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Piano Concerto - Forum pianoforte

francescochopin90

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Tutto postato da francescochopin90

  1. Credo sia meglio controllare i perni della meccanica degli smorzi. In questo caso il teflon sarebbe un palliativo temporaneo fino alla sostituzione dei perni.
  2. A volte (dico "a volte"!) le due cose possono essere collegate, ma non è detto. L'eccesso di adrenalina potrebbe non far irrorare bene le estremità a favore degli organi "nobili" (preparazione al "lotta o fuggi"). D'accordo con te: ogni individuo è a sé. Per me per esempio è molto importante l'aspetto mentale: è quello che mi fa temere di più!!! Quando sono rilassato, il mio organismo reagisce in modo molto armonico; ma se mi manca questa predisposizione, per vari motivi, mi blocco, mi vengono tensioni assurde eccetera.
  3. Vi capita mai una situazione simile, ossia una sorta di ostilità nei riguardi di un certo suono? Nel mio caso è il si bemolle 4: lo sento scordato o aspro su tutti i pianoforti!!!
  4. Vorrei fare un'altra considerazione. Paolo mi ha messo i mollettoni conici per il fondo tasto (quelli bianchi, molto duri, di altissima qualità). Molti pianisti preferiscono quelli verdi perché sono più elastici, essendo meno duri e quindi ammortizzato, soprattutto sul colpo forte. Fin dal primo momento non ho trovato alcun problema, anzi, avverto una sensazione di massima precisione. Però se molti lamentano un problema, dev'essere pur vero e bisogna credere al loro parere. Ho provato ad eseguire un fortissimo e niente. Poi ho notato che io da sempre inconsapevolmente ammortizzo col polso il colpo forte, che non eseguo mai visto in caduta, ma con una bella espirazione tenendo la mano vicina. Bene, forse ho capito il problema! Ho provato ad eseguire un bel accordo fortissimo applicando ciò che hanno tentato di insegnarmi alcuni maestri (consigli rimasti inascoltati perché basati su un approccio "aggressivo" e innaturale): ho provato ad eseguire il forte con una generosa caduta dall'alto. Ed ecco la sensazione lamentata dai più: si è avvertito chiaramente il contraccolpo, l'energia ritornare verso il braccio!!! Allora si è confermata la mia ipotesi: un mollettone di altissima qualità, duro, conico, restituisce solo l'ENERGIA INUTILE! Ed ecco che, adottando dei principi di tecnica basati sull'aggredire la tastiera, purtroppo molto impartiti nei conservatori, un mollettone ammortizzante viene in aiuto. Quando le cose funzionano, vengono amplificati i pregi, ma anche i difetti!!! Un pianoforte che non funziona non risalta la propria musicalità, ma allo stesso tempo copre tutte le magagne!
  5. Diciamo psicofisico. Il riscaldamento non ti ha sciolto le dita o altro, ti ha permesso di trovare il tuo equilibro posturale e mentale. Prova a fare la stessa cosa, ma non con la tecnica, ma con brani molto semplici.
  6. A mio parere le martelliere Abel sono stupende!!! Ho un Kawai verticale rifeltrato da Abel e ha acquisito una potenza sonora assurda (anche dopo la raffinata regolazione di #pianoexpert). Ho fatto sostituire al mio Pleyel la martelliera, passando da Renner ad Abel. Con la seconda suona meglio, ma non per il marchio, ma perché è stata scelta la martelliera col giusto peso e la giusta compressione, oltre al fatto di aver scelto il feltro naturale che è eccezionale! Abel ha una concezione filosofica del suono molto più vicina a come si faceva nell'Ottocento: sonorità più "felpate", intime, ma ricchissime in sonorità, con grande gradiente dinamico (la timbrica si modifica variando la dinamica). I pianoforti e le martelliere si sono dovuti adattare alle grandi sale, caricando le tavole armoniche (anche troppo!), impegnando i martelli, appesantendo tutto: il risultato è un grande suono (alle volte aggressivo) che deve raggiungere anche l'ultima fila di un grande teatro, ma meno ricco in timbrica (suonando piano o forte, se regolato bene, cambia il volume, ma non il timbro). Non esiste un suono migliore, ma ci siamo abituati a questo, anche con l'avvento di strumenti digitali. È cambiato anche il modo di suonare! Se dovessi eseguire una sonata di Galuppi (sto studiando la quinta in do maggiore) in una grande sala, sarei costretto a far cantare molto la mano destra, anche di parecchio, per far sentire bene la linea melodica. Ma è un inganno!!! Nello stile galante la melodia non deve uscire in modo così eclatante; le sonorità fra melodia e accompagnamento non devono essere così distanti (già in Mozart la storia cambia), il basso albertino ha una sua cantabilità (a sua volta diviso in una nota grave profonda e le altre tre che emergono sulla durata della nota lunga alla mano destra). Personalmente preferisco più esibirmi in salotti che in teatro. Glenn Gould stesso, ad un certo punto, ha deciso di abbandonare la sala da concerto e dedicarsi alle incisioni, non riuscendo a sottostare, fra i tanti compromessi, a quello relativo alle prassi esecutive che, per i suddetti motivi, vengono a farsi friggere nei grandi teatri.
  7. È originale Yamaha, vero? Completamente diversa dallo Yamaha C3 che possedevo io.
  8. Ma mi verrebbe da pensare che aggiunga anche una piccola resistenza alla risalita del martello... O sbaglio?
  9. Non tanto si vede, ma anche la mia vecchia martelliera era fatta così.
  10. Chiederei a Paolo come mai certi martelli vengono sagomati con quelle scalanature. Su YouTube un tecnica consiglia di eliminarle...
  11. In realtà sono molto diversi. Se guardi bene, nei miei cambia la proporzione fra legno e feltro. Nel feltro si vedono delle impurità: è il maggior contenuto di lanolina! Questa contribuisce all'elasticità del martello e a renderlo più progressivo, oltre che nella dinamica, anche nella timbrica. Se mettessi una martelliera simile al tuo (ovviamente più compressa), suonerebbe da Dio!
  12. Questa è la vecchia martelliera Renner, ben funzionante e rigorosamente restituita con i suoi stiletti. Perché l'ho cambiata? Perché è pesante e con una timbrica non adatta allo strumento, un po' troppo "spinta". I martelli devono essere adatti allo strumento, in particolare alla tavola armonica. Il Pleyel, a differenza per esempio di Yamaha, ha una tavola poco carica che favorisce un suono molto ricco in timbrica e con un attacco meno eclatante, quest'ultimo più adatto ai pianoforti da concerto, udibili nelle grandi sale. Montare un martello molto impregnato su uno strumento simile non permetterebbe allo strumento di esprimere la sua anima a pieno. Yamaha al contrario vuole un suono con attacco eclatante, duro, ma meno ricco in sonorità: qui ben si adatta un martello molto impregnato; anzi, in caso contrario, si avrebbe un pianoforte - passatemi il termine - evirato!!!!
  13. Merito non solo della regolazione, ma del perfetto controllo degli attriti e della martelliera.
  14. Sfondo 10 mm, distanza martello-corda 45 mm, scappamento a 3 - 2 - 1 mm dai gravi agli acuti.
  15. Klauss, fai a caso alla facilità con cui suono, a come ritorna velocemente il tasto, all'intensità dei bassi. Bene, è un coda di 174 cm con un tasto cortissimo!!!
  16. Era pesante, in carpino, oltre al fatto che erano presenti vari problemi di attrito. La nuova è più leggera e ha una timbrica più adatta allo strumento. Pesatura di 51/47 grammi su oltre 25 di ritorno con pochissima inerzia. La Abel "natural felt" è straordinaria. VID_20200706_102537.mp4
  17. Vi faccio ascoltare il mio Pleyel del 1981. Me lo ha visionato in quanto iscritto al forum e abbiamo deciso per un restyling. La martelliera che monta è una Abel natural felt: il risultato è magnifico! VID_20200706_102537.mp4
  18. Rispondo con 8 anni di ritardo!!! Mi sembra tu stia parlando del quarto pedale di Fazioli (italiano!). Esso permette di inclinare la meccanica in modo da diminuire l'affondo del tasto e la distanza del martello dalla corda, lasciandone inalterata la proporzione. Questo permette di suonare pp senza alterare il suono poiché il martello colpisce sempre tre corde ma con meno energia. Ti dico la mia: se fosse stata una grande innovazione, avrebbe fatto più "rumore" ed oggi sarebbe diffusissima. Ti assicuro che con la giusta regolazione e con il perfetto ripristino dei giusti valori d'attrito, è possibilissimo suonare il pianissimo più estremo senza doversi aiutare col pedale "1 corda" (il quale modifica la timbrica e si può usare anche per suonare forte) e senza stare lì a ricercarlo con uno sforzo mentale (e fisico) tale da impazzire! Lo dico per esperienza: se ben messo a punto, anche un quartino, pur con i suoi limiti, può affrontare le dinamiche più estreme col massimo rilassamento richiesto e senza strani ausilii.
  19. D'accordo con Simone!!! Però, personalmente, il discorso è valido sul singolo brano (quindi non abbandonando in assoluto di suonare). Capita mai di iniziare a leggere un brano, di accantonarlo, di riprenderlo dopo mesi od anni e "magicamente" esce? Ecco, credo che il nostro cervello inconsciamente continui a lavorare. Se non possiamo suonare, coltiviamo la musica in altro modo, anche solo nel nostro cuore: riprendendo, l'unico ostacolo sarà "solo" di natura tecnica.
  20. Ciao a tutti, grazie a questo forum, finalmente i miei pianoforti sono tornati a suonare. Possiedo un Kawai verticale e un mezzacoda Pleyel (fabbricato nel 1981 da Schimmel) . Il caro Paolo, persona stupenda, in quanto iscritto a questo forum, mi ha dato la sua consulenza. Messo a punto il verticale e restaurato il Pleyel nella sua parte meccanica. Le chiacchiere che raccontano i commercianti (anche molto noto in Italia e all'estero!!!) sono assurde (dalla sabbia della tavola armonica a tasti neri crepati passati per un artificio di fabbrica per non far scivolare le dita). Vi posso assicurare che un pianoforte che funziona ha un doppio vantaggio: tecnico e artistico. Dal punto di vista tecnico non siamo portati a mettere in atto dei compensi che vanno sì bene in concerto, ma ore quotidiane di studio causano solo... scompenso!!!! La mia è stata una ricerca disperata do tecnici. Paolo è stato capace di ascoltare me e i pianoforti e ora nella mia casa si sentono finalmente i miei pianoforti tornati a suonare. Ragazzi, la musica è nella nostra testa, non in tecniche strani, in assurdi artifici, in forzature per migliorare la tecnica; se il pianoforte funziona, la musica esce da sola. Sul Pleyel abbiamo montato una Abel in feltro naturale: è stupendo!!! Pianoforte dinamico, sonoro (sembra un gran coda eppure è un 174 cm). Poi Paolo ha dato il tocco di classe con le sue regolazioni, sfidando il limite della leva del tasto corta e raggiungendo 51/47 grammi di discesa contro oltre 25 di discesa con pochissima inerzia. Che dire: un grande!!! Ne ho provati tanti ed era lì a portata di click! Bellissima esperienza passata insieme... E poi ho scoperto una persona molto affine a me!!!
  21. Il riscaldamento muscolare propriamente detto spesso non è necessario, a meno che non siamo a temperature gelide. Il sangue umano è caldo e le mani sono irrorate di sangue. In realtà le mani non hanno bisogno di essere riscaldate, così come la voce, se non in minima parte, non minimamente paragonabile al riscaldamento di un atleta. Personalmente ho bisogno di riscaldamento, sì, ma di riscaldamento "mentale". Si tratta di prendere confidenza con lo strumento, eseguire degli accordi, suonare pp (il nostro tocco si gioca tutto sullo scappamento! Il resto della corsa del tasto ci serve per gestire l'energia nelle dinamiche e nei vari approcci tecnici), assaporare l'accordatura (si spera!), come vibra lo strumento, come risponde la sala. Ma anche entrare in sintonia con gli autori che andremo a suonare ecc. A volte anche stare da solo, in silenzio, giova molto: almeno su di me! In pubblico (ma anche da solo) non faccio mai iniziare il brano dalla prima nota. Mi scelgo una frase musicale ben collegabile alla prima nota e.. la canto in mente! Mi aiuta anche dove occorre un attacco un po' più "sospeso". Altra cosa è capire come reagiamo psicologicamente a una performance. Personalmente tendo ad avere un tocco più impastato, lento, contemplativo all'inizio per poi diventare spigliato, articolato, estroverso nel proseguo. Bene! Sceglierò la mia scaletta anche in base a questa caratteristica!
  22. Uno strumento simile è molto difficile che tenga l'accordatura nel tempo. I pianoforti a corde incrociate distribuiscono meglio le tensioni delle corde e l'accordatura è molto più stabile. Mi sembra anche di vedere che non ha il telaio in ghisa. Il ponticello è andato!!!
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