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Piano Concerto - Forum pianoforte

thesimon

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Risposte postato da thesimon

  1. Guarda per la scheda audio dipende dal budget e dal risultato che vuoi ottenere. Ti dico anche che il risultato finale dipende molto dal pianoforte e dall'ambiente in cui registri. Con questo voglio dire che è inutile comprare una scheda audio da 2000 euro con preamp fantastici e convertitori da Dio se poi devi registrare un pianoforte verticale dentro una sala 2 mt x 2 mt. Chiaramente schede audio buone costano diversi soldi. Per risultati ultra professionali normalmente anziché utilizzare una scheda audio che ingloba anche i preamplificatori microfonici si utilizzano convertitori e preamp separati che vengono scelti in funzione di quello che si vuole registrare. La bontà nella registrazione tiene conto di molte variabili. Per fare un disco si parte dalla scelta dello strumento per passare alla scelta della sala che deve avere una determinata acustica fino ad arrivare alla catena audio di cattura, quindi microfoni, preamplificatori e convertitori. Io adesso non conosco niente quindi è difficile darti dei consigli. Bisognerebbe sapere che budget hai, che pianoforte hai e dove hai intenzione di registrare. 

    Se non hai grosse pretese si potrebbe optare per una configurazione, se invece hai grosse pretese perché ti hanno messo a disposizione un ottimo pianoforte da concerto in una bella hall allora si deve optare per altre configurazioni.

     

    I microfoni a nastro non si usano per la registrazione del pianoforte. Io non ho mai assistito ad una registrazione pianistica con microfoni a nastro, diciamo che non sono molto indicati. Hanno un suono molto cupo e si utilizzano normalmente con strumenti come la chitarra. In alcuni contesti di mix il microfono a nastro suona molto bene ma non è certamente il caso di uno strumento solista come il pianoforte. Oltretutto con i microfoni a nastro bisogna stare molto attenti, perché se si dimentica di disattivare l'alimentazione Phantom si bruciano.

    Il microfono a nastro è realizzato con una sottile lamina metallica, parliamo di micron di spessore, pertanto un'alimentazione esterna andrebbe a surriscaldare questa lamina facendola bruciare immediatamente. Insomma sono microfoni molto delicati ed onestamente li ho visti utilizzare solamente in rarissime occasioni. 

     

    Per la registrazione del pianoforte si opta per una coppia di microfoni a condensatore, preferibilmente a capsula piccola ma si può registrare anche con microfoni a capsula larga. Dipende sempre dal suono che vuoi ottenere e dunque anche in questo caso ci sarebbe la necessità di conoscere il repertorio che vuoi registrare. Stesso discorso vale per il posizionamento: posizionamento ravvicinato per registrazioni pop e jazz, posizionamento più distante per registrazioni classiche. Idem per la tecnica di ripresa. ORTF, AB... Tutto dipende dal suono che si vuole ottenere. Però torniamo sempre sullo stesso discorso, se stiamo registrando un mezza coda da studio, non si può pretendere che in registrazione suoni come uno Steinway da concerto. Anche gli strumenti hanno i loro limiti. Per finire come ti dicevo con la sala. In un soggiorno di casa, non possiamo pretendere di avere la stessa acustica di una sala da concerto. A parte la quantità di riverbero, che è il meno, in una piccola sala ci sono un milione di rimbalzi di suono, si creano filtri a pettine. Ci sono tantissime variabili fisiche che complicano la procedura di registrazione. 

     

    Tutto è finalizzato al risultato che vuoi ottenere. Se puoi essere un po' più precisa cercherò di essere più preciso anche io. A presto. 

  2. C'è molta confusione.

    Allora, un mixer per registrare un pianoforte è una cosa praticamente inutile. Hai bisogno invece di una buona scheda audio e di una coppia di microfoni a condensatore. 

    La phantom è ormai presente anche su tutte le schede audio e serve SOLO ED ESCLUSIVAMENTE per alimentare i microfoni a condensatore. Un microfono a condensatore collegato senza la Phantom attivata non funziona. 

    Quindi io direi che puoi cominciare a comprare una buona scheda audio (la qualità dipende ovviamente dal budget che hai intenzione di investire) e lo stesso dicasi per una buona coppia di microfoni (il pianoforte richiede tecniche di registrazione stereo ovvero con due microfoni). 

  3. Ciao Fulvio. Vorrei vedere una ripresa dove ci sei tu e non solamente la tastiera e parte dell'avambraccio. Per valutare se ci sono delle tensioni mentre suoni vorrei valutare una ripresa in cui ti si vede completamente, possibilmente con una maglietta a maniche corte che ti lasci scoperto il tricipite ed anche che inquadri la postura generale quando ti siedi a suonare, insomma che ti riprenda dalla testa ai piedi inclusi. Partiamo dal presupposto che dolori del genere vengono sempre per questioni di irrigidimento dei muscoli. Devi imparare a controllare la tensione e suonare in completo rilassamento muscolare sfruttando il peso del braccio e la forza di gravità, ci sono degli esercizi da poter fare, realizzai qualche tempo fa anche un video per qualche amico del forum. Da qualche parte ci dovrebbe essere, dove parlavo proprio della tecnica del peso... Laddove ci sia la necessità di suonare fortissimo e dunque non bastasse il peso, è possibile intervenire con un impulso muscolare (nota bene, un impulso). Significa che la forza muscolare interviene solo nell'istante in cui devi suonare un accordo fortissimo. Non avrebbe senso continuare a premere con la muscolatura sulla tastiera dopo che il martelletto ha lasciato la corda. Aspettiamo una ripresa in cui ti si veda sano. 

     

    A presto. 

  4. Io non suono mai a memoria. Questa è una mia grossa limitazione/decisione. Alla fine della fiera imparo quasi tutti i brani a memoria ma in esecuzione davanti al pubblico non mi fido della mia memoria per poter suonare senza spartito. Magari lo osservo poco ma devo averlo davanti. Per quanto mi riguarda non è un disdegno o una bestemmia suonare con uno spartito davanti. Non avere l'esigenza di memorizzare mi ha dato la possibilità di incrementare molto il repertorio pianistico. Ho suonato tanto e di tutto. Se avessi dovuto imparare tutto a memoria per un concerto forse avrei suonato la metà del mio repertorio. 

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  5. Secondo me questo aspetto prescinde dalla laurea accademica. 

    Ci sono molte persone che al diploma portano programmi molto poco impegnativi ed anche fatti male, tuttavia superano l'esame, magari con votazioni molto basse, ma lo superano.

    Ci sono brani molto più difficili di quelli che si portano al diploma. Il diploma è solo un punto di arrivo. Ti puoi diplomare senza aver mai fatto uno studio trascendentale di Liszt o più semplicemente uno studio di Chopin che sono repertorio serio con il quale un pianista serio dovrebbe misurarsi. Anzi in realtà ci si può diplomare senza aver mai suonato Chopin!!!!

    Non è che andare a fare esami al conservatorio ti farà automaticamente crescere a livello musicale e tecnico. Ritengo di essere cresciuto molto di più musicalmente e tecnicamente dopo il diploma. Mi sono confrontato con repertorio più impegnativo, ho sperimentato diversi tipi di tecnica, ed ho raggiunto un livello decisamente superiore a quello che avevo negli anni del diploma. Questo per dire che si può studiare bene senza finalizzare il discorso ad un esame. Quindi se il tuo scopo è eseguire brani più impegnativi ed espressivi dovresti farlo a prescindere, e non in funzione di una riapertura delle candidature per gli esami dei privatisti al conservatorio. 

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  6. All'università feci una tesina per un esame sugli algoritmi intitolandola: algoritmi per l'accordatura del pianoforte. Conclusi la mia tesina dicendo che non possono esistere algoritmi capaci di rendere l'accordatura del pianoforte gradevole a tutti gli orecchi. La percezione del suono è un qualcosa che va al di là della scienza matematica e fisica. È una questione soggettiva dettata dalla psicoacustica. Nella tesina, parlando di algoritmi, ho dovuto parlare anche di disarmonicità, spiegandola in modo matematico, con equazioni "illegibili" come dice Giovanni... Si trattava se la memoria non mi inganna, di equazioni differenziali del secondo ordine. In ogni caso la disarmonicità dipende da una miriade di fattori ed è dovuta alla non idealità delle corde. Qualsiasi corda, anche quella più lunga differisce dalla corda ideale (il suo calibro tende a 0). Certamente le corde dei pianoforti da concerto, molto lunghe, si avvicinano maggiormente alla corda ideale e limitano questi fenomeni. Se la corda è corta, al contrario li amplificano. Contribuiscono alla disarmonicità diversi fattori: il calibro della corda, il materiale costruttivo, il livello di tensione, ecc. Tutti questi fattori fanno si che i punti nodali che si creano sulla corda quando questa produce gli armonici non siano dei punti ma delle superfici sferiche e che queste superfici sferiche non occupino perfettamente il punto centrale delle varie metà delle sezioni della corda ma siano leggermente spostati indietro, Pertanto questo effetto produce dei suoni che non sono degli armonici puri ma appunto dei "Parziali", frequenze seppur vicine all'armonico ideale, ma non perfettamente centrate su quella frequenza. Questo effetto è tanto più evidente quando più il pianoforte è corto, perché gli scostamenti in percentuale sono tanto più grandi quanto più piccolo è il pianoforte. 

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  7. Bisognerebbe conoscere il budget, perché vedi... I radiomicrofoni partono da poche decine di euro fino a qualche migliaio. Il ventaglio è molto ampio. Tieni presente comunque che per un radio microfono degno di essere chiamato tale devi spendere almeno 3/400 euro. Sotto questa cifra hai microfoni che danno molti problemi, ad es: sono suscettibili ai campi elettromagnetici, sono molto rumorosi, fruscii onnipresenti. 

    AKG ha qualcosa di buono a prezzi contenuti, ad esempio il WMS 470 D5. 

  8.  

    TheSimon sicuramente hai ragione, chiunqua abbia fatto esami a S. Cecilia ad esempio si è accorto dell'atmosfera che vi si respira, quasi di ostilità nei confronti dei privatisti.

     

    No, personalmente non ci credo a queste cose e lo dico da privatista. L'unica differenza che ho avuto modo di riscontrare tra privatisti e interni è una questione di excursus di studio. 

    Se sei interno, sei bravo e suoni bene perché hai talento e ti sei impegnato durante tutto l'anno e poi all'esame combini un disastro l'insegnante ha dei termini di paragone perché conosce gli excursus accademici dell'allievo. Se sei privatista hai solo quella carta da giocarti, quindi devi suonare bene e basta. La votazione dipenderà unicamente da come suonerai quel giorno. Tutto qui. Ma onestamente io non ho mai sofferto di ostilità da parte degli insegnanti solo perché allievo privatista, anzi!

     

    Sarò stato fortunato?

  9. Ciao Rosina, se parti con la premessa di trovare conservatori con persone in grado di capire la situazione credo che tu stia marcando male. Agli esami purtroppo, specie per i privatisti, non si ha davanti agli occhi un excursus dello studio durante l'anno dove un Maestro può discernere una giornata no o comunque fuori dagli standard di quell'allievo. All'esame si valuta come si suona e basta. Se riesci a dimostrare il tuo valore verrai premiata. Alla fine un Maestro si accorge se c'è del talento e se vale la pena premiare, a prescindere dalla nota steccata che succede a tutti. 

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  10. Dirlo così credo sia impossibile. Bisognerebbe conoscere il tuo livello tecnico di partenza. Di compendi sulla tecnica ce ne sono tantissimi ma tutti dipendono dallo stato tecnico iniziale dell'allievo. Tanto per dire che in questa sede si potrebbero consigliare gli studi di Czerny come quelli di Chopin o Liszt. 

  11. Buongiorno,

    come avrete visto, da qualche tempo stiamo riscontrando numerosi attacchi SPAM. Questo è dovuto al CMS del forum che è obsoleto. 

    Purtroppo non è possibile passare alla nuova versione fin quando i server aruba non supporteranno le specifiche tecniche richieste da questo nuovo CMS.

    Per ovviare a questi problemi e renderVi l'esperienza di navigazione sempre più agevole, stiamo pensando di passare ai servizi cloud che azzerano i tempi di risposta del server ed offrono prestazioni sicuramente più potenti di quelle garantite dalle classiche soluzioni hosting in Webfarm. 

    Dovremo valutare il prezzo, che ci dovrebbero comunicare entro la giornata di oggi.

    In alternativa, se i costi fossero proibitivi, opteremo per un altro servizio di hosting classico che supporti però i requisiti dell'ultima versione del CMS. 

     

    Una volta effettuato lo 'scambio', il servizio potrebbe non essere disponibile per qualche ora, per effettuare i vari spostamenti di file ed il ripristino del nuovo database. 

     

    Vi terremo aggiornati, 

     

    Saluti

    • Like 3
  12. Qui entra in gioco il talento ed il senso musicale. Se un musicista è sufficientemente sensibile e intelligente, dopo aver preso atto delle indicazioni metronomiche e dopo aver studiato la musica con quel metronomo imposto deve avere la capacità di ascoltarsi. Immergersi nella musica e renderla viva. Nel "rendering" musicale stesso è insito il tempo giusto per quello strumento e quella sala. Ci vuole solo esperienza, studio e talento per imboccare la strada giusta. 

     

    Io tempo fa registrai un debussy a dir di tutti troppo veloce, ma con quello strumento, in quel contesto musicale per me il tempo giusto era quello. Quando suono il primo arabesque di Debussy mi vengono mente immagini della natura. Uno specchio lacustre, una cascata, gli animali che vanno a bere in questo laghetto, si rincorrono, giocano tra loro. Tutto questo io lo percepisco in modo dinamico e per il mio gusto la maggior parte delle interpretazioni della Premiere Arabesque di Debussy sono lente, statiche. La natura è in continuo movimento. Il vento che muove i fili d'erba. Questo è l'esempio di come sia possibile intendere il tempo, sempre restando nel musicale e nelle intenzioni dell'autore. 

     

    Te la posto.

     

  13. Non a caso si chiamano INDICAZIONI metronomiche e non OBBLIGHI metronomici.

    È chiaro che il tempo di un brano debba essere indicato, perché è vero che la musica suggerisce il tempo ma non è sempre così, ed è normale che sia suscettibile a modifiche in funzione di tante cose. 

    Ricordiamoci inoltre che i pianoforti di oggi non sono come quelli che utilizzava Beethoven. Oggi una nota su un pianoforte moderno dura anche un minuto e mezzo. All'epoca 20 secondi forse erano anche troppi. 

    Dev'essere tutto rivisto dall'interprete e appunto "interpretato" con gusto ma anche con il più possibile rigore nelle intenzioni del compositore. 

  14. Il piano pedalier per definizione è quello lì, ovvero avente una cassa armonica come quella del pianoforte ed un funzionamento come quello del pianoforte. Come puoi aspettarti un suono diverso?

    La pedaliera è estesa quanto serve per suonare i brani per piano pedalier perché è bene ricordare che il piano pedalier non è la sostituzione della pedaliera per organo, è una cosa a sé. In letteratura non sono moltissimi i brani per il pedalier ma è stata creata per coprire quell'estensione. 

    Essendo un ambito molto particolare, è di solito rivolto alle amministrazioni comunali che non si fanno il problema di spendere 1000 euro in più. 

    Con Borgato lavorano anche la moglie e un altro tecnico. Se Borgato sta male è palese che il concerto non si può annullare quindi passerà la palla ad altre persone. Fino ad oggi in ogni caso non è mai successo...

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