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Piano Concerto - Forum pianoforte

giovannig

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Risposte postato da giovannig

  1. Qui ci sono validissimi tutorial sulla regolazione, andrebbero visti almeno per capire dove agire.

     

    Comunque fondamentale è verificare i l'altezza della leva di ripetizione, prima di toccare qualsiasi cosa: col dito uno per uno si fanno uscire in posizione di riposo gli spingitori da sotto il rullino (spingendoli in basso lentamente con l'indice sotto il bottoncino dello scappamento, dove la leva prende la sua forma a "L") per poi rilasciarli dolcemente rientrare. lo spingitore deve riaccomodarsi sotto il rullino senza fatica, ma sfiorandolo: questo sfioramento si evince dal un movimento verso il basso del martello di un millimetro circa quando lo spingitore lascia il rullino e verso l'alto di nuovo in posizione quando vi rientra. Se non si verifica alcun movimento del martello la leva è troppo alta e va abbassata agendo sulla vite in fondo al cavalletto quasi sotto i martelli. Se invece il martello cade in basso e non ritorna su la leva è troppo bassa, e la stessa vite del bottoncino va girata in senso opposto. Basta poco, quarti di giro per osservare delle differenze.

    ovviamente il martello deve essere abbastanza in alto e non tale che lo stiletto poggi sul cuscinetto bianco di freno. Nel caso sollevare un pò tutti i piloti prima di fare questo controllo.

    la verifica della corretta altezza dei piloti invece, prendendo per buono lo sfondo in quanto il pianoforte è nuovo, si effettua facendo scattare lentamente il meccanismo premendo il tasto fino in fondo. Il martello deve cadere comodamente su sulla leva di ripetizione a tasto scattato (scappamento) e fermarsi in sospensione tra uno e due millimetri sotto la posizione di scatto (molti lo chiamano secondo scappamento). In sostanza dopo lo scatto c'è un vuoto di corsa del tasto verso il cuscinetto e percorrendo questa corsa premendo fino in fondo (senza comprimere troppo il cuscinetto) deve vedersi una minima risalita del martello.

    quindi primo scappamento (scatto) -> ricaduta (sul secondo) -> doposcatto (leggero vuoto) con leggera risalita del martello.

    Se non si osserva una minima risalita, di mezzo millimetro per intenderci, potrebbe funzionare tutto comunque ma non si è sicuri che il dopo-scatto sia sufficiente per la comoda uscita dello spingitore, e del pianista nel suonare. Bisogna sollevare il martello svitando i piloti finché non si osserva questa "intenzione" di risalita. Basta poco, si tratta spesso di mezzi giri.

    Io meglio di così non la so raccontare, per me è più difficile scrivere che fare in questo caso. Per te non so, non sono controlli da principianti a mio parere.

     

     

     

     

     

  2. Mi pare tutto originale, il piano non ha nulla di strano. 

    A me è capitato di vedere pianoforti nuovi provenienti dalle fabbriche giapponesi con martelli trattati ancora più grossolanamente rispetto a questi: quando si fa "l'agopuntura" bisognerebbe poi levigare finemente i residui e far sparire i buchi, per ottenere un risultato dignitoso anche dal punto di vista estetico. Costa più tempo, più ore...

    La compressione dei rullini è quella che si ottiene dal solo peso dei martelli che gravano sui cavalletti. Puoi trovare rullini perfettamente cilindrici solo prima del montaggio, ma dopo due settimane dal montaggio sotto il peso dei martelli sarebbero già deformati. Anzi mi sembra di vedere delle ottime centrature, considerando anche che le foto esaltano i difetti, e della pelle di ottima qualità.

    Quello che secondo me bisogna fare è compensare la compressione di alcune parti e il naturale assestamento della meccanica: potrebbe essere necessario compensare lo schiacciamento naturale dei rullini sollevando di mezzo giro i pilori, per esempio. Infatti bisogna considerare che un lieve abbassamento del rullino anche di qualche decimo comporta un aumento della distanza martello corda di uno o due millimetri, e questo non permette un comodo scatto dello spingitore che fa così fatica ad uscire dal rullino rendendo la meccanica "tosta".

    Un'altra misura da compensare è probabilmente l'altezza della leva di ripetizione, che potrebbe essersi abbassata troppo ostacolando il rientro dello spingitore in sede nella fase di ribattuto (altro fattore che determina una sensazione di fatica).

    Le misure che hai riportato sono negli standard Kawai. Il piano è come nuovo.

    E' chiaro che le regolazioni che si fanno in fabbrica si fanno con meccaniche appena posate, soprattutto se la fabbrica fa grandi numeri e non ha tempo di fare grandi sedute di assestamento (che sarebbero antieconomiche). Quindi è compito del tecnico rivederle dopo qualche tempo, senza stravolgere ciò che c'è di buono, ma "girando le viti giuste".

    Limitandoti a queste due operazioni potresti trovare un maggiore piacere nel suonare il tuo pianoforte. Scaricare le molle di ripetizione, che generalmente sono molto cariche è un di più e probabilmente va fatto, senza esagerare. Bisogna ottenere una risalita del martello decisa ma non instabile per via della poca o troppa forza...

    Ciao


     

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  3. Spiegami per quale ragione dovresti diminuire il peso di risalita del tasto? E' una bilanciatura scelta in quel modo dalla fabbrica con un peso di discesa del tasto di 55 grammi, che è corretto. 

     

    Alleggerendo i martelli otterresti meno suono, per sottrarre forse 5 grammi sul tasto. Non mi sembra una brillante idea. Eviterei anche di aggiungere piombi verso il fulcro per ristabilire un rapporto teorico dei pesi, perchè come già detto la leva è corta e risentirebbe della maggiore piombatura, e la maggiore inerzia che si tradurrebbe in fatica per il pianista.

     

    Se non sei soddisfatto dovresti prima individuare su quali passaggi hai difficoltà, se nella agilità, nelle ottave, nei salti, nel legato, nello staccato etc e poi con un bravo tecnico dovresti valutare se sia il caso di rivedere la regolazione della meccanica, valutando prima di tutto se le cartine e le rosette sotto tasto sono state correttamente allocate in numero e tipologia.

     

    Dico questo perché solitamente, e secondo la mia esperienza, nelle produzioni dei pianoforti più economici si tralasciano tutti questi aspetti che comportano un gran dispendio di ore e quindi un aumento del prezzo del bene.

     

    55 grammi è un peso di affondo nella media del mercato attuale, a volte si trovano pianoforti di marche importanti bilanciati con 60 grammi per la discesa del tasto, vedi per esempio kawai, che fa questa scelta proprio per ridurre l'inerzia del tasto, con una sensazione di peso che il pianista non avvertire nell'arco di qualche brano e che emerge solo dopo un'ora di studio (è il concetto di fatica).

     

    Non mi sento di consigliarti interventi di altro genere.

  4. Paolo non sbaglia: uno degli strumenti a cui sono più affezionato, perché è meraviglioso e l’ho restaurato con particolare cura, monta un’ottima meccanica Langer ed è del 1927. Una meccanica tra quelle meglio conservate che ho potuto trovare su pianoforti centenari o quasi. La Renner di quei tempi era ancora sconosciuta. Langer è una delle fabbriche nate, come la Schwander prima di Langer, sotto il cappello di Herrburger Brooks.

     

    Non so se le Langer anni 80 fossero ancora di provenienza inglese, non credo, ma certamente non cinese e sono comunque considerate ottime. Furstein faceva scegliere al cliente l’alternativa tra Langer e Renner.

     

    Oggi invece bisogna stare più attenti con la dislocazione delle produzioni, la stessa Renner ha un distaccamento a Shanghai, dove producono meccaniche identiche a quelle tedesche ed indistinguibili.

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  5. Sono d'accordo con Giovanni. La mia opinione : MAI lubrificanti...neanche il protek. Il riscaldamento del perno, momentaneamente rirolve, ma ....dilata il cachemire....ma dilata anche la sede dove il perno è stretto nel legno. Freddandosi, il perno si riduce, mentre il foro nel legno è dilatato. Quindi doppio problema. Altrimenti perché si maggiorerebbero i perni, almeno di una misura? Naturalmente "opinioni discordanti"....questa è la mia opinione e ...anche quella, mi sembra, dell'amico giovannig! Ciao

    Certo Paolo, la penso allo stesso modo. Un saluto.

  6. Opinioni discordanti ... insomma; è l’esperienza che ha dimostrato che lubrificare il perno peggiora solo le cose perché col tempo ci si impasta e si blocca, più di prima. E dover rimediare a questo genere di interventi non è mai piacevole. Il riscaldamento del perno risulta essere invece una cura solo temporanea.

  7. Beh, immagino che volendo investire quelle cifre per uno strumento, opzionare una tastiera in avorio naturale sia la soluzione piu' logica.

    In genere costa 3000 euro la opzione oppure la mandi da un tastieraio e la fai rifare.

     

    Le placchette dei pianoforti vecchi vanno bene solo per i restauri.

  8. Se tutti gli smorzatori hanno una orientazione uniforme e un livello di usura uniforme lo stacco sarà contemporaneo.Quindi controllare l'usura dei panni e dei fiocchetti.

     

    Se così non fosse, e solo per i casi eclatanti, è possibile correggere il filo dello smorzo per rimediare. Ovviamente non ci si può improvvisare perché si tratta di una operazione che può portare a delle rogne se non si è più che capaci. Molti tecnici infatti glissano dicendo che "non andrebbero mai toccati", ed è sicuramente consigliabile, soprattutto se ci si trova a casa del cliente e non si vuole rischiare di finire il lavoro dopo mezzanotte.

     

    Dopodiché si regolano i cucchiaini, come su tutti i pianoforti. Se lo smorzo posticipa lo stacco si i possono anche inserire, volendo, degli spessori di cartoncino sotto il panno, fanno l'effetto della vite, che è quello di rialzare il panno stesso per anticipare l'azione. Ovviamente non si può anticipare se siamo in corrispondenza del legno, ed in questo caso si agisce di sopra sul filo. Considera che in corrispondenza di un azionamento, nel pianoforte, il feltro di regola non viene mai tutto incollato al legno, ma solo ai due estremi; questo per evitare fastidiosi rumori. Vale per i talloni, vale per i paramartelli (in questo caso però è la pelle), vale per il cuscinetto di ritorno dei tasti etc.

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