrebbe diventare, come in questo caso, insufficiente. Il tecnico si saprà regolare per "regolare". Se dovessi vederlo smarrito o trovarsi a dichiarare che è "...un lavoro lungo e complicato" oppure "...lasciamolo assestare..." ecc. basta suggerire di porre dei piccoli e poco spessi cartoncini dotto le viti della barra centrale della tastiera. Questo rapido e sicuro sistema non altera la proporzione tra i tasti bianchi e neri e restituisce il giusto affondo, che in genere per i verticali si aggira intorno ai 10 mm ( comunque non inferiore a 9,5).

    Il giusto affondo comunque fa i conti con la distanza martello corda, che in genere è, nei verticali di 45mm circa. 

    Potrebbe essere anche che l'affondo sia giusto e che questa ultima citata distanza sia superiore . Allora bisogna intervenire sulla barra poggia martelli, mettendo un sufficiente spessore tra la parte mobile e la parte fissa della barra ( la parte mobile la puoi vedere muoversi azionando il pedale del piano di sinistra)

    Naturalmente questa regolazione deve essere compensata alzando( svitando) il pilota di ottone sotto il tallone del cavalletto ( può essere anche di legno feltrato o grafitato) fino a che il montante di scappamento non abbia gioco con la noce del martello....ma che torni sotto la stessa agevolmente. La giusta regolazione non deve far avvertire vuoto nella parte iniziale dell'abbassamento del tasto. Tale vuoto, oltre ad essere fastidioso, diminuisce l'energia di impatto del martello contro la corda.

     

    Spero di essere stato chiaro e utile

    Buongiorno,

    in effetti il tecnico mi ha detto di farlo assestare, e di fare la regolazione in contemporanea alla prossima accordatura, visto che per ora l’accordatura regge ancora non l’ho ancora chiamato. Comunque ho iniziato a verificare alcune misure da lei consigliate.

    In primo luogo l’affondo dei tasti sembra giusto, l’ho misurato con il calibro ed è 10 mm precisissimo. La distanza corda martello mi sembra bassa, circa 42 mm. è I punti di scappamento sui vari tasti sono tutti diversi, qualche tasto è corretto intorno a 2 mm, qualcun altro 0 mm, ma la maggior parte raggiungono anche 7 o 8 mm.

    Ora chiedo se potevo regolare lo scappamento da solo almeno su qualche tasto per verificare, o si deve correggere prima la distanza corda martello e portarla a 45 mm. Ma mi sembra di aver letto qua sul forum che la distanza corda martello se è scarsa non dovrebbe influenzare sul doppio colpo del martello sulla corda sul pp. Quindi la posso lasciare a 42 mm e regolo lo scappamento?

    Ultima cosa: non ho capito qual è la vite di regolazione dello scappamento sul verticale Yamaha. Per caso è quel piccolo occhiello che si trova sopra alla barretta di legno e poi sotto c’è il bottoncino di scappamento?

    Se è quello secondo me ci vuole un utensile specifico per ruotarlo o mi sbaglio?

    Saluti e tutti e grazie

  7. Ma non è vero, non è proprio così. Un mio amico due anni fa ha preso uno schimmel 208 che era come nuovo, 15 o 20 anni....pagato 7000 euro. Poi si è stufato lo ha venduto ad un noto rivenditore di Milano per 12 mila euro e ora sta in vendita a 19 000 euro.

     

     

    La verità è che bisogna saper valutare l'usato o affidarsi ad un tecnico che sicuramente tra i suoi clienti ha qualche occasione da segnalare, purché non sia egli stesso rivenditore.

     

    Anche su subito o altri annunci si trovano diverse occasioni, bisogna vederlo e non partire con la tua idea che tanto sono tutti rigenerati ... e te lo dico per esperienza diretta, non per sentito dire.

     

    Curiosità....sai veramente come funziona il mercato dell'usato, oppure hai una tua opinione e la porti aventi con convinzione?

    Ma mica per caso conosci un certo Fra di Monza anche lui esperto di pianoforti? Se lo conosci salutamelo.

  8. Evidentemente il tuo amico è stato fortunato. Poi non ho capito affidarsi a un tecnico che significa. Il tecnico te lo devi portare tu e deve essere di tua fiducia se realmente vuoi comprare l’usato come dici tu. E comunque io sono della mia idea che secondo me è sempre meglio un nuovo che un cattivo usato. Ma leggo che sei di Monza? Ma non è che su questi forum di pianoforti ci sono sempre le stesse persone? Avevo conosciuto in un altro forum di pianoforte uno che la pensava come te. Booooo. Forse mi sbaglio. Comunque io ho la mia idea tu la tua e inutile continuare. Il nostro amico Bruno6 potrà prendere spunto per fare un buon acquisto.

     

     

    Ciao

     

  9. Si, ma lo stesso discorso che ho fatto sopra per il C3 vale anche per le manche da te citate. Dovresti trovare un buon usato non rigenerato. E non credo che per uno Schimmel o Feurich spendi di meno. Questi piani che dici tu, di qualcuno che ha smesso di studiare si trovano solo per caso tipo, l'amico dice: "sai il figlio di tizio vuole vendere il piano nuovo in quanto non suona più". Tu vai e lo prendi al volo. Ma su subito o siti vari è pieno di rigenerati.

  10. considerare anche un mezza coda usato di 30/40 anni, magari di un privato che lo aveva acquistato per il figlio che poi ha smesso. 

    Scusa, ma dove lo trovi un C3 di 30-40, usato, di qualcuno che ha il figlio che ha smesso di studiare? Uno che compra un coda, in genere lo prende dopo il 5° anno, e al 99% non smette più. Puoi trovare un verticale di qualcuno che ha smesso di studiare, in ottime condizioni. La maggior parte dei C3 usati che circolano sono tutti rigenerati.

  11. Oggi i rivenditori e gli insegnanti ragionano come se esistesse solo Yamaha. Con tutto il rispetto per Yamaha che fa strumenti esemplari, esiste anche di meglio. Non credo che valga la pena spendere 9000 euro per un codino, è una cifra che permette di valutare diverse alternative, probabilmente una coda più lunga e di qualità superiore, seppur usata. I pianoforti nuovi sono comunque da valutare bene e non sono esenti da difetti.

    Si, è vero che con 9000 euro ci possono essere diverse alternative sicuramente migliori usati. L’ho detto già io, se trovi un buon C3 usato sicuramente è migliore con i suoi 180 cm, come faceva riferimento il maestro Paolo. Ma lo devi trovare buono, magari ti devi affidare ad un tecnico o quanto meno ad un esperto, devi girare, devi perdere tempo, e comunque alla fine prenderai un piano di almeno 20 o 30 anni, magari rigenerato. Io personalmente prenderei il GB1 nuovo e stai tranquillo. Un ottimo rapporto qualità prezzo, ma NUOVO, CON GARANZIA E LO SUOI TU PER LA PRIMA VOLTA. Questo è un mio parere.

    NB. se i pianoforti nuovi non sono esenti da difetti, figuriamoci gli usati/rigenerati

  12.  

    Non so se vale la pena cercare qualche Yamaha GB1 , o Kawai Ge 30 

    Secondo me il GB1 Indonesiano è un ottima alternativa a un usato, se non si sa che usato è. Lo possiede un mio conoscente e ha un bel suono. Forse i bassi sono scadenti, sono bassi di un coda di 149 centimetri. La fabbrica indonesiana e comunque Yamaha e usa componenti Yamaha. Ho sentito dire già a qualcuno il solito pianoforte Cinese. Che centra Cina con Indonesia?  Certo che un 180 cm come un C3 Yamaha sarebbe l’ideale ma nuovo costa 20.000 euro, mentre il GB1 nuovo lo porti a casa con 9000 euro. Un piano nuovo fa gola a tutti.

  13. Sono tutti sul nostro canale YouTube...

     

    https://www.youtube.com/user/thesimon82

    Salve a tutti, avrei bisogno del vostro aiuto. Ho il mio nuovo piano verticale da circa due mesi, però ho notato che nel suonare il piano senza spingere troppo il tasto, il martelletto tocca due volte la corda su tutti i tasti, e si evidenzia ancora di più con il pedale di risonanza attivato, generando una specie di eco. Che dite devo chiamare il tecnico, forse per la regolazione di qualcosa, forse dello scappamento. 

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