Ciao a tutti, sono nuovo del forum
Diciamo che ho un metodo poco convenzionale, ma che mi sta dando molte soddisfazioni.
La prima cosa che faccio è una lettura a tavolino del brano. Prendiamo come esempio il terzo tempo della sonata "La Tempesta" di Beethoven. Per prima cosa io inizio a dividere la frase e cerco di capire il discorso dove vuole arrivare, quali sono le note più importanti, quali sono i gesti da ricercare.
Facilmente mi contestano il fatto che prima dovrei leggere le note e poi pensare all'interpretazione. Io penso una cosa: anche la lettura delle note è finalizzata a un obiettivo e l'obiettivo lo dobbiamo studiare a tavolino.
Altro principio: sia con la lettura, sia con la tecnica, il pianoforte ha un grande limite: ci puoi fare solo musica! Quindi lungi da me "inutili" esercizi per rafforzare le dita. Io ho studiato anatomia, le dita non hanno muscoli! Gli unici muscoli importanti della mano sono il tenar e l'ipotenar.
Dopo tutto ciò passo finalmente al pianoforte.
Inizio con uno studio lento, cercando anche la lentezza nell'abbassare e nel rilasciare ogni singolo tasto. Questo è il vero segreto del saper suonare piano!
Dopo aver "letto" le note, cerco di capire dov'è l'energia. In questo brano si alterna continuamente fra mano destra e mano sinistra. Il punto di "attività" rappresenta l'inizio del gesto pianistico; le altre note devono essere suonate passivamente.
Il pedale è il respiro del pianoforte, deve muoversi con il nostro respiro e con quello del brano.
Spesso per "azzeccare" (scusate la forma dialettale, ma rende meglio il concetto) il gesto, suono le note del gesto tutte insieme.
Poi suono tutto in caduta e con le varianti, ma ricordandosi che non dobbiamo dimenticarci di fare musica.
Ecco! Io studio così!